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Autore: Gondolin    10/03/2010    5 recensioni
- Tanti auguri a te, tanti auguri a te!
- Taci, Mask, sei stonato come una campana.
- Perché, tu invece? – ribatté lanciando ad Aphrodite uno sguardo assassino.
- Io infatti taccio.
- Smettila di rompere e spegni queste stramaledette candele! – li interruppe Shura – Io non vedo l’ora di mangiare la torta.
Aphrodite soffiò con forza, spegnendole tutte in un colpo. – E adesso si mangia! – esclamò soddisfatto.
- Perché, fino ad ora cosa abbiamo fatto? – ironizzò Death Mask.

Buon compleanno, Aphrodite dei Pesci!
Genere: Romantico, Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Cancer DeathMask, Capricorn Shura, Pisces Aphrodite, Scorpion Milo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A/N: # ho deciso che la Dodicesima Casa ha un giardino. Intendo un giardino tutto suo, non la scalinata che conduce al Tredicesimo Tempio. C'è in parecchie fanart carine e l'idea mi piaceva e mi serviva, anche se non saprei esattamente come diavolo c'entri nella topografia del Santuario.
# Ho preso per buono il rapporto fra Aiolia e Shura che ci ha dato Episode G, più o meno.
# C'è un piccolo -o grande, a seconda dei punti di vista- anacronismo. Una caramellina a chi lo trova!
# L'oroscopo è inventato di sana pianta e temo contenga boiate inimmaginabili, ma sinceramente non ho la più pallida idea degli effetti di Saturno in Ariete XD
Soundtrack: # Eurythmics - Here Comes the Rain Again
# Natasha Bedingfield - Unwritten

Staring at the blank page before you
Open up the dirty window
Let the sun illuminate the words
That you could not find
Reaching for something in the distance
So close you can almost taste it
Release your inhibitions


Aphrodite aprì il giornale e si soffermò sui risultati delle elezioni per la scelta del sindaco di Atene. Come sempre c'erano state violente polemiche e persino accuse di corruzione. Non che la cosa lo turbasse più di tanto, dato che la politica aveva ben poca influenza sulla vita di un Saint. Ma Aphrodite aveva sempre pensato che tenersi informati su ciò che gli accadeva intorno fosse importante, forse anche perché per tutti gli anni dell'addestramento era vissuto in una terra in cui non succedeva davvero mai niente.
Poteva sembrare una mattina qualunque, ma ad uno sguardo attento non sarebbero sfuggite le occhiate quasi furtive che scoccava all'orologio, come se non avesse voluto ammettere neppure a se stesso di essere in attesa, né sarebbe passata inosservata la particolare eleganza del suo abbigliamento. Certo, Aphrodite si vestiva sempre con cura, ma quel giorno aveva dedicato qualche momento in più rispetto al solito alla scelta degli abbinamenti, e si era voltato più volte verso lo specchio prima di uscire dalla propria camera da letto, cosa che di solito si imponeva di non fare. Non per una decina di volte, almeno.
Era il dieci marzo millenovecentoottantuno.
Aphrodite non aveva mai fatto nulla per farsi benvolere, visto che solitamente contava esclusivamente sul proprio charme per ottenere ciò che desiderava, quindi non si aspettava grandi festeggiamenti. Ma c'erano un paio di persone che dovevano fargli gli auguri, e magari anche un regalo, o sarebbero incorse nella sua ira funesta. Altro che Aphrodite, avrebbe dovuto farsi chiamare Achille!
Il primo a presentarsi fu naturalmente Shura. Non c'era nessuna speranza che Death Mask emergesse da casa sua prima di mezzogiorno. E se non si fosse fatto vivo entro quell'ora sarebbero andati loro a buttarlo giù dal letto, perché per un pranzo di compleanno degno di questo nome bisognava sfruttare la passione per la cucina del granchietto. I risultati erano nettamente migliorati dai tempi dalle torte di fango che aveva propinato ad Aphrodite e Shura quando si erano incontrati per la prima volta al Santuario, prima ancora di partire per i rispettivi luoghi di addestramento.
- Auguri, Pesciolino! - esclamò lo spagnolo, ridendo dell'espressione accigliata dell'altro.
- Un passo verso la vecchiaia. - mormorò lugubre Aphrodite. In realtà adorava festeggiare e adorava essere al centro dell'attenzione. Ma si divertiva anche a fare scena.
- Hai diciassette anni, cretino!
- Eh... - sospirò. Poi tacque, scrutando curioso l'amico.
Questi ridacchiò. - Vuoi il regalo, eh?
Aphrodite annuì candidamente.
- Volevo portarti uno specchio con intagliata sulla cornice la frase “Specchio, specchio delle mie brame, chi è il Cavaliere più bello del reame?” ma poi ho pensato che me l'avresti tirato dietro. - spiegò Shura dando prova di un'incredibile faccia di bronzo mentre sciorinava quelle idiozie.
- Probabile. - ghignò Aphrodite - Intanto vieni in salotto. Non ho della torta da offrirti perché sto aspettando la famosa millefoglie di Death Mask, ma una tazza di caffè a quest'ora ci vuole.
- Dopo, dopo. Ora seguimi fuori, che il tuo regalo è lì.
- Cos'è questa mirabilia che non puoi portare in casa?
Shura si strinse nelle spalle. - Oh, niente di che. Visto che ultimamente ti diletti con la pittura ho pensato che questi potessero tornare utili. - concluse quando raggiunsero il giardino, indicando un cavalletto con una tela già montata sopra e un tavolino ingombro di colori, pennelli e tutto il necessario.
Aphrodite spalancò gli occhi per la sorpresa e si girò verso Shura rivolgendogli un sorriso luminoso e incredulo. Corse ad osservare per bene il regalo appena ricevuto mentre l'altro si sedeva a gambe incrociate sull'erba, il mento appoggiato sul palmo della destra.
Strano a dirsi, ma in quel giardino quasi non c'erano rose, e quelle poche non erano nemmeno velenose. Questo perché potesse essere un luogo d'incontro che non rischiasse di avvelenare chi andava a trovare Aphrodite. Era meglio che stare dentro casa, perché all'interno il mortale profumo delle rose evocate poteva restare ad aleggiare anche per giorni.
- Adesso che mi hai fatto venir voglia di dipingere mi farai da modello. - ordinò Aphrodite.
- No, dai, per favore... Vai a chiederlo a Shaka, visto che a lui piace tanto starsene immobile!
- Oggi è il mio compleanno quindi comando io.
- E chi ha deciso questa regola?
- Ti dico che è così.
- E io ti dico di no.
Alla fine naturalmente Shura aveva dovuto capitolare. Aphrodite otteneva sempre quello che voleva.
E dopo tutto il ragazzo più grande dovette ammettere che non era poi così spiacevole starsene seduto sull'erba a non far niente godendosi il sole mattutino.
Trascorsero in questo modo qualche ora di pace. Finché non arrivò Death Mask.
- Ehilà, vecchiaccio! Quanti ne compi? Settantotto? Vedo già le rughe!
Una rosa rossa gli passò sibilando a meno di un millimetro dalla guancia.
- E' sempre un piacere sentirti parlare, Angelo. - sorrise Phro appoggiando il pennello e strofinandosi energicamente nel grembiule il le mani macchiate di colore.
- E' sempre un piacere sentirti mandare a puttane tutta la fatica che ho fatto per trovarmi un soprannome decente. - fece il granchio di rimando.
Prima che iniziassero ad azzuffarsi intervenne Shura. - Signor pittore, posso alzarmi o verrò trafitto da svariate rose?
- No, no, fai pure! Tanto ormai è quasi ora di pranzo... - rivolse a Death Mask uno sguardo penetrante.
- Sì, sì, ho preparato un sacco di roba, tra un attimo la portano su. Credi forse che lascerei morire di fame i miei amici?
Aphrodite ridacchiò. - Con te non si può mai sapere. Ma quella per fame non è una morte abbastanza truculenta. Al massimo ci faresti a fettine.
- Guarda che ti sbagli, quello con l'affettatrice è Shura.
- 'Fanculo, Mask! È la Sacra Spada Excalibur, non un'affettatrice!
Il battibecco fu interrotto dall'arrivo di due ancelle. I tre non volevano farsi cogliere a prendersi a male parole in modo tanto indecoroso per il loro ruolo.
Le due ancelle si avvicinavano portando vassoi che avevano tutta l'aria di essere pesantissimi e carichi di ogni ben di dio. Salutarono rispettosamente e apparecchiarono la tavola sotto il gazebo prima di sparire con discrezione.
- Andiamo? - invitò Aphrodite lanciando un'occhiata colma di desiderio al tavolo.
Shura guardò l’orologio e sbuffò. - Io avevo preparato della sangria, ma a quanto pare la servitù della mia casa stima la puntualità meno del puntiglio.
- Che intendi? - domandò lo svedese.
- Non lo sai? – intervenne Death Mask – Fra le ancelle delle varie case ci sono faide che proseguono ormai da generazioni… E a quanto pare le mie e quelle di Shura si sopportano meno delle altre, quindi fanno di tutto per non incontrarsi.

Un paio d’ore e svariate portate dopo…

Death Mask alzò finalmente il coperchio del piatto che conteneva la gigantesca millefoglie e ci sistemò con cura diciassette candeline. Era incredibile come col cibo avesse tutta la delicatezza che con le persone gli mancava.
Tirò fuori dalla tasca l’immancabile accendino nero e le accese una per una sotto lo sguardo ipnotizzato di un Aphrodite felice come un bambino.
- Tanti auguri a te, tanti auguri a te!
- Taci, Mask, sei stonato come una campana.
- Perché, tu invece? – ribatté lanciando ad Aphrodite uno sguardo assassino.
- Io infatti taccio.
- Smettila di rompere e spegni queste stramaledette candele! – li interruppe Shura – Io non vedo l’ora di mangiare la torta.
Aphrodite soffiò con forza, spegnendole tutte in un colpo. – E adesso si mangia! – esclamò soddisfatto.
- Perché, fino ad ora cosa abbiamo fatto? – ironizzò Death Mask.
Dopo essersi abbondantemente rimpinzato di millefoglie, Aphrodite sedette sul divanetto di vimini a due posti accanto a Death Mask, si i lasciò andare contro il suo petto chiuse gli occhi. Lo conosceva da anni e ancora non capiva come potesse fidarsi di lui. Forse in effetti non si fidava affatto. Ma ad un certo punto era diventato semplicemente naturale appoggiarsi a lui quando era stanco dopo gli allenamenti nell'arena o divertirsi a farlo infuriare dandogli pizzicotti sulle guance come si fa coi bambini piccoli o ancora, quando erano soli, prendergli la mano e tenergliela stretta finché non smetteva di lottare silenziosamente per liberarla. Poi gli ormoni avevano fatto il resto.
Si versò un altro bicchiere di sangria ricevendo dall'italiano un'occhiata assassina. - Non capisco perché devi farti del male con quella roba. Un buon rosso sarebbe tutta un'altra cosa! La gente normale non rovina il vino in questo modo!
- Non fare lo scemo, i diciottenni normali il vino manco sanno cos'è e vanno giù di cocktail.
Era vero. Ma trovandosi sradicato dalle proprie origini Death Mask aveva reagito esattamente come tutti gli altri Saint: attaccandosi alle tradizioni della propria terra. E quindi anche al buon vino e alla buona tavola. Anche se probabilmente nessun maschio italiano di meno di trent'anni era in grado di cucinare più di un piatto di pasta al sugo.
- Ti paio un diciottenne normale, io?! - si incazzò Death Mask.
- No, no. - lo rassicurò Aphrodite accarezzandogli un ginocchio - Sei di gran lunga peggio. - ghignò - Pensa se tutti fossero come te.
- Che Atena ce ne scampi e liberi! - esclamò Shura - Sarebbe il disastro!
- Almeno si mangerebbe sempre bene. - si difese Angelo.
- Quasi sempre. - precisò Aphrodite - L'ultima volta che hai tentato di preparare le lasagne ci hai quasi avvelenati. Non fraintendermi, come autodidatta sei fantastico, ma se solo non avessi spedito per sbaglio tua nonna nell'Ade quando avevi quattro anni e le avessi lasciato il tempo di insegnarti qualche trucchetto...
Shura li guardò torvo. Disapprovava moltissimo quel loro parlare della morte con tanta leggerezza, come se niente fosse. Alle volte gli veniva da pensare, con rabbia, che si comportavano come se non avessero mai perso una persona cara. Nella sua mente passava per un istante il ricordo della Notte degli Inganni, che ancora non aveva questo nome e che sembrava una storia crudele ma limpida.
Poi però si rendeva conto che quello era solo il loro modo di difendersi da una vita che li aveva lasciati orfani ancora bambini e poi sbattuti in qualche angolo di mondo dimenticato dagli dei e dagli uomini a sputare sangue per guadagnarsi un'armatura della quale a cinque o sei anni faticavano a comprendere il significato.
Si riscosse da quelle riflessioni che non portavano da nessuna parte se non a sgradevoli ricordi dei tempi dell'addestramento.
- Potremmo leggere l'oroscopo. - propose con un ghigno divertito - Sentiamo quante emerite cazzate riescono a scrivere oggi sul tuo segno!
Tutti al Santuario disprezzavano gli oroscopi di riviste e giornali. Si vedeva lontano un miglio che non ci credevano nemmeno quelli che li scrivevano. E poi ai futuri Grandi Sacerdoti servivano anni per imparare a leggere le stelle, figurarsi se un qualunque scribacchino che aveva cercato le caratteristiche delle costellazioni su Wikipedia poteva capire la reale influenza delle stelle sui destini degli uomini.
Alle volte però era divertente leggere un po' di quelle “emerite cazzate”, quasi meglio delle barzellette.
- Ci sto! - esclamò Aphrodite - Il giornale di oggi è in salotto, vai a prenderlo tu?
Shura si alzò e tornò un attimo dopo, pronto a declamare qualche perla di saggezza per il divertimento dei suoi amici. - Dunque... - sfogliò il quotidiano fino alle ultime pagine - “Per i Pesci oggi sarà una giornata davvero speciale”.
- Ci scommetto le palle che lo scrivono un giorno sì e l'altro pure. - lo interruppe Death Mask.
- Come regalo non potrei avere una giornata senza volgarità? - esalò Aphrodite.
- Dato il soggetto, non credo. - borbottò Shura prima di proseguire: - “Grandi sorprese sul fronte delle amicizie.”
Capricorn fu nuovamente interrotto, stavolta da due cosmi che si palesarono nell'ingresso chiedendo il permesso di passare. Erano Milo e Camus, e Aphrodite si sentì estremamente soddisfatto al pensiero di avere ufficialmente due anni più di loro, due quindicenni. Tsk. Anzi, per la precisione Milo non aveva ancora compiuto i quindici.
Proprio Milo però era uno dei pochi coi quali andava davvero d'accordo, e aveva sperato di vederlo arrivare. Camus invece fu una sorpresa. Sia perché nemmeno sapeva che fosse tornato dalla Siberia, sia perché solitamente era troppo riservato per cercare di interagire umanamente con gli altri Saint, specialmente con quel pazzoide narcisista del suo vicino di casa. Ma Aphrodite apprezzava la sua calma e l'eleganza che traspariva da ogni suo gesto.
- Buon compleanno, Phro! - esclamò Milo sorridendo.
- Auguri. - aggiunse Camus con un cenno del capo.
- Grazie. - rispose Aphrodite, invitandoli poi a sedersi.
- Mi dispiace, io sto andando a fare rapporto al Pontefice sui miei allievi. Magari più tardi. - Camus concluse con un sorriso più caldo di quanto Aphrodite non ricordasse di avergli mai visto. Già, il quindicenne aveva due allievi. Due scocciature, secondo Pisces, che però dimostravano quando fosse ritenuto affidabile.
- E tu, Milo? Ti fermi?
- Se c'è della torta non credo di poter rifiutare! - ridacchiò lo scorpioncino fregandosi le mani. Si servì una generosa porzione di millefoglie e parlando con la bocca piena -tanto non c'era Camus a rimproverarlo- si lanciò in lodi sperticate dello chef. Non era tipo da adulazione, e Death Mask gongolava di soddisfazione, sebbene cercasse di non darlo troppo a vedere.
- Finiamo la nostra istruttiva lettura? - propose Shura sventolando il giornale in uno scricchiolio di carta.
- Quale istruttiva lettura? - domandò Milo curioso, occhieggiando nel frattempo la torta e torcendosi le mani in preda ad un terribile conflitto interiore: prendere un'altra fetta o non prenderla? Quello era il dilemma!
- L'oroscopo di oggi per noi dei Pesci. - spiegò Aphrodite - Forza, Shura, leggi!
- “In amore prestate molta attenzione. Saturno in Ariete si oppone alle vostre scelte, soprattutto se il vostro partner è Scorpione.”
Scoppiarono tutti a ridere e Aphrodite tirò fuori la sua migliore voce da telenovela e mormorò commosso: - Oh, sì, è così. Io non volevo dirtelo, Milo... - stese teatralmente il braccio nella sua direzione - Ma sono anni ormai che ti tradisco con Angelo!
Le risate aumentarono di intensità e Milo, stando al gioco, rispose: - Tu quoque, Aphrodite! Come hai potuto farmi questo? Ah, ma io ora ucciderò il vile marrano che ti allontana da me. Avanti, Death Mask, io ti sfido a duello!
- Hai della panna sulla punta del naso. - fu la terrorizzata risposta dell'italiano.
Il cavaliere dei Pesci invece si raddrizzò sul divano e spalancò le braccia come a fare da scudo a Mask, e squittì: - No, Scorpio, io non ti permetterò di fargli del male!
Shura sprofondò dietro il giornale. - Aiuto, qui regna la follia!
- E' tutta colpa dell'oroscopo. - affermò Aphrodite con invidiabile serietà, tornando alla propria voce abituale.
- Secondo me avete esagerato con la sangria. Lo sapevo che non dovevo portarne tanta. - ribatté Capricorn facendo capolino da dietro la pagina dello sport.
- Sangria? - esclamò Milo - Perché nessuno mi dice niente? Ne voglio anch'io!
- Ah, già, non hai ancora bevuto. - constatò Death Mask con espressione maligna - Allora tu sei proprio scemo di tuo, anche da sobrio.
- Tu sei troppo piccolo per gli alcolici. - colse l'occasione di sottolineare Aphrodite, pavoneggiandosi nei suoi diciassette anni nuovi di zecca.
- E' vero. - aggiunse Shura - Anzi, sei proprio il più piccolo del Santuario, visto che compi gli anni a novembre.
Il cavaliere dello Scorpione incrociò le braccia sul petto, immusonito. - Aiolia beveva vino non diluito già a tredici anni!
Un attimo dopo riapparve Camus, che aveva fatto più in fretta possibile per tornare al Dodicesimo Tempio. Non era mai stato un amante delle feste, ma le immense solitudini gelide della Russia e il distacco che si imponeva di mantenere dai suoi allievi gli avevano lasciato un desiderio quasi amaro di trovarsi fra pari, e magari persino di sparire nel gruppo.
- Mi state maltrattando Milo? - domandò con un sorriso sottile e allegramente pericoloso.
- Grazie, Camus, ma non serve che mi difendi tu. - ribatté il Saint imbronciandosi ancor di più.
Aquarius si fermò in piedi accanto a lui e gli posò una mano su una spalla. - Su, non prendertela, qualunque cosa sia.

Here comes the rain again
Falling on my head like a memory
Falling on my head like a new emotion
I want to walk in the open wind
I want to talk like lovers do
I want to dive into your ocean
Is it raining with you

So baby talk to me like lovers do
Walk with me like lovers do
Talk to me like lovers do


Fino a quel momento la giornata era parsa bella e il sole aveva scaldato i giovani fin nelle ossa, dando l'oro la falsa impressione di una primavera anticipata. E in fondo le nuvole che si ammassarono improvvise sopra Atene avevano proprio l'aria di essere foriere di un temporale primaverile.
Un paio di tuoni precedettero il primo violento scroscio di pioggia. I cinque giovani Cavalieri, al riparo sotto il gazebo, non se ne preoccuparono, e Camus propose persino di trasformare le gocce in fiocchi di neve.
- Non provarci. - lo minacciò Shura - Sono troppo giovane per morire congelato!
- Come sei freddoloso! - lo presero in giro Aphrodite e Camus, i nordici della situazione. Ma i mediterranei Milo e Death Mask lo difesero.
- Guarda che non fa freddo! – tentò di convincerlo Aphrodite, uscendo e mettendosi a braccia spalancate sotto la pioggia.
- Torna dentro, cretino, o ti prenderai una polmonite, che coi capelli che ti ritrovi finirai per asciugarti domani.
Pisces rispose a Death Mask con una linguaccia e qualche passo indietro.
Milo rise ed iniziò a canticchiare - Singin’ in the rain, oooh, singin’ in the raaain! - prima di essere trascinato sotto la pioggia.
- No, ehi, no, Phro, non voglio bagnarmi… accidenti a te.
- Sembri un pulcino bagnato. Sei veramente adorabile. Verrebbe voglia di adottarti, sai?
Il più giovane si voltò disperato verso Camus.
- Chi era quello che si poteva difendere da solo? – lo prese in giro quest’ultimo.
Aphrodite intanto si era allontanato dal gazebo, camminando come se danzasse, e la sua figura sfuocata fra le gocce sembrava un’apparizione, un folletto o uno spirito delle piante.
- Vado a riprenderlo. – annunciò Death Mask imbronciato, mentre Milo se ne tornava al riparo.
Quando raggiunse Aphrodite dall’altra parte del giardino però fu preso per mano e trascinato in una folle giravolta. – Secondo me sei ubriaco.
- Sono solo di buon umore. È raro, ma succede anche questo. – ribatté Pisces con un sorriso che confermava le sue parole. Un sorriso e basta, non un ghigno o un sorrisetto ironico. Un sorriso felice. Il sorriso di uno che ha deciso, almeno per un giorno, di avere diciassette anni e di comportarsi da scemo, e di godersi la carezza della pioggia sulla pelle fregandosene del dopo e del fatto che gli si riducessero i capelli in uno stato pietoso.
- Io ribadisc- non fece in tempo nemmeno a terminare la parola che Aphrodite gli catturò le labbra costringendolo in un bacio tutto di lotta e di morsi, al quale Mask non poté e forse non volle sottrarsi.

The pen's in my hand
Ending unplanned

Feel the rain on your skin
No one else can feel it for you
Only you can let it in
No one else, no one else
Can speak the words on your lips
Drench yourself in words unspoken
Live your life with arms wide open
Today is where your book begins
The rest is still unwritten, yeah


Mentre Death Mask riconduceva sotto il gazebo un recalcitrante Aphrodite, arrivò correndo Aiolia. Il saggio ragazzo si era però munito di un ombrello prima di affrontare le sette rampe di scale che separavano la sua Casa dalla Dodicesima.
Era palese che Aiolia fosse venuto solo perché costretto da Milo.
Dopo aver affrontato insieme la battaglia contro i Titani e dopo essersi sostenuti a vicenda più volte, lui e Shura avevano raggiunto una guardinga pace. Avevano scelto, nonostante tutto, di essere amici oltre che compagni d'armi. Ma, come se avesse subodorato qualcosa degli inganni che infettavano il Santuario, Aiolia detestava trovarsi insieme a Death Mask e Aphrodite, e detestava constatare come, seppur sottilmente, Shura cambiasse atteggiamento in loro compagnia.
Ma in fondo quello era solo un compleanno ed era meglio trovarsi trascinato lì dalla minaccia di essere usato come un puntaspilli da Milo -cosa che l'altro faceva comunque ogni volta che si allenavano insieme- piuttosto che sapersi solo, come era stato per anni.
- Vedo che hai ripreso la pessima abitudine di girare senza armatura, Leo. - lo rimproverò bonariamente Camus.
- Sono le cattive compagnie che frequento. - rise Aiolia facendo un cenno verso Milo, e poi aggiunse con leggerezza: - Se verremo attaccati ci penserete voi a difendermi, no?
- Non esiste! - saltò su Aphrodite - Nessuno ha il diritto di scatenare guerre il giorno del mio compleanno! Dovrebbe essere vietato dalla convenzione di Ginevra!
- Come no! - lo prese in giro una voce dal timbro leggermente acuto ma deciso proveniente dalla scalinata inferiore - Sono certo che persino Ade interromperebbe la Guerra Sacra per te.
- Salve, Shaka. Sei qui solo per ricordarci che il nostro destino è la morte o pensi di poterti comportare da essere umano per qualche minuto? - rispose acidamente Pisces.
- Veramente io ero qui solo per farti gli auguri, ma se la mia presenza ti disturba...
Milo e Aiolia si scambiarono uno sguardo esasperato che sembrava dire: “Eccoli, si sono trovati, uno più permaloso dell'altro!”
Shaka però non ebbe il tempo di voltarsi perché fu spinto gentilmente in avanti da Mu.
- Ma guarda chi si vede! - esclamò Shura sorpreso.
- Sono tornato apposta dal Jamir per fare gli auguri a questo biondino. - si voltò verso Aphrodite - Buon compleanno!
Questi ridacchiò. - Be', sai che lungo viaggio! Ci hai messo tre o quattro nanosecondi a teletrasportarti qui?
- Tsk, prima sono passato a ricordare dell'augusta ricorrenza al qui presente Virgo, che altrimenti non se ne sarebbe nemmeno ricordato, e poi a svegliare il mio vicino di casa, che quando sono arrivato dormiva ancora della grossa.
Shaka mugugnò qualcosa sulle figuracce che gli faceva fare e Mu sbatté le lunghe ciglia con aria innocente. Un attimo dopo il cosmo splendente di Aldebaran domandò il permesso di passare.
- Ben svegliato. - lo prese in giro Mu.
Aldebaran lo ignorò e si diresse verso Aphrodite per fargli gli auguri.
Milo si guardò intorno e fece un rapido conto sulle dita. - Ehi, adesso ci siamo proprio tutti! Meglio del Crysos Synaghein!
- Certo. - rispose Phro con un sorriso soddisfatto - Perché la mia bellezza risplende più di tutte le armature d'oro insieme.
- Ma valà, cretino! - sbottò Death Mask spingendoselo via di dosso.
Aphrodite gli soffiò contro come un gatto bagnato e Shura intervenne ridendo: - Ma valà tu, Angelo, che fra noi sei quello che passa più tempo imbambolato a guardarlo!
Death ringhiò e sul suo indice si accese una pericolosa luminescenza viola. - Vuoi continuare questa discussione all'entrata dell'Ade?
  
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