I personaggi, con mio grande dolore, non sono miei. Se lo fossero non sarei qui.

-Perché non glielo dici?- chiese Rigsby, intento a mescolare il caffé.

Patrick Jane alzò un sopracciglio, posando la tazza di tè sul piattino che aveva in mano.

Si guardò attorno, ma erano soli nel cucinino del CBI.

No, Wayne Rigsby parlava proprio con lui.

-Prego?-

Rigsby sollevò la testa per guardarlo.

-Perché non glielo dici?- ripeté.

-Dire cosa?- si informò Cho, appena entrato, dirigendosi verso la caraffa del caffé.

-Dirle che l’ama-

Cho si voltò verso il collega con l’aria più scettica che la sua inespressiva faccia gli concedesse.

-Cosa?-

-Mio buon Rigsby, toglimi una curiosità- si intromise Jane posando la tazza sul tavolino –A chi dovrei dire una cosa del genere, a parer tuo?-

Rigsby lo guardò come se fosse una cosa ovvia come il fatto di respirare.

-A Lisbon-

Kimball Cho si strozzò con il caffé.

-C-cosa?-

Jane, elegantemente composto sulla sedia, fissò il collega.

-Rigsby…io non ho mai detto di amarla-

L’altro sollevò le spalle.

-Questo lo so, ma certe volte hai dei comportamenti nei suoi confronti che sono spaventosamente sospetti-

Cho guardò il biondo, sedendosi sul tavolo davanti a lui.

-Beh, non posso dargli torto-

Patrick si ritrovò gli occhi dei colleghi addosso.

-E allora?- chiese.

-Non lo so, diccelo tu- sorrise Rigsby.

-Non capisco cosa vi faccia pensare ad una cosa del genere-

-Oh, ma davvero? Ne sei proprio sicuro?- inquisì l’orientale.

-Andiamo Cho, per favore…sai benissimo che i tuoi modi da interrogatorio non funzionano con me-

-Si, certo- rise Kimball.

Jane guardò alternativamente i due colleghi.

-Avanti! Davvero lo credete?-

I loro sguardi erano abbastanza eloquenti; si, davvero lo credevano.

-Suvvia ragazzi-

Ancora sguardi fissi.

-Oh, ma dai! E poi lei è il capo-

Rigsby ridacchiò, guardandolo divertito.

-sai, Jane, è buffo. Se non ricordo male proprio tu una volta mi dicesti: sei un uomo o un coniglio?-

In quel momento fece la sua comparsa Lisbon.

-Buongiorno-

Cho e Rigsby si dileguarono velocemente con un rapido “buongiorno capo”.

Lisbon rimase un po’ interdetta.

-Ma che gli è preso?-

Jane fissava il punto dal quale erano scomparsi i due uomini.

-Io un coniglio?- mormorò.

-Che stai dicendo? Di che stavate parlando?-

-Oh, niente, non preoccuparti- la tranquillizzò Jane –solo…piccole considerazioni mattutine- disse, riprendendo in mano la tazza di tè e bevendone un sorso.

-E che stavate considerando?-

Patrick la guardò sorridente da sopra la tazza.

-Che Rigsby è più perspicace di quanto sembri-

Wow, finita di scrivere cinque minuti fa a lezione…geometria descrittiva non è proprio il massimo.

È un po’ corta, ma un giorno a lezione ebbi una folgorazione, perciò mandai al diavolo la spiegazione di psicologia, e in dieci minuti la scrissi. Come si produce bene all’università ^_^

 ps. secondo me Rigsby si finge coglione, ma vuole conquistare il mondo u.u

Sasita: chiedo scusa, non volevo certo farti andare all’ospedale. Sai, la mia teoria è che Jane abbia sparato quasi per sbaglio, non avrebbe voluto ucciderlo, ma solo ferirlo…purtroppo per lui, il nostro caro sensitivo ha una mira del piffero; è alquanto impedito con un’arma in mano. Mi è piaciuto il momento in cui getta a terra il fucile con un’aria quasi schifata…penso che abbia sparato senza neanche rendersene conto. In quanto a postare velocemente: è il vantaggio di scrivere one shot ^_^

Allanon9: grazie mille! Spero che continueranno a piacerti.

Othello: Air Gear sempre sia ringraziato u.u  oddio…Jane vestito da Dorothy…ora lo vedo XD ci sarebbe da disegnarlo!!

Cifri: fidati, ne ho fatte anche di peggiori di figure…

A presto.

Soarez.