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Autore: Shukumei Taisa    10/03/2010    3 recensioni
Quante volte vi sarete chiesti guardando i messaggi in codice che si mandano Roy e Riza: "Ma si saranno mai esercitati?" Il manga non è stato molto esauriente su questo punto... allora, diamo una risposta a questa domanda! Questa è la mia prima FanFic seria! Non siate clementi per nessun motivo! Velatissimissimissimissima Royai.... non aspettatevi nulla di eclatante...
Genere: Mistero, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Maes Hughes, Riza Hawkeye, Roy Mustang
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Premessa: Questa fic mi è venuta in mente osservando i messaggi in codice che si mandano Roy e Riza. La prima domanda che mi posi quando li vidi parlare in quella lingua incomprensibile fu: "ma si saranno esercitati, no? O.o" Non riuscii a trovare una risposta coerente, così qualche settimana fa mentre mi lavavo i denti (Ma vi rendete conto =.=?) ci ripensai, e così mi venne in mente questa idea demente che si tramutò in una cosina piuttosto carina.... spero vi strappi almeno un sorriso^^. (se non ridete vi brucio il sedere! Scherzo!!XD)
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Il codice: Prologo

Pgs: Roy Mustang, Riza Hawkeye, Maes Hughes.

I raggi del sole filtravano attraverso le fitte nuvole sulla insolitamente cupa East City. Nell'area est del Quartier Generale dell'esercito v'era l'ufficio dell'Alchimista di Fuoco, il quale era più che occupato a schiacciare un pisolino ristoratore dopo le 7 ore ininterrotte di duro lavoro. Nonostante si fosse impegnato più che mai per compilare tutti quei documenti entro il rientro del Tenente Riza Hawkeye, evento più che temuto per via delle sfuriate che gli sarebbero spettate se non avesse finito entro gli orari prestabiliti il suo lavoro, la pila di scartoffie se ne stava lì, imperterrita a fissarlo come a schernirlo. Tuttavia in quel momento Roy Mustang era tra le grandi braccia di Morfeo, ragion per cui non era soggetto a grandi preoccupazioni. Il colonnello era talmente immerso nel sonno che soltanto lo sbattere irruento della porta lo destò dal suo stato di quasi coma.
E fu lì che il terrore assalì il povero soldato.
Il tenente era arrivato.
Lui non aveva finito di lavorare.
La montagna di documenti era lì in bella vista, intonsa.
Riza lanciò uno sguardo gelido prima a quest'ultima, poi al colonnello.
- T-tenente, ti giuro che adesso finisco!! Mi sono solo distratto un attimo! A-adesso finisco! -
Ti prego non farmi di nuovo la ramanzina! Questo era l'unico pensiero puerile che attraversava la mente ancora assonnata di Roy.
Riza si avvicinò alla scrivania con passo svelto.
Oddio! Sono finito! Non me la lascerà mai passare liscia!
Cercò qualcosa nel cinturone.
Insomma... va bene, non ho finito il mio lavoro.... ma non spararmi!
Il tenente poggiò sulla scrivania un giornale ed una lettera. Su quest'ultima non v'era nè francobollo, nè sigillo, e non c'era neanche il nome del mittente.
- La legga. E' importante. - disse lei sbiancando.
Roy la guardò, un po' rincuorato per non essere stato sgridato, un po' preoccupato.
- Tutto a posto, Tenente? - chiese
- La legga e basta! - gli ordinò Riza, scossa.
Roy ubbidì spaventato.
Aprì la lettera.
Il testo diceva:

Caro Colonnello Mustang,
Non ti interessa sapere il mio nome.
Sappi solo che so cose che potrebbero mandarti davanti alla corte marziale.
Incontriamoci nella via St. Lorance alle 2 di stanotte.
Guai se vedo qualcuno altro oltre a te ed il sottoscritto.
Vieni in abiti civili, e naturalmente non portare dietro i tuoi guanti.

Distinti saluti

Firmato, Una Persona molto pericolosa


Il colonnello alzò gli occhi dal foglio giallustro.
- Come ha intenzione di agire, Colonnello? -
Roy scosse la testa, confuso.
- Non lo so, tenente. Non capisco come abbia fatto a.... -
Il suo sguardo volò prima sulla lettera, poi sul giornale....
Il giornale.
Lo afferrò di scatto, facendo sobbalzare Riza.
Il titolo in prima pagina avrebbe afferrato lo sguardo di chiunque.
Come aveva potuto non pensarci?
Roy ghignò divertito.
- Vediamo un po' cos'ha intenzione di fare questo sedicente ricattatore.... -
Riza lo guardava preoccupata.
Lui se ne accorse e mostrò un strano sorriso sghembo.
- Non preoccuparti Tentente, ho già trovato una soluzione. - disse, con tono rassicurante.
Il tenente non riuscì a reprimere la curiosità.
- Quale sarebbe? -
Il viso del colonnello s'irrigidì un po'. Non era facile per lui dover ogni volta addossare tutti quei compiti gravosi al suo fedele sottoposto. Gli sembrava che facesse già più del dovuto.
- Prendi una sedia e accomodati. Ti spiegherò tutto. -
Riza stava per obbedire diligentemente, quando il suo sguardo cadde nuovamente sulla pila di documenti candidi.
Meccanicamente mosse la testa nella direzione del suo superiore, che questa volta sapeva perfettamente che una ramanzina non gliel'avrebbe tolta nessuno.
- Colonnello..... -
Roy si aggrappò con le mani ai braccioli della poltrona, pronto a ricevere la raffica di urla che di lì a poco avrebbero riempito l'intero ufficio.
- Si muova a spiegarmi ciò che devo fare perchè dopo l'aspetteranno ore d'inferno se non completerà il suo lavoro in tempo, chiaro? -
Il tono della donna era calmo, ma estremamente bellicoso.... e ciò era peggio delle urla.

01:53.
Questa era l'ora segnata sull'orologio d'argento del Colonnello.
A breve avrebbe incontrato la persona che avrebbe avuto, ipoteticamente, il potere di farlo finire davanti alla corte marziale.
Ma non era quello il suo pensiero primario.
Il suo sguardo vagava alla torretta di fronte al vicolo della via St. Lorance.
Lì, appostata con il suo fucile di precisione stava a sorvegliare il suo superiore. Lo vide alzare lo sguardo verso di lei e pregò che non si distraesse dal suo obbiettivo per la proccupazione.
D'un tratto arrivò. L'ombra d'un uomo alto e bene allenato si staglo sulla figura di Roy.
Era totalmente imbacuccato in abiti lerci e logori che lo coprivano dal naso alle caviglie.
- Sei in anticipo, Colonnello Mustang. -
- E tu sei in ritardo... "Ricattatore" - rispose con tono sarcastico.
- Fossi in te non farei tanto il gradasso, in fondo, sei tu quello in pericolo, no? - disse, ostentando sicurezza.
Persino lui sapeva che di Roy Mustang non c'era da fidarsi.
Il Colonnello si avvicinò pericolosamente all'uomo, provocando l'accelerazione del battito cardiaco di Riza.
Che stava facendo, quel brutto imprudente?
- Avanti, facciamola finita con questa sceneggiata, mio caro Sottotenente Farran Mitchell. -
L'uomo sobbalzò. Come faceva a conoscere la sua identità?
Roy pur non potendo vedere il volto dell'altro percepì la sua insicurezza.
- Stupito? Eppure dovresti saperlo, sei su tutti i giornali d'Amestris. In prima pagina per di più! E come potevo non accorgermi della tua fuga, proprio io che ti ho sbattuto in cella giusto qualche mese fa.... Ora la mia domanda è : come fai ad avere delle informazioni così importanti se solo fino a ieri eri rinchiuso nella prigione di East City? -
Farran s'irrigidì. Era stato maledettamente troppo avventato, avrebbe dovuto pianificare meglio quel fottuto ricatto!
Quant'era stato stupido a non calcolare un particolare così importante! Eppure aveva passato mesi a pensare a come tornare nell'esercito, a come poterla far pagare a quel dannato Colonnello... ora era andato tutto in fumo.... ma almeno adesso poteva farlo.... il sogno più libidinoso che aveva avuto nel suo periodo di reclusione....... probabilmente non avrebbe potuto scappare, ma almeno sarebbe morto dopo aver visto il volto esanime di Roy Mustang giacere al suolo.
- Non hai nessuna informazione pericolosa, vero Mitchell? - disse Roy, sentendo già l'odore della vittoria.
Ma inaspettatamente l'uomo di fronte a lui non vacillò, nè si arrese, anzi, incominciò a ridere.
Un risata disperata, folle, stanca.
- Ahahahahahahah! E' vero! Non ho assolutamente nulla in mano mia! - urlò, sghignazzando sguaiatamente. - Ma.... anche tu tra poco sarai morto come me! -
L'uomo tirò fuori dal mantello sporco un coltello decisamente enorme e scatto fulmineamente verso Roy.
Accidenti! Un'arma da taglio! Non l'avevo previsto. Ero convinto che avesse una pistola con sè!
Riza dalla torre aveva staccato gli occhi dal mirino solo un secondo per strofinarseli, dopotutto erano le due di notte e la stanchezza incominciava a farsi sentire.
Quando rimise lo sguardo sul mirino era troppo tardi.
Roy non aveva fatto in tempo a schivare il colpo.
Non sentiva dolore.
Non sentiva più niente... solo due sordi colpi di fucile.
L'assassino cadde a terra insieme al colonnello. Lo aveva colpito alle ginocchia.
Si toccò la bocca.
Sangue.
Doveva aver reciso un polmone.
Riza intanto scendeva freneticamente gli scalini della torretta.
Non faceva che insultarsi.
Stupida.Stupida.Stupida!
Come aveva potuto lasciare che qualcosa del genere potesse accadere? Non doveva forse proteggerlo? Anche a costo della vita?
Corse a perdifiato per tutto il tragitto, senza mai fermarsi.
Quando arrivò il vicolo era ormai pieno di sangue.
Il coltello dell'assassino era ancora conficcato nel petto del suo superiore.
- COLONNELLO! - urlò, ma nessuno in quella notte senza stelle la sentì.

To be continued.....

  
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