§ Present §
Si
rigirò le chiavi di casa fra le mani, prima di riporle in tasca e sospirare.
Quelle erano le chiavi del loro appartamento. Già, loro.
Perché avevano convissuto per gli ultimi due anni.
Per quanto potesse apparir strano a chi li osservava, erano ottimi colleghi di
lavoro.
D’altronde erano sempre stati buoni amici. Forse, il loro era un rapporto un
po’ strano.
Si rispettavano vicendevolmente e spesso si erano ritrovati a lavorare insieme,
cosa che aveva finito per spingerli a mettersi in collaborazione.
In tutta sincerità, Illumi si chiedeva ancora e ripetutamente come diavolo
avesse fatto a finire in quella situazione.
Ricordava fin troppo bene quegli occhi di ghiaccio fissi nei suoi scuri e
profondi, quello sguardo malizioso e quel ghigno onnipresente. Teneva le chiavi
di casa in una mano, e l’altra era tesa verso di lui, pronto ad accogliere la
sua.
E quella certezza che aveva letto nei suoi occhi di ricevere una risposta
positiva, quella voce provocante e ammaliante, gli avevano impedito di dir di
no.
Gli conveniva, si era detto. Se avevano deciso di lavorare insieme convivere
era un buon modo per tenersi attivi e controllarsi a vicenda. Non che ce ne
fosse sempre bisogno, ma con Hisoka non si poteva mai sapere dove si andava a
parare e spesso non potevano permettersi sviste.
Ma la situazione gli era sfuggita di
mano.
Sapeva che sarebbe successo, ne era stato ben consapevole fin dall’inizio: per
lui sarebbe stato troppo difficile resistere alla costante presenza del rosso.
Era colpa di Hisoka dopotutto, e
nessuno avrebbe potuto negarlo.
Era lui che se ne andava in giro per la casa a petto nudo, con i capelli ancora
umidi e la lattina di birra in mano. Era lui che gli si strusciava oscenamente
addosso quando gli serviva un aiuto di qualsivoglia genere, che esso fosse per
il lavoro stesso o altro. Ed era sempre lui che lo fissava con quegli sguardi
maliziosi e facilmente fraintendibili.
Certo, a mente fredda Illumi avrebbe probabilmente potuto fermarlo e dir
semplicemente di no. Hisoka era ubriaco e non si sarebbe mai ricordato di
quella proposta vergognosamente imbarazzante.
-“facciamo sesso”- aveva detto, e lui
si era limitato ad alzare un sopracciglio, sicuro di poter dar sfogo ad un suo
semplice istinto, certo che Hisoka il giorno dopo non si sarebbe ricordato di
niente.
E così la stanza era stata pervasa da gemiti e sospiri, corpi accaldati e
sudati stretti l’uno all’altro, baci, carezze e parole non dette.
Si era spento completamente sotto quelle carezze roventi, beandosi di quelle
spinte e quei baci.
Purtroppo non era andata come Illumi
aveva creduto.
La mattina dopo si era accorto suo malgrado che Hisoka era stato abbastanza
cosciente e lucido da assaporare quel loro rapporto, e l’aveva capito quando,
stringendolo a se, gli aveva sussurrato quelle
parole.
-“Dovremmo rifarlo, Illumi. Chi l’avrebbe
mai detto che sotto le coperte ti trasformassi in questo modo!”-
Ma da quel giorno non sembrava esser cambiato niente.
Solo quelle rare volte in cui si lasciavano andare, aprivano il loro cuore,
esplodendo in una passione travolgente e soffocante.
Sentiva che la loro complicità e quel loro strano rapporto era aumentato in un
modo che lui ancora non capiva, e che continuava a farlo giorno dopo giorno.
Spesso Hisoka si lasciava andare ad effusioni che contro ogni sua previsione
gli procuravano piacere.
Era facilmente fraintendibile il loro rapporto, e lui per primo si rendeva
conto che non era la semplice amicizia che avevano mostrato inizialmente.
Ma era troppo difficile per lui aprirsi davvero agli altri, mostrarsi per ciò
che era in realtà, forse anche a causa della sua famiglia. Per questo Illumi Zoldieck continuava a ripetersi che non era cambiato
assolutamente nulla tra loro.
Continuavano a convivere per semplice convenienza reciproca, tutto qui. E delle
volte quella convivenza si trasformava in cieca passione, ma tutto finiva lì.
Ne era convinto.
Autoconvinzione avrebbero detto.
E forse non sbagliavano. D’altro canto era più forte di lui.
Il massimo che poteva fare, era ammettere una possessiva amicizia. Ma solo a se
stesso. E in fin dei conti cosa Hisoka stesso potesse pensar davvero non era
nei suoi interessi.
Afferrò le chiavi di casa, aprendo la porta. Quando entrò, fu invaso dal
silenzio assoluto.
Il che era strano, considerando che aveva lasciato la casa ad Hisoka, che
quella mattina aveva deciso di avere troppo sonno per aprire gli occhi ed
alzarsi.
Probabilmente, si disse, era andato a divertirsi o a bere in un bar.
Erano le cinque del pomeriggio, era possibilissimo, conoscendolo.
Il che, se doveva esser sincero, l’Infastidiva.
L’avrebbe rivisto rientrare ubriaco fradicio fra un paio d’ore e probabilmente
si sarebbe anche ritrovato ad assecondare quei suoi dannati istinti sessuali.
L’infastidiva terribilmente il pensare a quel che Hisoka potesse star facendo
in quel dato momento,con chi soprattutto. Non era gelosia, assolutamente.
L’unico fatto che non riusciva a mandare giù era che se avesse voluto dormire
quella notte avrebbe dovuto prendersi cura di lui e assecondare ogni suo
egoistica richiesta, indipendentemente da quale essa fosse.
E ovviamente c’era da dire che tutto questo era indipendente dai suoi
sentimenti e dai suoi desideri.
Si gettò sul divano gettando la testa all’indietro. Chiuse gli occhi e sospirò
sonoramente.
Non riuscì però a rilassarsi.
Il cigolio della porta lo ridestò dai suoi pensieri spingendolo ad aprire gli
occhi.
Spostò una lunga ciocca di capelli fastidiosa e fissò la porta.
Era così scontato vederlo comparire con quei suoi ribelli capelli rossi che non
si sforzò nemmeno di sorprendersi.
Noioso.
O almeno lo fu fin quando non riuscì a scorgere il viso dell’uomo oltre la
colonna che divideva il salotto dall’angolo cucina in cui il rosso si era
rifugiato.
Era lucido.
Talmente lucido che gli venne da chiedersi dove fosse stato fino a quel
momento.
Era impossibile vedere Hisoka vigile come lo era in quel momento dopo
un’uscita, lui che non sapeva darsi il benché minimo contegno.
Invece lo era.
-“Bentornato Illumi”- sorrise malizioso,
prima di gettarsi senza ritegno sul divano e appoggiare, incurante di ciò che
avrebbe potuto pensare l’altro, la testa sulle gambe del moro.
-“Che stai facendo? E dove diavolo sei stato fino ad adesso?”- chiese accigliato.
-“Sono stanco e mi riposo, my dear.
A differenza tua il sottoscritto ha faticato tutta la mattina!”-
Illumi sbuffò –“A chi vuoi prendere in giro? Deve essere sfiancante poltrire
tutto il giorno, nevvero?”-
Il rosso ridacchio divertito, fissando gli occhi cristallini in quelli scuri
del coinquilino –“Tu non sai quanto, Illumi-chan. Ma
sai, le tue gambe sono così comode che potrei persino addormentarmi in questo
momento”-
-“Vaffanculo”- grugnì Illumi, esasperato. Odiava quelle sue frecciatine, gli
facevano saltare i nervi. A ben pensarci, lui era l’unico in grado di fargli
perdere davvero il controllo.
-“Allora, me lo dici o no che stavi facendo?”-
Hisoka sorrise furbo, affondando la mano nei lunghi capelli del moro e
tirandolo verso di se, poggiando poi le labbra su quelle dell’altro.
-“E se ti dicessi che volevo farti una sorpresa speciale?”-
-“Chi, tu? Non mi far ridere. Spiegami invece che trucco hai usato per
nascondere la sbornia”-
-“Che cattivo che se, Illumi!”- esclamò, mettendo il broncio –“Credi davvero
che sarei capace di mentirti e incapace di farti un regalo?”-
-“Piantala, per favore”- sbiascicò esasperato, ma Hisoka si era già avvinghiato
a lui, iniziando a leccargli il collo –“Hisoka, smettila! A differenza tua,
sono davvero stanco!”-
-“Se fossi stato davvero ubriaco
l’avremmo fatto”-
-“Vaff…”- Hisoka lo bloccò, baciandolo e
costringendolo a schiudere le labbra, sotto quella lingua troppo provocante.
Si staccarono poco dopo, e il rosso non poté trattenere una risata davanti
all’espressione apparentemente furiosa dello Zoldieck.
-“T’assicuro che non ti sto mentendo. Avevo
voglia di farti un regalo”-
-“E da quando in qua ti prendono simili idee?”-
-“Non ti sto dicendo di farci l’abitudine, ti sto solo dicendo che oggi ne avevo
voglia. Dovresti esserne onorato, perché non l’ho mai fatto prima d’ora”-
-“Tsk, ridicolo…”- borbottò, mentre Hisoka riprendeva
il suo lavoro, mordendogli provocante il collo.
-“Ti piacerà, ti conosco troppo bene”-
-“Stupido! Da quando ti vengono voglie…?”-
-“mi andava”- ripeté per l’ennesima volta, interrompendolo –“Perché sembra che
non ti vada giù?”-
Illumi si ritrovò ad abbassare lo sguardo e sospirare –“Non è questo. Non ne
capisco il motivo, non ce n’era bisogno…”-
-“Oh, davvero?”- ghignò –“La mia sola presenza basta ad alleviare le tue dure
giornate?”-
-“Cretino!”-
-“O è perché non vuoi regali da me?”-
-“Sta zitto, Hisoka, sta zitto”-
-“Mh, come vuoi, my love”- avvicinò il viso al suo,
mordendogli il labbro inferiore –“starò zitto, ma dopo averti detto ciò che sto
pensando in quest’esatto momento!”-
-“Perché trovo che sia stupido e ancora non hai parlato?”-
-“Sei bellissimo!”-
Leggermente sorpreso, Illumi sorrise, assecondando i baci di Hisoka con la sola
idea di avere quel fantomatico regalo. Ma
in quel momento esatto, bramava solo
il corpo del suo amante.
-“come pensavo”-
Angolo dell’Autrice:
Eccomi dunque tornata
nel fandom di HunterxHunter
con una nuova HisokaIllumi.
Spero possa piacervi anche questa, che è un po’ diversa dalle altre, ma avevo
voglia di qualcosa di più…soft, anche per loro.
Ma soprattutto, devo ringraziare colei che mi a dato l’idea e mi ha spinto a
scriverla, anche se non era proprio quella che t’aspettavi tu, lo so XD.
§ Perché Diciotto anni
sono importanti, tesoro mio, è finita la pacchia XD
Perché mi sopporta sempre e comunque nonostante tutto.
Perché è una persona speciale e perché le voglio bene, anche se non glielo dico
mai.
Buon Compleanno, Honey ^_- §