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Autore: soarez    25/03/2010    5 recensioni
-Sai che l’occhio umano può ricevere fino a trecento fotogrammi al secondo?- Così esordì Patrick Jane nella noia più totale di quel giovedì mattina. lievi accenni alla seconda stagione
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Pensieri di una bambola'
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-Sai che l’occhio umano può ricevere fino a trecento fotogrammi al secondo?-

Così esordì Patrick Jane nella noia più totale di quel giovedì mattina.

Wayne Rigsby alzò la testa dal sudoku per osservare il biondino sdraiato sul vecchio divano logoro.

-Con chi stai parlando?- chiese.

-Oh, beh, con tutti e con nessuno in particolare…forse addirittura con Elvis lassù- rispose Jane alzando una mano ad indicare il soffitto.

-Si, probabilmente con Elvis…- aggiunse mormorando.

Rigsby sospirò voltando la testa verso un taciturno Kimball Cho seminascosto dal giornale.

-E’ pazzo-

Grace Van Pelt staccò gli occhi dal computer e si girò a guardare il consulente.

-Che stavi dicendo a proposito dei trecento fotogrammi?-.

Jane sorrise sornione, le braccia incrociate dietro la nuca.

-I fotogrammi ricevuti dall’occhio sono spediti al cervello, che li immagazzina, li analizza ed elabora la risposta da spedire alle varie parti del corpo; quindi se l’occhio vede le chiavi della macchina sul tavolo, il cervello manderà al braccio l’impulso di allungarsi, e alle dita quello di piegarsi. Mi segui fin qui?-

-Si-

-Fantastico. Ora fai attenzione- il biondo allungò una mano fino al tavolino di fianco al divano e prese una penna. La lanciò a Van Pelt, che l’afferrò al volo e lo guardò interrogativa.

-Questo è esattamente il processo che ti ho appena illustrato. Come puoi ben immaginare, il cervello deve analizzare la situazione e decidere una risposta appropriata in una piccolissima frazione di secondo, altrimenti non saresti riuscita ad afferrare la penna. Naturalmente, meno fotogrammi deve elaborare, più veloce sarà la risposta del cervello, ed è per questo che il numero di fotogrammi ricevuti dall’occhio, da trecento scendono a ottanta al secondo-

-Secondo te ci pensa durante la notte alle cose da dire il giorno dopo, oppure gli scrivono le battute?- scherzò Rigsby rivolto a Cho che, imperturbabile, continuava a leggere il giornale.

Jane rovesciò la testa all’indietro per poter guardare il collega.

-Ah ah, molto spiritoso, mio caro Rigsby, chi te l’ha suggerita?-

-Via, ragazzi- disse la rossa –non fate i bambini-.

-Si, mammina!- risposero in coro i due uomini, facendo sorridere Cho.

-Ma il mio discorso non era ancora finito- esclamò Jane.

-Stavi dicendo degli ottanta fotogrammi- gli ricordò Van Pelt.

-Grazie, piccola Grace. Quindi, come ormai sappiamo, il cervello non sfrutta appieno il suo potenziale, quando è in una situazione di calma.

Ma, nel momento in cui ci si ritrova in una situazione di forte pericolo, il cervello blocca le…possiamo chiamarle comunicazioni, con le altre parti del corpo. Così facendo può concentrarsi totalmente sulle informazioni ricevute dagli occhi, che ora captano trecento fotogrammi al secondo.

Il cervello “vede” perfettamente la situazione, ma non comunica la risposta al corpo che rimane immobile.

E’ per questo che si rimane “paralizzati dalla paura”- concluse con soddisfazione Patrick, sistemandosi meglio sul divano.

Rigsby alzò un sopracciglio.

-Jane, noi non rimaniamo paralizzati dalla paura, quando ci troviamo di fronte ad un pericolo-.

-Ah! Certo che no, mio scettico amico!- esclamò il biondo, alzando un braccio –voi siete allenati, preparati e armati. In più una sparatoria può durare anche alcuni minuti. Pensa che fastidio se rimanessi bloccato per tutto il tempo del conflitto. Immagino che se ti fosse già successo in passato, con molta probabilità non saresti qui a raccontarlo, mio buon Rigsby-

-Touchè- sorrise Cho, sempre dietro il giornale.

-Ciò che ti ho appena raccontato, amico mio, non accade in ogni caso a tutti-.

-Va bene, bimbo prodigio, ora basta chiacchiere inutili; abbiamo delle cose da fare-

Teresa Lisbon entrò decisa nella stanza.

-Le mie non sono chiacchiere inutili- protestò Jane, guardandola dal basso del divano.

-Oh, scusa Dorothy, non ti avrò offeso, spero?-.

-Niente affatto, mia cara Strega Bianca-

Lisbon sorrise involontariamente girando si verso il resto della squadra.

-Ok, ragazzi: Rigsby, tu devi finire di compilare il rapporto dell’ultima volta. Van pelt, Minelli ha dei problemi con il computer; ha chiesto se potresti darci un’occhiata-

Rigsby si alzò dalla sedia di malavoglia, sparendo oltre la porta, seguito da una Van Pelt che cercava di non pensare che, molto probabilmente, il problema di Minelli era quello di non aver attaccato la spina del computer.

Nello stesso istante, ben conscio di quello che stava per succedere, Kimball Cho sembrava voler scomparire dietro il giornale.

-Cho, tu ed io dobbiamo incontrare il procuratore per le testimonianze in tribunale-

Sospirando rassegnato, l’orientale posò il giornale e si alzò malvolentieri dalla sedia.

-Se mi buttassi sotto una macchina, potrei evitare tutto questo- borbottò uscendo.

Mentre stava per varcare la soglia, Teresa Lisbon si girò verso l’uomo biondo appisolato sul divano.

-Dimmi una cosa: se io sono la strega bianca, gli altri chi sono?-

-Van Pelt lo spaventapasseri; dovrebbe evitare di farsi “bruciare” troppo nei casi.

Rigsby il leone, grande, grosso e forte, ma senza coraggio per certe cose.

E Cho…l’omino di latta; nulla lo scalfisce, anche se un po’ di cuore non gli farebbe male-.

Lisbon rifletté un attimo.

-…interessanti associazioni…alquanto azzeccate, devo dire-.

-Si, ma…c’è una cosa che ancora non ho capito- disse Jane, voltandosi a guardarla.

-Perché proprio io sarei Dorothy?-

Lisbon sorrise.

-Perché senza di noi non sapresti che fare-.

Detto questo se n’andò.

 

 

 

 

 

 

Se non ricordo male questa fu la prima in assoluto di the mentalist che scrissi.

Bah, lascio giudicare a voi.

Fatemi sapere cosa ne pensate.

Soarez

Ps sto sfuttando questi due giorni che sono a casa dall’università, è per questo che vi rompo così tanto le scatole ^_^

   
 
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