Quella mattina mi sveglia d’improvviso. Nei mesi precedenti riuscire ad addormentarmi risultava sempre faticoso. I sogni si riempivano dei ricordi di tutto quello che avevo vissuto sulla mia pelle e che avevo affrontato. Capitava spesso di svegliarmi nel cuore della notte in preda al panico,sudato e i battiti del cuore accelerati, cercavo di calmarmi ma tornare a dormire era impossibile.
Molte cose erano cambiate, molte cose si erano rivelate più grandi di quanto potessi pensare. Persone con cui avevo condiviso una parte importante della mia vita se ne erano andate per sempre, volti di amici che non avrei più rivisto, amici che avevano combattuto al mio fianco per un bene superiore, per compiere il nostro destino, quello stesso destino che ci aveva portati tutti su quest’isola.
Quella mattina non era stata l’angoscia o il panico a farmi aprire gli occhi. Un raggio di sole entrava dalla finestra forte e caldo ad illuminarmi, a spingermi ad alzarmi. Mi rigirai ancora per un po’ in quel letto troppo grande e vuoto per una persona sola. Mi feci una doccia e per colazione mi cucinai delle uova strapazzate. Uscì fuori e mi diressi verso la spiaggia, il calore della sabbia sotto i miei piedi scalzi era rassicurante. Mi guardai attorno, il silenzio, a contrasto con il caos che c’era stato fino a qualche mese prima era irreale. Tutto ciò che sentivo adesso era il mio respiro unito al rumore delle onde dell’oceano che si infrangevano sulla battigia. Posai il mio sguardo sull’orizzonte, nessuno sarebbe più arrivato su quest’isola, nessuno fino a quando io non l’avessi voluto. Io non avrei interferito con il destino altrui se non ne avessi avuto davvero bisogno.
Ero ancora perso in quei pensieri , su ciò che per me era giusto e sbagliato quando mi girai e la vidi. Kate si avvicinava nella mia direzione passo dopo passo con il sorriso che le si allargava in volto. Esserle vicino mi toglieva ancora il fiato.
“Buongiorno.”
“Buongiorno.” Sorrisi baciandola.
“ Qualcuno moriva dalla voglia di vedere il suo papà.”
Si girò. Nostro figlio era aggrappato alla sua schiena, giocava a nascondersi tra i capelli di Kate.
Lo presi in braccio, aveva gli stessi occhi verdi e lentiggini di sua madre e una cascata di capelli neri che aveva ripreso da tutti e due.
“Ehi, ehi David, papà è qui.”
Mi sfiorò il viso con la sua manina e poi rise. Tenerlo in braccio mi faceva sentire un uomo completo. Una volta Kate mi aveva detto :”Spero che riuscirai a trovare quello che stai cercando.” Sorrisi a quel pensiero e l’abbraccia stretta a me e David. Questo era quello che avevo sempre cercato, trovato e ora non l’avrei più lasciato andare.