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Autore: Liris    06/03/2010    2 recensioni
Uno starnuto
L’aria calda e confortevole della villa di Russia era l’esatto opposto di quella che spirava sulle lande innevate del freddo stato fuori dalla finestra.
Un secondo starnuto
Lituania alzò il viso e un sopracciglio dal pranzo che stava tranquillamente preparando
Puntò il suo sguardo color nocciola sugli altri due baltici che se ne rimanevano tranquilli al tavolo a smistare alcune lettere arrivate proprio quella mattina, incuranti di quello che succedeva intorno.
Un terzo starnuto risuonò nella villa.

Testimone di piccoli dispetti quotidiani, il povero Lituania si ritroverà in mezzo ad una disputa fra due rumorose nazioni e un ospite inaspettato
Genere: Commedia, Demenziale, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Lituania/Toris Lorinaitis, Prussia/Gilbert Beilschmidt, Russia/Ivan Braginski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Un pulcino di troppo
Categoria: Axis Power Hetalia
Personaggi: Russia (Ivan Braginski), Prussia (Gilbert Weillschmidt)
Autrice: Liris
Desclaimers: Tutti i personaggi contenuti non sono di mia proprietà ma di Hidekaz Himaruya e la storia non è a fini di lucro
Genere: Comico, demenziale, commedia
Avvertenze: Shonen ai, One-shot
Raiting: Verde




Un pulcino di troppo






Uno starnuto

L’aria calda e confortevole della villa di Russia era l’esatto opposto di quella che spirava sulle lande innevate del freddo stato fuori dalla finestra.

Un secondo starnuto

Lituania alzò il viso e un sopracciglio dal pranzo che stava tranquillamente preparando
Puntò il suo sguardo color nocciola sugli altri due baltici che se ne rimanevano tranquilli al tavolo a smistare alcune lettere arrivate proprio quella mattina, incuranti di quello che succedeva intorno.

Un terzo starnuto risuonò nella villa.

Quest’ultimo era risultato più vicino dei precedenti, e Toris si girò completamente verso la porta della cucina.
Chi diamine era? Se lo chiese il giovane Baltico, appoggiando lo straccio sul bancone dopo essersi pulito le mani dalla farina.
Si affacciò sull’uscio della stanza con solo la testa, guardandosi intorno perplesso.
Stava quasi per tornarsene al lavoro, quando notò una chioma corta e bianca passargli davanti a tutta velocità.
Riuscì solamente a strabuzzare gli occhi, ancora più perplesso per quello che stava accadendo.

Che diavolo stava combinando Prussia-sama?

Un quarto starnuto si fece sentire, seguito da un quinto.

Lituania si sarebbe aspettato di tutto, ma non vedere QUELLA persona scendere con i lacrimoni agli occhi dovuti al continuo starnutire.
Perché vedere Ivan Braginski così conciato era uno spettacolo impensabile.

Il russo scendeva le scale, soffiandosi il naso in un fazzoletto ricamato.
-Russia-san?- fece finalmente Toris, dopo aver ripreso la voce che sembrava essere morta in gola alla vista di Ivan raffreddato.
Era pur sempre Russia!
Il biondo cinereo si avvicinò, sfregandosi un occhio in modo quasi bambinesco.
-Accidenti! Dove è andato Gilbert-Kun?- fece, guardando Lituania che indicò subito la direzione in cui aveva visto sparire la chioma albina e dove poco dopo sparì anche Ivan a passo veloce.



Qualche ora dopo, servendo da mangiare sul tavolo, Toris si domandò che diamine avesse combinato Gilbert-sama per aver conciato così Russia-san.
Perché ce ne voleva davvero a ridurre così la più grande e fredda nazione del mondo, tralasciando quando compariva Bielorussia.
Lì dava tutto l‘appoggio alla nazione sotto il quale viveva
E la spiegazione sembrò arrivare esattamente nel momento in cui finiva di preparare la tavola.
-Scordatelo!- una voce alquanto alterata proruppe nella sala, insieme al suo possessore.
Con passo veloce, Gilbert oltrepassò il grande tavolo di mogano, andandosi a posizionare alla sua estremità.
-Gilbert-kun, vedrò di ripetertelo una volta soltanto…- seguì Ivan che con il sorriso sulle labbra e ancora qualche residuo di lacrima sulle guance, si mise dalla parte opposta a dove si trovava Prussia.

Lituania si ritrovò in mezzo..

Fermò, con le braccia parallele al corpo, passava lo sguardo prima da uno e poi dall’altro, perplesso.

-E io ti ripeterò ancora una volta che te lo scordi! S-C-O-R-D-A-T-E-L-O!- sillabò ancora l’albino, battendo le mani sul tavolo.
Certo che, si ritrovò a pensare Toris, Gilbert-sama era l’unico davvero capace di tener testa ad uno come Russia.
Peccato che, molto spesso, quest’ultimo sapeva vendicarsi benissimo..

Il castano poté benissimo notare il sopracciglio destro di Ivan che si alzava e si abbassava nervosamente in un tic ripetitivo, anche se gli occhi chiusi e il sorriso sulle labbra potevano ingannare sul reale stato mentale del russo.
Ma ancora, il giovane Baltico, non capiva quale era la questione…

Un leggero “Pio” gli fece riportare subito l’attenzione su Prussia.
Questo stringeva le labbra fra loro, tenendo il suo sguardo di sangue sull’avversario.
Tutto nella norma….

Se non fosse stato per quella piccola palla piumata sulla sua testa albina.


Lituania storse di poco la testa su un lato, strabuzzando sorpreso gli occhi.
Un pulcino?
Vuoi vedere che….

Non fece nemmeno a finire di formulare il pensiero, che Ivan starnutì, mettendosi una mano davanti alla bocca e guardando con dito tremante di rabbia verso il pulcino.
-Questo è un ordine Gilbert-un! Quel……coso si! Quel coso deve sparire immediatamente da casa mia- affermò il russo, girando la schiena ai presenti e facendo dietro front.
Uscì a passo veloce dalla sala, lasciando un Lituania stupito e perplesso e un Prussia incazzato nero.
Il piccolo pulcino pigolava tranquillo, ballonzolando sulla testa del suo padrone, ignaro di tutto quel gridare.
Lui era così innocente…di sicuro non rientrava nella questione.
Peccato che invece, le cose stavano esattamente così.
Gilbert tirò un calcio ad una sedia, inveendo contro l’altra nazione, mentre Toris si massaggiava una tempia.
-Col cavolo che io butto fuori di casa Gilbird! Lui sta dove sto io, e visto che sono segregato fra queste quattro mura lui rimarrà con me!- fece, sbottando e andando avanti e indietro nervoso.
-Guarda te se io, il grande Prussia, devo sottostare ad un armadio come Braginski!- fece, alzando di proposito la voce, continuando il suo andirivieni.
Lituania se ne rimaneva zitto zitto a ritirare le cose del pranzo, sconsolato.
Prussia intanto faceva congetture bisbigliate, ed a un certo punto si bloccò, con un aria non troppo rassicurante dipinta sul volto.
-Oh, vedrai Gilbird…ci faremo quattro risate appena avrò sistemato quel mulo di un russo..- fece andando via tutto allegro, mentre Toris alzava un sopracciglio perplesso e sospirava gravemente.

Di sicuro sarebbero stati dolori per tutti….
Ma la cosa che lo rassicurava era che la rabbia di Ivan, per questa volta, non si sarebbe abbattuta su loro tre poveri Baltici.





Da quel giorno in cui il giovane Toris aveva fatto la sconvolgente scoperta che Russia-san era allergico ai pulcini, ne erano passati almeno sei.
Sembrava che infine, dopotutto, la rabbia di entrambe le nazioni si era sbollita.
Ivan non starnutiva più e girava tutto allegro per i corridoi, sistemando i suoi girasoli nella sera o semplicemente bevendosi un qualche bicchierino di Vodka.
Per quanto riguardava Prussia…
Non si vedeva tanto spesso in giro.
Passava la maggior parte delle giornate fuori, e quando rientrava aveva sempre un aria furtiva e colpevole.
Per i primi due giorni Lituania si era preoccupato della cosa, lasciando poi correre anche sotto consiglio di Estonia.

Che se la sbrigasse il padrone di casa la faccenda…

La calma quindi sembrava essersi ristabilita nella villa di Russia
Finché non accadde.
Alla fine della settimana, una sera tardi.
Lituania stava finendo di sistemare alcuni libri nella grande biblioteca della villa, mentre Russia leggeva tranquillo su una delle poltrone, buttando giù di tanto in tanto un bicchierino di vodka. Ad un tratto fece il suo ingresso Prussia che senza troppe cerimonie si sedette sul divanetto vicino al camino, guardando sereno le fiamme.

Era forse quell’aria troppo tranquilla che mise in leggero allarme a Toris.
A quanto ricordava, Gilbert-kun non era mai stato così sereno nella stessa stanza con Ivan.
Lituania stava per uscire, decidendo di lasciare che i due se la sbrigassero da soli, ma fu fermato da Russia che gli ordinò, nel suo solito modo falsamente gentile, di portargli dell’altra vodka in camera.
Un altro campanello d’allarme si accese nella nazione più piccola, passando un veloce sguardo da un all’altro.

Toris aveva imparato anche egregiamente a capire quando quei due si facevano i dispetti a vicenda.

Ivan era geloso delle sue cose….ma mai quanto Gilbert.
Certo, a prima vista i due non si sopportavano minimamente, o almeno questo era da parte solo di una delle nazioni.
Peccato però che quella facciata, Lituania, l’aveva capita già dal primo istante.
Ivan con quel semplice gesto voleva far salire la gelosia nell’animo dell’altro che, naturalmente, non l’avrebbe mai ammessa apertamente.

Perché il grande Prussia vorrebbe solo veder morto Russia.

Tipica balla di facciata.
Peccato che quando Toris passava per un semplice caso davanti alla stanza di quest’ultimo, non sembrava che ci fosse davvero il tanto odio sbandierato.
A meno che non se le davano anche sotto le coperte…!
A quel pensiero Lituania arrossì di botto, uscendo veloce dalla stanza, seguito qualche minuto dopo da Ivan che si diresse al lato opposto nel quale si era diretto lui.
Gilbert, per quanto ne sapeva il castano, se ne era rimasto a picchiettare allegramente il dito sullo schienale del divanetto.


Dopo essere uscito dalla cucina con su un vassoio la vodka e un bicchierino per il padrone di casa, Lituania salì le scale diretto verso la camera del russo.
Ci doveva finire sempre lui in mezzo a quei due…
Non fece nemmeno in tempo a salire l’ultimo gradino della grande scalinata che un urlo lo fece sobbalzare.
E ora che altro succedeva?!
Si mosse veloce, cercando di non far crollare la bottiglia e il bicchiere in un colpo solo, dirigendosi verso il grido che l’aveva colto impreparato.
Chissà perché non si stupì di ritrovarsi davanti alla porta di Ivan.
Con fare preoccupato aprì la porta dopo aver bussato un paio di volte. -Russia-san…..cosa succede?- chiese, tremando un po’ spaventato dall’idea di ritrovarsi davanti qualcosa di spaventoso.

Ecco perché ci rimase.

La stanza di Ivan era gialla.

Cioè…non era esattamente colorata….ma..
Sbattè un paio di volte le palpebre, non credendo possibile una cosa del genere.
Tutto quel giallo non erano altro che milioni e milioni di pulcini!
Piccole e paffute palle di piume che pigolavano e si riversavano in ogni dove.
Erano sulla scrivania di mogano antico, sopra la cassettiera e nei cassetti, uscivano dall’armadio come una valanga piumata e gialla, pigolavano intorno al letto sul quale c’era…-
-Russia-san!- fece Lituania, lasciando perdere il vassoio per terra, facendosi largo fra frotte di pulcini pigolanti.

Sul letto, terrorizzato e colto da una serie di ripetitivi starnuti stava Ivan, tenendosi la sciarpa a coprire metà viso.
-LITUANIA PORTALI IMMEDIATAMENTE FUORI DI QUI!!- sbraitò piangente, nascondendosi poi sotto la coperta pesante.
Toris cercò in tutte le maniere di eseguire l’ordine, non riuscendo però a far desistere tutte quelle bestiole.

Arrivò infine Gilbert, con sguardo vittorioso e pugni sui fianchi, nella sua solita arrogante posa.
-kesesesese~…non riuscirai a liberarti di loro! Rispondono solo al magnifico me e al piccolo e magnifico Gilbird!- proruppe, con fare altezzoso.
Lituania guardò verso il prussiano e poi verso quell’ammasso informe di coperte in cui stava Ivan.
-TUU…tu e il tuo stramaledetto pulcino!- gridò da sotto le coperte, starnutendo a raffica.
Lituania a quel punto decise saggiamente di battere in ritirata.

“Tra moglie e marito non mettere il dito”

Ecco, lui prendeva seriamente il detto e lasciò alla “moglie” il compito di farsi ammazzare dal “marito”.
Perché di sicuro, se Ivan fosse riuscito a superare la calamità piumata e avesse preso Gilbert nelle sue mani, questa volta, la punizione sarebbe stata alquanto dura.
E non ci sarebbero stati santi a cui votarsi.



-Come si è risolta la questione “pallette piumate?”- chiese d’un tratto Estonia, alzando il viso dalla colazione che lui e gli altri tre Baltici stavano tranquillamente consumando, due giorni dopo l‘accaduto.
Lituania alzò il viso, sospirando piano.
-Non so come ha fatto, ma a quanto pare Gilbert-un ha fatto sparire tutti i pulcini- disse, tranquillo, alzandosi per mettere a lavare la ciotola vuota e prendere una tazza di caffè.
Anche il piccolo Lettonia alzò lo sguardo, curioso.
-E….e Iv…ivan-san?- chiese, guardandosi poi intorno come se avesse paura che da un momento all’altro sbucasse fuori per iniziare a tirarlo come una gomma da masticare.
Lituania alzò le spalle, sorseggiando il liquido caldo.
-Russia-san ha come al solito risolto la faccenda..- spiegò Toris, guardando verso la porta della cucina dove poco dopo arrivarono le solite urla matutine.

-Scordatelo maledetto armadio russo! Il magnifico me non farà un’altra volta una cosa così…così oscena!-
-Credevo che le cose oscene ti affascinassero, Gilbert-kun-
Nella camera di Ivan, Prussia stava urlando e inveendogli contro, mentre il primo rimaneva pacifico e sereno seduto sulla sedia della scrivania.
-Si! Ma questa sfora qualunque limite della MIA decenza! E poi non farei mai una cosa che aggrada a te!- continuò l’albino pestando il piede a terra.
Ivan alzò un sopracciglio, affilando lo sguardo e il sorriso.
-Ti ho permesso di tenere il tu….Gilbird…tu in cambio, per scontare la tua, mh, diciamo pena, dovrai sottostare a questo mio piccolo divertimento- affermò tranquillo Ivan, alzandosi -A meno che tu non voglia peggiorare la situazione..-
Gilbert strinse i denti emettendo un basso ringhio, prendendo con un gesto secco i vestiti e uscendo da lì, maledicendolo.
Russia sorrise vittorioso, andando alla finestra e scacciando con un gesto veloce e schifato una piccola piuma di pulcino giù dalla finestra, ultimo ricordo dello scherzo di pessimo gusto del prussiano



I Baltici ebbero un mese libero da godersi come volevano.
Al loro posto, poterono notare che vi era una nuova cameriera nella grande villa di Russia.
Una ragazza dal corpo longilineo, e dalla straordinaria somiglianza con un certo prussiano di loro conoscenza.

Ivan dovette pensare, mentre osservava Gilbert passare la polvere con fare scocciato, in uno svolazzo di pizzi e merletti che si trovavano persino sulla cuffietta a cerchietto in testa, che avere il giovane conciato in quella maniera era una prospettiva allettante e interessante.


Anche se gli era costato qualche starnuto in più












Nota D'autrice:
Dunque dunque X°D volevo scrivere questa piccola e demenziale One-shot tempo fa, e ora visto che qualche ora fa era ancora lo Yaoi day, speravo di riuscire a finirla in tempo prima che scoccasse la mezzanotte…..ç-ç ma ahimè, son quasi le due X°D
Comunque V-V mi è venuta sinceramente di getto, veloce e scorrevole XD un po’ impappinata.
Ma l’idea di avere un povero Ivan mezzo moribondo per colpa di quelle piccole palle di piume era troppo allettante X°D e Gilbert è semplicemente infame V_V si amano….ehhh, gi(u)ochi dispettosi.
Credo che sia venuto anche uno schifo ç__ç e Lituania poverino che fa da spettatore silenzioso a questa pazzia X°D uff uff,
Beh, direi che vado a letto e lascio questa schifessuola ai lettori matutini ^^
E ringrassio anticipatamente se ci saranno commenti ^^


   
 
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