Anime & Manga > Tokyo Mew Mew
Ricorda la storia  |      
Autore: Mitsutsuki    22/03/2010    4 recensioni
In Giappone, chiamare per nome una persona del sesso opposto è segno d'intimità.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Aoyama Masaya/Mark Aoyama, Ichigo Momomiya/Strawberry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Serie: Tokyo Mew Mew
Partecipante a: Caccia alle Uova - Challenge@FW.it
Prompt: 9 - Scrivi una flashfiction o una oneshot rating ‘per tutti’ (verde).
Timeline: Dopo Serie
Capitolo: 1/1
Note: “Lui” non è né Shirogane né Kisshu. Fatevene una ragione.
Disclaimers: Tokyo Mew Mew è © Mia Ikumi e Reiko Yoshida.

One Shot
Il Nome di Lui


Si sistemò le pieghe del vestito a fiori. Era un bell’abito, sui toni del bianco e dell’azzurro.
Gliel’aveva regalato il padre anche se, se avesse saputo che la figlia l’avrebbe indossato per uscire con il fidanzato, sarebbe sicuramente andato a cambiarlo con un abito più lungo e soprattutto coprente.
Ma era una così bella giornata, che sarebbe stato un vero peccato impedire al sole di riscaldarle la pelle.
Trattenne un miagolio di piacere, accoccolandosi accanto all’uomo dei suoi sogni.
Un pomeriggio di fatiche tra campagne di sensibilizzazione su animali e raccolta differenziata dava sempre i suoi frutti e l’ambito premio: avere Aoyama tutto per sé.
Socchiuse gli occhi, osservando i giochi d’acqua della fontana.
— Aoyama-kun? — Chiamò piano.
Le rispose con un leggero bacio sul capo.
Prese un bel respiro: era giunto il momento.
— Mi chiedevo se... ecco se... ma solo se volessi, non voglio imbarazzarti! —
— Se cosa? — Rise lui, osservando come Ichigo stesse passando dal rosato al bordeaux e viceversa.
Per frazioni di secondo poteva addirittura dirsi ‘a pois’.

Ichigo riprese a balbettare il suo ‘se’, senza riuscire ad andare avanti. Tentò anche di cambiare l’inizio della frase, ma la conclusione era sempre la stessa: un imbarazzante silenzio, durante il quale si mordicchiava le labbra infastidita.
Esplose in un lamento angosciato, scattando in piedi. Si portò davanti al ragazzo, le mani sui fianchi e lo sguardo deciso, come quando vestiva i panni della fiera combattente della giustizia.
Mew Ichigo aveva affrontato innumerevoli situazioni d’indubbio pericolo e difficoltà. Ma ne era sempre uscita vincitrice, forte dell’appoggio delle sue amiche e della sua tenacia.
Aveva promesso a se stessa che non si sarebbe lasciata abbattere nemmeno quella volta.
Qualsiasi cosa fosse successa.
Inspirò a fondo, riempiendo bene i polmoni, caricandosi di tutta la forza necessaria.
— Aoyama-kun, io... —
Forza che non esitò ad abbandonarla, rompendo definitivamente la coordinazione cervello-bocca necessaria per mettere assieme una frase di senso compiuto.
— Volevo... chiederti? —
Non è una domanda, stupida!” Si rimproverò, mentre le mani salivano al petto in un vano tentativo di calmare i battiti accelerati del cuore.
Stava per avere un infarto.
O peggio...

Un attimo dopo le parole le morirono in gola, sostitute da un acuto miagolio che le riempì le orecchie e la fece definitivamente sprofondare nel baratro dell’imbarazzo e della vergogna.
Sentì Aoyama ridere, prendendola in grembo.
— Ma quanto sei carina. — Le sussurrò carezzandole il pelo.
Adesso che era un gatto, era sicura non avrebbe avuto alcun problema a fargli la sua richiesta. Ma lui non l’avrebbe mai capita!
Sospirò abbattuta. Non meritava un ragazzo così paziente.
Aoyama inclinò il capo di lato, guardandola di sottecchi.
— Qualcosa non va? —
La gattina lo fissò pensierosa.
Poteva lasciare perdere. Lui non avrebbe insistito.
Avvicinò il musetto al suo volto, sfiorandone appena le labbra in quello che, se fosse stata umana, avrebbe potuto chiamarsi ‘bacio’.
Il campanello trillò, mentre si riappropriava delle sue normali sembianze.
— Allora? — Le chiese ancora.
Ichigo deglutì, prima di trovare finalmente le parole adatte.
Gliele sussurrò talmente piano, che quasi fece fatica ad udirla.
— Posso chiamarti per nome? —
Rimase a guardarla torcersi le mani in una morsa al metà tra il divertito e l’intenerito.
Tutto quel girare di parole per una cosa così piccola!
— Certo che puoi. — Disse, scompigliandole gentilmente i capelli — Ma non emozionarti troppo. —
Ichigo gli fece un ampio sorriso ricco di gratitudine.
Era dal loro quasi-matrimonio che sognava di farlo!
Si mise in ginocchio sulla panchina, la schiena ben diritta e un’espressione fiduciosa sul volto. Anche Aoyama sembrava incoraggiarla, stando in paziente attesa.
— Ma... sa... —

Aoyama non poté trattenere uno sbuffo divertito, mentre i miagolii di frustrazione della sua ragazza si propagavano per tutto il parco e dintorni.
— Ti avevo detto di non agitarti. — Osservò, mentre, nelle sue sembianze feline, Ichigo correva in tondo davanti a lui.
Che si stesse maledicendo per la sua calma mancata?
O forse insultava Shirogane per le modifiche apportate al suo DNA?
Sorrise.
In ogni caso, avrebbe potuto stare ad osservarla per ore.

Era così carina.

  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Tokyo Mew Mew / Vai alla pagina dell'autore: Mitsutsuki