“Perfect, like a
marble statue. Cold. No choice, only obedience.”
(Anna Milton, Heaven
and Hell)
“No one knows
what it’s like
to feel these feelings
like I do, and I blame you!
No one bites back as hard
on their anger,
none of my pain and woe
can show through.”
(Behind Blue Eyes,
Limp Bizkit)
Il sole risplende, brillante e
caldo. Si immerge nelle limpide acque del fiumiciattolo, frantumandosi in un
arcobaleno di riflessi. Tutto intorno lo stormire del
vento fra le fronde, il canto sottile degli uccelli, il placido frinire degli
insetti. È un paradiso, il suo.
Ed eccolo lì, ai piedi di
un albero, cullato dalla tranquillità del paesaggio e dalla dolcezza del
pomeriggio.
“È questo che vuoi,
Dean?” chiedo, mostrandomi.
Solleva lo sguardo su di me,
sorpreso: “Jo?”
Scuoto la testa: “Sai chi
sono.”
Si rimette in
piedi, gli occhi improvvisamente duri: “Direi che la siesta finisce qui.
Che diavolo vuoi?”
Un sorriso mi tende le labbra:
“Sai anche questo.”
“E tu dovresti conoscere la
mia risposta” ribatte. “Immaginavo fossi tipo da biondine,
comunque” aggiunge, sprezzante.
“Intendi questa… mise?” domando, portando le
braccia ai fianchi e sporgendomi maggiormente verso di lui.
Fa un passo
indietro, disgustato: “Non toccarmi. Puoi assumere qualsiasi forma
tu voglia, continuerò a dirti di no.”
Getto la testa
all’indietro e comincio a ridere: “Credi voglia corromperti con
questo, Dean? Davvero?”
Muovo qualche passo in avanti,
intrappolandolo contro il vecchio tronco. Gli cingo le spalle e mi sollevo in
punta di piedi: “Volevo solo mostrarti il viso di un’altra persona
morta a causa della tua ostinazione” sussurro contro il suo orecchio.
“Va’ all’Inferno” sibila con astio, spingendomi via.
“Ci sono già stato,
un paio di volte.”
“Sì? Per il giorno di visite al fratellino?”
“Mancano
cinque giorni a Detroit, Dean. Sam
cederà” affermo, calmo.
Sbianca, ma riesce ugualmente a
sfoderare un ghigno di sfida: “Stai mentendo.”
“Perché
dovrei?”
“A parte
l’ovvio?” esclama, esasperato.
“Dovrei sentirmi
offeso” incomincio, gelido “ho avuto nelle mie mani la vita di tuo
fratello e non l’ho usata per farti pressioni, eri alla mia mercé
e non ho levato un dito contro di te. Potrei farti rimpiangere le torture di
Alastair, eppure lascio che l’accettarmi rimanga una tua scelta. Non
significa nulla per te?”
“Sì, che sei
più intelligente di tutti gli altri. Ti illudi però se pensi di
convincermi con quella maschera di integrità e quattro discorsetti sul
destino: so cosa sei, e non permetterò a te e
ai tuoi di manipolarmi ancora.”
“E cosa farai,
Dean?” domando, genuinamente curioso. “Sconfiggerai Lucifero?
Trascinerai nuovamente il suo culo all’Inferno?”
Resta in silenzio.
“Le battaglie non si
vincono solo col coraggio” insisto. “Conosci la storia di Ettore e
Achille?”
Ci pensa un istante: “Ho
visto il film…”
“E Achille trascinò
Ettore nella polvere. Il corpo dell’eroe troiano fu dilaniato dai cani e
straziato dagli avvoltoi, la sua città rasa al suolo, la sua famiglia
annientata: gli uomini non possono vincere gli dei, Dean…”
Scoppia a ridere e mi interrompo,
perplesso: “Lo trovi forse divertente?”
“Onestamente? Sì.
Nessuno ti ha mai raccontato la fine della storia, Mikey? Ettore morì,
ma Achille lo seguì subito dopo. Fu sufficiente una semplice freccia ad
ucciderlo, scagliata da Orlando Bloom per giunta…”
“Già, peccato che
questo non sia un film” dico, condiscendente.
Sorride ancora:
“Non commetterò il tuo sbaglio, Michael. Non volterò
le spalle a Sam e insieme ce la faremo. Dopotutto, è Paride a scoccare
il colpo vincente. Gli dei possono essere sconfitti, e lo scoprirai presto.”
Lascio che si svegli, ormai a
corto di argomentazioni.
Osservo il suo sogno svanire: il
sole si oscura, l’acqua si cristallizza, finché questo piccolo
universo non collassa su se stesso. Una scenografia che probabilmente non
verrà mai riutilizzata.
Resto in questo spazio ormai
vuoto, per qualche motivo turbato. Non è stata la sua sicurezza a
colpirmi. So riconoscere la superbia e quella di Dean non è che una
semplice facciata: cercava di convincere tanto me quanto
se stesso.
Il problema è un altro:
quel ragazzo si fida nuovamente del fratello. È andato oltre il suo
tradimento, sicuro che non riaccadrà. Com’è possibile? Da
dove nasce una simile certezza?
Ero sempre stato convinto che
Dean e Sam fossero le nostre controparti umane, specchi esatti della nostra
condizione. Non è così, mi sbagliavo. La verità è
che io non riesco a perdonare Helel, non posso. Il suo abbandono mi ha lasciato
con un vuoto talmente grande che neppure la luce di nostro padre è stata
in grado di colmare. Mi ha fatto conoscere il dolore e la rabbia, il desiderio
e il rimpianto. Non sarò caduto, ma sono sporco quanto lui. Forse di
più.
Voglio eliminare mio fratello,
sperando di mondare il mio spirito. Desidero annientarlo per strappare via con
lui tutte le emozioni che non mi è concesso provare.
Questo mi rende un mostro?
Probabilmente sì, ma non importa. Presto sarà tutto finito:
aiuterò Ettore a vincere e tornerò la splendida statua che ero un
tempo.