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Autore: Erisachan    25/03/2010    0 recensioni
"Non so neppure spiegarmelo, non saprei neppure dire da quando sia così, quello che so per certo è che il Natale non mi piace."
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gerard Way
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo .2



Il giorno in cui Gerard parlò per la prima volta con Adrienne era un giorno come tanti, se ne stava correndo a gambe levate cercando di seminare i soliti bulli, né più né meno di quello che accadeva in tutte le pause pranzo che ricordasse dalla prima liceo alla terza.
Quel giorno però, mentre correva incontrò un ostacolo sul suo cammino, ed essendo il nostro eroe agile come una lince morta ci andò a sbattere contro senza nemmeno azzardare un tentativo di schivata.
Conosceva i suoi limiti.

Solo, non aveva ancora capito contro "cosa" era andato a sbattere. La prima cosa che registrò fu che quella "cosa" era senza dubbio bassa, la seconda che era morbida, la terza che inspiegabilmente nonostante la caduta e correlata stoppata i bulli non l'avevano ancora afferrato... La quarta fu che la "cosa" tirava dei calci nelle palle niente male.

"Ma si può sapere che cazzo ti metti a correre senza guardare dove vai? Razza di coglione decerebrato! Cazzo!"

Gerard aveva appena ricominciato a respirare, quindi tra le varie urla indirizzate alla sua persona riuscì a carpire giusto un "coglione decerebrato" infilato a cazzo in una delle frasi.
Poi.
Alzò lo sguardo.

Tutti a scuola sapevano chi era Adrienne.
Perché Adrienne era bella.
Perché Adrienne era intelligente.
Perché Adrienne era forte.
Perché Adrienne era totalmente fuori di testa ed era in assoluto l'ultima persona al mondo da far incazzare.

Gerard tutte queste cose le sapeva e nonostante fosse un nerd convinto, fino ad allora si era ben guardato dall'entrare in contatto anche solo visivo con lei.
Solo, la prima cosa che aveva registrato andandoci a sbattere addosso era che era bassa.

Dette uno sguardo alle sue spalle, così, giusto per assicurarsi che non ci fosse nessun volontario che volesse accorrergli in soccorso, sia mai che per una volta se la cavava liscia!
Quindi, appurato che era rimasto solo fissò Adrienne.

"Mi dispiace, non ti avevo vista sei troppo bassa"

Non è che Gerard fosse stupido, era solo che non aveva ancora imparato a connettere prima il cervello e poi la lingua, per il resto era pure discretamente intelligente per la media.

Al secondo calcio nelle palle pensò che sarebbe morto vergine, fosse anche scampato ottant'anni.

"Vediamo...come avresti intenzione di farti perdonare ora?"

Adrienne si era chinata verso di lui, i gomiti poggiati alle ginocchia, i polsi a tenere su il mento, i capelli lunghi scompigliati sulle spalle e in viso il sorriso più inquietante che Gerard avesse mai visto.

"Ti prego! Tutto ma non il mio pranzo!"

Le priorità del nostro eroe sono sempre state ben salde.

"Ahahahahahahah pranzo?!? Ahahahahahahahahha" rideva come una ragazzina registrò Gerard "Ho deciso! Per farti perdonare da oggi sarai il mio schiavo!"

Gerard si guardò intorno per la seconda volta: nessuno all'orizzonte.
Era fottuto.

"Prima o poi si stuferà"

16 giorni, 6 ore, 56 minuti dopo, Gerard era ancora lo schiavo di Adrienne.
Le portava lo zaino, la accompagnava a fare compere dopo la scuola, le cucinava il pranzo al sacco, le prestava i libri quando se li dimenticava nonostante così facendo prendesse delle severe sgridate da parte dei professori, però a conti fatti non era "così" male, ok, a parte quella volta che gli aveva telefonato alle nove di sera per mandarlo a prenderle degli assorbenti al supermercato e si era vergognato come il peggiore dei ladri...però solo quella volta, per il resto c'era un lato positivo che Gerard non poteva far a meno di notare, i bulli della scuola da quando stava appresso ad Adrienne avevano smesso di rompergli i coglioni, il che non era assolutamente un dettaglio da sottovalutare, anche quando lo beccavano insolitamente da solo e provavano a rompere arrivava Adrienne e li mandava via, semplicemente addicendo al predominio sulla sua persona.

Tutti avevano paura di lei a scuola.

Poteva tranquillamente sottostare ai capricci di Adrienne se ne guadagnava un pò di pace.

Andò avanti così, tranquillamente, Adrienne ordinava, Gerard ubbidiva, i suoi amici lo pigliavano per il culo e lui li mandava a cagare.

Si era "abituato" a lei, non era un fastidio e non aveva davvero paura, semplicemente, si era abituato e gli andava bene continuare così.

Poi, il 20 di dicembre Adrienne se ne uscì con una cosa assurda.
Erano seduti su uno dei muretti della scuola a fissare la gente che passava di sotto.
Avevano tempo da perdere insomma.

"Ehi schiavo - a quanto pare il suo nome Adrienne ancora non lo aveva imparato - hai da fare la vigilia di Natale?"

"Perché?"

"Voglio andare in un posto, ci vieni con me?"

"Me lo stai chiedendo?"

Non era abituato a sentirsi "chiedere" le cose da Adrienne, di solito si limitava ad "informarlo" che sarebbe andato con lei nel tal posto.
Punto.

"Mi pare evidente..."

"E come mai questo cambiamento?"

"Hai voglia di prenderle?" lo fissò con un sopracciglio alzato appena prima di voltare lo sguardo "E' Natale..."

"...Ok"

Adrienne saltò giù dal muretto e lo fissò col pollice alzato "Allora ci vediamo davanti a casa mia, il 24 alle 9 di sera!"

Era da un pò che ci pensava Gerard, a scuola erano tutti spaventati da lei, eppure a lui non sembrava cattiva, di sicuro era "strana", dava fuori di matto per delle cazzate ed era capace di fare un casino che poi rimettere apposto era impossibile quando era davvero arrabbiata, però, non era cattiva, forse capricciosa, incostante, dispettosa...ma cattiva Adrienne con lui non le era mai stata.

Per questo quando il 24 si ritrovarono seduti sul terrazzo di una live house nel centro di Newark pensò che forse, poteva chiederglielo.

"Perché quella volta hai deciso che sarei stato il tuo schiavo?"

"Perché sono innamorata di te, ovvio no?"

Ecco, questo Gerard non se lo era di certo aspettato "C-Cosa!?!?"

"Pfff ahahahahahhahahhahaha dovresti vedere la tua faccia!!!!!! Non ci avrai creduto sul serio!!?!?!? Ahahaahahah ma ti pare possibile?!" Adrienne rideva così forte che doveva tenersi la pancia con entrambe le braccia per non cadere.


"Sto parlando sul serio, perché?"

Adrienne sospirò pesantemente prima di rispondere "....lo vuoi davvero sapere?"

"Sì"

"Perché è Natale" si girò dando la schiena al parapetto, lo sguardo fisso sul cielo stellato "Quel giorno, quando ti vidi che scappavi come un coniglio da quei coglioni ho deciso che saresti stato tu, la mia buona azione"

"La tua buona azione?"

"Certo! E' Natale te l'ho detto! A Natale dobbiamo essere più buoni perché Babbo Natale ci sta guardando! Quindi io avevo deciso che saresti stato tu, che ti avrei protretto da quei deficienti, così Babbo Natale sarebbe stato contento di me"

Gerard l'avrebbe sicuramente presa in giro, l'avrebbe fatto davvero se Adrienne non fosse stata così bella mentre lo diceva guardando il cielo.

Con un salto si sedette sul parapetto, poi, continuò a parlargli "Sai, i miei hanno deciso che ci trasferiremo, mio padre ha ricevuto un'ottima offerta di lavoro a New York e ha deciso di accettare" si voltò a guardarlo, la faccia affondata nella sciarpa "perciò questo sarà l'ultimo Natale che passerò quì"

Gerard non disse nulla, si sedette accanto a lei e ascoltarono la musica proveniente dalla Live House insieme, in silenzio.

A sullen riot penetrating through her mind
Waiting for a sign
To smash the silence with the brick of self-control

Are you locked up in a world
That's been planned out for you?
Are you feeling like a social tool without a use?
Scream at me until my ears bleed
I'm taking heed just for you"



Gerard non sapeva di chi fosse quella canzone, però, mentre la ascoltava pensò che parlasse di lei.
Gerard ascoltava quella canzone che raccontava di Adrienne e stava in silenzio a guardare il cielo insieme a lei.

"Devi imparare a difenderti da ora in poi, non farti cambiare, ma impara a difenderti, quei coglioni non meritano di farti correre"

Mentre la riaccompagnava a casa Gerard ripensava al periodo trascorso insieme, camminando al suo fianco proprio come quella sera, canticchiando tra le labbra una canzone che parlava di lei e di cui non conosceva il nome.

Davanti a casa Adrienne allungò una mano verso di lui e Gerard la strinse pensando che era davvero una mano piccolina.

"Grazie Gerard"

"Buon Natale Adrienne"

Quello fu l'ultimo saluto che si scambiarono, il giorno dopo Adrienne partì per New York insieme alla sua famiglia.
Gerard scoprì che quella canzone era dei Green Day e cominciò ad ascoltarli sempre più spesso.
A scuola da quando aveva deciso di restituirli i pugni, avevano smesso di dargli fastidio.

Ormai poteva starsene tranquillo in pausa pranzo, mangiava il suo panino e negli orecchi aveva gli auricolari di un iPod che mandava sempre la solita canzone.

   
 
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