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Autore: callistas    26/03/2010    12 recensioni
Chi crede negli angeli? Chi ci crede oggi? Esiste qualcuno che ha il potere di modificare la nostra vita? Di migliorarla? Sono solo alcune domande che troveranno risposta nella storia che spero vorrete leggere. Il solito besito!
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Rin, Sesshoumaru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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10 - Il Conflitto decisivo Sera!
Come andiamo?
Io spero bene, anche perché adesso inizieranno i guai. Per chi? Oh beh… un po’ per tutti perché come recita il proverbio: un po’ di guai al giorno toglie il medico di torno!
Perfetto. ora che la ca..ta è stata detta, posso cominciare a fare la seria.
Sesshomaru è stato trasportato nel Regno degli Inferi da Kagura e tra poco qualcun altro andà a fargli compagnia?
Chi?
Adesso non cominciamo subito a pretendere le risposte! Leggete il capitolo e lo scoprirete. Ma prima, com’è mia consolidata tradizione, vorrei ringraziare quelle pie anime che mi hanno recensito fino a questo punto, partendo da…

Xx Kagome_Chan xX: alla buon’ora! E poi non trovare fuori le scuse inutili che non potevi più entrare nel sito che non ti crede nessuno!
Muahahahahahahaah!
Guarda che, non so se l’hai capito, ma io con le mie storie faccio quello che voglio, e se voglio far partir Kagome la faccio partire e con questo, credo di aver chiarito la questione.
*si ama quando fa la bastarda*
Aspetto con curiosità il commento su questo capitolo…

Kagome19: muahahahahahahahah! Sono protetta dalla più grande agenzia segreta che esiste al mondo! Non scoprirai mai che abito a Verona! Muahahahahahaha!!!

Kaggy95: ok. Sono ufficialmente senza parole. Ma che mi hai scritto l’Omero in sette lingue?!?!?!?!?!? Mai vista una recensione assì lunga! Porca va… paletta! Come si fa a rispondere a una recensione che tutti gli scrittori sognano!?!?!??!?!!?
In teoria si partirebbe dal principio, no? ehehe… allora dunque…
Punto primo: dire che sono lusingata dalle tue parole è offenderti. Sono più che contentissima che la caratterizzazione di Rin ti sia piaciuta. Effettivamente, volevo dare una smossa al suo personaggio e la situazione che si era creata con i suoi genitori mi sembrava un ottimo modo per fare emergere le sue qualità nascoste.
Punto secondo: oddio ho già i crampi alle dita… come sono felice!
Spiegare le relazioni extraconiugali è sempre un casino, ma hai reso perfettamente l’idea. Come hai letto e giustamente osservato, i due non hanno sangue in comune, avendo quattro genitori completamente diversi tra di loro. Sì, ho presente Marmelade Boy che, piccola nota personale, stravedevo per Jury, lo veneravo. Però, non so se lo sai, che se due genitori che hanno già dei figli si sposano con altri genitori che hanno altri figli, questi diventano automaticamente fratellastri e non possono avere legami intimi. Ma per ovviare a questa scomoda – per me – situazione, ho pensato che se Rin chiedeva a un notaio di disconoscere il padre, a prescindere dal fatto che fosse innamorata di Sesshomaru, allora avrebbe potuto avere rapporti con il suo “fratellastro”. Non so se a livello legale questa possa essere una scappatoia, ma mi è venuta così, dato che come idea mi sembrava possedesse anche una certa logica.
Punto terzo: *-* occhietti sbrilluccicosi, eh? Li ho avuti anch’io quando ho buttato giù le righe per descrivere la scena che, tra l’altro, mi imbarazza sempre.
Ho cercato di immedesimarmi nei personaggi, prima in uno e poi nell’altro, cercando di non dare una descrizione sommaria dell’evento, ma analizzando ciò che ognuno provava: estasi per Kagome, timore reverenziale per Inuyasha, che non voleva che l’unica persona che lo accettava per quello che era. Il mezzo demone ha vissuto in isolamento per diciassette anni e quando si è trovato davanti qualcuno che lo ha accettato per quello che era, ha voluto prendere le cose con calma, cercando di non spaventare l’innocente “vittima” – mi offro io come cavia per la prossima volta!!! – invece di saltarle addosso come invece avrebbe fatto la stragrande maggioranza degli adolescenti con turbe sessuali da vergini forzati.
Sono contenta che tu sia riuscita a cogliere tutto questo.
Punto quarto: rileggendo quella parte, anch’io ho sudato freddo quando Rin stava per scoprire tutto, ma sai com’è… magari la povera Rin pensava a una svista e quindi più di tanto non ha indagato – si fa per dire.
Se sai che è una bugia, saprai anche perché Kagome ha dovuto dirla. Il dialogo avuto con la madre di Inuyasha è stato in qualche modo chiarificatore, nonostante l’angelo abbia voluto godersi Inuyasha finchè poteva.
E ancora… sono contenta che tu mi voglia fare un disegno della scena tra Naraku e Kagura. Vorrei, sempre che ne sia in grado, anche perché non so come si fa, riuscire a pubblicarla almeno nell’ultimo capitolo, se sei d’accordo.
Aggiungo io il punto numero cinque.
Sono onorata di poter vantare nelle persone che mi recensiscono una persona come te, che sa cogliere i messaggi nascosti che cerco di lasciare. Ovviamente, apprezzo anche chi solo mi scrive che la storia è bellissima e che non vedono l’ora di un aggiornamento, ma quando si tratta di aver a che fare con persone che mettono sotto analisi ogni singola parola, chiedendo spiegazioni, per vedere se hanno azzeccato il punto, mi fa sempre inumidire gli occhi. È ovvio che, per tutti i motivi di questo mondo, non si può fare una recensione strakilometrica come la tua per ogni singolo capitolo, anche se sarebbe bello. E aggiungo… aggiungo che non vedo l’ora di vedere il tuo disegno, sperando di poterlo inserire nella mia storia.
Grazie per il “popò” di recensione che mi hai lasciata. Giuro che ci sono rimasta male – in senso positivo – quando l’ho vista.
Un bacione, callistas

Bellatrix_Indomita: immagino, cara amazzone, che la tua agenda sia piena di impegni *ironizza* e ti ringrazio per esserti degnata di aver lasciato un commento… *fa la bastarda*
Ma dai che scherzo! Anzi!… grazie mille che nonostante gli impegni che comprendo, a volte, possono non lasciarti nemmeno un momento per respirare, per commentare il capitolo.
Sono contenta che entrambi ti siano piaciuti.
Spero che questo non ti lasci a bocca asciutta.
Baci e abbracci!

Darkina: brava! Ti sei divertita? Spero di sì. Io al cinema è un secolo che non ci vado! ç_ç
Ma non siamo tristi, dai! Grazie per aver lasciato una traccia del tuo passaggio!
Se vuoi sapere come andrà avanti la cosa, dovrai leggere questo capitolo e farmi, poi, sapere se ti è piaciuto o no.
Non voglio dirti più niente, altrimenti mi tocca anticiparti tutto.
Baci!

Nicole221095: finalmente l’hai capito! Sesshomaru e Inuyasha sono di proprietà privata! Prenditi Naraku se proprio vuoi qualcuno! *ride sadicamente*
Spero però di non averti fatto partire un embolo con questo capitolo, viste le tue esclamazioni e comunque gli abbracci li accetto sempre molto volentieri, anche se comportano gli occhi che schizzano fuori dalle orbite come palline da golf.
Slinguazzamenti vari ^^!

Samirina: allora forse sono essere stata io a non essere abbastanza chiara. Andrò a rivedere il capitolo, allora! Per questo, sono contenta che ti sia piaciuto, specie il bacio tra Rin e Sesshomaru (manco lo aspettassi da una vita u_u).
Adesso voglio vedere se anche questo ti piacerà. Io spero di sì, però… non si sa mai.
Un bacio enorme!

Fmi89: lo so, lo so… sono perfetta, cosa ci vuoi fare? *se la tira da Verona a Milano andata e ritorno*
^^
Ciao bedda! Sono contenta che i colpi di scena siano stati di tuo gradimento e se vuoi sapere cosa succederà, leggi questo capitolo, in cui succederanno delle cose…
Grazie mille per la tua recensione, sperando di non deluderti con ciò che andrai a leggere.
Bacioni!

Dolce Kagghy: non tirare in ballo gli dei… che altrimenti va a finire che ci tiriamo addosso delle disgrazie!
^^
Mia piccola cucciolotta! Come stai?
Eppure mi sembrava scontato che fosse Sesshomaru. Quando ho scritto la battuta di lui che dice “è in classe con me” pensavo si fosse capito. Giuro che non sapevo se rimanerci male perché nessuno l’aveva capita oppure bene perché allora significava che ero stata brava a dissimulare le situazioni. Ancora adesso devo capirlo…
Ma procediamo con ordine!
Sono contenta che il discorso di Rin ti sia piaciuto e anche Sesshomaru, porello, mi ha fatto una pena immensa scrivere le parole della madre che gli rivolge. Vivere con una convinzione e poi vedersela smontare davanti agli occhi in tre nano secondi deve essere stato difficile anche per lui, che provava amore sconfinato per la donna.
Diciamo che il quadro fa un po’ quello che gli pare, o meglio… quello che voglio io.
Adesso Secchan si trova negli Inferi, ma tra poco avrà compagnia, no te preocupas. Posso dirti, visto che mi stai particolarmente sulle palle (è il mio modo per dirti che ti vi bi) che in Kagome ci sarà un cambiamento.
Basta! Basta! Basta!
Non farmi dire altro! *si autoflagella come Dobby di Harry Potter*
Fammi sapere se ciò che leggerai ti piacerà, anche se forse ho i miei amletici dubbi…
Baci!

Sandy23: ciao! Grazie per i complimenti!
Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto, spero potrai dire lo stesso anche di questo, visto che ci saranno delle sorprese pure qui.
Spero di non vedermi venire addosso badili o quant’altro…
Baci e grazie mille!

Marrion: oddio… quando vedo le tue recensioni mi prende sempre la tachicardia… ok, procediamo per gradi.
Intanto… per capire quello che mi dici non devi balbettare quindi… grosso respiro! E butta fuori l’aria! Ci sei? Ok, perfetto.
Lo so, i genitori a volte sono così: stronzi per natura! Escludo i miei, perché sono i miei e non si toccano…
Chissà perché tutte hanno apprezzato il bacio tra Rin e Sesshomaru e l’evoluzione delle cose tra Kagome e Inu… mah… i misteri della vita.
Ti ringrazio, ma preferirei morire nel sonno. Non vorrei mai presentarmi davanti a San Pietro con il corpo pieno di piaghe da ustione… non sarebbe estetico.
^^
Un bacio e continua così con le tue storie!

Ryanforever: porca paletta sei arrivata seconda! NOOOOOOOOOOOOOOOOO!!! Decade un mito!
Ma dai… per stavolta ti perdono… sono contenta che il capitolo sia stato di tuo gradimento. Non sapevo se il bacio poteva essere gradito, ma vedo che mi sono sbagliata, per fortuna (è dall’inizio della storia che non vedevo l’ora di inserirlo!!!!!!). ^^
Perché? Sei andata al bar anche tu a prendere un cappuccino? ^^
Kagome, poverina… se poi calcoli che alla fine della sua missione deve tornare a… CA22O! CA22O! CA22O! *si autoflagella come Dobby di Harry Potter* ho detto troppo! Ho detto troppo!!!
Mannaggia a te che mi fai parlare come una macchinetta!
Dunque, stavo dicendo che… sì, cosa stavo dicendo? Ah, sì! Kagome ha fatto bene, perché ogni attimo perso poi non ritorna più indietro ed è bene coglierlo al fly!
Adesso per sapere cosa succederà ai protagonisti devi leggere questo capitolo, in cui ce ne saranno delle belle!
Spero di non trovarmi delle lettere minatorie nella cassetta della posta…
Baci!

Sweet_Nightmares: *callistas vola alla velocità della luce*
Quante cose che hai censurato! o.O mamma mia! Non pensavo che ti avessero preso in questo modo! ^^
Far finire bene il capitolo? Mumble mumble… no, direi proprio di no.
E questo che andrai a leggere ne sarà un’ulteriore conferma.
Sperando di rivederti presto, possibilmente senza bazooka, ti abbraccio!!









Rin era elettrizzata.
Tutte le emozioni provate la sera precedente l’avevano talmente sfinita che si era addormentata come un sasso. Il mattino seguente, si era svegliata presto ed era andata da Kagome per raccontarle tutto ma quel quadro l’aveva turbata. Aveva visto realmente quelle figure cambiare posizione e sembrava che volessero mandare una sorta di messaggio che solo Kagome era in grado di decifrare.
Dopo essersene andata da Kagome, era andata al bar della madre per aiutarla e poi aveva avuto il pomeriggio libero. Si era data appuntamento con Sesshomaru e lui le aveva chiesto di aspettarlo a casa.
E così lei aveva fatto.
Era tornata a casa, si era fatta una doccia veloce e si era messa tutta carina per lui.
Solo che lui non arrivava.
Erano le tre del pomeriggio e avevano appuntamento alle due. Rin iniziò a preoccuparsi. Il tarlo del dubbio aveva iniziato a roderle l’anima. E se alla fine fosse risultato che era tutta una montatura per far si che lei fosse la tanto ambita preda che il demone non riusciva a conquistare?
Si diede immediatamente della stupida appena finì quell’orribile pensiero. Insomma… non poteva essere così. Lei lo aveva visto sinceramente abbattuto per le orribili parole della madre e i suoi baci le erano risultati più che sinceri. No, non poteva essere tutto un’inganno, anche se…
Senti che il tarlo del dubbio non ti lascia in pace, vero?
“Chi ha parlato?” – chiese Rin di soprassalto.
Tranquilla, Rin…
“Chi sei? Come conosci il mio nome? Fatti vedere!” – disse la ragazza guardinga.
Calmati, ho sentito tutto sai? E credo che tu sappia quale sia la verità. Sesshomaru non è il tipo da trovarsi una ragazza e mettere la testa a posto.
“E… e tu che ne sai?” – chiese la ragazza con gli occhi lucidi.
Conosco Sesshomaru, ma tu no…a quanto mi è dato vedere.
“E cosa sarebbe la cosa che non so?”
La voce non diede tregua a Rin. Le raccontò di come il seme dell’odio era troppo radicato in Sesshomaru e di come quest’odio fosse venuto a galla.
“T-tu…tu menti…” – ma Rin non ne aveva la matematica certezza. Si odiava per quello, ma era più forte di lei.
Stava dubitando di Sesshomaru.
No, non sto mentendo e tu lo sai. Vieni con me e ti dimostrerò che quello che ti ho detto è la pura verità.
Rin non oppose resistenza. Fu inghiottita da un buco nero che la trasportò nel Regno degli Inferi, dove vi era già Sesshomaru.




Il quadro, appeso alla parete della casa di Kagome, stava assumento i contorni di una scena apocalittica. Ormai sembrava che niente potesse fermare il Male. Il Bene stesso era disteso a terra piangente, mentre sullo sfondo si intravedevano le prime scintille di un fuoco che avrebbe arso quattro anime, condannandole all’oblio eterno.




Kagome era in giro con Inuyasha ed erano presenti tutti i presupposti per la “giornata tipo.” Un gelato con il proprio ragazzo, un giro in giostra, il pranzo assieme… ma allora perché da quando aveva lasciato casa aveva un senso di inquietudine che non si decideva ad andarsense? Sentiva che stava succedendo qualcosa, ma era troppo impegnata godersi quel breve momento di felicità con Inuyasha che preferì ignorarne i chiari segnali. Ma non poteva fingere ancora, doveva intervenire, anche se non sapeva cosa l’avrebbe aspettata.
“Inuyasha…” – il mezzo demone si fermò, stranito dallo strano comportamento di Kagome.
“Dimmi…”
“Io…” – si grattò la fronte, segno che non sapeva che scusa inventare per allontanarsi da lui. Ma non fu necessario inventarne una. Il motivo che aveva spinto il quadro a cambiare posizioni in quei giorni si presentò davanti a loro. Il tempo era stato bloccato per tutti i presenti tranne che per due. Inuyasha si guardava attorno preoccupato e spaventato per quello che stava accadendo. Tutto intorno era diventato grigio, tranne che in un punto davanti a loro che era rosso come le fiamme dell’Inferno. Dal buco davanti a loro spuntò fuori una ragazza, all’apparenza normale, ad eccezione per il contesto. Aveva occhi e capelli rossi come la vendetta e due ali nere che le spuntavano da dietro la schiena e la facevano volteggiare a mezz’aria. Inuyasha intuì subito che si trovavano in una situazione di pericolo e non perse un secondo a mettersi davanti a Kagome per proteggerla.




In Paradiso tutti gli angeli erano in subbuglio. Avevano visto che cosa stava succedendo sulla terra e si erano messi in fila per andare da Lui in persona a scongiurarlo di intervenire. Ma la risposta che giungeva alle loro orecchie era sempre uguale: abbiate fede.




Kagome e Inuyasha erano sempre fermi ai loro posti.
“Ma chi abbiamo qui…Kagome…”
“Ka… Kagura…” – disse atterrita la ragazza.
“Quale onore… sai chi sono…”
“E chi non lo sa?”
“Giusto… sai Kagome… ho visto che hai una nuova missione…” – disse guardando Inuyasha che non aveva abbandonato la sua posizione.
“Lui non c’entra! Lascialo stare!” – disse la ragazza uscendo dal suo nascondiglio.
“Temo che tu ti stia sbagliando, mia cara… Lui vi vuole entrambi!” – detto questo generò un forte vento con il suo fedele ventaglio, supportato dalle sue ali nere. I due furono sbalzati a qualche metro di distanza e Inuyasha protesse Kagome con il suo corpo, andando a sbattere contro un palo della luce. Le ferite infertegli dal fratello erano ancora vive e lo obbligarono ad urlare per il dolore, mandando Kagura in totale estasi.
“Aaaah, che suono melodioso.”
Kagome si era rialzata ed era accorsa immediatamente da Inuyasha.
“INUYASHA! INUYASHA SVEGLIATI!”
Il ragazzo aprì debolmente gli occhi e con immenso sforzo si rimise in piedi. Kagome lo guardò con le lacrime agli occhi, non poteva permettere che accadesse qualcosa al suo Inuyasha.
“Kagura! Prendi me! Lui vuole me!”
“Kagome, ma di che…” – tentò di chiedere Inuyasha, ma Kagura lo precedette.
“Sbagliato. L’energia di un Innocente non è cosa da sottovalutarsi. È per questo che verrete entrambi con me.”
Senza che Kagome potesse fare niente per impedirlo, si ritrovarono nel luogo in cui si concentravano tutte le sofferenze dell’umanità, dove l’odio e la sofferenza avevano reso l’aria staura di gas velenoso. Un comune mortale non avrebbe mai potuto resistere ad esalazioni tanto mortali, eccetto quei quattro ragazzi. Tre, per essere più precisi, dato che Kagome era un angelo e come tale era immune a quel gas. Eppure, nonostante la sua immunità, non poteva non sentirsi male davanti a quel cumulo di sofferenze. Si alzò, barcollando.
Iniziò a vagare per quella landa desolata, dove ogni cosa era grigia e un sordo livello di squallore impregnava le cose. Era alla ricerca di Inuyasha, ignara del fatto che altri due suoi amici erano in quel luogo.
“INUYASHAAAAA!!!” – lo chiamava Kagome, ma non riceveva alcuna risposta. – “INUYASHAAAAAA!!!”
Kagome abbassò sconfortata le braccia, ma si rianimò quando vide avanzare una figura che sembrava proprio…
“INUYASHA!” – e iniziò a correre verso di lui.
Inuyasha era alla ricerca di Kagome. Doveva spiegargli un bel po’ di cose. Innanzi tutto voleva sapere che razza di posto era quello. In secondo luogo le avrebbe chiesto…
“Ma questa… è… KAGOME!” – si mise a correre anche lui in direzione della ragazza. Ma quando i due furono distanti tre metri dall’altro si aprì una voragine che li separò.
Da quella voragine fecero la sua comparsa Kagura che teneva tra le mani due catene. Le catene sembravano infinite. Man mano che la demone si alzava in volo, queste non ne volevano sapere di mostrare la loro estremità. Kagome inorridì quando vide che Kagura teneva da una parte Sesshomaru e dall’altra Rin.
“NOOO!!!!!” – urlò Kagome.
“SESSHOMARU! RIN!” – urlò Inuyasha.
Kagura rise soddisfatta del suo operato. Mise i due ragazzi su due spuntoni di roccia poco distanti da Kagome e Inuyasha, ma distanti tra loro.
In pratica, separati.
I due ragazzi erano svenuti e non accennavano a riprendersi.
“Allora Kagome… posso presentarti una persona?” – chiese Kagura con voce cattiva.
Kagome si girò di scatto. No. Tutto ma non lui. Tutto, ma non quel concentrato di odio, la sola vista l’avrebbe fatta star male.
“Mio signore… come promesso te li ho portati.”
Dalla voragine uscì una bolla di sapone completamente nera, si poggiò su un altro spuntone ed esplose, rivelando la presenza all’interno. Kagome si accasciò a terra, aveva le mani sul cuore e respirava a fatica. “KAGOME!” – urlò Inuyasha, che non poteva fare nulla per aiutare la sua ragazza.
Kagome era sicura che non avrebbe retto un minuto di più. L’odio che quell’essere trasudava era sufficiente per uccidere l’angelo.
Naraku non voleva che Kagome morisse, anzi. Lei doveva vivere ed entrare nelle schiere del suo esercito. Si chiuse dentro una bolla di sapone trasparente e Kagome fu libera di ritornare a respirare. Si alzò con fatica, ma Inuyasha fu comunque sollevato di saperla viva.
“Kagome… benvenuta nel mio regno.”
Intanto, Sesshomaru e Rin, si erano svegliati. Si guardarono attorno per capire dove si trovavano, ma quel paesaggio non diceva loro niente. Rin si accorse di Sesshomaru e lui di lei. Il demone fece per raggiungerla, ma vide che la ragazza evitava il suo sguardo, impaurita.
=Perché Rin? Perché mi eviti?= si chiese il demone, terrorizzato di poter perdere l’unica persona che rappresentasse per lui un’ancora di salvezza.
“Oh…” – fece Naraku fintamente sorpreso, vedendo che i due si erano svegliati. – “Vi siete svegliati.”
Con un cenno della mano racchiuse i due dentro una bolla di sapone e li condusse vicino a Inuyasha. Adesso Kagome era da sola.
“Ma che razza di posto è questo, si può sapere?” – chiese Rin terrorizzata.
Sesshomaru cercò di avvicinarsi a lei, ma la ragazza si scostò da lui, il quale ne soffriva molto.
Kagome era agitata. Non sapeva come sbrogliare questo problema. Se solo avesse avuto la sua chiave, avrebbe potuto portare gli altri in salvo e rimanere solo lei.
“Vi do il mio personale benvenuto nella Terra d’Ombra, avamposto del mio regno.” – disse Naraku, fingendo una falsa deferenza.
“Chi sei? Cosa vuoi da noi?” – urlò Sesshomaru.
“Kagura, mostrati…” – ordinò Naraku.
“Ciao Sesshomaru, finalmente il tuo desiderio di conoscermi si è avverato.” – disse la demone.
Sesshomaru sgranò gli occhi.
“Q-quella voce…” – disse arretrando spaventato. – “N-non può… e-essere…”
“E invece sì…” – gli disse Kagura.
Rin si sorprese molto per il comportamento di Sesshomaru. Non era da lui terrorizzarsi in quel modo. Anche a Rin sembrò di riconoscere quella voce e sgranò gli occhi quando si rese conto a chi apparteneva.
“Tu… tu sei…”
“Ah bene… mi hai riconosciuta anche tu…”
“Che cosa vuoi da noi?” – chiese Rin in un soffio.
“Cosa voglio? Semplicemente… voi. La vostra energia è tale che sarebbe un peccato sprecarla. Tu che ne dici, Kagome?”
Kagome la guardò truce. Ora tutti gli sguardi erano rivolti a lei. Rin la guardava con insistenza e poi riguardò quello che si chiamava Naraku. Aveva l’impressione di averlo già visto da qualche parte, ma la sua memoria al momento faceva cilecca. Ritornò a guardare Kagome, ma ancora niente.
“Sembra che le posizioni si siano invertite, eh Kagome?” – disse Naraku, guadagnandosi un’altra occhiataccia da parte della ragazza.
Posizioni… posizioni… che le faceva venire in mente quella parola? Poi, arrivò l’illuminazione.
“OH MIO DIO!” – esclamò Rin.
“Non lo nominare nemmeno…” – disse Naraku rabbrividendo nel sentire quel nome.
Kagome guardò Rin e Rin guardò Kagome.
“Tu… il quadro… lui…”
Kagome annuì. Rin in qualche modo aveva capito tutto.
“Ma che succede?” – chiese Inuyasha. – “Kagome? Mi spieghi che sta succedendo?”
“Inuyasha, io…” – ma le parole le morirono in gola. Come poteva spiegargli quello che lei era in realtà senza che lui si sentisse tradito da lei?
Sesshomaru era confuso. Chi erano quelle persone?
“Kagome, vorresti spiegare ai tuoi amici chi siamo? Non è da te essere così maleducata.” – chiese cortesemente Naraku. Ma Kagome non parlava. Aveva la gola secca.
“Bene… allora le presentazioni le farò io…” – disse Kagura con la sua voce melliflua. – “Io sono Kagura, servitrice del grande Naraku.” – nel sentire quell’aggettivo, Kagome si destò.
“NON OSARE DARGLI DEL GRANDE! SOLO LUI LO E’!”
“Mi odi, vero Kagome?” – chiese Naraku che aspettava solo di sentire quella magica parola.
“IO TI…” – ma Inuyasha la bloccò in tempo.
“KAGOME!” – la ragazza si girò verso di lui. – “Ti prego… non cedere alla rabbia…”
La ragazza si rese conto di quello che stava per dire e tirò un profondo sospiro di sollievo, mandando in frantumi i piani di Naraku.
“MALEDETTO!” – urlò Naraku. – “NON DOVEVI INTROMETTERTI!”
Dal braccio del demone partì un potente soffio di vento che avrebbe scaraventato Inuyasha in fondo al crepaccio.
Ma il destino volle che Kagome compisse il più grande atto d’amore proprio in quella landa desolata dimenticata da Dio. Terrorizzata per quello che poteva accadere a Inuyasha, non esitò un secondo a mettersi sulla traiettoria del colpo, prendendolo per sè. Quell’atto di sacrificio destabilizzò molto Naraku, che viveva esclusivamente delle emozioni negative degli esseri umani. La ragazza prese in pieno il colpo e fu scaraventata nel precipizio.
“KAGOMEEEE!!!” – urlarono tutti quanti, ma la loro amica era già scomparsa nel buio della voragine.
Rin urlò disperata, mentre Sesshomaru accorreva da lei per sostenerla. Ma la ragazza non aveva dimenticato quello che le aveva detto la voce e si scansò malamente da Sesshomaru.
“Ma che ti prende?” – chiese lui stranito da quel comportamento.
“Perché lo hai fatto?” – chiese lei con le lacrime agli occhi. La disperazione che provava Rin in quel momento stava aiutando Naraku a riprendersi.
“Ma di che parli?” – chiese lui non capendo.
“PERCHE’? PERCHE’ HAI MASSACRATO DI BOTTE TUO FRATELLO?”
In quel momento il silenzio regnava sovrano.
“Chi…  come…” – ma Sesshomaru non riusciva ad articolare una frase sensata. – “E’ stata lei…” – disse indicando Kagura, che sorrideva compiaciuta. – “Rin, io…è stata lei, credimi…”
“Non… raccontarmi… bugie…” – disse Rin cercando di trattenere la rabbia, cosa che rimise completamente in sesto Naraku.
“Ma… è vero…” – ma Sesshomaru sentiva che se avesse insistito avrebbe ottenuto solo l’effetto contrario. Chinò il capo. Sconfitto da una voce.
Inuyasha aveva quasi dimenticato quel fatto, o per lo meno era riuscito a rilegarlo in un cantone della sua memoria. Riportarlo alla luce significava riaprire una ferita che forse non si sarebbe mai sanata.
“Rin…” – iniziò Inuyasha, catturando l’attenzione della ragazza. – “… io… io gli credo…” – disse Inuyasha stupendo il fratello.
“Inuyasha! Ma come puoi perdonarlo? Guarda come ti ha ridotto!” – disse indicandogli il viso.
“Credi che non mi faccia male? Credi che non sappia come mi sia sentito quando mio fratello mi stava massacrando di botte? Il suo sguardo… non era lo sguardo di mio fratello. Qualcosa deve essergli successo, altrimenti non mi spiegherei tutta quella ferocia. Io gli credo.” – ribadì Inuyasha.
“Grazie…” – disse Sesshomaru che comprese solo allora quanto debole fosse in confronto a Inuyasha. Gli sorrise debolmente, mentre Naraku e Kagura si guardarono perché avevano capito che erano messi male.




Il colpo che si era presa era stato violento. Non era mai stata colpita da tutto quell’odio. Ma d’altronde? Che si poteva aspettare dal sovrano degli Inferi? La caduta era lenta. Il fuoco le lambiva la pelle, ma non scottava. Aprì lentamente gli occhi e quello che vide la fece sorridere. Vedeva il suo prato di margherite pieno degli angeli del paradiso che la pregavano di non mollare, di resistere e che presto sarebbe tornata da loro.
“Sì… non… mollerò…”
Fu investita da un fascio di luce calda, che le mise addosso un enorme senso di pace. Quando si svegliò, si trovò di fronte a Lui, nel suo prato di margherite. Kagome si guardò intorno spiazzata nel trovarsi lì.
“Ma… come…”
“Ciao Kagome…”
Kagome lo guardò, non capendo ancora come potesse trovarsi in quel luogo.
“Ma… come sono arrivata qui?” – chiese confusa.
“Il desiderio di tutti di salvarti ti ha trasportata qui.”
“Ah… quindi…”
“Quindi sei molto brava nel farti voler bene.”
Kagome sorrise, ma si ricordò degli altri.
“Gli altri! Devo tornare dagli altri!” – disse cercando un modo per uscire da li e salvare il suo protetto, nonché i suoi amici.
“Stai tranquilla… ci tornerai, ma prima devi sapere come si sono svolti i fatti. Rin è molto confusa riguardo a questo.”
Kagome annuì. Sperava solo che quando fosse tornata non fosse stato troppo tardi. Lui aprì un varco nel cielo dove vi scivolavano molte immagini. Immagini di Inuyasha che veniva maltrattato, immagini della sofferenza provata da Rin quando venne a sapere che il padre aveva lasciato lei e la madre indebitate fino al collo. Immagini che non avrebbe mai voluto vedere. Vide anche il pestaggio di Sesshomaru. Distolse lo sguardo, nauseata da tutta quella violenza. Sentì le lacrime pungerle gli occhi e le asciugò velocemente.
“Per favore… basta…”
Lui smise e proseguì a raccontarle a parole le immagini.
“Kagome…” – iniziò Lui. – “… sento tanta tristezza provenire dal tuo cuore e me ne rammarico. Ora, i tuoi amici, sono in suo potere. Sono diffidenti gli uni dagli altri, e l’unico che sembra contrastare la forza di Naraku sembra essere proprio Inuyasha. Ma da solo non riuscirà mai a farcela, ha bisogno di te.”
“E cosa potrei fare? Non sono riuscita a salvarli…” – disse Kagome mestamente.
“Oh no, piccola mia… tu hai fatto molto di più. Hai dissipato il buio che regnava nel cuore di Inuyasha, e senza chiedere nulla in cambio hai aiutato sia Rin che Sesshomaru. Hai svolto un ottimo lavoro e io sono orgoglioso di te. Non vediamo l’ora che tu torni tra noi.”
Il sorriso che accennò Kagome si poteva descrivere come la caricatura di esso. Quella speranza che Lui aveva riposto in lei le aveva ricordato che avrebbe dovuto lasciare Inuyasha per sempre. Sentiva già un nodo allo stomaco che le impediva di respirare.
“Qualcosa non va?”
“No, va tutto bene. Io…”
“Ora va, piccola mia, e ricorda… noi siamo tutti con te.”
Kagome fu avvolta da una nube di luce pura e per non rischiare di rimanerne acciecata, dovette proteggersi gli occhi con le braccia. Si risvegliò che si trovava nuovamente in quella radura, in quella landa desolata. Si alzò e ripensò alle sue parole di conforto. Ma non era quello il momento per pensarci.
Ora doveva salvare i suoi amici.




“Ti prego, Rin…”
Ma la ragazza non riusciva a perdonarlo. Più Sesshomaru cercava di avvicinarsi a lei, e più Rin si ritraeva. Lentamente, il demone sentiva di star precipitando in un baratro senza fine. Aveva buttato alle ortiche la sua unica possibilità di essere felice. Ma comunque non sentiva di essere arrabbiato con lei, anzi. Era felice perche almeno adesso si era tolto un peso dal cuore e Rin non avrebbe più sofferto a causa sua.
“Che bella scena…” – commentò ironico Naraku. – “… ah Rin… ti ringrazio.”
“P-per cosa?” – chiese spaventata di aver potuto aiutare un essere spregevole come quello.
“Oh sì, continua…” – disse Naraku in preda al piacere assoluto. L’odio che provava Rin in quel momento stava rinforzando Naraku, ma questo i ragazzi non lo potevano sapere.
Perché non sapevano chi Naraku fosse in realtà.

Kagome camminava finchè non le si presentò davanti agli occhi la scena dei suoi amici che cercavano di fronteggiare Naraku. Non era ancora in grado di sentire quello che si dicevano, e sicuramente non le sarebbe piaciuto. Riuscì però a vedere che la sua amica iniziava ad essere contornata da un’aura nera, segno che Naraku stava manipolando l’odio che lei aveva dentro di se a suo piacimento. Doveva intervenire.
Camminò ancora per un po’, finchè non fu in grado di sentire i loro discorsi.
“… comunque preparatevi, tra poco non sentirete più alcun male!” – Naraku alzò il suo tridente per cercare di colpire i ragazzi, ma una voce lo bloccò.
“Non così in fretta, Naraku!”









Il demone sgranò gli occhi.
“N-non può essere… no…” – Naraku si girò di scatto per andare a sbattere il muso contro la dura realtà: Kagome era in piedi davanti a lei, circondata da un’aura di luce pura che le donava un aspetto mistico.
“KAGOME!” – esclamarono i ragazzi, felici di saper viva la loro amica.
La ragazza non li degnò di uno sguardo, adesso doveva solo porre fine a quella situazione. In completo silenzio si svolgeva la scena. Kagome avanzava verso i suoi amici fino a posizionarsi esattamente davanti a loro, come a fargli da scudo con il suo corpo. Inuyasha tentò di avvicinarsi, ma fu allontanato da una barriera che la ragazza aveva eretto per proteggerli.
“Ka-Kagome…?”
La ragazza si girò verso Inuyasha, e lo guardò con gli occhi di una ragazza innamorata del ragazzo della sua vita. Inuyasha aveva paura di scoprire il significato di quello sguardo.
“Ma bene… sei tornata…”
“…a quanto pare…” – disse serafica la ragazza. Ora, sentiva di avere la forza per combattere il Male.
“Hai fretta di tornare da loro?” – pugnalata all’altezza del cuore. Era questo che lei sentiva.
“Loro chi, Kagome?” – chiese Rin.
Lo sguardo di Naraku si tramutò in un ghigno di soddisfazione.
“Ancora non glielo hai detto?”
Kagome non rispose. Stava cercando di raccogliere le energie per lo scontro finale.
“Kagome non vi ha detto chi è in realtà?”
I ragazzi si guardarono confusi. Ma di che diavolo stava parlando, quello?
“Posso avere l’onore, Kagome?” – sempre silenzio.
La ragazza sembrava essere entrata in trance.
“Se proprio insisti, piccola Kagome… signori e signore, vi presento Kagome Higurashi, Angelo Consulente.” – nessuno fiatava.
“A-angelo…?” – chiese Inuyasha.
“… Consulente…?” – chiese Sesshomaru.
“La cara Kagome è un angelo, inviata da Lui in persona per aiutare i bisognosi, o meglio chiamati, Innocenti.”
Inuyasha ora iniziava a capire qualcosa. Quell’atteggiamento sempre infantile, il non capire il signifcato di certe parole. Il suo essere sempre “buona”…
“Sei… sei un angelo…” – disse Inuyasha, che in quel momento non fu in grado di trattenere le lacrime. – “RISPONDI! SEI UN ANGELO?” – urlò Inuyasha sbattendo le mani sulla barriera, incurante delle bruciature che questa gli stava procurando. Solo allora, solo dopo aver sentito la disperazione di Inuyasha Kagome si girò.
“Sì…” – fu solo un flebile sussurro, che nemmeno la barriera che Kagome aveva eretto per proteggere i suoi amici aveva impedito che arrivasse all’udito finissimo di Inuyasha. Inuyasha si ritirò dalla barriera e chinò il capo. – “Ti prego… io…”
Inuyasha la guardava con un misto di odio e orripilazione.
“Non parlarmi… non mi rivolgere mai più la parola… mi hai sempre mentito!”
Allora Kagome notò che anche Inuyasha si stava circondando della stessa aura negativa che stava contaminando anche Rin. Naraku rise soddisfatto. Kagome si girò e lo guardò. Sapeva esattamente che cosa Naraku la stava inducendo a fare, ma lei non avrebbe mai permesso che lui vincesse.
“Beh? Che c’è? Non mi odi?”
Lo sguardo di Kagome non trasudava alcuna emozione, cosa che iniziò ad inquietare Naraku.
“Sì, è vero… io sono un angelo, inviato da Dio per farti capire, Inuyasha, che tu non sei solo. Lui ti ama e si rattrista ogni volta che tu ti senti dispiaciuto per essere venuto al mondo. Mi ha chiesto di dirti che tu sei nato per un atto d’amore, un atto d’amore puro, che ha generato la cosa più bella che Lui potesse fare: la vita. Inuyasha, Rin, Sesshomaru…” – disse guardandoli uno per uno dritti negli occhi. – “… lei è Kagura, un ex Angelo Superiore, caduto in disgrazia per non essere stata in grado di avere fiducia in Lui. Lui invece è Naraku, signore degli Inferi.”
I tre sgranarono gli occhi.
“Stai… stai forse dicendo che lui… lui è…” – iniziò Rin che non aveva il coraggio di finire la frase.
“Meglio conosciuto con il nome di Satana.”
La notizia che Kagome aveva sganciato era stata devastante. Allora loro erano… morti?
“Siamo… siamo…” – disse Sesshomaru.
“No, Sesshomaru… non siete morti. Il suo obiettivo non è uccidervi, ma farvi entrare nelle schiere del suo esercito e per farlo, ha bisogno che voi siate vivi. Questa è una specie di Limbo, dove nessuno è morto, ma nessuno è neanche vivo. Voi non potete vederlo, ma attorno ai vostri corpi si sta espandendo un’aura negativa, un’aura nera che sta lentamente ricoprendo il vostro corpo. Una volta che il bozzolo sarà completamente nero la vostra anima sarà contaminata per sempre. In questo modo lui avrà aggiunto altri tre membri al suo esercito, membri il cui odio verso il padre,” – disse guardando Rin. – “… la madre…” – disse guardando Sesshomaru – “… e il mondo intero porteranno nuova energia a favore delle Forze del Male. Non… cedete alla rabbia… vi prego… lui non aspetta altro…”
Un applauso ruppe quel contatto.
“Bel discorso…” – disse Kagura. – “… ma non ti servirà a niente, piccola. Odiano troppo le persone per poter essere amate da Lui.” – disse la demone, indicando con l’indice il cielo. – “Credi veramente che abbia fatto tutto io con Sesshomaru? Credi veramente che lui non avesse voluto seriamente ammazzare quel mezzo demone? Io ho solo dato una piccola spintarella a Sesshomaru. Il resto lo ha fatto lui.”
Sesshomaru aveva il capo chino. Si era fatto fregare come uno stupido. Rin aveva gli occhi spalancati. Allora… Sesshomaru diceva la verità. Rin si mise a piangere, provando talmente tanto odio verso sé stessa per aver dubitato di lui, che l’aura attorno a lei stava aumentando d’intensità. Kagome avvertì questo cambiamento nell’aria e si girò verso la ragazza. Il bozzolo si stava chiudendo ad una velocità spaventosa.
“RIN FERMA!” – le urlò Kagome.
La ragazza guardò la sua amica senza smettere di piangere.
“Non è colpa tua!”
“Io… io mi odio…”
“No Rin… chiunque avrebbe sbagliato… adesso devi solo decidere se vuoi continuare a tormentarti l’anima o andare avanti, verso il futuro. Sappi solo che Lui non ti odia.”
“Davvero?” – chiese Kagura, il cui potere stava tutto nella voce.
Kagome si girò di scatto, la guardò e sorrise.
I presenti rimasero spiazzati da quel gesto, Rin smise addirittura di piangere.
“Davvero…” – disse Kagome. – “… hai un ottimo potere, Kagura, ed è un peccato che tu lo metta nelle mani di Naraku. Devo ammettere che pensavo foste più sicuri di voi, ma mi sono sbagliata. E di grosso anche.”
“Che vuoi dire?” – chiese la demone, non soddisfatta dalla piega che stavano prendendo le cose.
“Ricorrere a questi mezzucci per ottenere quello che volete… eh sì… dovevate essere proprio disperati. Lui invece ci dà la possibilità di scegliere e di assumerci le responsabilità delle nostre azioni. Voi? Come vi siete comportati? Non avete regole da seguire, non avete una coscienza… pur di ottenere quello che volete siete disposti ad ingannare. Purtroppo sulla terra non sono tutti angeli Rinunciatari, che sanno distinguere il Bene dal Male. Ci sono esseri umani che compiono varie azioni, sanno amare… sanno rischiare… sanno sbagliare, ma anche riparare ai propri sbagli. Lui non biasima Rin per odiare se stessa per aver dubitato di Sesshomaru senza dargli possibilità di spiegarsi. Lui non biasima Sesshomaru per come si è comportato da quando la madre lo aveva abbandonato, ingannandolo, tra l’altro…non biasima Inuyasha per essersi costruito un muro per proteggersi dal male che gli altri gli facevano per la sua natura. Lui ci ha dato due possibilità. Ci ha dato il Bene, ma anche il suo opposto, il Male. Ci da dato una coscienza che, sfortunatamente per voi, sa funzionare nel modo corretto. I veri perdenti non sono loro…” – disse Kagome indicando i suoi amici. – “… siete voi. Voi che non saprete mai cosa significhi amare una persona, rischiando il tutto per tutto in quella giostra che è l’amore. Mi dispiace per voi che non saprete cosa vuol dire passeggiare per un viale alberato cogliendone la bellezza che Lui vi ha donato. Ci avete provato, e ve ne diamo atto, ma arrendetevi. Contro di Lui è una battaglia persa in partenza.”
Tutt’intorno c’era silenzio. Un silenzio ricco di ostilità per Naraku e Kagura che sentivano che la situazione gli stava sfuggendo dalle mani. Un silenzio ricco di emozioni per gli amici di Kagome. Kagome si girò e constatò con sua immensa gioia che le aure nere attorno ai suoi amici erano sparite.
“Avete visto?” – disse per poi concludere il suo discorso. – “… Loro hanno capito.”
“MALEDETTA!” – urlò Naraku. Fece comparire nella sua mano un vortice di luce nera che andò a investire Kagome.
“KAGOME!” – urlarono i tre amici che rimasero di sasso quando videro che il vento era stato spazzato via e al suo posto fece la sua comparsa una Kagome diversa.
Una Kagome con tanto di ali.
Il ruggito che emise Naraku fu un latrato di pura disumanità. Aveva ceduto alla rabbia e aveva innescato un processo irreversibile che si consolidò proprio davanti ai suoi occhi.
Le parole che Kagome aveva detto, la sua forte convinzione in quello che credeva, fecero in modo che gli angeli che pregavano per lei in Paradiso, la proteggessero da quell’attacco, trasformandola in un Arcangelo.
Kagome spiegò le ali e guardò Naraku con un’indescrivibile quantità di pena negli occhi. Il signore degli inferi le lanciò una spada che andò a conficcarsi nel terreno di fronte ai suoi piedi.
“SE LI RIVUOI, COMBATTI!”
“Non aspettavo altro…” – disse Kagome che raccolse la spada, dirigendosi verso Naraku.
“NO KAGOME! NON FARLO!” – gli urlò Inuyasha. – “NON CEDERE ALLA RABBIA! NON FARLO!” – ma Kagome non lo ascoltava. Arrivò davanti a Naraku, faccia a faccia, occhi negli occhi.
Bene contro Male.
Vittoria e Sconfitta.
L’arcangelo guardò la sua spada e poi guardò nuovamente Naraku. Lui era pronto con il suo tridente ad ingaggiare la battaglia più cruenta che avrebbe visto vincitore solo uno dei due. Ma Kagome aveva in mente ben altri progetti. Si allontanò di qualche passo da Naraku e gettò la spada ai suoi piedi.
“Lui vince sempre.” – disse guardandolo, mentre le fiamme dell’inferno avvolsero Naraku per riportarlo nel suo regno, Kagome e i suoi amici furono ritrasportati ognuno nella propria casa.









Ebbene?
La battaglia si è svolta e i tre sono salvi. Sono stati trasportati a casa sani e salvi. E Kagome?
Cosa farà la nostra Kagomina?
Vi lascio crogiolare nel brodo dell’impazienza, mentre io vado a rileggermi la fine della mia ficcy.
Besitos!
  
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