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Autore: 883    23/03/2010    10 recensioni
Una coincidenza della vita porta Antonella e Bruno a trovarsi entrambi in un posto a loro poco caro durante una giornata di pioggia.
Ma cosa succederà quando nella strada del ritorno rischieranno di investire una bambina.

Pairing [Bruno/Antonella, Guido/Giusy, e tutti gli altri.]
Genere: Romantico, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"In the future..."
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"Appoggiai sopra il freddo marmo un giglio bianco e con lui una solitaria lacrima che scivolava dai miei occhi.
Quel giorno era un anno esatto che non andavo in quel posto triste, che contiene un sacco di vite, di lacrime, di sorrisi spenti, di ingiustizie.
Quel giorno erano esattamente tredici anni, tredici lunghissimi anni, che trascorrendo mi avevano fatta diventare quella che ero.
Quel giorno pure il cielo era triste, era grigio, sembrava stesse per piovere, forse voleva farmi sentire meno sola e condividere con me quel dolore.
Quel giorno era l'ennesimo anniversario della morte di mio padre.
Diedi le spalle al luogo in cui è sepolto e mi dirigei verso l'uscita del cimitero del quartiere dove abito. Non era rimasto dentro nessuno oltre a me, era tardi ormai, erano le sette e mezza, orario in cui avrebbe dovuto chiudere, e poi dal cielo iniziava a cadere qualche gocciolina d'acqua.
Il custode, un uomo anziano, con una barba bianca folta, mi invitò ad uscire ed io accellerai il passo. Circa cinque chilometri mi separavano da casa mia, il cimitero è situato in mezzo ai campi ed è collegato solo da una stradina sterrata, un luogo molto allegro di giorno, ma abbastanza inquietante di notte. Forse era la tristezza che mi metteva quella giornata come ogni anno, forse era la pioggia che mi picchiettava sui capelli e sui vestiti, forse era il freddo e il buio, ma un pò di paura iniziava a salirmi.
Ad un certo punto venni illuminata da dietro da due fari, mi spostai più in parte per lasciare passare la macchina, ma questa invece di andare dritta si fermò accanto a me e tirò giù il finestrino.
-Ehi, cosa ci fai qua?-
Mi fermai a guardare e incontrai il viso di Bruno, un mio compagno di scuola, un ragazzo bellissimo e soprattutto un ragazzo che ho usato per far ingelosire Matias, il mio ex ragazzo.
-Sto facendo una passeggiata.- dissi io. L'orgoglio non mi permetteva di dire che ero a piangere sulla tomba di uno dei miei genitori, l'immagine di regina di ghiaccio che avevo costruito a scuola doveva rimanere.
-Si come no, sali in macchina dai.- mi disse lui e non so perchè ma lo ascoltai, un pò per la pioggia, un pò perchè Bruno mi aveva sempre attirato e so per certo che era da sempre innamorato di me, ma ero convinta che fosse solo per il mio aspetto fisico come è successo a molti altri ragazzi.
Richiudetti la portiera e mi allacciai le cinture, la macchina riprese il suo viaggio e mi perdetti a fissare i tergicristalli che spazzavano via l'acqua che dà fastidio come se niente fosse, sarebbe bello poter fare lo stesso con le cose che ci fanno stare male.
Poi però una domanda mi sorse spontanea.
-Tu cosa ci fai da queste parti?- domandai a Bruno.
-Vengo qua tutte le settimane, a salutare mia madre.-
Me ne ero completamente dimenticata, non ricordavo proprio che anche Bruno aveva perso la madre, non so come e perchè, ma anche lui è cresciuto senza un genitore.
-Mi dispiace. Ti manca molto?-
-Si, sono solo tre anni che non c'è più, a causa di un incidente stradale e sia io sia mio fratello sentiamo molto la sua mancanza. Avevamo molti ricordi con lei, era bellissima.- mi spiegò lui.
-Anche mio papà, dalle foto era veramente bello.-
-Sei venuta a trovare tuo padre te?- mi lasciai scappare, ma Bruno condivide il mio stesso dolore e mi sembrava quasi di potermi fidare di lui.
-Si, oggi sono tredici anni che è morto, per una malattia.-
-Perchè a scuola ti comporti così?- mi domandò di punto in bianco.
-Così come?- domandai consocendo già la risposta.
-Come? In un modo orribile, sembri presuntuosa, arrogante, viziata. Invece presa così sei una persona fantastica.-
Non seppi cosa rispondere alla sua domanda, mi girai un attimo per guardare la sua espressione e vidi che anche lui mi stava fissando, serio, in attesa. Non seppi sopportare il suo sguardo e lo riportai verso la strada. Poi fu un attimo.
-BRUNO ATTENTO!-
Gli urlai io perchè una bambina si era buttata all'improvviso in mezzo alla strada. Bruno inchiodò velocemente e vidi la bambina fermarsi e girarsi spaventata verso di noi. Per fortuna non la prendemmo sotto la macchina.
Mi tolsi velocemente la cintura e sces dall'auto per controllare come stava.
Mi avvicinai a lei, aveva i capelli lunghi e boccolosi, doveva avere all'incirca cinque anni, e mi sembrava la bambina più bella vista in vita mia e quando si girò a guardarmi con i suoi occhi verdi sentii come qualcosa dentro di me, una morsa.
-Come stai?- le domandai inginocchiandomi di fronte a lei.
-Mamma!- in lacrime si buttò addosso a me. Ne rimasi scioccata, una bambina, sconosciuta, mi aveva appena chiamato mamma. Non sapevo cosa fare e presi ad accarezzarle i capelli per tranquilizzarla.
-Mamma, dobbiamo scappare lui ci sta seguendo.- mi disse la piccola mentre io la guardavo scioccata e continuavamo a bagnarci sotto la pioggia.
-Lui chi?- domandai incredula.
Puntò il dito verso i campi che costeggiavano la strada che porta al cimitero e il mio cuore perse alcuni battiti. Un uomo con una falce in mano ci veniva incontro, riuscivo a scorgere la sua figura, era vicinissimo a noi.
-Sali in macchina veloce.- dissi spingendola verso la vettura di Bruno e ringraziando il cielo che proprio quel giorno avesse deciso di recarsi al cimitero.
Le aprii la portiera dietro e la feci salire, montando pure io nei sedili posteriori insieme a lei. Prima che potessi dire a Bruno di andarcene mi precedette.
-Papà accellera.- disse lei in preda al panico. In un primo momento non riuscivo a collegare cosa stava succedendo, perchè questa bambina chiamava me e Bruno papà?
Bruno si girò verso di me, come a chiedere se doveva partire oppure no.
-Si si parti veloce.- lo incitai io, ma il rumore di qualcosa contro il vetro del bagagliaio ci fece voltare, l'uomo ci aveva raggiunto e stava lanciando pietre contro la macchina di Bruno che ormai aveva il piede premuto sull'accelleratore, mi girai e notai che l'uomo aveva uno strano tatuaggio sulla guancia, una specie di grande falco, prima che la macchina si allontanò.
L'uomo minaccioso correva come un pazzo, ma non riuscì a stare dietro alla macchina. Non posso descrivere il terrore che provai in quel momento, era come essere dentro un sogno da cui speri di svegliarti. Una volta distanziato abbastanza, ricordo benissimo il sospiro di sollievo che tirai.
-Si, il mio papà è il migliore!- disse la piccola prima di scavalcare i sedili e andare in braccio a Bruno, che la prese molto amorevolmente, provavo uno strano affetto per quella bambina, e questo mi sembrava strano, visto il tempo che impiego per affezionarmi alle persone.
-Piccola come ti chiami?- le domandai io. Lei si mise a ridere.
-Mi chiamo Serena, l'hai scelto tu.-
-E dove abiti?- le domandò Bruno.
-Io abito nella casa gialla con voi, dai non prendetemi in giro.- disse lei ridendo, mentre io e Bruno ci guardavamo sbalorditi e indecisi su cosa fare in questa faccenda. Decisi che la situazione migliore era quella di parlarci con molta calma.
-Tesoro, forse ti stai sbagliando, io e Bruno non siamo i tuoi genitori.- dissi io.
-Ma mamma, si che siete voi, guarda.-
Dalla tasca dei pantaloni che indossava estrasse una fotografia, dove vi erano raffigurate tre persone, riconobbi Serena, in braccio ad un uomo che assomigliava incredibilmente a Bruno invecchiato di qualche anno, che abbracciava una donna, e quella donna ero io."





Fine capitolo.
Ciao a tuttiii, sono tornata con una nuova storia, dal prossimo capitolo arriveranno gli altri pairing, spero mi farete sapere cosa ve ne pare!Un bacione.
Gaia
  
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