Che cos’è questa roba?

Sono…mh…cinque drabble, ognuna di 110 parole precise, più una flashfic finale; i prompt sono all’inizio di ogni pezzo, e…beh, per la prima volta da tanto tempo, torno a scrivere qualcosa per me stessa. È un utile esercizio, per riabituarsi a fare qualcosa di cui ho perso il sapore, la pienezza, la moltezza.

Sì, sono pesantemente in fase Cappellaio Matto/Stregatto.

Amo quel gatto. Seriamente.

Va beh, dopo questo piccolo excursus, vi lascio ai miei lavori. Un commentino è sempre gradito, non vi si anchilosano le dita a scrivere due righe per dire che il lavoro che avete appena letto vi è piaciuto oppure no ^________^

Love you all.

B

 

 

Prompt: Londra

Londra: capitale del mondo.

Sorrido, guardandomi intorno, sentendo i polmoni riempirsi del profumo di questa città cosmopolita, gli occhi bearsi di ogni singolo dettaglio di quel mondo a sé stante, eppure raccordo di migliaia e migliaia di strade diverse.

Perché tutto porta a Londra, alla fine…e quando si è stanchi di Londra, si è stanchi della vita.

-Starbucks!- l’urlo di gioia di un’amica caffeinomane mi riporta alla realtà, riscuotendomi dal mio stato di torpore e di assoluto innamoramento di questa città.

Mi volto verso di lei, vedendo i chiari segni di una grave astinenza da caffeina nel suo viso, nei suoi occhioni lucidi. Sorrido ancora, incredibilmente serena.

-E Starbucks sia.-

 

 

Prompt: Terzo Incomodo

Sono io la prima a entrare. Sono la prima a rendersi conto della temperatura che cala improvvisamente nel locale, quando la mia accompagnatrice – nonché mia adorata migliore amica – s’irrigidisce di botto, nell’incontrare due terribilmente splendidi occhi neri che si spostano di scatto su di noi, alla nostra entrata.

-Ben.- sussurra soltanto, ed io non posso che sentirmi un po’ morire dentro.

Versione telegrafica: Ben, la mia amica, storia finita male.

E io, che cosa c’entro?

Io, sono quella cogliona che se n’è rimasta in disparte, perdendo l’occasione di amare colui mi ha rubato l’anima. Un nome: Benjamin Thomas Barnes.

 

 

Prompt: Decisione

-Non m’interessa più.- quanto vorrei poterle credere.

Improvvisamente, è lui a passarci accanto, decisissimo ad uscire. Rabbrividisco, quando quelle iridi trapassanti, nere come l’inchiostro, si fissano insistentemente su di me.

-Adesso basta.- mi piazzo di fronte a lui, ignorando il cuore che s’incrina nel petto.

-Cioè?- mi chiede, la mia anima freme al suono della sua voce bassa, calda, sensuale.

Premo le mani sul suo petto, quando fa di nuovo per uscire. La mia amica, mi guarda strabiliata, ed anche Ben mi sembra alquanto sorpreso…ma sogghigna, una luce strana negli occhi scuri.

Mi sono stufata, di non poter nemmeno restare nella stessa stanza di lui, se c’è lei. Lasciatemi sognare e sopportare in silenzio, almeno.

-Adesso, mettiamo le cose a posto.-

 

 

Prompt: Sorpresa

-E’ stata lei a lasciarmi.- non ci posso credere.

Io, sono qui, a parlare completamente da sola con Benjamin Barnes.

Io, la migliore amica di suo fratello.

Io, che da circa due anni lo guardo da lontano, sognandolo, soffrendo come una bestia in gabbia quando ha cominciato ad interessarsi alla mia migliore amica.

Io, che per la sua felicità, ho rinunciato anche solo alla speranza di amarlo.

-Ti prego, non dire nulla.- mi fa, quando provo a dire qualcosa – qualsiasi cosa che possa confortarlo, lenire, almeno un po’, la solitudine di quei due meravigliosi pezzi di universo che mi guardano imploranti.

Ed improvvisamente, senza che possa fare nulla, mi abbraccia.

 

 

Prompt: Sensazioni

Il suo corpo è caldo a contatto con il mio. Caldo, morbido, sicuro.

Il suo profumo è leggero, eppure allo stesso tempo intenso, prepotente; mi ricorda l’aroma del caffè, ma allo stesso tempo della cannella, quando la sua gola si ritrova a non più di qualche millimetro dal mio volto.

È tutto assurdo, è tutto sbagliato…ma non m’interessa.

Tremante, cingo quei fianchi snelli e morbidi con le braccia, sentendo la sua pelle bollente attraverso la camicia corvina, la mia guancia che si preme su quel collo perfetto e proibito.

Avverto il suo respiro, sulla spalla. Rabbrividisco, violentemente.

Fra le braccia che mi stringono, sotto queste mani affusolate, io potrei morire.

 

 

Prompt: Sogno

Mesi dopo.

Un letto, due amanti, la luce fragrante del sole che filtra attraverso le veneziane abbassate.

Un sogno che si avvera.

-Ho ottenuto quello che desideravo, con quell’abbraccio…- le sue labbra sono sulla mia gola nuda, rapendo il battito forsennato nella mia giugulare.

-E cosa desideravi?- mormoro, gli occhi chiusi, le dita fredde che vagano sulla sua schiena, accarezzandolo.

-Te.- al mio sussulto mi morde, delicatamente, prima di guardarmi nuovamente in volto. I suoi occhi, nei miei, ardono. -I tuoi occhi, la tua pelle, le tue labbra…il tuo respiro…- le sue labbra si posano sulle mie, soffici e calde come so di adorarle, lasciando una scia di baci che dalla mia bocca scende sulla linea del mento, sul collo, fino alla pelle nuda che racchiude il mio cuore impazzito. -Il tuo cuore, e la tua anima.-

-E’ tuo.- sospiro, la testa abbandonata sul cuscino, gli occhi chiusi, le dita intrecciate ai suoi capelli. -È tutto tuo, ti è sempre appartenuto.-

-Lo so.- annuisce, il suo respiro caldo che accarezza il mio corpo. -Ma ho dovuto darti lo stesso, per ottenerlo…- sorride, lasciando scivolare le mani sotto la mia schiena, ribaltandomi con dolcezza sopra di sé.

Rido, posando le mani sulle sue guance e baciandolo dolcemente sulla fronte

-E’ un modo terribilmente romantico per dirmi che mi ami?- sussurro, guardando quegli occhioni neri in cui, ora, riesco a vedere il riflesso di me stessa.

Sorride; quel sorriso furbo, malandrino, che adoro.

-Oh, sì.-