Quella mattina pioveva copiosamente sulla città. Gli sembrava di vedere i suoi sentimenti turbolenti messi in scena dalla natura. Si sentiva incredibilmente triste, un incubo quella stessa notte l’aveva tormentato; sapeva che la sua vita era nelle sue mani ma fino a quel momento non aveva mai pensato a quel giorno. Invece quel sogno l’aveva terrorizzato ed eccitato obbligandolo involontariamente, e non, a pensarci. Sapeva che doveva lavorare ma non ci riusciva proprio: quegli occhi cremisi continuavano a tornarli in mente, e quelle labbra così invitati e peccaminose contribuivano a risvegli indesiderati in un posto ben preciso.