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Autore: I Walk With Shadows    17/03/2010    5 recensioni
A quel punto Robert prese a guardare Ronnie, spaventato.
-Tu... tu e Max avete...?-.
-Shh, ma sei scemo? Sta zitto, idiota!-.
-Quindi tu e lui avete scopat... Oddio, Ronald!-.
Si portò le mani alla bocca e spalancò gli occhi.
-No, no, ti sbagli-.
-Mio... mio Dio!-.
Genere: Romantico, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Personaggi: Max Green , Ronnie Radke
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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M.G./R.R.



Max si guardava intorno.

Niente, niente era più noioso di una balia di persone mischiate in un tourbus a ballare Britney Spears, niente era più triste di culi che si scontravano e di baci rubati.

Si stava chiedendo ancora, dopotutto, chi l'aveva trascinato in quella fottuta festicciola.

L'avevano organizzata Emily e Saskia per festeggiare il fatto che il tour stesse andando bene. O forse per il fatto che stesse semplicemente andando, visto che con Ronnie i tour proprio non andavano.

Si fermavano circa alla seconda settimana perchè il cantante era stanco, fatto, ubriaco, e cadeva su Max dopo 5 minuti.

Si arrotolò un ciuffetto di capelli tra le dita, bevendo un goccio di birra dal bicchiere, e alzando gli occhi grigi al cielo.

Sorrise.

Ma dopotutto Ronnie era il suo migliore amico, no?

E per gli amici si fa tutto.

Avevano anche le felpe uguali. Solo le iniziali dietro cambiavano. Per esempio, Max, in questo momento aveva su la felpa nera con su la scritta verde “MG” e Ronnie, difficilmente rintracciabile nel casino della festa, avrebbe dovuto avere la “RR”.

Se non fosse per quelle iniziali, non saprebbero nemmeno distinguersi.

Si leccò le labbra, mentre sentì una mano appoggiarsi sulla sua spalla.

-Non vieni, Green?-.

Ronnie appoggiò la testa sulla sua spalla, strofinando il naso sul collo del più piccolo.

-Cosa fai?-.

-Naaah, niente-.

Si sedette al tavolo con lui, appoggiò i piedi sul ripiano e, sorridendo, fece andare la testa indietro.

-Allora, Ronald, ti diverti?-.

-Eh? No! Cristo santo, quelle cornacchie parlano sempre: scarpe, scarpe, te, me, io e te, possibili uscite a quattro, scarpe, il vestito della cubista, scarpe e scarpe. Mi sei mancato.-.

-Non mi piace stare in mezzo alla mischia, lo sai-.

-Lo so, lo so-.

Tolse improvvisamente le gambe dal tavolino, facendolo muovere.

Poi indicò con la mano tatuata le bottiglie di birra ancora piene.

-Ne hai anche un po' per il sottoscritto, Maxwell?-.


Ronnie era scomparso dalla vista umana.

Emily stava scavalcando qualche persona per vedere dove si fosse cacciato, ma nessuna traccia di lui. Si era volatilizzato, poco dopo aver detto 'Vado da Cucciolo' o qualcosa di simile. Stava parlando con Saskia, non lo stava ascoltando.

-Hai mica visto Ronnie?- Domandò all'amica, che era impegnata a prendere qualche drink iper-alcolico al bar.

-Uhm, sì, poco fa, quando era con noi, ma poi l'ho perso-.

-Dov'è?- Urlò Emily, con quel suo tono di voce stridulo che la caratterizzava.

-Sarà con Max. Oh, approposito, l'hai visto?-.

-No... Saranno su a ubriacarsi-.

-Io stavolta non li porto a letto con forza, ti avverto-.

-Idem-.


La stanza era un porcile.

Max ci dormiva dentro. Aveva perso il conto delle volte in cui Saskia era entrata e aveva urlato, iniziando a mettere a posto qualsiasi cosa le capitasse sotto il naso. Ma ehi, era Max Green, gli piaceva il disordine, lui adorava il disordine.

Aveva perso il conto anche delle volte in cui le aveva detto di togliere le sue manacce dalla sua stanza, ma inutilmente.

Lui non amava Saskia, per niente. Era stupido pensare che amasse una tale donna, certo, era bella, simpatica, e tutto, e l'aveva amata, ma Dio, ultimamente rompeva un po'. Un po' tanto.

Ronnie si attaccò alla bottiglia di birra con gran foga. Erano ubriachi fradici entrambi. Non sapevano neanche parlare, era un dono quello che avevano loro, quello di ubriacarsi come un russo alcolizzato in meno di quindici minuti.

Poi abbandonò la bottiglia di vetro verde sul pavimento, ruttando rumorosamente e accomodandosi meglio sul letto.

Max si abbandonò sulle sue coscie, appoggiandoci su la testa e ridendo. Quando si ubriacava, parlava, parlava, parlava e parlava. Ci voleva qualcosa di veramente forte, per interrompere le frasi del signor Green.

-Sì perchè voglio dire, alla fine le cose stanno così. Riflettendoci su sembra strano, ma è tutto vero, non trovi? So che le mie idee sono strane, ma questa cosa è interessante o sba...-.

-Fermati un attimo-.

-Cosa?-.

-Cucciolo, hai della schiuma sui mento-.

Max cercò di guardarsi il mento per vedere se era vero o se lo stava semplicemente prendendo per il culo.

-Aspetta, sta fermo- Continuò Radke, leccandosi il pollice -Faccio io-.

Trascinò il dito sul mento più volte, per poi fermarsi per un momento.

Max se ne accorse quasi all'istante, e iniziò a guardare il cantante negli occhi.

-Tutto bene?-.

-Sai Nano, non me ne ero mai accorto-.

-Di cosa?-.

-Ho voglia di baciarti-.

A quella frase chiunque sarebbe rimasto spaventato a morte, ma Max no. Max non era chiunque, e rimase a guardare negli occhi scuri del più grande.

Poi alzò la testa, si rimise in posizione eretta e continuò a fissarlo.

Sorrise, e si avvicinò a Ronnie, facendo sorridere anche lui.

-E allora, che aspetti?-.

Radke rise, e si poggiò delicatamente sulle sue labbra, come se avesse paura di fargli del male, e quando si accorse che il bacio veniva ricambiato, non ci pensò due volte, e approfondì, giocando con la lingua per qualche minuto.

Max infilò le dita nei suoi capelli lunghi, e lo spinse a sé, non credendo ancora a quello che stava succedendo. Sorrise, per poi spostare le mani dalla testa al tronco, infilandole nella maglietta e facendo dei grattini sulla schiena al più grande.

D'altro canto, Ronald non si fece pregare: si tolse velocemente la maglietta, stringendolo più forte a sé e gettando la maglietta nello stesso posto dove giaceva la felpa. Fece sdraiare il più piccolo e gli sfilò la t-shirt di dosso, buttandola sempre nello stesso posto.

-Non sai da quanto tempo era che volevo farlo-.

Gli slacciò i jeans, infilando la mano nei boxer di Max, che con un gemito lo spinse verso di sé.

Gli tolse anche quelli, prendendolo direttamente tra le mani.

-Tutta la notte, ti prego-.


Ronnie si svegliò.

Era stanco, e le voci della festa erano rimaste impresse profondamente nella sua testa, per non parlare della testa prossima all'esplosione, grazie alla Beck's.

Si rigirò nel letto, sussurrando due o tre bestemmie, quando vide un altra figura dormiente accanto a lui.

Alzò lo sguardo per scoprire con sorpresa Maxwell.

Era normale, dopotutto, le notti di sbornia si concludevano sempre nella camera di Max, a meno che Eily non tornasse a prenderlo trascinandolo nella camera accanto.

Ora c'era solo una cosa da capire: perchè era nudo?

C'era solo una spiegazione possibile, ma non poteva essere quella.

Non poteva essersi scopato il suo migliore amico, e poi, lui era vestito.

O almeno, l'ipotesi era che Max fosse vestito.

Per controllare, sbirciò sotto le coperte, scoprendo, ovviamente, che anche lui era vestito nello stesso modo.

Fu subito preso da uno spavento, e si alzò velocemente, rivestendosi e senza svegliare il più piccolo.

Si coprì i graffi sulle braccia con la felpa, e uscì rapidamente dalla stanza.

Si richiuse dietro la porta e ansimò.

-Oh, ciao Ronnie-.

Spaventato, si girò, scoprendo Robert e Bryan, con in mano due tazze di caffè, a guardarlo.

-Ciao, ragazzi- Disse, con un sospiro di sollievo -Come avete dormito?-.

-Male, ci avete dato dentro, stanotte, eh?-.

No, no, Dio, no...

-Cos'è, Emily si è finalmente decisa a dartela?-.

Ah, pensano... Uh, grazie a Dio.

-Ehi, ragazzi-.

Omar spuntò fuori, come al solito, dal nulla, in accappatoio e sorridente come non mai.

-Ciao, Ron. Ti ho visto poco fa che uscivi dalla camera di Max. Hai anche la sua felpa, in effetti. Vi siete ubriacati di nuovo, suppongo. Niente, vado, a dopo!-.

A quel punto Robert prese a guardare Ronnie, spaventato.

-Tu... tu e Max avete...?-.

-Shh, ma sei scemo? Sta zitto, idiota!-.

-Quindi tu e lui avete scopat... Oddio, Ronald!-.

Si portò le mani alla bocca e spalancò gli occhi.

-No, no, ti sbagli-.

-Mio... mio Dio!-.

-Ti ho detto che non è successo niente-.

-E com'è stato...?-.

I ricordi tornarono improvvisamente alla sera prima, a quel benessere interno che nessuno dei due aveva mai provato prima. Alla confusione che aveva portato Ronnie a prendere la felpa dell'altro inconsciamente per tenerlo con sé, e a quelle due parole che gli erano uscite dalla bocca.

Quel ti amo sfuggito dalle labbra di entrambi.

-Io... io lo amo, Rob. Più di ogni altra cosa-.


***Walks Angle.

Io mi odio.

So che ho finito così e voi mi odierete per tutta la vita. E' che mi piace finire le cose in un modo così... indefinito. In modo che il lettore, poi, si può immaginare quello che succede a suo piacere.

Grazie di aver letto, recensite, o morirete .-.

Bye,

Walks.

  
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