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Autore: Lady Kid 1412    23/03/2010    5 recensioni
“S-shinichi” “Sì, dovevi dirmi qualcosa?” “Ecco... volevo sapere che stai facendo” rispose Ran, pentendosi subito di quella richiesta. “Sto lavorando a un caso difficile” mentì prontamente lui “Ora non posso parlare Ran... dovevi dirmi qualcosa?” “Beh... Voglio vederti” disse lei con la voce velata dal dolore “Per favore, torna a Tokyo almeno per qualche ora... c’è una cosa che devo dirti assolutamente” Che cosa succederebbe se per una volta, Shinichi decidesse di seguire il suo cuore? Riuscirebbe a confessare i suoi sentimenti o si farebbe scoprire dell'organizzazione?
Genere: Romantico, Azione, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1 – Parole al Vento
Il sole brillava alto nel cielo e un lieve venticello rendeva più fresca l’afosa aria estiva che in quel periodo aveva colpito la città. Lungo le strade, la gente passeggiava allegramente cercando di godersi al meglio quello splendido pomeriggio che stava volgendo alla fine.
Un ultimo e timido raggio di luce illuminò la stanza dove, Ran, restava seduta in silenzio a contemplare il tramonto dalla finestra, in mano teneva stretto il cellulare.
Un’infinità di pensieri la affliggevano... finalmente aveva trovato la forza di esprimere i suoi sentimenti, ma non riusciva a trovare il giusto modo per pronunciare quelle parole piene d’amore che si dicono alla persona amata, guardandolo negli occhi fino a potersi specchiare nel suo riflesso.
Lei non avrebbe mai potuto provare quell’emozione...  non vedeva il suo primo e unico amore da parecchio tempo e lentamente la lontananza iniziava a farsi sentire, dentro di se sapeva che l’avrebbe aspettato per sempre... ma come poteva avere la certezza che lui stesse pensando ancora a lei?
Per un attimo, Ran, chiuse gli occhi ignorando il piccolo soffio di vento che le scompigliò i lunghi capelli castani, non poteva sopportare l’idea che Shinichi fosse insieme con un’altra ragazza.
 Mentre una calda lacrima le rigava il volto, Ran, iniziò a comporre il numero dell’amico sperando di sentire la sua voce.
Quell’attesa era davvero stressante e più il tempo trascorreva più nella sua mente si creava l’immagine di Shinichi insieme a un’altra ragazza.
“Ehi Ran!” esclamò Shinichi a un certo punto svegliando la ragazza dai suoi pensieri.
“S-shinichi” disse lei agitata
“Sì, dovevi dirmi qualcosa?”
“Ecco... volevo sapere che stai facendo” rispose lei, pentendosi subito di quella richiesta.
“Sto lavorando a un caso difficile” mentì prontamente lui “Ora non posso parlare Ran... dovevi dirmi qualcosa?”
“Beh... Voglio vederti” disse lei con la voce velata dal dolore “Per favore, torna a Tokyo almeno per qualche ora... c’è una cosa che devo dirti assolutamente”
Conan abbassò lo sguardo al pavimento e tristemente iniziò a dire con la voce di Shinichi “Ran, lo sai che ora non pos...” il suono di una porta che si apriva fece zittire il ragazzo che prese a guardare la ragazza che gli si stava avvicinando.
“Ehi Kudo, hai finito di startene steso sul divano?” disse Ai seccata
Shinichi lanciò uno sguardo spaventato verso la ragazzina e subito, sperando che Ran non avesse sentito nulla, iniziò a balbettare “Ah... Ran io...”
“Lascia stare” disse Ran con una voce rotta dalle lacrime “Ho capito tutto... non serve che mi dici altro, ciao Shinichi”
Detto, questo la ragazza chiuse la telefonata e stendendosi sul letto iniziò a piangere senza capire se era per la grande rabbia o per il dolore di essere stata illusa per tutto quel tempo. “Altro che caso, da risolvere... te ne sei stato nascosto con un’altra ragazza ridendo di me” pensò Ran “Questa volta non te la faccio passare liscia Shinichi...”
 
A qualche chilometro di distanza, Conan, rimase in silenzio fissando il telefonino con uno sguardo assente.
“Stavolta l’hai fatta grossa” disse Ai leggermente divertita dalla situazione
“Accidenti!!” esclamò alla fine il ragazzino scattando in piedi “Devo fare subito qualcosa o Ran mi ucciderà prima ancora che quelli dell’organizzazione mi trovino!” d’istinto, il bambino, si passò una mano tra i capelli cercando una soluzione e guardando Ai “Non potevi scegliere momento peggiore per arrivare”
“Ma davvero? Allora non t’interesserà sapere che un modo per risolvere la cosa c’è” disse lei dando le spalle al ragazzino che subito la fermò afferrandola per il braccio
“Hai un’idea?”
“Beh... potresti andare da lei nei panni di Shinichi e inventare una delle tue solite scuse”  Ai si voltò nuovamente verso l’amico, in fondo si sentiva in colpa per l’accaduto, ma di certo non lo avrebbe mai detto al ragazzo.
“E come faccio a diventare Sh... ehi non dirmi che hai trovato l’antidoto?”
“Ancora no, però con questo forse mi sto avvicinando alla composizione esatta” detto questo la ragazzina prese dalla tasca, il farmaco che aveva appena finito di studiare e lo porse al ragazzino.
“Fammi indovinare, ora mi dirai che se lo prendo rischierò di morire o che avrò il 10% di possibilità di tornare adulto senza complicazioni... giusto?” Conan prese l’antidoto, guardando rassegnato la ragazzina, aveva sentito così tante volte quel discorso che ormai c’era abituato, e, infatti, sentendo la risposta, rimase spiazzato.
“No, questa volta non ci saranno problemi, però tornerai adulto solo per dodici ore”
“Solo dodici ore?”
“Sì, questa è solo una prova per arrivare alla composizione di un antidoto definitivo, usa bene il tempo a tua disposizione stavolta... perché non so quando avrai di nuovo una simile occasione”
“Grazie mille Ai” disse Conan sorridendo e subito tornò sul divano iniziando a scrivere sul cellulare sotto lo sguardo vigile della ragazzina bionda che lo fissava tristemente.
Il cellulare di Ran emise un suono squillante.
La ragazza si alzò a fatica dal letto e prendendo il cellulare iniziò a leggere il messaggio
“Scusami Ran, una collega dell’ispettore ha voluto scherzare... non pensava che la prendessi così male. Comunque, dato che non ci sono ancora sviluppi nel caso... pensavo di tornare a Tokio domani, che ne dici di vederci? Spero di vederti, ti aspetterò a Shibuya alle 14:00 ”
Sul viso della ragazza compare un piccolo sorriso, non sapeva se credere alle parole dell’amico, ma la sola idea di rivederlo le riempiva il cuore di una gioia immensa.
 
Conan passò la notte da Agasa, ovviamente a Ran aveva detto che sarebbe stato per qualche  giorno a casa del dottore, giusto il tempo per tornare a essere Shinichi, parlare con Ran e ritornare a essere Conan... o almeno questo era quello che il ragazzino sperava di fare.
Per tutta la sera, Conan, rimase seduto sul divano a riflettere sulle giuste parole da usare con Ran il giorno dopo, non doveva assolutamente perdere neanche un solo secondo di quel poco tempo che gli era stato concesso.
Erano quasi le undici di mattina quando, Conan, si svegliò e guardando l’orologio si accorse che mancavano  solo tre ore all’appuntamento con Ran. Velocemente prese i vestiti che avrebbe indossato una volta tornato adulto e guardando Ai e il dottor Agasa annunciò “Vado a prepararmi... non vorrei mai che ci fosse qualche problema”
“Hai paura che quell’antidoto ti uccida, Kudo?” disse Ai notando che il ragazzo era piuttosto teso
“Sarei già morto se i tuoi antidoti non avessero funzionato le altre volte... So che posso sempre fidarmi di te Ai” dettò questo fece  l’occhiolino alla ragazza che arrossì lievemente, mentre il ragazzino entrava nella sua stanza e ingeriva l’antidoto.
Non passarono neanche due minuti che il ragazzo iniziò ad avvertire un fortissimo calore all’interno del suo corpo. Conosceva bene quella sensazione, ma ogni volta sperava che si trattasse in un passaggio indolore... e ogni volta, con suo rammarico, soffriva allo stesso modo delle volte precedenti.
La sensazione di calore aumentava sempre di più e alla fine Shinichi non poté evitare di gridare con tutta la voce che aveva in gola, un urlo pieno di dolore che riuscì a spaventare anche Haibara che insieme al Dottor Agasa aspettava nel salotto.
Stremato, Shinichi, si guardò allo specchio sorridendo “Alla fine è andato tutto ben...” il ragazzo non riuscì a terminare la frase che tutto intorno a lui iniziò a farsi buio e sentendosi stremato, si lasciò cadere a terra perdendo i sensi.
 
Poco lontano, Ran, stava fissando le bianche nuvole mosse dal vento attraverso la finestra dell’aula, non vedeva l’ora che quella lezione finisse. Finalmente avrebbe rivisto quel detective fissato con i casi da risolvere... non riusciva ancora a crederci, questa volta gli avrebbe detto i suoi sentimenti! Non sapendo quando avrebbe potuto rivederlo, non poteva rischiare di perdere un’occasione così importante, niente e nessuno si sarebbe messo in mezzo tra lei e Shinichi!

  
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