Intro: gente
che va, gente che viene
Sospirò
e aprì la finestra.
Il
sole batteva feroce e, in quel momento, sarebbe voluto stare in qualsiasi altro
posto che non fosse la scuola.
Lanciò
uno sguardo alla donna in bigodini che stendeva i panni dal palazzo di fronte e
lei ricambiò, chiamandolo a gran voce, sbracciandosi e gettando occhiate
furtive dentro la classe.
Cosa
c’era di peggio di andare a scuola con quel caldo? Semplice, abitarci proprio
di fronte e vedere la propria madre tutte le volte che si affacciava dalla
finestra.
Sospirò
e la richiuse, cercando di attutire la sua voce che rimbombava in tutta la
classe e distruggeva, acuto dopo acuto, la sua già scarsa popolarità.
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Sentiva
il vento sbattere contro il suo orecchio.
Doveva
tenerne conto, pensò mentre tendeva l’arco e prendeva la mira.
Doveva
riuscirci, doveva assolutamente riuscirci.
La
corda fremette tra le sue dita, come a dirle che lei, tutto sommato, si sentiva
pronta.
E
se lei era pronta, perché non ascoltarla?
Lasciò che le dita scivolassero dalla presa,
osservando la freccia saettare e conficcarsi poco distante dal bersaglio.
-
ma porc…- sbraitò, battendo il piede per terra. Doveva mostrare assolutamente a
sua madre che era capace di lottare, che non era più un bambino.
Riprese
l’arco tra le mani e saettò un altro colpo, stando ben attento a calcolare il
vento: finalmente questa volta fece centro e la freccia si conficcò nel
bersaglio con un rumore sordo, vibrando.
Ce
l’aveva fatta!
Abbandonò
l’arma sul prato e si addentrò nel bosco, correndo verso casa.
-
MAMMA!- urlò entrando nella capanna – mamma, ce l’ho fatta!- ma non ottenne
risposta. L’abitazione era completamente vuota, niente al suo interno faceva
presupporre che ci fosse qualcuno.
-
mamma?-
Niente.
-
MAMMA??- ripeté desolato.
Sparita,
era sparita.
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Questa
città fa schifo, decretò osservando i marciapiedi pieni di spacciatori con lo
sguardo torvo e di prostitute ammiccanti.
-
ehi, bel fusto, ti va un giro?- gli gridò dietro una di queste.
Si
girò.
Era
una ragazza bruna e formosa, vestita in modo provocante. Troppo provocante per
i suoi gusti. – no grazie.- rispose,
cupo.
Lei
non demorse e gli si attaccò al braccio - sicuro? Non sai cosa ti perdi!- lo
richiamò, facendo sghignazzare le compagne.
-
ho detto di no!- ringhiò lui, spingendola via.
-
ehi, datti una calmata!- sbottò questa, piccata – chi credi di essere?-
-
qualcuno che non vuole essere disturbato!- disse, allontanandosi.
-
ehi, questo è il mio lavoro!- rispose quella – e se non volevi essere
disturbato, non venivi qua! Questa è la realtà, non siamo nelle favole!-
Sospirò,
già le favole.
Erano
quelle che l’avevano fregato.
Erano
quelle che gli avevano rovinato la vita.
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-
Mi ha chiamato, capo?- chiese il ragazzo moro, entrando nella stanza.
-
sì Pierre. Voglio che trovi Apollo - ordinò questo – dovete partire al più
presto per Shangri-la.-
Pierre
aggrottò la fronte – come mai capo?-
-
le tre frecce mi hanno detto che c’è uno strano spostamento di forze verso
quella città.- spiegò il capo – ho paura che si stia preparando qualcosa di
losco.-
-
vado a chiamarlo subito, allora. - disse questo, uscendo dalla porta.
-
sai dov’è?-
-
. Starà grugnendo come suo solito per strada. Lo troverò!-
L’uomo
annuì – nel caso chiedi alle tre frecce, loro sapranno indicarti -
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Il
paesaggio correva veloce fuori dal finestrino, intorno a lei le persone
vociavano tranquille, ignorandola.
Era
partita troppo velocemente, sperava solo che Chibiko e gli altri sapessero
gestire la situazione senza la sua presenza, sebbene lei stessa riuscisse a
stento a gestirla.
Mise
la mano dentro il borsone e accarezzò la spada che conteneva. Non doveva dare
nell’occhio, non voleva che nessuno la notasse. Odiava le persone, odiava tutto
il genere umano. Si era fidata di loro, ed era stata delusa e ferita.
Non
si pentiva di quello che aveva fatto, tuttavia gli era servito da lezione. Mai
più. Non avrebbe permesso più a nessuno di tradirla.
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Anche
questa è vecchia, non illudetevi.
Soltanto
che con questa ho un rapporto speciale, è la mia piccola, contorta storia senza senso, un po’ come sono io,
quindi andava postata e così è stato. Se non ci capite niente ( sempre se la
leggiate) sappiate che è normale, capirete più in là, inoltre essendo nato
tutto da una indigestione serale è nato già contorto di suo.
Via,
vado che domani ho lezione con il mitico professor P.
Se qualcuno
è alla ricerca di un fidanzato under 30, con la vaga aria da nerd mi contatti,
ve lo presento. ( così magari mi libero di lui).
Baci
Laica.