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Autore: Thiliol    04/03/2010    2 recensioni
Seguire Legolas e Gimli ad Alqualonde non è servito a porre fine ai loro travagli e di questo Aeglos se ne rende conto presto: i Valar sono sempre più furiosi e non hanno intenzione di perdonare le disubbidienze della Noldo, nonostante il Silmaril sia sano e salvo, e Legolas non ha nessuna intenzione di assecondare l'egoismo della sua amica pur assicurandole la sua eterna amicizia... non rimane che partire, tornare ancora una volta nella Terra di Mezzo e rimettere insieme i pezzi di una storia che sembra impossibile. Ma cosa nasconde Alatariel? Perchè è così pallida e stanca? Nonostante tutto, Aeglos sa che lui e la sua sposa non riescono a toccarsi
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Legolas, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Narn o Alatariel ar Aeglos'
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prologo
Inizio subito col dire che questa storia è inserita in un contesto ben preciso, ovvero quello del mio personale AU iniziato con la one shot "Rimani con me" e continuato con "Gocce di Luce" e tutti gli altri missing moments facenti parte del Narn o Alatariel ar Aeglos. Sarebbe opportuno aver letto le storie precedenti (almeno le due che ho citato) in quanto ci saranno precisi riferimenti a fatti accaduti in quelle particolari storie, oltre che, naturalmente, ad eventi e personaggi del Silmarillion e del Signore degli Anelli. Tutti i luoghi, i personaggi e gli eventi tolkeniani sono ovviamente e fortunatamente opera del professore, mentre Alatariel e Aeglos sono di mia proprietà, hanno una lunga storia e vi ho perso tanto tempo per crearli e caratterizzarli al meglio, quindi se a qualcuno venisse in mente di usarli per una propria storia, sarebbe pregato di chiedermelo. 
Allora, vi avevo lasciato nell'ultimo capitolo di "Gocce di Luce" con l'intenzione di non scrivere più nulla di nuovo su di loro, ma avevo questa idea fissa nella mente, una storia che portasse a compimento il percorso intrapreso dai miei due amori. La storia è praticamente già formata, si tratta solo di scriverla e spero che aggiornerò in modo non troppo sporadico. Spero che anche questa mia sia di vostro gradimento, sarò contenta di rivedere vecchie conoscenze così come di scoprire nuovi lettori. Vi prego, come al solito, di recensire sia in positivo che in negativo, di farmi sempre notare eventuali errori o incongruenze e di farmi senrtire la vostra presenza. 
E ora vi lascio al prologo!



Silevril



PROLOGO




I suoi capelli, sottili e morbidi, mi solleticavano il collo muovendosi alla brezza proveniente dal mare. Potevo sentire il calore del suo corpo accanto al mio, così vicino che sembrava non volesse rischiare di interrompere il contatto. Aveva le dita intrecciate alla  mie e io non potevo fare altro che stringerle, immaginando il tocco della sua pelle al di sotto del guanto che ormai non toglieva più.

< Mi ricordo quando venivo a cercarti qui > disse a bassa voce, perdendosi in quei ricordi lontani < non appena mi vedevi, le tue labbra si aprivano in un sorriso tale da farmi mancare il fiato. Pensavo che non avrei desiderato altro che poterti vedere ogni giorno >
< Ma non è stato così > risposi. Non avrei voluto farlo, sapevo che la faceva sentire colpevole, ma non potevo fare a meno di ricordare con orrore quel passato ancora troppo vicino.
< Ma non lo sarà più! > esclamò, voltandosi finalmente a guardarmi, il viso bianco e risoluto. < Non ho più nulla da fare, e lo sai bene. Tutto ciò che mi muoveva ora è compiuto ed io sono tornata ad essere ciò che ero prima. E ti amo. > si interruppe e mi sorrise dolcemente. < Non abbiamo forse riscoperto la felicità in questi pochi anni? > la sua mano sulla guancia era come fuoco < Aeglos? >
 Le sollevai la mano ancora stretta alla mia, brillava rossa per la luce del tramonto sul molo di Alqualonde.
Non risposi, ripensando a come mi era sembrata diversa dopo aver conquistato e perduto tutto ciò per cui aveva lottato. Non avrebbe mai ammesso di essere stata sconfitta da se stessa, eppure io lo sapevo, che il Silmaril non le era più appartenuto fin da quando lei e la sua gente lasciarono Valinor nella Prima Era; no, Alatariel avrebbe continuato per sempre a ignorare la sua mano ferita, aggrappandosi a me ogni qualvolta il dolore diveniva insopportabile. Tuttavia, il suo sguardo era divenuto nuovamente limpido e quella risata che amavo squillava di nuovo dalle sue labbra. Finalmente era tornata ad essere l'Alatariel dei giorni degli Alberi.
La baciai. Baciai quelle labbra  fichè non ci mancò il fiato e temetti di perdermi in esse.
Perchè eravamo due note di uno stesso canto, che esistono indipendentemente, ma solo insieme creano armonia. Ed era il mio canto per lei.


   
 
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