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Autore: StillAnotherBrokenDream    23/03/2010    3 recensioni
Sam è chiuso di nuovo in quella cella, deve disintossicarsi dal "regalo" che gli ha mandato Carestia. Dean non ne può più... si sente morto dentro, e pensa che forse sarebbe stato meglio....
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Quinta stagione
- Questa storia fa parte della serie 'Castiel's soul'
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A/N: Abbiate pietà

A/N: Abbiate pietà.. l’ho scritta in pochi minuti… non so che mi è preso. E’ la prima volta che faccio parlare Dean, non so che mi passava per la testa. O meglio lo so, ho ripensato al finale della puntata 5x14, ed è uscita questa “Missing Moments”. Si vede che sono un po’ triste ultimamente? Sto perdendo quella già sottile vena di sarcasmo che spesso impregnava le mie storie. Scusate =__=

 

 

 

 

 

Sick and Tired

 

 

 

 

 

Carestia aveva ragione.

Io sono già morto dentro, da tanto tempo.

Ho fallito in tutto quanto: mio padre è morto facendo un patto con l'inferno per salvarmi; mi sono venduto l'anima per resuscitare Sammy e sono finito all'inferno scatenando l'Apocalisse, mentre quassù mio fratello pasteggiava a sangue di troia, diventando una di quelle porcherie che cacciamo da decenni e non sono riuscito ad impedirgli di suonare la sveglia per Lucifero.

Che altro? Ah sì, poi c'è Cas, quell'idiota che io con le mie parole ho convinto a disobbedire e che si è fatto ridurre in polvere dal suo fratellone irascibile e che per colpa mia è stato cacciato a calci nel culo dal suo posto in Paradiso, ritrovandosi in questo mondo infame di cui non sa nulla se non ciò che gli hanno insegnato al loro catechismo angelico.

Ora non sa nemmeno lui cos'è, una specie di incrocio mal riuscito tra un impiegato cazzone e un angelo idiota che si ostina a cercare un Dio che... non si trova e non ti risponde neanche se piangi e preghi in tutte le lingue del mondo.

E' tutta colpa mia, tutta quanta. Non sono stato capace di eseguire i miei compiti, ho fallito come un idiota, e ora me ne sto qui a piangere come un coglione, mentre mio fratello strepita chiuso in cella perché vorrebbe una spremuta di globuli rossi demoniaci e Cas lo sorveglia ascoltando le sue urla fissando la porta con quello sguardo vuoto di chi sa che siamo nella merda fino al collo ma tace per pietà e anzi tenta di risollevarti dalla disperazione, quando comunque è evidente che anche lui non sa che pesci prendere e si sta stancando di tutto e tutti.

“Perchè cazzo mi avete riportato in superficie, eh? Era meglio starmene col culo all'inferno! Lì era tutto più facile, sapevo cosa fare e a chi rivolgermi. Qui invece passo il mio tempo a commiserarmi e a difendermi da angeli e demoni! Era meglio torturare all'inferno che scappare sulla Terra!”

Urlo al cielo notturno come se davvero lassù ci fosse qualcuno a cui interessa il mio dolore.

Se la staranno ridendo alla grande vedendomi frignare come una donnicciola.

“Bravo, è proprio quello che vogliono, vederti crollare cosicché tu dica di sì”

La voce di Castiel arriva dal buio, dietro di me.

Mi asciugo le lacrime e mi volto a guardarlo. “Senti, ti dispiace mollarmi un attimo? Sei più fastidioso di una zanzara.”

Lui ignora la mia stizza e si avvicina.

“Tu ti stai arrendendo, stai facendo il loro gioco.

Che cazzo ne sai tu, eh? Non c'è tuo fratello lì dentro a urlare disperato perché ha bisogno di sangue! E non venirmi a dire la stronzata dei tuoi fratelli celesti perché non c'è paragone, non siete nati dallo stesso utero, non siete veri fratelli!”

Sbraito contro di lui e non so nemmeno perché. Lui ascolta senza battere ciglio.

“E' vero, non sono nato da una donna, se mi chiami figlio di puttana non posso nemmeno offendermi. Ma in questo momento, sono più umano di te.

Lo fisso sbigottito e se non fossi incazzato nero col Mondo e il Cielo, scoppierei a ridere.

“Sì come no, guarda che sederti sul culo di un umano non ti rende tale.” gli dico cattivo.

“Io non direi mai che è meglio torturare le anime piuttosto che stare qui a combattere, temo che in te sia rimasto più inferno di quello che credevo.

“Tu non capisci...” ripeto voltandogli le spalle “e ora lasciami da solo, tornatene a fare la guardia a Sam.”

Lo sento sospirare profondamente e credo che se ne stia andando, invece me lo ritrovo davanti.

“Io non faccio la guardia a Sam, tento di stargli vicino mentre combatte col demone che è in lui. Vedi, è come se stessi diventando più umano di te. Non perdere la tua umanità Dean, non farlo. E' così che diventerai il perfetto burattino nelle mani degli Angeli. Se è questo ciò che vuoi, continua pure a imprecare contro te stesso e il Cielo, è la strada giusta per fare il loro volere.”

La mia mano si alza da sola, come posseduta, e gli tira un pugno in faccia.

Lui se l'aspettava, non è né sorpreso né arrabbiato, ma il sangue comincia a fluire da naso e bocca.

“Soddisfatto? Puoi darmene un altro se dopo la smetti di comportarti da idiota.” mi dice passandosi una mano sul mento insanguinato.

Ma non lo faccio, non so nemmeno perché diavolo l'ho picchiato e non so nemmeno perché non ha reagito in nessun modo.

“Allora? Ci guardiamo negli occhi per sempre? Che vuoi fare, tornare in te o restare qui a fissare le stelle piangendo?”

Ehi, ma chi è questo?

“Lasciami in pace Cas, per favore. Se sei mio amico, lasciami in pace. gli chiedo quasi gemendo.

Lui annuisce. “Okay, fa come vuoi. Torno a fare la guardia a Sam, almeno non mi prende a pugni se tento di aiutarlo.

“Perché non ti ha sotto mano, altrimenti ti farebbe nuovo a suon di cazzotti. rispondo io.

“Già” mi concede serio “ma lui lo farebbe perché non è in sé, tu lo fai perché è nella tua natura ormai, no? Preferisci torturare piuttosto che aiutare.

“Non dire stronzate... io non...”

“Non lo pensavi sul serio, lo so. Il che è peggio” afferma Cas “potresti dire un Sì che non pensi e tutto sarebbe perduto. Quanti guai sono capitati al mio tramite dopo avermi detto sì? Pensa le conseguenze al tuo cedere in scala interplanetaria. Io so cosa dico Dean, non ci sarebbe più scampo per nessuno.

“Wow, tu sì che sai come confortare un amico!”

“A te non serve conforto, non lo vuoi, non lo accetti. Avresti invece bisogno di qualcuno che ti sproni a combattere, ma non accetti neanche questo. Fa come vuoi Dean.”

Si volta per andarsene, per la prima volta mi sembra realmente incazzato e ciò dovrebbe farmi incazzare a mia volta, perché se c'è qualcuno che ne ha tutto il diritto, quello sono io!

Invece so che Cas ha ragione, dovrei reagire invece sto mollando tutto. Sono stanco, tutto sta andando definitivamente a puttane, e anche se uccidiamo tutti i Cavalieri, l'Apocalisse avanza indisturbata.

Lucifero ci sta col fiato sul collo, e se il viaggetto che Zack mi ha fatto fare nel futuro è vero e non una cazzata delle sue, Sam gli dirà di sì.

“Cas” lo chiamo prima che sparisca “mi dispiace, non volevo prenderti a cazzotti.

Lui si ferma e mi guarda. “Tu non hai picchiato me, ma il mio tramite. Vedi le conseguenze di un sì?” insiste e va via.

Certo che la usa sul serio la terapia d'urto.

Sospiro e prendo a calci una pietra che finisce contro un vecchio fusto arrugginito.

“Idiota di un angelo.” inveisco contro di lui quando ormai è tornato in casa.

Ma so che ha ragione, so che dovrei combattere, ribellarmi al mio destino... al nostro destino.

Ma non ci riesco, non adesso.

Credo proprio che me starò ancora un po' qui a imprecare contro il Cielo.

 

   
 
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