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Autore: _KyRa_    25/03/2010    4 recensioni
Il mio mondo era fatto di immaginazione. Desideravo sapere come fosse quello reale; ma grazie al tuo aiuto, un po' riuscii a sentirmi parte di esso.
I miei occhi erano fissi su di te, eppure non ti vedevo. Potevo sentirti, potevo toccarti, potevo assaporarti... ma non potevo vederti.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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TYE

Through your eyes

Attraverso i tuoi occhi




Accarezzai il tuo viso; ti sentii sorridere. Lasciai che i miei polpastrelli sfiorassero la tua pelle liscia, studiandone i minimi particolari. Il contorno delle tue labbra, morbide e leggermente carnose; le tue palpebre che si chiusero non appena le toccai; il tuo naso, leggermente all'insù, piccolo e perfetto. Avrei tanto voluto vedere il tuo sguardo Tom. Avrei tanto voluto perdermi nei tuoi occhi, nel loro colore.


Il mio mondo era fatto di immaginazione. Desideravo sapere come fosse quello reale; ma grazie al tuo aiuto, un po' riuscii a sentirmi parte di esso.


I miei occhi erano fissi su di te, eppure non ti vedevo. Potevo sentirti, potevo toccarti, potevo assaporarti... ma non potevo vederti.


Sin dalla mia nascita avevo creato nella mia testa un mondo perfetto, un mondo platonico, fatto a modo mio. Non avevo mai visto un albero, non avevo mai visto il mare, le montagne, gli animali, un bambino nascere, un semplice essere umano. Non avevo mai visto me stessa, né i miei genitori. Nemmeno te.


Se avessi avuto la possibilità, ti avrei osservato in ogni minuto, in ogni secondo della tua vita.


Ma l'unica cosa che ero in grado di contemplare era il buio.


~


«Amore, attenta!» ridacchiasti afferrandomi dolcemente le mani - che tenevano le due metà del guscio d'uovo - e spostandomele appena. «Lo stavi versando fuori dal piatto» sussurrasti poi, baciandomi teneramente una guancia. Io sorrisi appena, completando l'opera sul punto in cui ero stata posizionata. Allungai i frammenti rimasti del guscio verso il vuoto e li sentii recuperare da te che li gettasti nella spazzatura. «Tieni» mi prendesti una mano, posando al suo interno un qualcosa di freddo e sottile che riconobbi come la forchetta. Cercai il piatto e cominciai a sbattervi l'uovo.


«Com'è venuto il vostro nuovo video?» domandai piuttosto curiosa, senza interrompere ciò di cui mi stavo occupando.


«Benissimo. Sai, ci abbiamo infilato anche Scotty!» percepii un tuo sorriso, attraverso il tono della tua voce.


«Mi sarebbe piaciuto vederlo.» dissi con una nota malinconica.


~


Tante cose avrei voluto vedere della tua vita, Tom. Avrei voluto vedere la tua gioia nel ricevere tutti quei premi che ti eri meritato, assieme alla tua band. Avrei voluto vederti camminare e suonare su quel palco, oltre che sentirti. Avrei voluto vedere il tuo viso assonnato al mattino, la tua espressione beata mentre facevamo l'amore, i tuoi occhi colmi di lacrime per la commozione.


Era tutto dannatamente doloroso, insostenibile. Eppure tu cercavi di non farmelo pesare.


~


Le nostre mani si stringevano sulle tue gambe che non tenevi un secondo ferme, com'eri solito fare durante i tuoi momenti in cui l'ansia dominava. Entrambi tremavamo dall'emozione; entrambi pregavamo che il premio fosse il vostro. Potevo immaginare quale espressione stesse adottando il tuo viso in quell'istante. Affianco a te tuo fratello, Gustav e Georg probabilmente si trovavano nella stessa situazione, nonostante non potessi constatarlo.


«And the winner is... Tokio Hotel!» quelle ultime due parole pronunciate dalla presentatrice degli European Music Award ci fecero sobbalzare sul posto. Sentii le urla dei fans levarsi progressivamente all'interno del palazzetto, mentre affianco a me un'improvvisa sensazione di vuoto mi portò a capire che ti fossi alzato per esultare assieme ai tuoi compagni. Mi alzai anche io, sorridendo ed osservando il vuoto, mentre battevo le mani emozionata. Improvvisamente mi sentii afferrare saldamente da delle braccia, che riconobbi subito come le tue. Mi lasciai stringere, mentre mi aggrappavo al tuo collo, sfiorandoti il viso con le mie labbra, dove l'intuito mi portava.


«Ti amo.» sussurrasti prima di sciogliere la presa ed allontanarti da me. Mi risedetti al mio posto ed attesi un qualsiasi altro segnale da parte di qualcuno. Dopo qualche minuto, mentre la vostra canzone - “Automatic” - riempiva l'ambiente, udii la voce tremante di Bill pronunciare timide ed impacciate parole.


«Oh, God. I'm really really exited, in this moment. Ehm, we wouldn't expect this, at all. All I can say is... thank you so much, for this prize and all your support! Thank you everyone!». Le urla ricominciarono a farsi potenti e sonore, ma inaspettatamente la tua voce mi colse di sorpresa. Parlasti in tedesco, così che nessuno ti potesse capire, tranne me, la tua band e il tuo manager.


«Amore, questo premio lo dedico a te che sei capace di riempire di gioia le mie giornate con un semplice sorriso. Ti amo.»


Avvertii un forte bruciore, accompagnato da pizzicore, ai miei occhi spenti, privi di emozione. Erano calde lacrime che ben presto cominciarono a scorrere lungo le mie guance per la felicità che con semplici parole mi avevi donato per l'ennesima volta.


~


Sentivo le tue labbra posarsi morbide e leggere sulle mie palpebre, appena calate. La dolcezza con un facevi il tutto quasi mi destabilizzava, mentre continuavi a muoverti in me con estremo riguardo. A volte non sembravi neanche te stesso. Eri sempre così attento con me, così premuroso. E mi piaceva.


Sospirasti estasiato sul mio volto, mentre anche io mi lasciavo andare stringendoti le braccia attorno al collo. Le tue mani vagavano delicate sulla mia pelle, dietro la schiena, e mancò poco che arrivasti al culmine di quella passione, assieme a me.


Ti sdraiasti accaldato accanto a me e mi stringesti a te, baciandomi una tempia umida.


Tante domande riempivano la mia testa, mentre il mio cuore batteva ancora velocemente ed entrambi ci accingevamo a riprendere fiato. Una di queste mi venne spontaneo formulartela.


«Perchè ti sei innamorato di me, Tom?»


Ti sentii trattenere il respiro per pochi secondi, senza dire mezza parola. Volevo sapere che espressione avessi in volto. Ero maledettamente curiosa di saperlo ed era proprio in quei momenti che avrei tanto desiderato riprendermi il dono della vista con la forza, in qualsiasi modo.


«Perchè mi chiedi questo, piccola?» mi domandasti con tono meravigliato.


«Perchè, insomma, mi rendo conto che la vita accanto a me sia... difficile.» risposi timidamente.


«In che senso?»


«Oh, insomma, Tom. Non c'è bisogno che cerchi di nasconderti. Non venirmi a dire che la mia cecità non ti crea il minimo problema.»


Tutto quello che riuscii ad udire fu nuovamente il silenzio. Ti avevo forse spiazzato? Non ero mai stata così spudoratamente diretta verso di te, ma soprattutto nei confronti di me stessa. Non avevamo mai affrontato nei dettagli quel tipo di discorso. Non avevamo mai affrontato a parole il fatto che io fossi... cieca. Quel termine risultava difficile da menzionare a tutti e due, per questo non l'avevamo mai pronunciato prima di allora.


«Ma... ma che dici, piccola? Tu non sei mai stata un problema per me e non lo sarai mai. Non mi importa se non puoi vedere, non è colpa tua. Non mi importa che tu mi veda, mi importa che tu sia qui con me, che tu sia tu. Ti amo per quello che sei, per quello che hai dentro. E tutto quello che faccio per te, lo faccio col cuore, perchè lo voglio, perchè ci tengo a te e voglio vederti felice. Non voglio vedere la tua tristezza nel pensare di essermi “scomoda”, perchè non lo sei assolutamente. Io vedo che questa cosa pesa più a te che a me.»


«Tom, non pensare che sia facile vivere non capendo cosa ti accade attorno, ma percependolo solamente con l'udito o con gli altri sensi che rimangono. Non è facile per niente.»


«Tu credi che io pensi che lo sia?»


«Allora perchè non riesci ad essere sincero con me? Perchè non riesci ad ammettere che tutto questo è pesante per te, che ti fa star male? Che alla tua età non hai il tempo di pensare ai miei problemi e che ti meriteresti tutt'altra ragazza?»


«Amore, se sto male, sto male per te. Sto male perchè mi rendo conto che per te non è per niente facile, che ci soffri. Sto male perchè spesso mi metto nei tuoi panni, immaginando di non poter vedere nulla e ci divento matto. Sto male perchè vorrei farti capire che per me sei importante e non sei un peso. Sto male perchè se potessi, se esistesse un rimedio, ti donerei la vista. È possibile donare la vista a qualcuno? Se sì, dimmelo, farei i salti mortali, giuro.»


Sorrisi amaramente, deglutendo appena. Eri così dolce, tanto che mi sentii in colpa per aver messo in dubbio non i tuoi sentimenti, bensì la tua vera serenità.


«Tom, tu sei la mia vista. Io vivo grazie a te, perchè tu mi stai vicino, perchè tu mi sostieni. Ti ringrazio perchè non mi fai sentire il peso di tutto questo, perchè mi accetti così come sono, perchè non ti lamenti mai se faccio qualche disastro, ma mi perdoni sempre non potendo fare altro, e con il sorriso sulle labbra. Ti ringrazio perchè non mi hai mai dato contro, perchè hai sempre avuto rispetto di me. Finchè ci sei tu, riesco ad affrontare la vita nel modo più sereno. Riesco a vedere. Sei tu che mi fai conoscere il mondo, giorno dopo giorno; sei tu che mi permetti di osservarlo attraverso i tuoi occhi.»


Pronunciare quelle parole mi aveva portato a sentire un enorme groppone che mi si era formato in gola. Il tuo improvviso tirare su col naso, mi fece capire che anche tu ti eri commosso. Le tue mani si posarono lievi sul mio viso, accarezzandomi dolcemente.


«Non potevi dirmi cose più belle, amore mio. Sono felice di essere tutto questo per te. Spesso mi sono chiesto se davvero fossi all'altezza di farti vivere serena, per quanto possibile.» mormorò baciandomi teneramente la fronte.


«Lo sei.» sussurrai sorridendo. Alzai le mani verso il vuoto, cercando il tuo viso e, con qualche difficoltà lo trovai. Ti avvicinai a me e ti baciai sulle labbra. «Ti amo.»


«Anch'io, e non ti cambierei con nessun'altra, piccolina mia. Mai.»


Ti strinsi maggiormente, volendo sentirti più vicino. Volendo sentire tutto il calore e l'amore che emanavi.


Non ti avrei mai visto, Tom. Non avrei mai avuto la possibilità di guardarti e di osservarti in tutta la tua bellezza; perchè sapevo che lo eri, le mie mani ti avevano esplorato con cura, senza tralasciare nulla, volenterose di scoprire tutto di te. Se non ti potevo vedere, per lo meno volevo immaginarti.


Nonostante ciò ti avrei comunque amato, dimostrandoti che l'importante non è l'immagine proiettata nella propria mente da un paio di occhi, bensì l'anima che vi si scova attraverso i sentimenti.

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Ok, io non so perchè ultimamente mi stanno venendo in mente tutte queste one shot. Purtroppo o sensate o insensate le devo scrivere, sono fatta così. Non riesco a reprimere le mie idee e spesso tutto ciò che mi passa per la testa lo devo buttare giù. Non so se sia un bene o meno, ma spero che lo sia. Questa one shot mi è venuta in mente per caso, come tutto quello che scrivo d'altronde, ed ho cominciato a scriverla qualche giorno fa, essendo un pò indecisa se postarla o meno. Alla fine ho deciso di postarla e come va va. Spero ovviamente che vi sia piaciuta come le altre, anche se forse non è tutta questa gran cosa. Volevo provare a scrivere di una persona cieca. E' sempre stata una cosa che mi ha "attratta" per modo di dire, visto che trovo questo fatto molto triste. Io, personalmente, credo che non riuscirei mai a vivere non riuscendo a vedere. E niente, avevo voglia di provare a buttare giù due righe su questo argomento. Spero sia stato di vostro gradimento e che mi lasciate dei commenti positivi o negativi, non importa. Poi magari la troverete insignificante, boh. Mi piacerebbe solo sapere che ne pensate =)
Bacio.


  
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