29 Settembre
Fu svegliata da dolci baci sparsi sul viso e sul corpo, “Hmm…”
“Buon
giorno.” Sussurrò Gin. “Buon compleanno Rangiku.”
“Grazie.” Sussussò baciandolo sulla bocca. “posso avere il mio regalo adesso?”
“Non
proprio.” Disse Gialzandosi dal futon. Rangiku si sedette.
“Ecco vedi, è diviso in due parti.” Spiegò Gin porgendole
una scatola. “Questa è la
prima.”
Con un sorriso accecante Rangiku aprì la scatola, dentro c’era un kimono bianco con un disegno Shiromoku in argento. Rangiku sbattè le palpebre incredula. “Io… io l’avevo venduto…”
“Si, te li ho ricomprati tutti.” La informò Gin. “tutti i kimono che avevi venduto. Sai, sei stata fregata, Rangiku! Quel negoziante non ti ha dato neanche un terzo del loro valore.”
“L’avevo
immaginato.” Disse Rangiku. “Ma ero disperata.” Sorrise. “Così, la prima
parte del mio regalo è ridarmi tutti i kimono. Qualìè la seconda?”
“Beh, riavrai tutti I kimono, ma non intendevo questo. Rangiku, che tipo di kimono è questo qui?” chiese Gin.
Rangiku sbattè le palpebre, stava cominciando a capire. Poteva
essere che… no… “È un kimono nu.. nuziale… Gin!”
“Ho inviato un messaggio a Izuru e Yachiru qualche giorno fa.” Disse Gin come se fosse la cosa più ovvia del mondo. “Izuru ha portato il kimono stamattina presto. In questo momento è qui fuori a preparare tutto. Meglio che cominci a prepararti. Gli invitati arriveranno…” Gin venne interrotto dalla porta che era stata aperta di scatto da una sorridente Yachiru.
“Evviva! Ran-chan e Foxy si sposano! Evviva!” Proclamò saltellando nella stanza, seguita da un’alquanto turbata Nanao. “Ma Foxy ora deve andarsene, così possiamo aiutare Ran-chan a vestirsi!”
“Vado, vado.” Disse Gin uscendo di corsa dalla stanza.
“L’associazione uomini shinigami ha il cuore spezzato.” Nanao informò Rangiku, posando in terra varie borse piene di prodotti di bellezza assortiti. “Hisagi e Iba non smettono di piangere da quando Kira li ha informati che te e il Capitano Ichimaru stavate finalmente per sposarvi. E questo è successo tre giorni fa.”
“Ci stiamo per sposare…” Ripetè Rangiku, senza ben
comprendere le parole. “Ci
stiamo per sposare! Nanao, mi sposa!” Dichiarò con le lacrime agli occhi.
Nanao si sedette vicino a lei e la abbracciò stretta. “Si, vi state per sposare. È stato fatto tutto molto in fretta. Abbiamo avuto solo tree giorni per preparare tutto.”
“Ma Ken-chan mi ha prestato tutti gli uomini per aiutare
Izuru e la terza divisione a portare e montare tutti i tavoli e le sedie.”
Disse allegramente Yachiru. “E Shun-shun ci ha dato tutto il sake necessario.
Bya-kun ha permesso che usassi tutti i suoi servitori per cucinare per il
banchetto e Re-chan ha obbligato tutta la sua divisione ad aiutare con i fiori!
Ci saranno tutti i capitani
oggi pomeriggio. Nonnetto officerà la cerimonia! Sarà bellissimo!”
Improvvisamente Rangiku afferrò Yachiru e la strinse a se. “Grazie, grazie, grazie.” Disse cominciando a piangere copiosamente.
“Non piangere, Ran-chan!” disse Yachiru, divincolandosi dall’abbraccio di Rangiku che era quasi doloroso. “Oggi è un giorno felice.”
“Si, si lo è.” Disse Rangiku, sorridendo attraverso le lacrime.
Poiché la sposa era Matsumoto Rangiku, il numero degli uomini in lacrime era molto superiore a quello delle donne. Hisagi era ancora mezzo determinato a farsi avanti e dichiarare il suo immenso amore per Rangiku, ma anche nelle sue migliori fantasie, finiva scorticato da Shinso mentre Rangiku si chiedeva quanto doveva aver bevuto. La giornata era perfetta, il matrimonio ancora meglio. I fiori erano freschi e delicatamente disposti, il banchetto semplice ma delizioso e tutti furono d’accordo nel dire che il liquore era abbondante. Tutto era decisamente perfetto, ma tutto quello di cui Rangiku aveva sempre e solo avuto bisogno per un matrimonio perfetto era Ichimaru Gin. Finchè ci fosse stato lui di fronte a lei, non le sarebbe importato se si fossero sposati in un buco infestato da hollow. Naturalmente, gli invitati avrebbero avuto qualche obiezione.
Yamamoto fece una cerimonia semplice ma strettamente consona alle tradizioni shintoiste. Al suo termine Yachiru dichiarò, “è stato fantastico! Esattamente quello che voglio per il mio matrimonio con Bya-kun!” L’espressione sulla faccia del Capitano Kuchiki era impagabile e tutti scoppiarono a ridere.
Molto prima che il party terminasse, Gin trascinò via Rangiku. Dopo aver serrato le porte e le finestre della loro camere con numerosi kido, Gin fece sdraiare la sua nuova moglie sul futon. Rangiku ridacchio, “impaziente?”
“Non ne hai idea.” Sussussò Gin prima di reclamare la sua bocca in un bacio appassionato, un bacio che le fece mancare l’aria, un bacio fatto apposta per rubarle l’anima. Un bacio che le stava succhiando via l’anima…
Si svegliò di scatto, respirando affannosamente e sudando. “Che succede, Rangiku?” chiese Gin, levandosi e appoggiandole dolcemente una mano sulla spalla. “Hai avuto un altro incubo?”
“Io.. che giorno è?” chiese improvvisamente, dolorosamente confusa.
“Beh…” disse sorridendo Gin. “È il tuo compleanno. Appena
scoccata la mezzanotte, tempismo perfetto. Posso darti il tuo regalo!”
rovistando tra i suoi vestiti abbandonati per terra, ne tirò fuori una
scatoletta per gioielli e la porse a Rangiku. “Buon compleanno, Rangiku!”
“G…grazie.” Sussurrò Rangiku aprendo la scatole. Conteneva una collana d’argento con uno strano design. Non c’era aggancio ma a uno dei due capi c’era un cerchio attraverso cui far passare la collana.
“Yachiru mi ha dato il catalogo proveniente dal mondo reale in cui l’hai vista.” Spiegò Gin. “Ha detto che la volevi.”
Rangiku sorrise mentre si metteva la collana. “Si. Fin da quando l’ho vista.” Sussurrò, ma probabilmente il suo volto mostrava un po’ di disappunto e tristezza perché il sorriso lasciò la faccia di Gin e anche lui apparve terribilmente triste.
“Sai quel kimono che ti ho regalato?” cominciò dopo un attimo di silenzio. “Il kimono nuziale della principessa Kuchiki?”
“Oh…”
Rangiku distolse lo sguardo. “L’ho dovuto vendere…”
“Te l’ho ricomprato.” Gin disse come se niente fosse. “Ma sai perchè te l’avevo regalato?”
“No.” Ammise Rangiku. “Ma me lo sono sempre chiesta. Ha una tale storia, e poi si avverte ancora il reiatsu di un hollow. Voglio dire, non so se ciò che si dice sia vero. Non sono mai stata tentata di metterlo per andare a dormire. A dire il vero… non sono mai stata tentata di metterlo.”
“Eppure, mi vuoi sposare.” Sussurrò Gin.
“Non capisco.”
“So che lo vuoi Rangiku. Come sono sicuro che tu abbia sempre saputo quello che cercavo di dirti regalandoti quel kimono. Non posso sposarti Rangiku.” Affermò Gin. “Non sono una brava persona e sono troppo egoista per lasciarti andare. Ma non lo sono tanto da volerti divorare. Se ti sposassi, finirei per divorarti, proprio come successe a quella principessa.”
“Ma… ma hai detto che volevi avere dei bambini con me!”
“Avere bambini e sposarsi non sono la stessa cosa, Rangiku.
Se quel bambino fosse nato, non ti avrebbe legato a me più di quanto tu non sia
già. Hai amici che ti aiuterebbero ad allevarlo anche se fossi morto. Non
essere sposati significa che tu o il bambino potreste andarvene se ce ne fosse
bisogno. Se ti sposassi…” Gin
guardò da un’altra parte. “Ti conosco, Rangiku. Se ti sposassi, mi
aspetteresti per sempre. Non cercheresti mai di allontanarti da me, qualsiasi
cosa io faccia. Non posso
farti questo.”
“Non ha senso, Gin.” Affermò Rangiku, sentendosi confusa e un po’ arrabbiata. “Se non te ne fossi accorto, ho provato ad allontanarmi da te e non è andata molto bene. Sono finita in una stanza buia piena di bottiglie di sake, ero uno straccio. Cosa mai potresti fare che mi renderebbe facile andarmene anche se avessimo un bambino, pur non essendo sposati.”
“Soprattutto se avessimo un bambino.” Sussurrò Gin.
“Cosa?” chiese Rangiku, sempre più confusa.
“Rangiku, credimi quando dico che ci sono cose che posso fare,” che ho fatto, pensò, “che ti porterebbero a odiarmi. Ti porterebbero a fare tutto ciò che è in tuo potere per tenere i nostri bambini lontano da me. Tu prendi i voti molto seriamente Rangiku, più seriamente di molta gente e di sicuro, più seriamente di me. Non posso… non posso lasciare che tu pronunci voti di matrimonio con me.”
Rangiku si voltò sentendosi le lacrime agli occhi. “Allora davvero non abbiamo un futuro?”
“È sopravvalutato.” Sussurrò Gin tirandosela tra le braccia. “Il futuro intendo, quando ti ho incontrata non avrei mai pensato che saremmo rimasti insieme. Pensavo che mi avresti lasciato una volta recuperate le forze. Non l’hai fatto. Sei rimasta con me. Aspettato con pazienza il mio ritorno, anche quando non ti dicevo dove andavo e quando sarei tornato. Mi hai seguito dove potevi. Mi hai seguito fino alla Seiretei! Ma non era stato pianificato, è successo e basta. Non.. non.. non incasiniamo tutto. Perchè non voglio farti promesse che non posso mantenere e non voglio pianificare un futuro su cui ho così poco controllo.”
“E se ti dicessi che non mi importa se mi divori?” chiese Rangiku.
“Ma non ti voglio divorare.” Sussurrò Gin. “Sei troppo buona per far parte di me, Rangiku.”
Rangiku chiuse gli occhi. Un senso di rassegnazione le pervase
il corpo e la mente. Era
assurdo combattere. Erano quello che erano. “Grazie per la collana, Gin.” Disse
infine. “La adoro. Penso che la indosserò sempre.”
“Sono felice che ti piaccia, Rangiku.” Disse Gin, il suo solito sorriso era ritornato.