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Autore: Arial    17/03/2010    4 recensioni
“Conosci la storia di Ettore e Achille?”. Michael e Dean si incontrano nuovamente, in sogno. Riuscirà l'Arcangelo a strappare il suo consenso?
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Michael
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Quinta stagione
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“Perfect, like a marble statue

 

“Perfect, like a marble statue. Cold. No choice, only obedience.

(Anna Milton, Heaven and Hell)

 

 

“No one knows what it’s like
to feel these feelings
like I do, and I blame you!
No one bites back as hard
on their anger,
none of my pain and woe
can show through
.

(Behind Blue Eyes, Limp Bizkit)

 

 

 

Il sole risplende, brillante e caldo. Si immerge nelle limpide acque del fiumiciattolo, frantumandosi in un arcobaleno di riflessi. Tutto intorno lo stormire del vento fra le fronde, il canto sottile degli uccelli, il placido frinire degli insetti. È un paradiso, il suo.

Ed eccolo lì, ai piedi di un albero, cullato dalla tranquillità del paesaggio e dalla dolcezza del pomeriggio.

“È questo che vuoi, Dean?” chiedo, mostrandomi.

Solleva lo sguardo su di me, sorpreso: “Jo?”

Scuoto la testa: “Sai chi sono.”

Si rimette in piedi, gli occhi improvvisamente duri: “Direi che la siesta finisce qui. Che diavolo vuoi?”

Un sorriso mi tende le labbra: “Sai anche questo.”

“E tu dovresti conoscere la mia risposta” ribatte. “Immaginavo fossi tipo da biondine, comunque” aggiunge, sprezzante.

“Intendi questa… mise?” domando, portando le braccia ai fianchi e sporgendomi maggiormente verso di lui.

Fa un passo indietro, disgustato: “Non toccarmi. Puoi assumere qualsiasi forma tu voglia, continuerò a dirti di no.

Getto la testa all’indietro e comincio a ridere: “Credi voglia corromperti con questo, Dean? Davvero?”

Muovo qualche passo in avanti, intrappolandolo contro il vecchio tronco. Gli cingo le spalle e mi sollevo in punta di piedi: “Volevo solo mostrarti il viso di un’altra persona morta a causa della tua ostinazione” sussurro contro il suo orecchio.

“Va’ all’Inferno” sibila con astio, spingendomi via.

“Ci sono già stato, un paio di volte.”

“Sì? Per il giorno di visite al fratellino?”

“Mancano cinque giorni a Detroit, Dean. Sam cederà” affermo, calmo.

Sbianca, ma riesce ugualmente a sfoderare un ghigno di sfida: “Stai mentendo.”

“Perché dovrei?”

“A parte l’ovvio?” esclama, esasperato.

“Dovrei sentirmi offeso” incomincio, gelido “ho avuto nelle mie mani la vita di tuo fratello e non l’ho usata per farti pressioni, eri alla mia mercé e non ho levato un dito contro di te. Potrei farti rimpiangere le torture di Alastair, eppure lascio che l’accettarmi rimanga una tua scelta. Non significa nulla per te?”

“Sì, che sei più intelligente di tutti gli altri. Ti illudi però se pensi di convincermi con quella maschera di integrità e quattro discorsetti sul destino: so cosa sei, e non permetterò a te e ai tuoi di manipolarmi ancora.”

“E cosa farai, Dean?” domando, genuinamente curioso. “Sconfiggerai Lucifero? Trascinerai nuovamente il suo culo all’Inferno?

Resta in silenzio.

“Le battaglie non si vincono solo col coraggio” insisto. “Conosci la storia di Ettore e Achille?”

Ci pensa un istante: “Ho visto il film…”

“E Achille trascinò Ettore nella polvere. Il corpo dell’eroe troiano fu dilaniato dai cani e straziato dagli avvoltoi, la sua città rasa al suolo, la sua famiglia annientata: gli uomini non possono vincere gli dei, Dean…

Scoppia a ridere e mi interrompo, perplesso: “Lo trovi forse divertente?”

“Onestamente? Sì. Nessuno ti ha mai raccontato la fine della storia, Mikey? Ettore morì, ma Achille lo seguì subito dopo. Fu sufficiente una semplice freccia ad ucciderlo, scagliata da Orlando Bloom per giunta…

“Già, peccato che questo non sia un film” dico, condiscendente.

Sorride ancora: “Non commetterò il tuo sbaglio, Michael. Non volterò le spalle a Sam e insieme ce la faremo. Dopotutto, è Paride a scoccare il colpo vincente. Gli dei possono essere sconfitti, e lo scoprirai presto.

Lascio che si svegli, ormai a corto di argomentazioni.

Osservo il suo sogno svanire: il sole si oscura, l’acqua si cristallizza, finché questo piccolo universo non collassa su se stesso. Una scenografia che probabilmente non verrà mai riutilizzata.

Resto in questo spazio ormai vuoto, per qualche motivo turbato. Non è stata la sua sicurezza a colpirmi. So riconoscere la superbia e quella di Dean non è che una semplice facciata: cercava di convincere tanto me quanto se stesso.

Il problema è un altro: quel ragazzo si fida nuovamente del fratello. È andato oltre il suo tradimento, sicuro che non riaccadrà. Com’è possibile? Da dove nasce una simile certezza?

Ero sempre stato convinto che Dean e Sam fossero le nostre controparti umane, specchi esatti della nostra condizione. Non è così, mi sbagliavo. La verità è che io non riesco a perdonare Helel, non posso. Il suo abbandono mi ha lasciato con un vuoto talmente grande che neppure la luce di nostro padre è stata in grado di colmare. Mi ha fatto conoscere il dolore e la rabbia, il desiderio e il rimpianto. Non sarò caduto, ma sono sporco quanto lui. Forse di più.

Voglio eliminare mio fratello, sperando di mondare il mio spirito. Desidero annientarlo per strappare via con lui tutte le emozioni che non mi è concesso provare.

Questo mi rende un mostro? Probabilmente sì, ma non importa. Presto sarà tutto finito: aiuterò Ettore a vincere e tornerò la splendida statua che ero un tempo.

 

   
 
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