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Autore: Laica    09/03/2010    2 recensioni
Uno strano nano di bende vestito, una fata in costante sindrome premestruale, un agente scontroso e alla ricerca di qualcosa e, ancora, madri con la sindrome di lolita, oracoli donnafobici e chi più ne ha più ne metta: this is Swaaaaaaaaanha!!
Genere: Romantico, Commedia, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Apollo, Jun Lee, Silvia de Alisia
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Sospirò e aprì la finestra

Intro: gente che va, gente che viene

Sospirò e aprì la finestra.

Il sole batteva feroce e, in quel momento, sarebbe voluto stare in qualsiasi altro posto che non fosse la scuola.

Lanciò uno sguardo alla donna in bigodini che stendeva i panni dal palazzo di fronte e lei ricambiò, chiamandolo a gran voce, sbracciandosi e gettando occhiate furtive dentro la classe.

Cosa c’era di peggio di andare a scuola con quel caldo? Semplice, abitarci proprio di fronte e vedere la propria madre tutte le volte che si affacciava dalla finestra.

Sospirò e la richiuse, cercando di attutire la sua voce che rimbombava in tutta la classe e distruggeva, acuto dopo acuto, la sua già scarsa popolarità.

 

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Sentiva il vento sbattere contro il suo orecchio.

Doveva tenerne conto, pensò mentre tendeva l’arco e prendeva la mira.

Doveva riuscirci, doveva assolutamente riuscirci.

La corda fremette tra le sue dita, come a dirle che lei, tutto sommato, si sentiva pronta.

E se lei era pronta, perché non ascoltarla?

Lasciò che le dita scivolassero dalla presa, osservando la freccia saettare e conficcarsi poco distante dal bersaglio.

- ma porc…- sbraitò, battendo il piede per terra. Doveva mostrare assolutamente a sua madre che era capace di lottare, che non era più un bambino.

Riprese l’arco tra le mani e saettò un altro colpo, stando ben attento a calcolare il vento: finalmente questa volta fece centro e la freccia si conficcò nel bersaglio con un rumore sordo, vibrando.

Ce l’aveva fatta!

Abbandonò l’arma sul prato e si addentrò nel bosco, correndo verso casa.

- MAMMA!- urlò entrando nella capanna – mamma, ce l’ho fatta!- ma non ottenne risposta. L’abitazione era completamente vuota, niente al suo interno faceva presupporre che ci fosse qualcuno.

- mamma?-

Niente.

- MAMMA??- ripeté desolato.

Sparita, era sparita.

 

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Questa città fa schifo, decretò osservando i marciapiedi pieni di spacciatori con lo sguardo torvo e di prostitute ammiccanti.

- ehi, bel fusto, ti va un giro?- gli gridò dietro una di queste.

Si girò.

Era una ragazza bruna e formosa, vestita in modo provocante. Troppo provocante per i suoi gusti. – no grazie.- rispose, cupo.

Lei non demorse e gli si attaccò al braccio - sicuro? Non sai cosa ti perdi!- lo richiamò, facendo sghignazzare le compagne.

- ho detto di no!- ringhiò lui, spingendola via.

- ehi, datti una calmata!- sbottò questa, piccata – chi credi di essere?-

- qualcuno che non vuole essere disturbato!- disse, allontanandosi.

- ehi, questo è il mio lavoro!- rispose quella – e se non volevi essere disturbato, non venivi qua! Questa è la realtà, non siamo nelle favole!-

Sospirò, già le favole.

Erano quelle che l’avevano fregato.

Erano quelle che gli avevano rovinato la vita.

 

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- Mi ha chiamato, capo?- chiese il ragazzo moro, entrando nella stanza.

- sì Pierre. Voglio che trovi Apollo - ordinò questo – dovete partire al più presto per Shangri-la.-

Pierre aggrottò la fronte – come mai capo?-

- le tre frecce mi hanno detto che c’è uno strano spostamento di forze verso quella città.- spiegò il capo – ho paura che si stia preparando qualcosa di losco.-

- vado a chiamarlo subito, allora. - disse questo, uscendo dalla porta.

- sai dov’è?-

- . Starà grugnendo come suo solito per strada. Lo troverò!-

L’uomo annuì – nel caso chiedi alle tre frecce, loro sapranno indicarti -

 

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Il paesaggio correva veloce fuori dal finestrino, intorno a lei le persone vociavano tranquille, ignorandola.

Era partita troppo velocemente, sperava solo che Chibiko e gli altri sapessero gestire la situazione senza la sua presenza, sebbene lei stessa riuscisse a stento a gestirla.

Mise la mano dentro il borsone e accarezzò la spada che conteneva. Non doveva dare nell’occhio, non voleva che nessuno la notasse. Odiava le persone, odiava tutto il genere umano. Si era fidata di loro, ed era stata delusa e ferita.

Non si pentiva di quello che aveva fatto, tuttavia gli era servito da lezione. Mai più. Non avrebbe permesso più a nessuno di tradirla.

 

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Anche questa è vecchia, non illudetevi.

Soltanto che con questa ho un rapporto speciale, è la mia piccola, contorta storia senza senso, un po’ come sono io, quindi andava postata e così è stato. Se non ci capite niente ( sempre se la leggiate) sappiate che è normale, capirete più in là, inoltre essendo nato tutto da una indigestione serale è nato già contorto di suo.

Via, vado che domani ho lezione con il mitico professor P.

Se qualcuno è alla ricerca di un fidanzato under 30, con la vaga aria da nerd mi contatti, ve lo presento. ( così magari mi libero di lui).

Baci

Laica.

 

 

   
 
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