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Autore: subaku no temari    12/03/2010    6 recensioni
In quella foresta la notte era tremenda. Le ombre degli alberi rischiarati dalla luna inquietante formavano ombre equivoche e dal aspetto spaventoso. Ogni tanto il verso di un gufo risuonava nel buio.
Maka si guardò in giro, ondulando i due codini. - Ecco la mia prima SoulxMaka...So di non essere bravissima ma voglio rendere omaggio a questa dolcissima coppia. La dedico alla mia Riko-chan che mi aiuta sempre ed ha la pazienza di venirmi dietro dietroXD Commentate!
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Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Maka Albarn, Soul Eater Evans
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Returnable Mamories

Returnable Memories.

 

 

Dedicate to Rikori.

 

 

 

 

1. When the Soul leaves the body.

 

In quella foresta la notte era tremenda.

Le ombre degli alberi rischiarati dalla luna inquietante formavano ombre equivoche e dal aspetto spaventoso.

Ogni tanto il verso di un gufo risuonava nel buio.

Maka si guardò in giro, ondulando i due codini.

 

"Tutte le anime 'cattive' si fanno vedere di notte... Non è affatto cool... Di notte ci si dovrebbe divertire.>"

Soul arricciò il naso con una punta di disapprovazione. Sempre missioni in notturna dovevano capitare.

Mai uno spirito che si manifestasse in qualche pub, o luogo degno dell'aggettivo 'Cool'.

 

Il fruscio delle foglie catturò l'attenzione della shukunin, che con uno scatto felino si girò scrutando il paesaggio dietro di lei.

"Guardami le spalle, Soul"

 

Lui aprì le braccia, in segno di protezione. Possibile che lei non aveva ancora capito la sua politica nei confronti del Suo artigiano.

A quanto pareva nonostante tutte le disavventure che avevano passato le idee di Maka non erano molto chiare.

"Ti proteggo a costo della vita, mi pare di avetelo già detto"

 

 

"Sì... Lo so" mormorò lei. Il fruscio si fece sempre più accentuato. Sentiva che ormai era il momento della battaglia.

"Soul." scostò lo sguardo smeraldino. Ormai era nella routine.

 

"Agli ordini." si leccò le labbra e con un balzo si trasformò nella fedele falce dalle dimensioni incredibili.

"Dove si trova?" chiese in seguito, sentendo la stretta salda della shukunin.

 

Maka socchiuse gli occhi, tentando di scrutare quella presenza negativa che riempiva l'area circostante.

"Di fronte a noi." si lanciò all'attacco colpendo i cespugli da cui proveniva il rumore.

 

In risposta, si sentì un mugugnare.

"Oh, Signorina! Non si colpiscono così le persone!" dal cespuglio sbucò fuori la testa di una donna dagli occhi rossi. I capelli erano vipere, dai cui denti colava veleno dal colore violaceo.

Si leccò le labbra, lasciando cadere qualche goccia di veleno per terra.

"Ma guarda... Un'anima di un artigiano... Mh! Chissà che sapore ha!" Si avventò contro di lei, rivelando anche il corpo che ricordava quello di un serpente.

 

Maka bloccò l'attacco col manico della falce.

Il contraccolpo la fece andare all'indietro, ma con prontezza di riflessi riuscì ad atterrare bene in piedi.

"È forte questa." Si mise in posizione d'attacco.

 

La voce di Soul risuonava dall'arma.

"Credi che potremmo farcela anche senza 'Cacciatrice di Streghe?' " gli occhi rossi cremisi guardavano Maka, intenta a studiare il nemico.

Non poteva permettere che si ferisse; e non era la prima volta che si trovava ad intervenire per salvarla, e di certo quella non sarebbe stata l'ultima.

Non riusciva proprio ad immaginarsi la pelle candida della shukunin sporca del proprio sangue, a terra, in fin di vita.

Scosse la testa. No. Non doveva avere certi pensieri. Con lei c'era lui, e non correva pericoli.

La vide annuire con decisione.

Non era il momento di rimuginare su cose di quel tipo.

 

La vista di Maka non riusciva a scorgere il nemico, ma la sua presenza era evidentissima. Poggiò un piede per terra girandosi agilmente di quarantacinque gradi.

La falciò con un colpo secco e deciso sporcando la lama della falce di un sangue dal colore violaceo come il colore del veleno.

Aprì un piccolo sorriso soddisfatto.

"Presa."

 

In un lampo Soul tornò normale per poter godere del pasto che lo stava aspettando.

Finalmente si mangiava!

Però c'era qualcosa di strano in quell' anima. Aveva un colore strano, azzurrino, e il corpo non era stato integrato nell'anima stessa.

Fece spallucce. In fondo era sempre un'anima, pensò Soul. Cosa sarebbe potuto succedere di brutto?

Era pur sempre il suo pasto, e Maka sapeva che era ghiottissimo di anime.

 

"Aspetta!" Maka gli prese il braccio prima che potesse inghiottire quella strana anima. Ma quella non era quella VERA della creatura.

Ora si spiegava il perchè dello strano colore e del fatto che il corpo non fosse scomparso in seguito al taglio con la falce.

"Questo è il risultato del suo 'pasto di anime'. È ancora viva" Prese velocemente la massa di anime azzurrine che Soul stava per ingerire;

ma non si accorsero dell'ombra che dietro le loro spalle si avvicinava furtiva e minacciosa.

Le mani lunghe ed affusolate diedero un colpo secco alle nuche dei due ragazzi tramortendoli sul momento.

Persi i sensi i corpi si accasciarono in modo pesante al suolo.

 

"Sembra che questo ragazzino significhi molto per te, bella signorina. I tuoi ricordi saranno gustosissimi! ♥ "

Prese Maka in braccio, caricandosela sulle spalle, lasciando che alcuni dei suoi amati serpenti tenessero 'compagnia' a Soul.

 

***

 

Il buio più totale circondava Soul.

La cicatrice gli doleva terribilmente. Come se mille aghi si fossero conficcati dentro quella ferita che dentro di sentiva ancora aperta.

Aprì gli occhi notando una luce a ciò che sembrava la 'cima' di quel tunnel che pareva infinito come l'oscurità circostante.

La schiena nuda era stesa su qualcosa di viscido che sembrava muoversi silenziosamente sotto la pallida pelle.

Gli occhi cremisi del ragazzo si concentrarono sull'inquietante presenza sinistra che gli scorreva addosso: viscidi e sfuggevoli serpenti correvano sotto la sua pelle, salendogli inesorabilmente sulle gambe, avvolgendolo totalmente.

 

"Soul." Una voce riecheggiò nel tunnel.

Non sembrava quella di Maka, e neanche quella di qualche suo conoscente.

Ma era un misto inquietanti di voci disperate che invocavano la giovane falce quasi in richiesta d'aiuto.

 

"Soul."

 

Spalancò gli occhi rossissimi, osservando il pallido soffitto bianco sporco illuminato malamente dalle luci al neon e da alcuni raggi di quel sole dal sorriso sadico.

Sbattè più volte le palpebre tentando di abituarsi alla luce accecante della stanza, quando la visuale gli fu coperta da un volto.

L'inconfondibile faccia piena di cicatrici di Stein, incorniciato dai sottili occhiali da vista e dalla inseparabile sigaretta.

Aprì un momento, la bocca ma non riuscì a dir nulla a causa del rumore della porta che con prepotenza sbatteva.

 

"Makaaaaaah! Dov'è la mia Maka!?" Spirit, entrato a razzo nella stanza, prese Soul per il colletto della maglia sbatacchiandolo a destra e a manca in modo ossessivo.

Nessuno poteva toccare la sua Maka! Neanche la sua buki! La cosa era più grave dato che ora era stata rapita senza che quello screanzato avesse potuto far niente!

Grande errore lasciare Maka con un tipo del genere, pensò Spirit.

Stein si girò con la sedia guardando stranito la sua ex-buki in modo alquanto enigmatico. Roteò gli occhi facendo un tiro alla sigaretta. Sempre la stessa storia ogni volta. Ma questa volta, invece, non c'era da abbassare la guardia.

 

"Calmati senpai." Con gesto fluido lo prese, liberando così Soul, facendolo sedere in un angolo buio della stanza per riflettere sulla sua esagerata reazione.

 

Soul con qualche sforzo si mise seduto, massaggiandosi le tempie che gli pulsavano dannatamente.

"Odio l'odore degli ospedali..." Bofonchiò guardando Stein che sorrideva quasi divertito dalla punizione che aveva dato a Spirit che, spostando un momento lo sguardo, era avvolto da un triste alone di depressione.

Certo che quel tizio era proprio strano. Soul si grattò la nuca un po' perplesso. Tante volte Soul si era chiesto se davvero Deathscythe e Maka fossero SUL SERIO parenti. E per di più padre e figlia. Era un enigma a cui non era ancora venuto a capo.

 

Stein guardò Spirit con fare quasi pietosa.

Non valeva la pena prestare attenzione ad una scena del genere; così si avvicinò con la sedia sino ad arrivare al letto dove Soul lo guardava interrogativo.

Gli concesse uno sguardo affranto. Povero ragazzo. Perdere la propria shukunin senza poter fare niente.

Gli occhi rossi della buki scrutavano la stanza sperando di poter vedere quei codini biondo cenere avvicinarsi in modo sinuoso ondulando sulle spalle; gli occhi smeraldini fissarlo con uno sguardo di disappunto.

Ma così non fu. Non c'era da nessuna parte.

Sospirando unì le mani in modo nervoso cominciando a girarsi i pollici.

 

Stein massaggiò il mento solcato dalle cicatrici spegnendo, con un gesto fluido, la sigaretta sotto la suola della scarpa nera.

Come dirglielo? Non era certo una cosa facile. Soprattuto se i suoi occhi rossi di solito sempre forti, ora aspettavano con impazienza il ritorno della dolce ragazza dagli occhi verdissimi.

Prese un bel respiro elaborando mentalmente la frase.

"Maka è stata rapita da Kuro Orochi. Mangia anime di essere umani per alimentare i suoi serpenti portatori di un potentissimo veleno" Poggiò il mento sullo schienale con fare pensieroso.

"È una fortuna che il Sangue Nero ti abbia aiutato ad espellere tutte le tossine che conteneva quel veleno" Con fare scocciato lasciò vagare lo sguardo altrove per tutta la grandezza della stanza evitando gli occhi cremisi di Soul che erano in cerca di spiegazioni.

 

"Kuro chi?" Chiese a mezza voce mentre le mani rosse stringevano nervosamente le lenzuola bianchissime che puzzavano dell'odore pungente del disinfettante.

Sospirò. Come poteva essere tanto sconsiderato da farsi tramortire in quel modo tanto stupido. Si portò le mani nei capelli bianchi quasi tirandoseli. Che stupido!

Come? Come!? Come aveva potuto!

Si lasciò andare allo schienale del letto chiudendo gli occhi per non perdere il controllo e lanciarsi in azioni sconsiderate.

"Dove si trova?"

 

Stein si mosse ancora con la sedia arrivando alla finestra guardando i raggi che picchiettavano dispettosi sulle teste degli abitanti di Death City.

Scrollò il capo tentando di ricordarsi l'ubicazione esatta.

"Lasciami pensare."

 

Il silenzio era estenuante, e sentiva la tensione montare sempre di più nel suo corpo.

Il poteva sbrigarsi quell'inutile ammasso di pelle a mettere in moto il cervello. Probabilmente lo faceva apposta. Sì era così!

Bastardo di un Stein. Un giorno gliel'avrebbe fatta sicuramente pagare!

Soul si sentì morire; il cuore rallentava sempre di più come se volesse fermarsi e lasciarlo lì, a crepare. La stretta sulle coperte si fece più serrata e la mascella s'irrigidiva.

Stava superando il limite della pazienza della buki, il quale era già molto basso.

 

Stein frugò nelle tasche, prendendo l'ennesima sigaretta della giornata e accendendola. Il fumo lo calmava e lo aiutava a pensare. Doveva anche sbrigarsi dato che vedeva Soul impaziente.

"Mh...Se non erro, l'ultima volta che sono uscito con lei abitava nella foresta sottoterra. Un posticino tranquillo ma brulicava di serpenti." Annuì convito portando l'indice e il pollice al mento.

 

Soul scosse la testa.

Possibile che quello screanzato non riusciva ad essere serio neanche in situazioni come quelle dove la SUA shukunin era stata rapita.

"E come diavolo si è trovato a casa sua?" Soul alzò un sopracciglio, irritandosi non poco. Forse, però, era meglio se quella domanda non gliela poneva.

Sicuramente avrebbe tirato fuori qualche aneddoto noioso da far venire il latte alle ginocchia.

Quel dannato di Stein. Ma gli sembrava il momento di parlare delle sue vecchie fiamme!

 

Lo vide spostarsi con un colpo di tallone e avvicinarsi con tutto il "veicolo" al letto, facendo un tiro alla sigaretta.

"Provammo ad uscire insieme ma...Disse che per essere ufficiamente il suo ragazzo doveva iniettare il suo veleno dentro di me. A quel punto ho rifiutato. Ah, che bei ricordi."

Sospirò quasi si trattasse di uno dei più bei momenti della sua vita.

La pazienza di Soul era esaurita. ora basta! Doveva trovare un modo per arrivare a Maka. Prese la camicia di Stein tirandolo verso di con rabbia.

 

"Basta con gli scherzi. Voglio sapere dov'è Maka."

  
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