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Autore: Starfantasy    11/03/2010    2 recensioni
La continuazione de "L'inizio delle missioni" - Ma cosa diavolo sta succedendo?... - si chiesero i due rimanendo interdetti di fronte allo spettacolo che si trovavano davanti: una luce aveva avvolto la ragazzina… - Sophie! - era la voce di Lok, seguito da Dante che lo bloccò per una spalla appena prima che potesse fondarsi sui due fratelli. - Ma cosa fai? La uccideranno! - ma non ricevette risposta. Il Cercatore stava osservando la scena a bocca aperta. I rumori che sentiva Sophie divennero ovattati e la vista sfocata. Riuscì a distinguere qualcuno che lottava davanti a lei, ma non sembravano Lok o Dante… era una figura femminile e… aveva… una spada… La ragazzina chiuse gli occhi e perse conoscenza.
Genere: Romantico, Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Fanfiction su Huntik'
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Salve a tutti!Sono di nuovo qui con una nuova ff su Huntik^^

Saprete come se la cava Zhalia nella base della Spirale di Sangue in Alaska, ma non sarà tutto... ci sarà anche un ritorno inaspettato e decisivo. Spero vi piaccia!


 

 

 

1^ Parte

 

 

 

Dante e la sua squadra erano tornati all’albergo subito dopo il decollo del jet di Zhalia. Dante era andato a dormire e aveva ordinato loro di fare altrettanto, ma Lok, Sophie e Cherit non ne avevano la minima intenzione. Si erano fermati a giocare a scacchi mentre parlavano della loro missione: avevano sentito che era arrivato Grier e che avrebbe preso parte al rito, quindi il tutto sarebbe stato ritardato di qualche giorno. Era una specie di incantesimo collettivo, un po’ come quello che Sophie aveva tanto invidiato a Zhalia. Sorrise pensando che in fondo la stava superando: Zhalia non avrebbe mai avuto la possibilità di fare parte a un rito come quello… subito si vergognò dei suoi pensieri. Spostò l’alfiere senza fare troppo caso a dove lo metteva, prima di accorgersi che aveva fatto scacco matto. In realtà neanche Lok si scompose molto per aver perso.

- Forse è ora di andare a dormire… - azzardò Cherit vedendo le facce degli amici.

- Non penso sia il sonno il nostro problema. – rispose Sophie sospirando con aria rassegnata.

- Ragazzi, so che tutto questo vi può sembrare una cosa troppo grossa per voi… in effetti per quanto la mia memoria sia affidabile non ho ricordo di nessun Cercatore giovane come voi che abbia preso parte ad un evento simile… anche perché alla vostra età i Cercatori sono ancora molto inesperti e fare una cosa del genere mette in serio pericolo la vita, basta un minimo errore e…

- Cherit, così non ci aiuti. Sappiamo quanto è rischioso. - intervenne Lok prima che il discorso andasse creare più danni di quanti già ce n’erano.

- Il punto a cui volevo arrivare è che voi non siete Cercatori come gli altri. La Fondazione ha ragione se vi vuole far partecipare al rito. I Cercatori che si assumono questo compito devono avere una grande forza di volontà, essere coraggiosi e intelligenti, oltre che ben allenati. Tu e Sophie, così come Dante, Grier e gli altri Cercatori che avete conosciuto durante gli allenamenti possedete queste ed altre qualità che vi faranno superare questa prova. Anche Zhalia le ha, ma per lei la Fondazione ha scelto una missione diversa, questa volta…

 

Zhalia era atterrata a New York verso le quattro del pomeriggio, come le era stato detto, e il signor Wilde l’aveva accompagnata in un viaggio in auto che era durato quasi dodici ore.

Alla fine avevano raggiunto una semplicissima villetta nascosta dalla neve nella gelida Alaska.

- Si goda le sue ultime ore da Zhalia Moon… non si sentirà chiamare così per un bel po’ di tempo, d’ora in poi! - le aveva detto l’uomo aprendo la porta d’ingresso di quella vecchia casa. Probabilmente la sua voleva essere una battuta, ma non la fece minimamente ridere. Entrò nella casa che sembrava essere più fredda dell’esterno e dietro di lei entrarono un gruppo di Cercatori della Fondazione, due uomini e tre donne, la “squadra” che l’avrebbe scortata fino alla base.

Non avrebbe dovuto sottovalutare la presenza del signor Wilde sul jet: non era stato zitto un attimo. Aveva continuato a raccontarle di tutto ciò che gli veniva in mente e non si sa come era passato dal parlare della sua missione al gusto del gelato alla crema. Era anche arrivato a sfiorare il discorso del suo passato, ma lei aveva prontamente deviato i suoi pensieri concentrandolo sulla sua casa in Alaska e sugli altri Cercatori che avrebbero incontrato. E si era trovata a parlare del riscaldamento che non funzionava, perciò avrebbero dovuto accendere il camino.

- Ma non si preoccupi, non la farò faticare: ci penseremo io e gli altri giovanotti. - non che a Zhalia fosse passato per la testa di andare a cercare legna. Aveva altro a cui pensare. Avere come unica compagnia il signor Wilde era peggio che avere Lok. Ed era difficile superare la sconfinata parlantina di quel ragazzino.

Salì le scale stringendosi nel cappotto. Avrebbe passato lì una sola notte, ma sarebbe stata una notte dura. Era sicura che il camino sarebbe rimasto spento. Entrò in quella che John Wilde le aveva indicato come la sua camera e si accorse con una smorfia incredula che la finestra era semiaperta e il tavolino sotto di essa era coperto di neve. Corse a chiuderla e si mise ad esaminare la stanza. Una scrivania coperta di neve, una sedia, un letto… un armadio. Lo aprì e tirò un sospiro di sollievo quando vide che era pieno di coperte. Quando ebbe preso un po’ di confidenza con il freddo pungente di quella stanza cominciò a rilassarsi ed aprì la valigia. Dentro c’erano una parrucca bionda, qualche vestito e altra roba utile, oltre al suo Olotomo e ai suoi Titani. I suoi Titani… non avrebbe potuto usarli tutti, altrimenti avrebbero capito chi era. Scelse Strix, Kilthane e Gareon, dal quale non si sarebbe mai separata. King Basilisk era un Titano raro, avrebbe attirato l’attenzione. L’Hoplite non le sarebbe servito a niente e non avrebbe assolutamente potuto usare Butterflying. Avrebbe chiesto alla Spirale di Sangue qualche Titano con la scusa che la Fondazione glieli aveva sottratti in un combattimento.

Ora non le restava che aspettare di entrare in scena.


Un ringraziamento speciale a Chiara_96!

   
 
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