Ed aprì gli occhi il Faust dannato
E i chiese dove in quel momento si trovasse
E si rese conto di dove era precipitato
E del perché tutto in torno a lui bruciasse
Era un luogo luminoso e oscuro egualmente
Un luogo dove perennemente era caldo inverno
E dove fiamme alte bruciavano continuamente
Era nell’oblio, era all’Inferno.
Si alzò e vide un gruppo di anime unite tra di loro
Mentre demoni infernali li frustavano urlando
E cantavano i dannati uniti in un coro
Di desolazione, questo andavano cantando :
Vita dannata,
eternità bruciata
Siamo tutti perduti
Nell’abisso dannato caduti
Fruste di fuoco ci lacerano la pelle
Per l’eternità, per l’eternità
E mai più i nostri occhi vedranno le stelle
Per l’eternità,per l’eternità
Vita dannata,
eternità bruciata
Siamo tutti perduti
Nell’abisso dannato caduti
Eterna fame senza cibo, fiumi di latte senza sete
Per l’eternità, per l’eternità
E viaggi infiniti senza mete
Per l’eternità, per l’eternità
Vita dannata,
eternità bruciata
Siamo tutti perduti
Nell’abisso dannato caduti
E un poco di pena, di profonda pietà
Provava egli per quelle povere figure
Ma poi si ricordò che ora anche per lui era cattività
E fu scosso da mille paure
Stette immobile dietro un pilastro
Con l’illusione di non essere trovato
Dal terribile e nero Maestro
Povero stolto!Questi di sicuro l’avrebbe trovato.
Infatti sentì il cavaliere dei passi
Si voltò lentamente e guardò
Con le braccia aperte camminare tra i sassi
Avvicinarsi Egli che lo salutò
“Amico mio, ma che gentile!
Neanche il disturbo di venirti a prendere mi hai dato!
Hai visto che posto magnifico?Come un infuocato fienile
Lo sappiamo tutti e due, non ti ha il fuoco da sempre attirato?
Così bello e maestoso,
da lasciarti impietrito senza saper che fare
Eppure così pericoloso
Che se lo tocchi ti farai un gran male”
E detto questo la mano in una fiamma buttò
E cominciò ad urlare di dolore
Poi però sorridendo la mano perfettamente normale ritirò
E cominciò a ridere con una risata venuta dal cuore
“Sulla terra sarai anche stato un potente
E su molte terre del tuo passaggio avrai lasciato il segno
Ma qui non sei che un perdente
Perché questo è il mio regno
Sento che un brivido che ti attraversa la schiena,
Lo sai quello che sto per fare?
Sto per darti la tua pena
Che per sempre ti dovrà consumare”
E cadde in vortice insieme all’angelo dannato
Piombò su un terreno pietroso e duro
Dove vide un drago addormentato
Enorme,, potente, di un colore scuro
“Che tu non me ne voglia per questo giochetto
Costui è il Drago Infernale
Ed è anche il mio modo prediletto
Per le mie anime tormentare
Vai ora, sei un cavaliere
Non fate anche questo, voi altri?
Vai e metti in pratica il tuo mestiere
Dimostra come i cavalieri siano scaltri”
Detto questo il Diavolo sparì
Lasciandolo solo con il Drago addormentato
Ma voltatosi, l’eroe inorridì
Notando che il Drago si era svegliato
Cominciò la battaglia con la belva affamata
Che sputava fuoco ardendolo
Urlava di dolore allora e bramava la fine già arrivata
Per cui il drago lo coceva, ma mai uccidendolo
Scansò una fiammata e di rabbia il Drago fece uno strido
Con un colpo di spada l’eroe e sperò di averlo ucciso
Ma soltanto di dolore fu del Drago il grido
Un grido che sentirono anche gli angeli del Paradiso
Così questa assurda battaglia si apprestò a continuare
Tra ferite da una parte e dall’altra della scacchiera
E mai sembrava che volesse terminare
Come in un sogno,in una realtà che non è vera
Passò molto tempo, quanto non so
Li giorni e notti erano uguali
E quando un minuto di pace tra i due si posò
Non poté che piangere l’eroe i propri mali
Ma ad un tratto il faccione del drago spuntò
Da dietro la pietra in cui egli era rifugiato
E la spada in gola il cavaliere gli piantò
Ed il drago cadde mortalmente accasciato
Titubante egli si avvicino al suo nemico
“Ti ho ucciso?” gli chiese sbalordito
“E cosa succederà ora?Io mi dico
Ora che così gravemente ti ho ferito?”
Parlò allora il drago stancamente
“Mai nessuno arrivò a questo punto fatale
ma sento di aver esaurito la mia pena qui, finalmente
ed ora ti prego finiscimi, sono solo un animale”
“Prima una cosa mi devi ascoltare
Vendetti l’anima al tuo Signore un giorno
Dimmi ora dove i contratti posso trovare
Così che dal Padre potrò far ritorno”
“Non solo dirtelo ti ci posso portare
Con le forza che mi è rimasta
Tanto poi al mio destino dovrò ritornare
Perché qua morire non posso, e la mia pena mai basta”
Salì allora il cavaliere sul dorso
Con un grande sforzo il drago si alzò in volo
Sulle teste dei diavoli fece il suo corso
Ed il viaggio pareva lunghissimo, come dall’equatore al polo
Arrivarono infine ad un lugubre castello
Con pietre e cancelli di color nero
Arrivarono ad una finestra ed entrarono in quello
Che doveva essere il magazzino del maniero.
Armadi stracolmi di cattivi atti
Torreggiavano sul nostri eroe impavido
A si gettò nel mucchio di contratti
Cercando il suo con fare avido
Cercò per ore con il drago di guardia alla porta
Lesse i nomi di chi come lui era stato ingannato
Lesse di pazzi desideri di ogni sorta
Finché anche il suo foglio venne trovato
Rilesse ciò che egli aveva desiderato
Della bella viva di lui soddisfatto
E provò ribrezzo per se stesso che era cascato
Nel tranello del diavolo che voleva pagato il riscatto
“Chiedo perdono per i miei atti passati
Chiedo pietà perché sono uno stolto
Chiedo che i miei misfatti siano cancellati
E che il nome di Dannato mi sia tolto”
E preso il foglio in mano
Tirò con tutta accecato dalla rabbia
Sperando di così diventar sano
Di poter fuggire da quella sua gabbia.
E si lacerò il contratto maledetto.