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Autore: pupazza    01/03/2010    5 recensioni
oneshot che ho scritto dopo aver visto la 7x13 Jet Lag. Ovviamente i protagonisti sono Tony e Ziva. Quello che potrebbe essere successo durante quel breve soggiorno nella citta' piu' romantica del mondo. Parigi. 'Schiuse gli occhi sapendo che quella notte non sarebbe piu' tornata'. buona lettura pupazza
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anthony DiNozzo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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COMBINATION OF TWO/LOVE IN PARIS

 

 

 

 

 

Senti' il suo respiro sfiorarle i capelli. In quella specie di limbo che e' il dormiveglia, quando gli occhi ancora non si vogliono

aprire per la troppa luce o a volte perche' e' talmente dolce quello che era il sogno che si stava facendo che chiedi implorante

 alla tua mente ancora un minuto. Solo un minuto. Per sognare ancora, per dormire ancora, per sentire ancora il suo cuore battere

 sotto la tua testa e la sua mano infilata tra i capelli che sfiora la spalla dolcemente.

Schiuse gli occhi sapendo che quella notte non sarebbe piu' tornata. Perche' quella notte aveva dormito per la prima volta da mesi senza

 incubi. Senza tormenti. Senza quei dolorosi ricordi che ancora le facevano male e le ripiombavano dinanzi agli occhi ancora troppo spesso.

 Ma cosa fa piu' male? Le torture subite, le violenze, i soprusi  fisici e psicologici che le avevano inflitto per mesi, oppure sapere che il proprio padre,

IL PROPRIO PADRE,  un uomo potente che avrebbe potuto smuovere mari e monti e anche di piu, non aveva alzato un dito per cercarla, per trovarla

e anzi aveva anche tentato di riaverla indietro accusandola ingiustamente. Cosa fa piu' male?

Ancora non lo sapeva. O forse si.

 

Da quando erano atterrati a Parigi era stato come improvvisamente vivere in un'altra dimensione. Nonostante fosse solo lavoro.

Era da quando erano partiti che lui non faceva altro che sorridere. Ma non era uno dei suoi soliti sorrisi stampati in faccia a 32 denti.

Era un sorriso reale, sincero. Era un sorriso per lei. E glielo leggeva in faccia che era felice. Felice come non lo vedeva da anni, felice

 come lo si e' quando si e' innamorati. E ci si senti leggeri e in pace con il mondo. Pronti a lottare e affrontare qualsiasi cosa.

Durante il viaggio di andata lui era riuscito a leggere per quasi un'ora consecutiva un libro 'Twilight'. Lui, Tony. Lo aveva osservato,

 chiedendosi se realmente quel libro potesse piacergli davvero. Era giunta alla conclusione che lui  lo leggeva doveva piacergli per forza.

Tutti i giorni da quando era tornata, si era ritrovata a sorprendersi del suo cambiamento. Insomma era sempre lui. Ma era diverso.

Stava finalmente maturando, crescendo e nel suo cuore era consapevole di essere lei la ragione di quel cambiamento. Ed era felice di essere lei.

 La ragione.

 

I suoi occhi erano quasi del tutto aperti. Un brivido la attraverso' dalla punta dei piedi fino alla radice dei capelli. Inspiro' l'odore della sua pelle,

 restando immobile, senza muoversi di un millimetro. Coricata su di un fianco, con la testa appoggiata nell'incavo della spalla e il braccio destro

che le era scivolato fino ad appoggiare la mano sul suo cuore.

Mise a fuoco il profilo del suo viso. Fece scivolare lo sguardo sui suoi lineamenti.

La fronte, il naso , la bocca, il mento.

Dormiva ancora. Beato. Come un bambino. Con un'espressione del tutto nuova sul viso.

"Grazie". - sussurro' lei a voce tanto bassa quanto dolce arrossendo leggermente, nonostante lui non potesse sentirla, visto lo stato di profonda

 beatitudine in cui dormiva.

Richiuse gli occhi, assaporando nuovamente il profumo della sua pelle e sentendosi quasi in imbarazzo con se stessa per questo.

E i suoi lineamente si distesero formando un sorriso.

Ricordando i momenti trascorsi insieme.

 

 

 

Dopo che l'hotel aveva 'accindentalmente' prenotato una sola stanza per loro e l'albergo fosse 'accindentalmente' al completo,

 erano saliti in camera accompagnati da un facchino, nonostante avessero soltanto un borsone a testa. Li aveva scortati fino alla porta,

aveva aperto , poi aveva consegnato il pass a Tony che gli aveva messo tra le mani una lauta mancia e con lo sguardo gli aveva fatto

cenno di andarsene.

-"Mademoiselle.."- lui  le aveva portato dentro il suo bagaglio, l'aveva fatta entrare per prima galantemente.

-" Merci."-

Entrati in camera Ziva noto' subito le dimensioni striminzite del divano e volse i suoi occhi verso di lui interrogativa.

-"Il divano non mi da' l'impressione di essere comodo Ziva.."- lui l'aveva guardata candidamente imbarazzato, poi aveva guardato il letto,

un piccolo sorriso gli si era formato il volto aveva alzato il sopracciglio destro, poi posato i borsoni a terra.

-"Vedrai che ci adatteremo.."-

-"Sicuramente..e' solo per una notte dopotutto!".-

-"Gia'.."-

Ziva si diresse in bagno per rinfrescarsi e cambiarsi dopo il lungo viaggio.

Quando ne' usci alcuni minuti dopo, aveva sciolto i capelli, e indossato un cappotto e un foulard chiari. Scarpe con un minimo di tacco

ma comode e pantaloni scuri.

Tony davanti alla finestra che ammirava la  Torre Eiffel in lontananza si giro' a guardarla ammirato.

-"Paris..ti va' di mangiare qualcosa di squisitamente parigino ?...potremmo sperimentare qualche piatto della Nouvelle Cousine..".-

Lei lo aveva guardato socchiudendo leggermente gli occhi e non riuscendo a trattenere quel piccolo sorriso che si era formato

 agli ancora della bocca.

-"Solo se offri tu.."-

-"Veramente offre l'Ncis..ma se proprio ci tieni.."-

Lei rise di gusto e lo prese in parola.

-"Si ci tengo!"-

-"Me uoi...allora offro io.."-

-"Ok ..andiamo allora.."- lui si avvio' le apri la porta  e la fece passare, galantamente. Come prima.

Girarono a piedi per le vie' della citta' fianco a fianco per tre quarti d'ora godendosi l'atmosfera parigina.

L'aria fresca e frizzante si faceva sentire, Tony fotografava qualunque cosa cogliesse la sua attenzione.

Ziva di fermo' ad un'edicola in cerca di qualche cartolina da spedire .

Lui la guardo' incuriosito, e avvicinandosi a lei sbircio' tra le postcards che aveva in mano.

-"A chi le devi spedire?"-

-"Come sei curioso.."-

-"Questa mi piace.."- le prese dalla mano quella che ritraeva Notre Dame e gliela sventaglio davanti agli occhi.

-"Ridammela!!"-

-"Solo se mi dici a chi la mandi.."-

Lei sorrise vagamente maliziosa, notando nel tono di voce di lui una punta di gelosia. Giusto una punta.

-"E' per Abby.."-

-"Non fai prima a portagliela.."-

-"Si e' raccomandata che la spedissi....lo sai com'e' fatta.."-

-"Sicura....che 'e' per...Abby.."-

-"....ah ah ah...pensandoci devo spedirne una anche al mio vicino di casa..grazie per avermelo fatto notare..".-

Lui diede un colpo di tosse infastidito.

-"mmh..."-

-"Cosa?"-

-"Questi vicini di casa.....non trovi siano spesso invadenti?"-

-"mmh...no..con me sono tutti gentili.."-

-"Su questo non ho dubbi..."- concluse leggermente indispettito.

Si allontano' di qualche metro e ricomincio' a scattare foto. Un po' ovunque, a destra e sinistra. Fino a che' l'obiettivo

non colse un'immagine talmente bella che non poteva non essere incorniciata. Colta di sorpresa, nemmeno se ne era accorta.

Ripose la macchina fotografica in tasca soddisfatto. Avrebbe riguardato quell'immagine milioni di volte.

 

 

Pranzarono sul tardi in un piccolo bistro'a Montmartre.

Un posto semplice e appartato, ma delizioso.

Tony ordino' costolette di vitello alla Bonne Femme e pomodori alla Provenzale, mentre Ziva si limito' alle crepe' suzette.

-"la tua dieta post feste che fine ha fatto Tony?"- commento Ziva vedendo i piatti succulenti che Tony aveva davanti a se'.

-"Sospesa..per oggi e domani..voglio godermi Parigi in tutto e per tutto.."- mormoro' guardandola intensamente abbozzando

un sorriso..-"cibo compreso!"-

Dopodiche' prese a mangiare di gusto sotto lo sguardo compiaciuto di lei, che faceva di tutto per distogliere lo sguardo, ma piu'

 ci provava čiu' non ci riusciva.

Ultimamente i suoi occhi erano sempre incollati su di lui, se ne rendeva conto, ma sperava che non si notasse poi tanto.

Terminato il pranzo (offerto da lui) si avviarono per le vie di Parigi .

 

 

-"Tony dobbiamo andare in ambasciata per controllare che sia tutto a posto per il volo di domani...documenti e cose varie.."- lui alzo'

gli occhi al cielo e socchiuse gli occhi scuotendo dolcemente la testa. Poco prima aveva addocchiato un noleggio mezzi e gia' si vedeva

alla guida di qualche simpatico motociclo dalla targa francese.

-"Facciamo cosi, tu vai all'ambasciata..io devo fare una cosa.."-

-"Cosa devi fare?..Tony..stiamo lavorando.."-

Le poggio' le mani sulle spalle e le lancio' uno sguardo carico di dolcezza maliziosa.

-"Dopo mi ringrazierai..scommettiamo?"-

-"Dipende.."- lo stava provocando esplicitamente e questo era evidente dal suo tono di voce e dai suoi occhi che avevano assunto

quell'espressione per cui lui andava totalmente nel pallone. Ma stette al gioco.

-"Cosa ci giochiamo..lo sai che vincero' vero..."-

-"Vedremo..mmh..il letto?"-

-"Ti tocchera' dormire sul divano mia piccola pivella.."-

-"O magari no.."-

-"O magari potrei ospitarti..vero.."- nel dirle quella frase l'espressione maliziosa aveva lasciato il posto ad uno sguardo quasi tenero.

Ziva si mordicchio' il labbro con una punta di nervosismo. ultimamente le battute che si lanciavano la mettevano in un imbarazzo

allucinante, neanche fosse una sedicenne alle prime armi.

-"Potresti..ma non dovresti.."-

Tony scrollo' le braccia .

-"Dovrei, potrei..farei..."-

-"Ok..vai..a fare la tua cosa..io vado in ambasciata."-

-"Ah ah..Me oui Paris!!!"- si diedero appuntamento allo stesso posto un'ora dopo.

 

 

Sessanta minuti dopo Ziva era nello stesso identico posto ad aspettarlo.

Si era girata e rigirata nella sperando di vederlo arrivare. Dopo cinque minuti lo chiamo al cellulare che squillava a vuoto.

Sbuffo'.

Quando lui le arrivo' alle spalle a cavalcioni di quella vecchia Vespa grigia sobbalzo'. Stavolta sorrideva davvero a trentadue

denti tutto soddisfatto.

-"Maidemoiselle vuole salire?"-

Lei spalanco' gli occhi pieni di sorpresa e si avvicino'.

-"Dove diavolo l'hai presa questa?"-

-"Noleggio!..era una vita che sognavo di guidarne una!!.Come Humphey Bogart in Vacanze Romane!!..Allora..sali?"- le chiese

togliendosi gli occhiali da sole.

Ziva penso' che aveva del tutto perso la scommessa. E le sarebbe toccato il divano. Sali' in sella dietro di lui, allaccio' le braccia i

ntorno al suo petto, si guardo' intorno con il cuore che andava per conto suo, le guance che sentiva andare a fuoco,

perdere il controllo del suo resipiro e evidentemente in imbarazzo, ma rilassata e tranquilla.

Era a Parigi.

Con lui.

Con l'unica persona al mondo  con cui avrebbe voluto esserlo.

Con l'unica persona al mondo di cui si fidava.

E avrebbe seguito l'istinto.

 

 

 

L'aria fredda le scompigliava i capelli e le pizzicava le guance, ma nonostante questo allacciata a lui non sentiva nemmeno il freddo.

La loro gita per la citta' fu interrotta soltanto da una telefonata di Gibbs che voleva notizie della testimone.

-"Tutto a posto Gibbs. domani alle 12 la preleviamo dall'ambasciata e voliamo a Washington."-

-"Dinozzo dov'e'?"-

-"Davanti a me ..."- mormoro' lei colta alla sprovvista dalla domanda del capo.

-"Tienilo d'occhio.."-

-"Si Gibbs.."- Tony intanto osservava e aveva ripreso a fotografare i posti visitati.

-"Passamelo."- lei gli porse il suo cellulare, che lui afferro' sorridendo.

-"Bonjour boss!"-

-"Dinozzo..lo sai che non sei in vacanza ..vero?"-

Lui alzo' le spalle,  scrollo' la testa e fece una smorfia.

-"Ovviamente capo..!"-

-"Ovviamente...tieni d'occhio Ziva.."-

-"Tranquillo capo!! aur voir.."- richiuse il telefono e lo riconsegno' a lei che nel frattempo aveva guardato ovunque fingendo

di non ascoltare la miniconversazione che avevano avuto.

-"Allora....ci facciamo un giretto ad Eurodisney?"-

Ziva risali' in sella e li diede un pizzico sul collo.

-"Sono sicura che ti divertiresti un mondo!!"-

 

 

 

Continuarono il tour di Parigi con la vespa noleggiata da Tony e visitarono la basilica du Sacre Coer, la Reggia di Versailles

e Notre Dame.

Tutto era talmente magico che entrambi si sentivano due bambini al parco giochi.

Se solo avessero avuto piu' tempo. Ma dopo tutto non conta la quantita', ma la qualita'. (almeno io la vedo cosi')

 

Il sole stava iniziando a calare e si gustarono il tramonto in riva alla Senna. Scesero dal motociclo e la combinazioni

di luci e colori creo' un effeto da mille e una notte

Restarono li' fianco a fianco a godersi quel magico incontro di colori, tanto intenso da togliere il fiato.

-"Wow!!..A Washington un tramonto del genere non si vede nemmeno una volta all'anno.."- commento' lui  appoggiandosi

al sellino della Vespa.

-"In Israele ci sono delle albe e dei tramonti meravigliosi..."- Ziva non distolse lo sguardo nemmeno per un attimo da quelle

 immagini che voleva fissare nella sua memoria.

Lui si giro' a guardarla e noto' un'ombra sul suo viso. Sapeva che il suo Paese le mancava. Nonostante Washington fosse la

sua seconda casa, sapeva benissimo quanto era legata a Tel Aviv e i ricordi del suo passato che teneva rinchiusi dentro di se'.

-"Ti manca?"-

-"Ogni tanto."- Ziva lo guardo' dritto nel profondo dei suoi occhi verdi e sorrise -"E' il mio Paese e' normale che mi manchi.

Pero' adesso la mia casa non e' piu' la'."- Restarono a guardarsi, persi nelle loro iridi per una quantita' infinita di secondi, lasciando

l'aria gelida tagliar loro le guancie. Con la gente che camminava intorno a loro, ma completamente soli. C'erano solo loro.

-"Che ti ha detto Gibbs al telefono prima?"-

-"Ti tenerti d'occhio, non vuole che tu ti perda per Parigi.."-

-"Tony ..io conosco bene Parigi..sicuro che ti ha detto cosi?"- obietto' lei poco convinta.

-"Si...."-

-"E' piu' probabile che sia tu a perderti.."-

-"ah..si vero..ma se ti perdessi ti ritroverei ..fidati.."-

Si senti avvampare' colta di sorpresa per l'ennesima volta.

-"Questo lo so.L'hai gia' fatto una volta."-

-"E lo rifarei."- lei senti il suo corpo attraversato da un brivido.

Tony nel pronunciare quelle parole l'aveva guardato tanto intensamente da non riuscire piu' a distogliere lo sguardo dal suo.

Sapeva di aver detto qualcosa di importante. Ma era vero. L'avrebbe rifatto altre mille e mille volte.

I suoi occhi brillavano perdendosi in quelli di lei. Non c'era nulla da capire. Era tutto molto chiaro.

Toccandosi con lo sguardo. Tra mille parole inutili. Che non servivano.

 

 

 

Ritornarono in Hotel in tarda serata dopo aver cenato nuovamente a base di portate abbondanti, questa volta offerte dall'Ncis.

Non appena entrarono in camera l'occhio di Ziva cadde sul divano e sui bagagli ancora da disfare. Lui non aveva fatto cenno

 alla scommessa fatta poche ore prima per tutto in tempo che avevano passato insieme.

'Stranamente' penso lei.

 

Ziva si ando' in bagno a cambiarsi. Non appena fu davanti allo specchio si passo' una mano sul viso facendola scendere sino

al collo. Si stupi' del fatto di non essere poi cosi nervosa.

 Quando ore prima alla reception avevano incasinato le prenotazioni, sulla faccia di lui si era dipinta una smorfia di sorpresa

ma contemporaneamente si vedeva lontano un miglio che la cosa gli faceva piacere. Nonostante fosse anche tremendamente imbarazzante.

Lei aveva cercato in tutti i modi di mantenere un atteggiamento neutrale. Non aveva fatto commenti maliziosi, ne' tantomeno acidi

o che tradissero il suo nervosismo.

Si cambio' velocemente, infilandosi una canotta nera e un paio di pantaloncini scuri. Per la notte andavano piu' che bene. Lascio'

 i capelli sciolti sulle spalle, si rinfresco' il viso lasciando cadere le gocce sulla faccia senza asciugarle.

 

Quando usci' dal bagno la scena che vide fu alquanto inaspettata.

 

Tony era sdraiato su quello striminzito divano, in maglietta e pantaloni 'da casa' che sfogliava una rivista parigina. Gli occhi

di lei si fecero sottili e curiosi e agli angoli della bocca le si era formato un sorriso ironico.

-"Che ci fai li'?"- domando' lei.

-"Ci dormo.."-

-"Non....non hai perso la scommessa.."- il cuore iniziava ad andare di fretta.

-"Lo so.."-

Lei lo guardo' interrogativa per qualche istante.

-"E allora perche' dormi li'?.."-

Lui la guardo' dapprima divertito, poi il suo sguardo si fece improvvisamente dolce.

-"Perche' e' scomodo...e...domattina avro' un mal di schiena allucinante.."-

-"E ti lamenterai per tutto il viaggio..."-

-"Possibile..."-

-"E allora mi spieghi perche' sei sdraiato su quel  coso?"-

Lui sorrise scuotendo leggermente la testa. I loro occhi si ritrovarono nuovamente incollati gli uni dentro gli altri.

Tempesta, follia, Amore.

-"Perche' non mi va che sia tu ad avere il mal di schiena domattina"-

Lei lo guardo' sorpresa e poco convinta.

-"Sicuro?...voglio dire..". inizio' a gesticolare con la mano sinistra. Nervosismo in arrivo.-"non sei obbligato..possiamo.."- guardo' il letto, poi i suoi occhi tornarono su di lui che non si era mosso, ma la guardava colto da un'improvviso desiderio di tenerla tra le braccia.

-"Possiamo ..cosa?"-

Lei riguardo' il letto. Era grande. Era sicuramente comodo.  C'era spazio per entrambi.

-"Dividerlo..se ti va ovvio.."-

-"Sicura?..non e' che poi brontoli sull'odore delle mie ascelle?...l'altra volta ti ha dato fastidio.."-

-"Sono passati cinque anni Tony....suppongo che tu da allora abbia fatto qualche doccia...a meno che non usi ancora quella colonia ...."-

 

-"Ahahaha...divertente Agente Pivella David!!!"- la punzecchio' lui.

-"Smettila o dormi davvero su quel divano..."-  rispose maliziosa lei.

-"..Agente David...la devo prendere come una proposta?"- mormoro' lui alzandosi dal divano , ritrovandosi faccia a faccia con lei.

-"Ah....no...domani sentirti  lamentare per tutto il viaggio di ritorno non mi sarebbe d'aiuto...". borbotto' lei poco convinta

 girandosi e salendo con le ginocchia sul  letto.

Lui la segui con gli occhi, che si erano fatti vispi , il suo sorriso si era allargato in una smorfia compiaciuta.

-"Secondo me finiresti con il sentirti in colpa a lasciarmi dormire sul divano.."-

-"Pensala come vuoi...destra o sinistra?"-

-"mmh....destra.."-

-"No sinistra ...a destra ci  sto io...."-

-"E allora perche' me l'hai chiesto?..."-

-"Per vedere se dormi sulla sponda giusta..."-

Lui spalanco' gli occhi e rispose sarcastico.

-"Certo che dormo sulla. .. 'sponda giusta'..e se dormissi su quella sbagliata?..."- la provoco' lui..non accorgendosi del doppio

senso in cui si era infilato.

-"Oh....mio Dio.."- gli rise in faccia, pensando a quanto era buffo in quel momento.

-"Non fare quella faccia....hai capito male!!"- Tony protesto' vivacemente vedendola cosi divertita. Anche se era davvero bello

vederla ridere cosi'.

-"Ahahahah..."-

-"E non ridere...". - si avvicino' al letto, guardandola minaccioso.

-"Potrei anche fartela pagare..."-

Lei si riprese dalla ridolina e lo guardo' sfidandolo, in quei suoi occhi tremendamente verdi.

-"Come?..."-

-"Cosi..."- Tony prese a darle di pizzichi con le mani un po' ovunque, e in breve passo' al solletico. Lei si difese prendendo

 due lembi di pelle del braccio stringendo forte. Il passo a rotolare sul letto fu breve.

-"Tony !! smettila dai!!"- urlo' lei ridendo come una bambina.

-"ahaahahahah....ho trovato il tuo punto debole..."- disse lui, ritrovandosi di colpo immerso i quegl'occhi neri ,

scivolando, sprofondandoci sempre di piu' dentro.

Si blocco' di colpo, e sul suo viso apparve un'espressione seria. Tossi' leggermente, cercando di scuotersi. Gli si stava

 formando un groppo in gola che era piuttosto dura mandare giu'. Gli occhi di lei si erano fatti sottili e maliziosi e uno

 strano sorriso le si dipinse in faccia.

Dopo qualche istante passato in quella strana posizione, alquanto scomoda, lei si sposto' leggermente girandosi  da un lato

rivolta verso lui che fece lo stesso.

Cosi si ritrovarono disteso nello stesso letto, coricati su di un fianco, con gli occhi impegnati a cercarsi e non

staccarsi. A tratti seri, a tratti imbarazzati, a tratti sorridenti. Ridendo di niente. Vivendo. In quello spazio infinito, con gli occhi che luccicavano.

Fu lei a rompere il silenzio dopo un po'.

-"Sei sulla sponda sbagliata.."-

Lo sguardo di lui si fece serio. -"Dai smettila.."-

Ziva abbasso' lo sguardo,  nonostante la vicinanza di lui  le provocasse sconquassamenti non da poco nello stomaco

rabbrividi' dal freddo e si tiro' su le coperte.

-"Hai freddo?"- domando' lui dolcemente.

Lei annui , scuotendo leggermente la testa.

Tony avvicino' la mano al suo viso, sfiorandolo leggermente, fece scivolare il braccio sotto il suo collo e le cinse

le spalle attirandola verso di se'.

In quell'attimo spero' vivamente che lei non si ritraesse.

E lei non lo fece.

Appoggio' la testa sul suo petto tranquilla assaporando quel momento, quel gesto che lui aveva fatto lasciandosi andare completamente.

Lui fece scivolare le dita tra i suoi capelli e prese a giocare con una ciocca.

-"Stai comoda?"-

-"Si...la tua pancia e' piuttosto soffice come cuscino.."-

-"Pancia??...quelli sono addominali..."- obietto' lui fingendosi risentito.

-"Erano....addominali....e poi non ho detto che non mi piace  la tua pancia.."-

Lui sorrise soddisfatto.

-"E' troppo pensare che  vorrei Parigi tutta la vita?".-

-"Zitto..regola 12 Tony.."-

E restarono cosi. Tutta la notte.

Lui a restare sveglio per guardarla dormire.

A giocare con i suoi capelli. A respirarla fino ad avere fiato.

A maledire la regola 12.

Lei a dormire davvero per una notte intera.

Senza incubi, serena e tranquilla dopo mesi.

Godendosi quei momenti accanto a lui.

 

 

 

Gli occhi di lui si aprirono stancamente. La luce li infastidiva. Non voleva svegliarsi. Non voleva tornare alla normalita'.

Voleva solo quello. Lei .La sua piccola ninja. Il suo profumo, la sua pelle, la sua testa sulla sua pancia. la sua mano sul suo cuore.

Voleva solo averla davvero.

Si sveglio'  completamente stiracchiandosi leggermente. I capelli di lei gli solleticavano il naso. Il sole risplendeva su Parigi.

Era ora di tornare alla realta'. Ma chissa' che quella un giorno non diventi la loro realta'.

Sollevo' la mano di Ziva dal suo petto e vi intreccio' le sue dita.

Era arrivato il momento di svegliarsi.

Fuori c'era il sole.

 

 

  
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