Unica nota. I personaggi non sono miei ma di Himaruya. Io non ne traggo alcun profitto.
Prima di lasciarvi alla lettura voglio dedicare questa cosa ad una persona, sperando che l'accetti. Tu sai cosa voglio dirti. Non servono parole.





Molte volte, forse troppe, ho paura. Paura di perderti, di non poter mai più abbracciare il tuo corpo dopo aver fatto l’amore. Ed è in quei momenti che ti allontano, facendoti ancora più male. Ringrazio il cielo per averti qui, anche se ti faccio sempre del male con i miei silenzi e la mia freddezza, quando inizio a pensare troppo. Vorrei poter cambiare questo mio carattere, tirare fuori un coraggio che non ho. Ma poi mi accorgo che tu mi ami, che io ti amo, e non posso farci nulla. Sono calmo, pacato, mi impaurisco con nulla, non so tirare fuori gli attributi quando serve. Ma tu sì. Sempre. Mi hai sempre aiutato, ci sei sempre stato per me. Fin da quando eravamo bambini. E ora qui, al pianoforte, sento le note di Mozart scivolare, sfumare, per trasformarsi in un’altra melodia, dolce e amara allo stesso tempo. Una melodia nuova, che non è mai stata scritta da nessuno. E allora mi lascio trasportare dai ricordi, mentre sento che tu sei arrivato, trasportato qui da lei, immagino. Ti sento, sento la tua presenza dietro di me. Ti sento e sento questa musica. Questa è la nostra melodia e nasce da noi, dai nostri ricordi.
Poi si susseguono altre note, amare, tristi, egoiste, piene di rancore. Come quella volta che ti volli solo per me.
Altre note, dolci, delicate, amorevoli. La nostra prima volta. E altre note, dolci e poi amare. Tristi e poi allegre. In un sali e scendi delicato che ci porta nel nostro mondo, fatto di ricordi, che per quanto tristi, sono solo nostri.
Arriva la parte che vorrei poter cancellare. Note tristi, cupe, profonde. Quel mio tradimento, quello che più ti fece soffrire. E ora non ti sento più accanto a me. Vuoto. Ma sento che mi sei vicino. Non come prima ma sei seduto lì, alla mia destra, appoggiato alla gamba anteriore. Sei sempre stato lì, quando suonavo? Non mi hai mai voluto disturbare? Tu non disturbi, lo sai.
Te la dedico. Questa è la nostra canzone. E non avrà mai un padrone. Solo un nome che dovrà parlare di noi. Del nostro passato ma anche del nostro futuro. E non dimentichiamoci del presente.
Ecco. Quest’ultima nota risuona cristallina, pulita, pura. E anche tu lo capisci. E allora te ne stai zitto, finché lei non si spegne. E allora ti alzi e ti metti a cavalcioni su di me, asciugandomi le lacrime che non mi ero accorto di versare. Apro gli occhi e li fisso nei tuoi, verdi pascoli alpini.
- Danke.
Un sussurro e nient’altro. Lo sai, hai capito. E con un bacio, altrettanto sussurrato, ti ringrazio di essermi accanto, per tutto quello che hai fatto e stai facendo tutt’ora. Amandomi come la prima volta.


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