Mail Jeevas aveva sempre amato i videogiochi.

Fin da quando era bambino, lo aiutavano a isolarsi dal resto del mondo.

C' era però un problema: quando si attaccava ad un videogioco dimenticava tutto.

Mail era sempre educato e gentile, ed era legatissimo a sua madre, che era il suo unico punto di riferimento dopo la morte del padre.

Mail jeevas amava i videogiochi.

Ma non era assolutamente un tipo asociale. Era semplicemente ... timido, ma i pochi che riuscirono a scavalcare il muro che si era costruito davanti non poterono certo dire che Mail fosse una cattiva amicizia. Anzi, tutto il contrario. Era premuroso, gentile, e si preoccupava sempre per gli altri.

Mail amava i videogiochi.

Perchè dopo la morte della madre quelli erano l' unico ricordo che aveva del passato.

E quindi quando si ritrovò davanti alla grande porta di ferro della whammy's house teneva il suo fedele game boy in mano.

Era arrivato da pochi giorni, Mail, (anzi, Matt, nuovo nome affibbiatogli da un certo Roger, il preside dell’ istituto) quando si ritrovò coinvolto in una rissa. Matt non sapeva che fare, rimase immobile tra tutti quei ragazzi che si picchiavano. Ne notò uno, che picchiava con tutte le sue forze,ma non poté metterlo bene a fuoco perché un pugno lo fece cadere a terra.

Si risvegliò, ancora scombussolato, in una camera totalmente bianca.

"Dove sono?"

"In infermeria"

Matt si spaventò udendo quella voce. Non si aspettava certo che qualcuno rispondesse. Si voltò , riconoscendo il ragazzo che aveva notato prima. Era vestito completamente di nero, biondo con gli occhi azzurri. Matt lo trovò ... strano.

Non avrebbe mai potuto immaginare che quella sua stranezza l' avrebbe attratto così tanto.

"Tieni" la sua voce lo distolse da ogni pensiero. Il ragazzo gli stava porgendo il suo game boy, miracolosamente intatto.

"Grazie ..."

"Mello"

"Matt"

Visto che era la sua prima zuffa, ricevette solo un ammonimento.

Ne collezionò molti, di quegli ammonimenti. Sempre per causa di Mello.

Roger però non lo espulse mai, in fiondo era uno dei migliori dell' istituto, e non poteva perdere un elemento del genere.

Matt amava i videogiochi.

Ma da quel giorno non gli servivano più per stare solo.

L' aveva trovato, finalmente.

Un amico. Un amico vero.

26 gennaio 2010

"Corri Matt, corri corri ..." si ripeteva costantemente come una vecchia filastrocca.

"Non ci puoi rimanere secco , ritornerai a casa, in fondo ti manca ancora quella partita a super mario da finire ..."

Era incredibile, anche in quel momento non pensava ad altro che ai videogiochi. Forse non voleva pensare ad altro.

"Forza, Matt, Mello ti aspetta ... "

Mello ... Chissà come stava ...

Ah, Matt, non è il momento di pensare agli altri, adesso.

Devi pensare a salvarti.

Ma Matt non era bravo a pensare a se stesso.

" ... quindi dubito che spariate, con tutte le cose che vorrete sapere da m ..."

Matt , Matt .... Questo non è uno dei tuoi videogames.

Anzi, mettiamo che lo sia.

Non dovevi giocare.

Non questa volta .Vai Matt, vai da tua madre. La vedi? Ti sta aspettando ... Su, non essere triste, forse anche in paradiso ci saranno i tuoi amati videogames ...

***spazio autrice***

Beh, non è quello che si può definire un capolavoro, ma spero che abbiate apprezzato questa piccola storia.

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