-Ci stiamo per dire addio, vero mia cara Alice? Sono sicuro che quando tornerai nel tuo mondo ti sarai già dimenticata di me- mi sussurrò il Cappellaio con la voce quasi rotta dal pianto
Avrei voluto zittirlo, avrei voluto buttargli le braccia al collo, avrei voluto baciarlo, avrei voluto dire tutto il contrario ma le parole mi morirono in bocca. Era troppo doloroso dover lasciare Wonderland e tutti i suoi abitanti. Non avrei più rivisto nessuno. Questo mi provocò un forte dolore al cuore. Le lacrime cominciarono a scendere dai miei grandi e malinconici occhi color nocciola. Mi sforzai di sorridere, ma inutilmente. Mi guardai attorno per l’ultima volta. Avevo vissuto un momento magico. Breve, ma intenso. Ma tutto ciò non sarebbe svanito dalla mia mente.
-Cappellaio- risposi accarezzandogli una guancia-io non mi scorderò mai di te. Né adesso, né mai. E’ impossibile. Ho vissuto momenti bellissimi. Ricordati che non sarai mai solo. Io vivrò, per sempre, nel tuo ricordo. Io desidero, più di ogni altra cosa al mondo, che tu sia felice. Mi sarebbe piaciuto poter rimanere. Ma non è scappando nella mia fantasia che riuscirò a risolvere i miei problemi. Mi capisci, vero?
Il Cappellaio annuì e io gli schioccai un bacio sulla fronte per poi allontanarmi. Bevvi la pozione datami dalla Regina Bianca. Tutto, intorno a me, cominciò a sbiadire.
Mi trovai, improvvisamente, catapultata nel mio mondo reale. Prima di andarmene scoccai l’ultima occhiata al buco nel quale ero caduta. Sorrisi. Sapevo che prima o poi sarei ritornata a Wonderland. Ma prima che ciò accadesse, sarebbe passato un bel po’ di tempo.
Tornai alla festa. Tutti erano preoccupati per me. Quando feci capolino, tutti emisero un sospiro di sollievo. Mia madre mi corse incontro e mi tastò tutta per capire se ero ancora viva. ia sorella mi abbracciò tutta contenta e mi diede una pacca sulla spalla.
Ma il momento della verità stava per arrivare. Mi volsi verso Hamish e gli andai incontro. Presi coraggio e gli dissi:
-Mi dispiace Hamish ma non posso sposarti. Non sei l’uomo giusto per me. E poi, io, non ti ho mai amato
Tutti i presenti, alle mie parole, rimasero senza fiato. Mai si sarebbero aspettati un simile comportamento da parte mia. Ma ero felice di avergli detto la verità, non avrei mai avuto il coraggio di illuderlo.
-Stai scherzando, vero? Dimmi che è tutta una messa in scena…
-Affatto Hamish, sono serissima
A quel punto scappai, lasciando Hamish in preda al panico
2 ANNI DOPO
Erano passati due anni dall’ultima volta che avevo lasciato Wonderland. Due anni che mi erano parsi un’eternità. Due anni, nei quali, non avevo fatto altro che pensare al Cappellaio, alla Regina Bianca, al Bianconiglio, e allo Stregatto. Mi mancavano moltissimo. Ed era successa una cosa stranissima da quando me ne ero andata da quel meraviglioso paese: non facevo più lo stesso sogno. Anzi, i sogni, ogni notte, cambiavano. Ma perché? Forse ero io che ero cambiata? Desideravo tornare in quel posto. Ogni giorno che passava, il mio desiderio aumentava.
Cappellaio mi senti? Sono Alice! Cappellaio! Voglio tornare a Wonderland, ti voglio rivedere… Cappellaio!
I giorni passavano troppo lentamente. Vedevo, sempre, le stesse persone, gli stessi volti e ormai mi ero stancata di tutto. Hamish era riuscito a trovare un’altra ragazza ed io ero contenta per lui. L’unica che non aveva nessuno ero io.
I ragazzi mi facevano la corte, ma io li rifiutavo perché ero innamorata di un altro. L’uomo che amavo con tutta me stessa era lui: il Cappellaio. E’ vero che era matto, ma io insieme a lui mi divertivo. A Wonderland mi sentivo a casa mia. Se solo mi fosse concessa un’altra possibilità.
Poi una sera, mentre stavo dormendo, sentii una voce che mi diceva di seguirla. In quel momento non capii nulla ma mi alzai automaticamente e, senza nemmeno vestirmi, corsi a perdifiato senza sapere dove stessi andando. Ma di chi era la voce che mi stava chiamando? Mi trovai nel mezzo del bosco. Ormai stava per sorgere l’alba.
Finalmente smisi di correre. Non avevo più fiato. Mi guardai intorno. Ma dov’ero finita? In che posto ero? Ed ecco che improvvisamente ricordai tutto. Non era possibile, mi trovavo vicino a quel buco nero dove due anni fa caddi ritrovandomi a Wonderland. Che dovevo fare? Andare oppure rimanere nel mio mondo? Eppure avevo sognato questo momento da due anni. Mi feci coraggio e mi buttai dentro il buco nero.
Non potevo crederci. Stavo tornando a Wonderland. Il buco nero sembrava interminabile, ma alla fine toccai il pavimento. Era rimasto tutto come allora.
Sopra il tavolino c’era ancora la chiave che apriva una piccola porticina che mi avrebbe fatto accedere a Wonderland. Vicino alla chiave c’era una boccetta con un liquido bianco e attaccata ad essa un’etichetta con su scritto “bevimi”. Sotto il tavolo, rinchiuso in un cofanetto il pezzo di torta con su scritto “mangiami” che mi avrebbe fatto crescere a dismisura. Stavolta non avrei commesso lo stesso errore. Presi la chiave e la boccetta, contenente il liquido. L’aprii e l’annusai. L’odore, abbastanza forte, mi fece venire la nausea. Ma era l’unico modo per entrare. La bevvi e come per magia, mi rimpicciolii e i vestiti rimpicciolirono con me. Cantai vittoria. Girai la chiave nella toppa e come per incanto mi ritrovai in Wonderland. Per essere sicura che tutto ciò non fosse il frutto della mia fantasia, mi diedi un pizzicotto. Mi fece abbastanza male. Ma non sognavo, tutto questo era vero. Piansi dalla gioia.
Il mio obiettivo era ritrovare il Cappellaio Matto e tutti gli altri. Mi incamminai alla volta dell’ignoto