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Autore: kianeko    10/03/2010    4 recensioni
Andare daccordo è davvero difficile, soprattutto per loro.
Scoprire l'altro e scoprire se stessi per la prima volta.
Due persone che per necessità impareranno a guardarsi a fondo.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Kojiro Hyuga/Mark, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Kojiro e Genzo: l'amore è complicato'
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Note: Primo esperimento di questo tipo! Chiedo venia!
Spero solo di non diventare prolissa con questa ff! ^_^
Odio dare i titoli ai capitoli (fosse per me darei solo numeri), quindi chiedo scusa!


Aprì gli occhi e si ritrovò a fissare il soffitto.
Dalla tapparella semi abbassata filtrava flebile il sole della nuova giornata che stava nascendo.
Non aveva molta voglia di chiedersi come sarebbe stata, voleva solo non rendersi conto troppo in fretta che quella era una nuova giornata.
Ultimamente le sue nuove giornate gli riservavano solo cose poco piacevoli.
Per cominciare quella mattina lo attendeva l’allenamento e non ne aveva proprio voglia.
Si era ritrovato più volte a pensare con disprezzo ai compagni in campo, come se fossero troppo felici per stare insieme a lui.
Era stanco e spossato, le vicende dell’ultimo periodo non erano state di certo favorevoli.
Prima suo padre che lo voleva assolutamente in patria, poi sua madre che dava man forte al marito.
Dopo che quei due idioti dei suoi fratelli si erano defilati alla grande dalle responsabilità, era rimasto solo lui a cui affidarsi.
Se non fosse stato per quella convocazione, non avrebbe mai messo piede fuori dalla Germania.
Quella terra fredda, come il suo clima, era ormai la sua casa. Gli piaceva sapere che lì era un semplice giocatore e non il figlio di suo padre.
Si trovava lì e si chiedeva come ci fosse finito. Non ricordava molto della notte prima a parte che erano finiti in quel posto.
Non il bar dove era abituato ad andare tutto lusso e mondanità, sembrava più un incrocio tra un locale per motociclisti ed un fight club.
Non era neanche certo che fosse un locale in fondo.
Sedie e tavoli messi alla rinfusa, musica per lo più metal e hard rock, tanto fumo di sigarette nell’aria e dulcis in fundo di cameriere nemmeno l’ombra.
Si girò a guardare il dispaly della radiosveglia e non si stupì poi molto dell’ora.
Aveva preso da tempo l’abitudine di svegliarsi presto e oramai lo faceva ancora prima che quell’aggeggio suonasse. La cosa non gli pesava affatto ma alcune volte lo trovava piuttosto fastidioso.
Aveva un pessimo sapore in bocca, la saliva impastata e per giunta una sete pazzesca, insomma i classici postumi di una sbronza.
Proprio quello che ci voleva in quel momento, se solo non fosse stato in ritiro.
Erano giorni che pensava che se avesse bevuto poi sarebbe stato meglio, solo che ora stava da schifo.
Il suo intento all’inizio era quello di scacciare via i pensieri, ma in fondo bere di più non gli era affatto dispiaciuto.
In mezzo al buonismo dei suoi compagni si sentiva una nota stonata e bere gli era sembrato un modo sufficientemente carino per farsi odiare.
Si portò un braccio sotto la nuca e si mise a pensare.
Com’era arrivato in camera da solo in quello stato?
La sua idea di fare la figura del coglione era sfumata.
Il Sig. Mikami non sarebbe andato su tutte le furie e quindi non sarebbe stato cacciato.
“Peccato!” pensò stizzito.
La testa tamburellava forte, e quell’insistente desiderio di ricordare non era certo una cosa piacevole in quelle condizioni.
Dopo aver varcato quella porta e dopo i primi 2 o 3 bicchieri cominciava ad essere tutto annebbiato.
Si ricordava di lui e di una figura conosciuta che però non riusciva a mettere a fuoco.
Era forse un compagno di squadra ficcanaso con un po’ di buon cuore?
No, sapeva per esperienza che in quello stato con lui ci volevano le palle quadrate ed i suoi compagni non davano affatto quell’impressione. A parte uno, ma erano lì insieme.
Sospirò stancamente.
Suo padre e le sue fisse lo avevano portato a quel punto.
Se solo lo avesse lasciato in pace non si sarebbe sentito così.
Era come se fosse stato sballottato nella tempesta in balia delle onde. Si sentiva inerme.
Voleva prendere a pugni tutto e tutti, se stesso compreso.
Si tirò su a sedere e un violento conato di vomito si fece sentire. Lo trattenne a stento e d’istinto si portò una mano alla bocca.
“Troppo veloce!” pensò tra se e se.
Dovette aspettare qualche secondo che tutto tornasse alla normalità prima di fare qualunque cosa.
Sapeva per esperienza che se non si fosse mosso più cautamente non sarebbe arrivato in bagno.
Stava iniziando a chiedersi quanto avesse bevuto per ridursi così, o forse avessero?
Già perché ieri sera a bere erano in due.
Non era poi così sicuro che fosse l’unico sbronzo, aveva la netta sensazione che anche lui ci avesse dato parecchio dentro.
Aveva iniziato a contare i suoi bicchieri più per distrarsi dai propri che per vero interesse.
Non gli importava di quello che faceva e di sicuro la cosa era reciproca.
C’era qualcosa di strano in lui, non era il solito.
Sembrava distante, perso in chissà che pensieri e quando si allenava sembrava che quasi trascinasse le gambe.
Voleva proprio vederlo quella mattina con i postumi della bevuta della scorsa notte in aggiunta ai problemi che aveva.
Si sarebbe divertito di certo nel vederlo annaspare.

Note di chiusura: Mi sono incartata con le virgolette dei dialoghi e dei pensieri! ^_^; Alla fine ce l'ho fatta!
   
 
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