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Autore: BlackLuna    16/03/2010    0 recensioni
Medioevo, un cavaliere, di ritorno dopo lunghi anni di assenza, trova il castello in cui si trova la sua amata in uno stato di decandenza più totale. Il perchè è presto detto, la principessa è morta durante la sua assenza e la Corte si è disfatta, sotto il peso di un dolore che sembra non voler mai passare. Lo stesso cavaliere sarà prima distrutto dalla notizia, poi accecato dalla rabbia. Solo una voce nella notte sembra potergli restituire ciò che gli è stato rubato..ma chi è?
Genere: Romantico, Avventura, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Ed aprì gli occhi il Faust dannato

E i chiese dove in quel momento si trovasse

E si rese conto di dove era precipitato

E del perché tutto in torno a lui bruciasse

 

Era un luogo luminoso e oscuro egualmente

Un luogo dove perennemente era caldo inverno

E dove fiamme alte bruciavano continuamente

Era nell’oblio, era all’Inferno.

 

Si alzò e vide un gruppo di anime unite tra di loro

Mentre demoni infernali li frustavano urlando

E cantavano i dannati uniti in un coro

Di desolazione, questo andavano cantando :

 

 

 

Vita dannata,

eternità bruciata

Siamo tutti perduti

Nell’abisso dannato caduti

 

Fruste di fuoco ci lacerano la pelle

Per l’eternità, per l’eternità

E mai più i nostri occhi vedranno le stelle

Per l’eternità,per l’eternità

 

Vita dannata,

eternità bruciata

Siamo tutti perduti

Nell’abisso dannato caduti

 

Eterna fame senza cibo, fiumi di latte senza sete

Per l’eternità, per l’eternità

E viaggi infiniti senza mete

Per l’eternità, per l’eternità

 

Vita dannata,

eternità bruciata

Siamo tutti perduti

Nell’abisso dannato caduti

 

E un poco di pena, di profonda pietà

Provava egli per quelle povere figure

Ma poi si ricordò che ora anche per lui era cattività

E fu scosso da mille paure

 

Stette immobile dietro un pilastro

Con l’illusione di non essere trovato

Dal terribile e nero Maestro

Povero stolto!Questi di sicuro l’avrebbe trovato.

 

Infatti sentì il cavaliere dei passi

Si voltò lentamente e guardò

Con le braccia aperte camminare tra i sassi

Avvicinarsi Egli che lo salutò

 

Amico mio, ma che gentile!

Neanche il disturbo di venirti a prendere mi hai dato!

Hai visto che posto magnifico?Come un infuocato fienile

Lo sappiamo tutti e due, non ti ha il fuoco da sempre attirato?

 

Così bello e maestoso,

da lasciarti impietrito senza saper che fare

Eppure così pericoloso

Che se lo tocchi ti farai un gran male”

 

E detto questo la mano in una fiamma buttò

E cominciò ad urlare di dolore

Poi però sorridendo la mano perfettamente normale ritirò

E cominciò a ridere con una risata venuta dal cuore

 

Sulla terra sarai anche stato un potente

E su molte terre del tuo passaggio avrai lasciato il segno

Ma qui non sei che un perdente

Perché questo è il mio regno

 

Sento che un brivido che ti attraversa la schiena,

Lo sai quello che sto per fare?

Sto per darti la tua pena

Che per sempre ti dovrà consumare”

 

E cadde in vortice insieme all’angelo dannato

Piombò su un terreno pietroso e duro

Dove vide un drago addormentato

Enorme,, potente, di un colore scuro

 

“Che tu non me ne voglia per questo giochetto

Costui è il Drago Infernale

Ed è anche il mio modo prediletto

Per le mie anime tormentare

 

Vai ora, sei un cavaliere

Non fate anche questo, voi altri?

Vai e metti in pratica il tuo mestiere

Dimostra come i cavalieri siano scaltri”

 

Detto questo il Diavolo sparì

Lasciandolo solo con il Drago addormentato

Ma voltatosi, l’eroe inorridì

Notando che il Drago si era svegliato

 

Cominciò la battaglia con la belva affamata

Che sputava fuoco ardendolo

Urlava di dolore allora e bramava la fine già arrivata

Per cui il drago lo coceva, ma mai uccidendolo

 

Scansò una fiammata e di rabbia il Drago fece uno strido

 Con un colpo di spada l’eroe e sperò di averlo ucciso

Ma soltanto di dolore fu del Drago il grido

Un grido che sentirono anche gli angeli del Paradiso

 

Così questa assurda battaglia si apprestò a continuare

Tra ferite da una parte e dall’altra della scacchiera

E mai sembrava che volesse terminare

Come in un sogno,in una realtà che non è vera

 

Passò molto tempo, quanto non so

Li giorni e notti erano uguali

E quando un minuto di pace tra i due si posò

Non poté che piangere l’eroe i propri mali

 

Ma ad un tratto il faccione del drago spuntò

Da dietro la pietra in cui egli era rifugiato

E la spada in gola il cavaliere gli piantò

Ed il drago cadde mortalmente accasciato

 

Titubante egli si avvicino al suo nemico

“Ti ho ucciso?” gli chiese sbalordito

“E cosa succederà ora?Io mi dico

Ora che così gravemente ti ho ferito?”

 

Parlò allora il drago stancamente

“Mai nessuno arrivò a questo punto fatale

ma sento di aver esaurito la mia pena qui, finalmente

ed ora ti prego finiscimi, sono solo un animale”

 

“Prima una cosa mi devi ascoltare

Vendetti l’anima al tuo Signore un giorno

Dimmi ora dove i contratti posso trovare

Così che dal Padre potrò far ritorno”

 

“Non solo dirtelo ti ci posso portare

Con le forza che mi è rimasta

Tanto poi al mio destino dovrò ritornare

Perché qua morire non posso, e la mia pena mai basta”

 

Salì allora il cavaliere sul dorso

Con un grande sforzo il drago si alzò in volo

Sulle teste dei diavoli fece il suo corso

Ed il viaggio pareva lunghissimo, come dall’equatore al polo

 

Arrivarono infine ad un lugubre castello

Con pietre e cancelli di color nero

Arrivarono ad una finestra ed entrarono in quello

Che doveva essere il magazzino del maniero.

 

Armadi stracolmi di cattivi atti

Torreggiavano sul nostri eroe impavido

A si gettò nel mucchio di contratti

Cercando il suo con fare avido

 

Cercò per ore con il drago di guardia alla porta

Lesse i nomi di chi come lui era stato ingannato

Lesse di pazzi  desideri di ogni sorta

Finché anche il suo foglio venne trovato

 

 

Rilesse ciò che egli aveva desiderato

Della bella viva di lui soddisfatto

E provò ribrezzo per se stesso che era cascato

Nel tranello del diavolo che voleva pagato il riscatto

 

“Chiedo perdono per i miei atti passati

Chiedo pietà perché sono uno stolto

Chiedo che i miei misfatti siano cancellati

E che il nome di Dannato mi sia tolto”

 

E preso il foglio in mano

Tirò con tutta accecato dalla rabbia

Sperando di così diventar sano

Di poter fuggire da quella sua gabbia.

 

E si lacerò il contratto maledetto.

 

  
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