Anime & Manga > Katekyo Hitman Reborn
Ricorda la storia  |      
Autore: pralinedetective    20/03/2010    1 recensioni
Stupido pony pervertito. Lo picchierà a morte.Warning: M!Preg, D18
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Dino Cavallone, Kyoya Hibari
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: Mpreg
- Questa storia fa parte della serie 'L'artista decaduto.'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Diciotto prompt, diciotto drabble (più quattro flash speciali), anche se tutto nasce dal «Lascia che ti offra da bere», anche se tutto ha origine su Facebook prima e su msn poi.
D18, m!preg, tvttbxsndml’èkapitoooo? Riprendiamoci XDD Che fict inutile .___.

Nella dieci abbiamo una citazione di cotal meraviglia made in Naoto.
A proposito del secondo bonus – che si avrà col prossimo e ultimo aggiornamento: questo in Italia, poi all’estero non so XDD, un secondo nome dopo la virgola è un secondo nome che non viene segnato sui documenti ma che c’è (ex: Paola, Penelope xxxx —> sulla carta Paola xxxx).


Citazione: “I will show you love” by Kendall Payne.
Buona lettura<3



















Trust in me, my child.


    {Sera ~ 01}

«Lascia che ti offra da bere,» aveva cercato di trattenerlo dall’abbandonare la piccola sala dove si era fatto precedentemente portare degli spaghetti istantanei e una caraffa d’acqua calda.
Il ragazzino non aveva però alcuna intenzione di restare un attimo in più, non  dopo aver acconsentito a quelle dodici ore di pausa richieste dall’avversario in un momento particolarmente critico.

«Cosa?»
«Ma sì, qualcosa di leggero per poter dormire bene – e parlare meglio,» aveva poggiato sul tavolo una bottiglia ancora chiusa. «Non vogliamo scoprire perché non mi hai ancora “ucciso a morsi”?»
«Perché sei veloce,» la risposta. Poi era tornato a sedersi.

 

 

    {Notte ~ 02}

Aveva coperto quel corpo di lusinghe; silenziosi, umidi, appassionati complimenti, sussurrando sopra ogni imprecisione, baciando ogni piccola cicatrice come facesse parte tutto di un programma da eseguire alla lettera. Una scaletta che sarebbe stato un vero piacere seguire, se solo Hibari si fosse convinto a togliere la mano dalla bocca o almeno smettere di torturarsi le labbra con i denti.
Quelle piccole gocce di sangue sulla lingua, a loro modo, facevano male.

Come fece bene, incredibilmente bene arrampicarsi confusamente dal polso forte fin sul palmo della mano del giovane compagno, per poi scivolare con le dita fra le sue. Perfetto.

 

 

    {Ritardo ~ 03}

Erano trascorse due settimane dall’ultima volta che aveva avuto l’occasione di vedere Kyoya – qualcosa, in un angolo remoto del suo cervello, gli suggeriva che sarebbe stata per lui una buonissima sorpresa quella di ritrovarselo intorno così presto .
E , in un certo senso era anche stato così.

Guidato da lamenti e richieste d’aiuto aveva scoperto l’allievo in un vicolo particolarmente buio, tonfa alla mano e spalle date a un numero non identificato di ragazzoni che si costringevano al silenzio [o non ne avevano bisogno].
«Ancora tu,» questo aveva poi apostrofato Dino, un’espressione particolarmente sadica in volto. «Sei in ritardo».

 

 

    {Correre ~ 04}

Poche volte aveva avuto davvero paura durante i combattimenti con Hibari.
Quando ancora non era a conoscenza della dedizione che esso mettesse nel suo sport preferito, “caccia all’erbivoro”... Quello fu un periodo particolarmente traumatico, soprattutto per la tendenza di lui a comparire nei momenti più impensabili, talvolta sorprendendo il maestro privo di sottoposti.

Ed era paura, un timore folle e reale, quello che lo aveva investito nel momento in cui, dopo un attimo di esitazione, il giovane si era lentamente lasciato scivolare, la mano aperta contro il muro ruvido.
Non gli mancarono le forze, poiché aveva qualcosa d’importante da proteggere.

 

 

    {Angoscia ~ 05}

«Non andrà così male,» ripete cercando disperatamente di convincersene.
Più volte guarda Romario, il dottore, la porta socchiusa; sospira una stanchezza e una preoccupazione che lo prendono dal cuore alla gola, quasi cattive.

«Boss,» è il cerimonioso intervento del braccio destro, «Non andrà male... Non così tanto... Sopravvivrai, di questo sono certo».
Dino ridacchia nervoso, abbandonando la testa sul petto. «A quanto pare,» annuisce per poi congedarsi. Lo aspettano due lunghe ore per tentare di spiegare a Hibari per quale motivo è – termine accettabile? – incinto.

“Quando si tratta di fare un uso sbagliato delle cose
l'essere umano diventa imbattibile,” Anonimo.

 

 

    {Nube ~ 06}

Dino Cavallone, decimo boss della famiglia Cavallone, sopravvissuto a [mezzo] addestramento da parte di Reborn e ora a capo di un clan che conta cinquemila teste e più, vede le nubi addensarsi all’orizzonte e le teme profondamente. Tutto quel che può fare è indietreggiare lentamente, molto lentamente, lasciar cadere a terra l’arma, voltarsi e prepararsi a scappare.
Dovrà agire velocemente, dovrà essere pronto a tutto.

«Che fine ha fatto il mio budino?» domanda Hibari.
«Tanto non ti piacciono i dolci,» tenta di giustificarsi, «non ti piacciono i sapori forti».
«Che fine ha fatto, ho chiesto».
«L’ho mangiato...»
«L’hai mangiato».
“L’APOCALISSE!”

 

 

    {Cambiare ~ 07}

Quello stupido pony incapace di camminare in linea retta è fastidioso, molto più del solito; il suo comportamento è improvvisamente mutato, –quasi– inaspettatamente.

Hibari lo scopre spesso vestire un’espressione disgustosamente romantica, assorta, qualcosa di molto simile a una mocciosa persa nelle proprie elucubrazioni mentali. Un paio di volte, ad esempio stamattina, si sveglia lentamente e tiene gli occhi chiusi, studiando con gli altri sensi come Dino vezzeggia la sua pancia, ricco di chissà quali aspettative.
Si chiede il perché, poi abbandona ogni desiderio di conoscere la verità, preferendo mettere a tacere Cavallone stesso.

Stupido pony pervertito. Lo picchierà a morte.

 

 

    {Dubbio ~ 08}

Fra le tante cose Tsuna trova che questa situazione sia anche tenera.
Un’utopia: durante il breve colloquio Hibari-san non ha ancora minacciato di ucciderlo, fatto che richiede festeggiamenti lunghi cinque giorni e quattro notti. Poi, d’improvviso, quell’Hibari-san straordinariamente accomodante (e un poco gonfio) cambia espressione, gli ordina di abbandonare l’ufficio nello stesso momento in cui scavalcava con sicurezza il davanzale.

«No, Kyo-chan, non devi affaticarti!»
«Omicidio a domicilio?» il borbottio che Sawada non può cogliere; è già fuori dalla porta, spaventato da quel repentino cambio d’atteggiamento. Strano come la scuola media sia sempre la prima tappa di Dino in Giappone.

 

 

    {Forse ~ 09}

“Forse è solo una fase,” pensa fra sé mentre si occupa di lavare le stoviglie. “E comunque è naturale che si comporti così, dopo che... Ma no, ma no, cosa sto dicendo!? Non è una donna, non c’era alcun rischio! È lui quello innaturale”.
Appoggia anche l’ultima pentola sullo scolapiatti, poi rimpiange di non essere ancora passato a trovare Tsuna – e Nana
–: cibo migliore e alcun lavoro da svolgere sotto minacce perfettamente attuabili in cambio dell’ospitalità, rammenta con commozione.

«La prossima volta, Tsunayoshi,» mormora con poca decisione e a voce bassa per non svegliare Hibari, addormentato nel salotto.

 

 

    {Piedi ~ 10}

In quanto Presidente del Comitato Disciplinare, non gli è permesso neppure d’immaginare la presenza del disordine entro i limiti dell’edificio scolastico [e non solo]. Questa la fiamma che ha animato Hibari-san il quale, tonfa alla mano e Kusakabe alle spalle, si è diretto gloriosamente a scuola.
Non appena ha varcato il cancello, nel cortile è regnato un silenzio teso, innaturale, quasi gli studenti tutti attendessero che il ritrovato paladino parlasse.

«Tu, erbivoro,» apostrofa un primino che lo guardava in maniera particolarmente sconvolta. «Porta una sedia, mi fanno male i piedi».
«Sissignore!»

“La ragione e l’amore sono nemici giurati,”
Pierre Corneille.

 

 

    {Respirare ~ 11}

Se non fosse stata una situazione sulla quale piangere amaramente, Dino sarebbe scoppiato a ridere e non si sarebbe fermato facilmente. Kyo-chan, indossando una semplice camiciola di carta, stordiva e metteva fuori gioco uno dopo l’altro infermieri e anestesisti che cercavano di tranquillizzarlo.
«Ehi,» entrò nella sala a propria volta, evitando un attrezzo dalla forma ambigua e del quale desiderava non conoscere l’utilizzo. «Sei incapace di fidarti delle persone che vogliono farti del bene?»

«Devi mettermi in mano a questi qui? Non sanno evitare dei semplici pugni».
L’uomo sospira, poi prende in mano la mascherina; «Io però sì».

Buona notte.

 

 

    {Buio ~ 12}

Quando Dino vede la figlia per la prima volta, la camera della clinica è immersa nel buio della notte e lei dorme in una culla di vetro, sovrastata da un monitor che al padre emozionato non interessa minimamente.
Ed è una bestiola, piccola-piccola, e respira, e muove il braccio sinistro nel sonno; “Bambina sanissima, domani è una precauzione, in serata saranno dimessi,” ha parlato con un sorriso l’infermiera.

Il sonno di lei è così diverso da quello del – più madre che padre –, sdraiato come morto nel letto a qualche metro dal riparo della nuova nata.
Un bacio sulla fronte.

 

 

    {Anello ~ 13}

Seduto a gambe incrociate sul pavimento per poter seguire i giochi della piccola Yuuko e intanto badare al portatile, al cellulare, al telegiornale, cerca di tenere tutto sotto controllo però qualcosa gli sfugge, come uno strano allarme in testa gli segnala.
Sovrappensiero, si verso la figlia e la trova all’attimo di infilarsi in bocca l’anello che segnala lo stato di Dino come capofamiglia. L’uomo si tuffa nella direzione di lei, prendendole la mano e allontanandola dal viso; recupera il cimelio, nascondendolo in tasca.

«Questo...»
Prende la bimba in braccio, poggiandosela poi sulle gambe. «Non dirlo mai a Kyo-chan, mi raccomando».

 

 

    {Mani ~ 14}

Il dottore si è raccomandato di tenere la bambina vicina al viso quando viene nutrita, alla stessa altezza a cui sarebbe se fosse allattata. Questo per il legame d’attaccamento fra madre e figlio, blahblahblah. Hibari si chiede però come fare a tenerla vicina a sé e lontana dalle armi – se la genetica gli ha insegnato qualcosa è che dei bambini non ci si fida.

Si è così organizzato: con un braccio la tiene al petto, con l’indice e il pollice offre il biberon e lascia che giochi con le dita libere, così da non cercare altri passatempi.
Che mani... “umidicce”.

 

 

    {Presa ~ 15}

“È strano,” contempla Dino.
Una situazione fuori dall’ordinario, qualcosa che continua ogni giorno a sorprenderlo e forse spaventarlo; però è indubbiamente, assolutamente positiva.
Positiva la sensazione che lo ha riempito, insieme al senso di colpa, quando la madre di Kyoya gli ha raccontato con emozione dei primi passi della bambina. Positivo l’aver visto la stessa Yuuko barcollare nella sua direzione con un grande sorriso di soddisfazione.

Positivo come lui sporge la gamba nell’attimo preciso in cui la piccola tituba, permettendole di riprendere l’equilibrio. Cinquietta un «Arigatō mamma»; allegra scarpinata ripresa con gioia e raggiungimento del traguardo due metri e mezzo.

 

 

    {Terremoto ~ 16}

Sapere che “boss-senpai” aveva una figlia – una bella bimba con capelli e occhi scuri – era stata una sorpresa. Inizialmente neppure ci avevano creduto, chiedendosi poi perché l’uomo avrebbe dovuto mentire su qualcosa del genere; lei si era fatta conoscere come un piccolo tornado, spavalda e perennemente col sorriso sulle labbra.
Un po’ cattiva, forse, come solo i bambini possono essere: in compagnia degli ospiti, dopo mezz’ora era già stata presa in odio da Lambo.

D’improvviso, un terremoto non così metaforico, un fuggi-fuggi, ed esclamazioni e minacce di diverso genere.
«Fuori, se non volete che vi pesti a morte».
«Mamma! Bacino
»

 

 

    {Prezioso ~ 17}

Solo l’ennesimo malinconico e (non così) stupido cliché.
L’uomo, col respiro già oltre il limite del dormi-veglia, sente la porta cigolare e poi una voce sussurrare concitata; un corpo, due, imbarcano da una parte il materasso.
Abbraccio irruento che lo desta del tutto.

«Hai mangiato i biscotti di nascosto,» mugugna senza troppa convinzione mentre schiude un occhio. Hibari, seduto sul ciglio del letto, sta togliendosi la seconda scarpa, che sarà poi lanciata con stanchezza al fianco della prima.
«Solo uno!» scoppia a ridere per poi cercare l’abbraccio di Kyoya il quale si sdraia a propria volta.

«’Notte, Kyo-chan».
«Zitto tu».

 

 

    {Nascita ~ 18}

Primo giorno di scuola.
Yuuko si trova sulla porta quando ancora Dino si trascina per l’appartamento con indosso un paio di pantaloni slargati e i capelli legati in un maldestro codino.

Quando la sera lei entra in sala da pranzo con un grande sorriso sul viso, sentendosi più grande e importante, si sistema al proprio posto cercando le attenzioni del padre.
«Com’è andata oggi?» domanda il biondo sporgendosi per tirarle l’orecchio. Lei ride, passando gli occhi da un genitore all’altro.
«C’era disordine in aula, così ho convinto gli altri a riordinare!»

“È nato un nuovo presidente per il Comitato Disciplinare”.

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Katekyo Hitman Reborn / Vai alla pagina dell'autore: pralinedetective