Film > Alice nel paese delle meraviglie
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Autore: LyndaWeasley    09/03/2010    6 recensioni
Cappellaio&Alice.
Nasciamo tutti quanti matti, qualcuno lo rimane [..]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~Sono tutti Matti~

 

Pazzia, termine usato sovente per indicare la perdita della ragione, un atto insensato o sconsiderato.

Ma questo è davvero il pensiero di tutti?

Forse, in un mondo parallelo a quello in cui viviamo noi, dove i conigli sono sempre in ritardo, i bruchi sono saggi e fumano erba, le carte da poker sono l’esercito di una strega dalla testa abnorme, i gatti evaporano e i fiori hanno la faccia e parlano, qualcuno non è dello stesso parere.

Nasciamo tutti quanti matti, qualcuno lo rimane.

Apparentemente imbandita per uno strepitoso banchetto,  una lunga tavola giace in uno spiazzo di terra piuttosto squallido:  pagliericcio sparso dappertutto, un mulino abbandonato da secoli e dall’aspetto a dir poco inguardabile e quella nebbiolina cupa che vela appena il suolo sottostante.

In realtà non è in programma nessun strepitoso banchetto, al contrario: teiere vuote e teiere piene posano sulla delicata e ricamata tovaglia bianca, tazzine vuote e tazzine piene giacciono ognuna sul proprio piattino e altre cianfrusaglie argentate sono padrone di quella tanto strana tavolata.

E’ qui che un uomo, un uomo matto, se ne sta seduto su quella sedia che sembra appartenere ad un regale; i capelli piuttosto arruffati e di color carota, il volto pallido e segnato dalla stanchezza e quegli occhi color dell’erba fresca.. Un logoro cappello posa sovrano sulla sua testa regalandogli quel tocco di colore e vivacità che da tempo mancava in quel posto.

Il tutto lo rendeva un Cappellaio alquanto pazzoide, un Cappellaio Matto!

Si portò la tazzina contenente del buon thè alle labbra, sorseggiando piano poi, con assoluta nonchalance, si gettò la tazzina alle spalle.

«Cappellaio, se continui a trattare i nostri servizi da thè in quel modo, non ne rimarrà più nulla!» intervenne un coniglio color corteccia e dagli occhi stralunati.

Il Cappellaio non badò a quell’intervento, così continuò a fissarsi attorno con aria circospetta e a torcersi le mani, evidentemente.. preoccupato?

«Cappellaio, è tutto a posto?» domandò il coniglio, aggrottando un sopracciglio. Da quando in qua i conigli si dedicano ad espressioni facciali?

«Ma certo che è tutto a posto!» sbraitò un piccolo –minuscolo- ghiro che stava accucciato poco galantemente su di un piattino, fissando a braccia incrociate sia il Cappellaio sia il coniglio. «Ve l’ho detto! Non è la vera Alice!».

«Oh, ghiro..» sospirò l’uomo sporgendosi più in avanti e smettendo improvvisamente di stuzzicarsi le mani, «Te l’ho sempre detto che se tu aprissi meglio la tua mente, avresti una visione più aperta di ciò che ti circonda».

Il piccolo ghiro rimase un attimo interdetto, poi prese a fissare il coniglio che in quel preciso momento stava inconsciamente versando del thè in una tazzina senza fondo.

«Presto Alice sarà qui» riprese il Cappellaio sistemandosi il logoro cappello sulla testa.

«Ma..ma.. Chi ti d-dice che riuscirà nel suo intento?» domandò il coniglio.

L’uomo alzò le spalle. «Nessuno» rispose con tranquillità, «Ho fiducia nelle mie supposizioni.. Anche se a volte si sono rivelate completamente sbagliate, ma questi sono dettagli..».

Sia il coniglio sia il ghiro guardarono in direzione del Cappellaio con un’espressione del tipo “Lo sappiamo fin troppo bene e non serve ricordarcelo”.

Tutt’un tratto l’uomo strabuzzò gli occhi misto tra il sorpreso e il contento.

«Ah!».

Una ragazza minuta avanzava titubante tra la nebbia ed era come se quest’ultima si dileguasse al passaggio della fanciulla dai capelli dorati; era bella seppur solamente una semplice ragazzina, con dei lunghi boccoli che le ricadevano sparpagliati sul petto e quel vestito così trasandato ma allo stesso tempo elegante.. Era solo una ragazzina eppure aveva un certo fascino e che poteva già essere considerata una donna. Man mano che si avvicinava, il Cappellaio apprese che la ragazza era notevolmente piccola di statura: certamente era impossibile che fosse la sua statura normale, perché era troppo piccola!

Alice avanzava timidamente verso la tavolata ed era sempre più piccola e indifesa che al Cappellaio faceva quasi tenerezza. Improvvisamente gli era venuta una voglia talmente forte ed evidente di accarezzarle quei capelli così candidi che fece quasi per alzarsi, ma poi ci ripensò. Si sentì talmente stupido e piccolo –quasi quanto Alice-, che sospirò, affranto.

«Benvenuta, Alice».

Alice fissò il Cappellaio Matto con espressione curiosa cosa che lo fece sorridere: dietro a quello sguardo curioso e timido, lui riuscì a scorgere una dose spropositata di tenerezza e dolcezza, come non aveva mai letto negli occhi di nessuno.

In quel momento seppe che Alice non era una semplice ragazza come si aspettava.

 

~The End~

 







*-*-*




Storia dedicata a tutti coloro che sentono un pò di pazzia scorrere nel proprio sangue e che credono che questa sia la caratteristica che li distingue dalla massa di caproni dei giorni nostri.
   
 
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