Ed
eccoci qui,
un
nuovo fine settimana è giunto…
Un’altra
settimana è quasi finita e quanto è stata dura uff.
Ieri
finalmente è uscito il film di Robert, “Remember me”, siete andate a vederlo? Io
andrò oggi, non sto più nella pelle!!! È l’unica cosa positiva e meravigliosa
di questi ultimi 7 giorni! Come vi è sembrato??? Sono curiosa di sapere le
vostre opinioni, poi la prox settimana vi dirò le mie :).
Sophief88: mi fa piacere non essere la sola a
contestare “quest’unione”! Dici che Robert ha interesse per Marghe??? Fammi sapere
cosa pensi dopo aver letto questo capitolo. Bacio
Doddola93: no, non mi rendo conto di cosa faccio,
accidenti!!! E poi ogni volta, di fronte alle tue recensioni, mi ammutolisco,
non so mai cosa dirti, mi spiazzi puntualmente u.u, in positivo, ovviamente. Ti
adoro tesoro mio, vorrei solo esserti più vicina!!!
Nana_death: eheheheeh noto che Kristen non è simpatica a
tutti come pensavo :P. ma su non facciamo le cattive, almeno nelle nostre
storie tentiamo di farla restare lontano da Robert, visto che nella realtà ci è
impossibile uff. Grazie per la recensione, mi ha fatto piacere leggerla e
sapere che capisci i sentimenti che ho tentato di racchiudere in questa piccola
storia. Mi auguro continuerai a seguirla :).
Vampiretta Cullen: eheheheh
L’ultimo
capitolo ragazze…la prossima volta posterò l’epilogo…vi piacerà??? Ai posteri l’ardua
sentenza…Ps: solita canzone da ascoltare ;)
Capitolo 5
Neanche
12 ore erano passato che Marghe e Dalia
si ritrovarono nuovamente davanti a quel grande albergo, questa volta
salutavano Taylor e non c’era nessuno per cui sentire il batticuore, almeno per
Marghe.
Stavano
per andare via, quando si sentirono chiamare, si voltarono entrambe meravigliate
“Robert!” esclamarono all’unisono “Fermatevi!” gridò lui correndo loro incontro
in modo impacciato “Volevo parlarvi” disse affannato, si piegò sulle gambe per
riprendere fiato “Inspira ed espira” scherzò Dalia, prendendolo in giro, lui
sorrise appena, sfiorandosi il sopracciglio “Volevo scusarmi per oggi” disse
una volta recuperata la lucidità “Non devi scusarti” rispose Marghe con una
punta di durezza. Robert la fissò, negli occhi un espressione delusa “Le
promesse vanno mantenute” aggiunse “Spero che almeno i posti che dovevi
mostrarle le siano piaciuti”, lui sussultò trovandosi a disagio, in realtà
erano semplicemente tornati in albergo, Kristen improvvisamente, si era sentita
stanca. Di cosa poi era stanca, se non aveva fatto nulla? Per Robert, quella
ragazza sarebbe rimasta sempre un mistero. Marghe lo scrutò attentamente, amava
perdersi tra le pieghe del suo viso, quando era pensieroso, si sentiva
accarezzare dal tocco della sua mano che delicata, si scompigliava i capelli,
indice di imbarazzo e moriva sulle sue labbra, quando si aprivano in un
dolcissimo sorriso. Ah l’amore è pura follia, ti prende, ti porta via, ma è
quello che piace: è l’essere completamente suo succube.
“Mmh”
mugugnò Robert, non sapendo cosa dire “Noi ora andiamo” intervenì Dalia “Posso
farvi compagnia?” domandò il ragazzo, mordendosi subito dopo la lingua, Dalia
sorrise soddisfatta e annuì “Certamente!”, Marghe, invece, tacque.
“Vi
porto a vedere uno dei posti più romantici di Roma, vi va?” chiese Dalia
entusiasta, Marghe e Robert sussultarono nello stesso istante, ma non
riuscirono a contraddire la ragazza, la sua gioia era evidente e la sua amica
si trovò a domandarsi, quale fosse il motivo di tanta ilarità. “Questo è il
Pincio, uno dei colli di Roma!” proferì Dalia, teatralmente, accompagnando le
parole con un gesto ampio della mano e i due ragazzi si guardarono attorno, con
gli occhi luccicanti per la meraviglia “Venite!” li incitò Dalia “Saliamo in
cima” e loro la seguirono volentieri.
“Wow!”
esclamò Marghe “Ma la vista da quassù è stratosferica!” aggiunse, ammirando il
panorama “Quella è Piazza del Popolo?”
chiese rivolgendosi alla sua amica “Esatto!” rispose lei contenta “Le persone
da qui, sembrano tutte piccole formiche” ridacchiò divertita, avvicinandosi a
Dalia e mettendole una mano sulla spalla “Grazie” le disse poi sincera, l’amica
scosse il capo “Non c’è bisogno di ringraziarmi. Io non ho fatto nulla, è il
posto che parla da solo” e lo indicò, Marghe le sorrise “Sono testarda, quindi
ti ringrazio ugualmente” e le mise un finto broncio. La sua mimica facciale,
piaceva a Dalia, diceva molto di lei e di che persona fosse. Robert nel
frattempo era rimasto poggiato alla terrazza a rimirare il paesaggio e pensava
a quante cose quel lavoro gli stava donando. Si sentiva bene, sereno, non
avrebbe mai creduto che a 23 anni la vita gli avrebbe riservato tanto successo,
tanta affermazione! Con il suo amico Tom ci avevano sempre scherzato sopra, ma
per ironia del destino, si erano ritrovati entrambi coinvolti nel mondo del
cinema. A Robert non interessava far soldi, lui amava recitare, certo gli
facevano comodo tutti quei dollari, non li schifava mica! Tutt’altro! Ma non
era a quello che puntava.
Si
voltò d’un tratto verso le due ragazze e le vide intente a guardarsi, sorrise,
perché il loro rapporto gli infondeva sicurezza e gli ricordava che l’amicizia
esisteva. Ci credeva poco, nonostante ciò aveva lasciato intatti i rapporti con
Tom e altri pochissimi amici fidati, ma Marghe e Dalia gli dimostravano che
anche se si resta delusi, gli amici, quelli veri, restano sempre al tuo fianco,
ti seguono come un’ombra, ti capiscono con uno sguardo, non hanno bisogno di
grandi parole o discorsi. Basta poco. Molto poco.
Marghe
si accomodò su una panchina, si gettò sopra, era stanca, ma contenta, Dalia era
a telefono con il suo ragazzo e si era allontanata per chiacchierare
tranquillamente. Dalia, Dalia…mai avrebbe creduto che il loro rapporto potesse
crescere in quel modo smisurato e divenire così importante da donarle serenità
ed equilibrio. Robert si accomodò accanto a lei, catturando il suo sguardo…
”Sei un bambino a cui devo
insegnare
le cose base prima di partire
sei un continente ancora da scoprire
un'occasione che deve arrivare.”
Marghe
si maledì mentalmente, le mancò di nuovo il fiato, rimirare quegli occhi le
faceva male, un male piacevole, però…
Robert
spostò lo sguardo verso la borsa di Marghe e notò un libro, inarcò un
sopracciglio “Leggi?” chiese curioso, Marghe seguì i suoi occhi e ricordandosi
di quel libro, annuì arrossendo “Mi piace. Almeno per qualche ora, mi immergo
in un mondo nettamente più piacevole del nostro” ammise “Che libro è?” domandò
lui, Marghe lo prese e glielo mostrò “Brida di Coehlo” disse lui “Buon gusto”
le sorrise “Grazie” rispose lei, avvampando “L’ho letto anche io” confessò
“Davvero?” chiese Marghe, voltandosi improvvisamente verso di lui e fissandolo
sconvolta. Proprio con quel libro, Marghe aveva compreso la natura dei suoi
sentimenti e preso coraggio. Dopo averlo letto, aveva deciso che sarebbe andata
a Roma al Festival del Cinema, occasione che non solo le permetteva di vedere
finalmente, la sua amica, ma anche di incontrare dal vivo, la sua ossessione.
“Non
ti facevo così romantico” confessò Marghe, facendolo ridere “Ma infatti non lo
sono” rispose lui, continuando a sorridere “Sono un passionale io, ma chissà
forse potrei anche essere capace di fare gesti romantici” e alzò le spalle
“Mmh!” mugugnò Marghe pensierosa “Tu credi nell’amore vero?” chiese poi, non
essendo sicura di aver posto la giusta domanda. In realtà voleva domandargli se
credeva nell’anima gemella, la parte di noi che si dice, sia destinata a
completarci…
Robert
alzò il viso verso il cielo e chiuse gli occhi, inspirando a pieni polmoni “Non
lo so…” bisbigliò, schiudendo di poco la bocca, Marghe lo osservò estasiata e
la voglia di lui, la fece fremere, tanto che dovette distogliere lo sguardo,
temeva di perdere il controllo “Ho paura
dell'amore, perché esso implica cose che vanno a di là dell'umana comprensione: la sua luce è immensa, ma la
sua ombra mi spaventa” soffiò poi, aprendo il libro ad una pagina che aveva
evidenziato. Robert portò subito l’attenzione verso di lei, aveva colto nel
segno! Lui temeva l’amore. Temeva di affezionarsi e poi soffrire, era un
libertino, uno che amava godersi la vita, seppur nel rispetto di quella altrui.
Quante volte s’era ubriacato di birra insieme al suo gruppo di amici,
fregandosene delle regole, ma il suo era anche e soprattutto un modo per
evadere, per rifuggire da una vita che non soddisfa e a quel tempo, Robert e
Tom non erano per niente contenti di come andavano le cose…
Marghe
si godé il venticello fresco sul viso, sorridendo beata. Aveva letto quella
frase che significava così tanto per lei e ora percepiva lo sguardo di Robert,
arderle addosso e le piaceva. Più del dovuto.
“Deve
averti colpito molto questo libro, per esserti sottolineata dei trafiletti”
mormorò dopo un po’, il ragazzo, Marghe si ridestò “Beh si. Ammetto che la
trama mi ha particolarmente sorpresa e…coinvolta” sussurrò appena l’ultima
parola “Posso fare io una domanda a te?” chiese Robert giocherellando con le
mani “Certo!” rispose la ragazza “Secondo te l’anima gemella esiste?” il suo
tono di voce sembrò esser più rauco del solito e questo condusse il cuore di
Marghe alla pazzia, ella sobbalzò incredula, lui le aveva posto quel quesito,
proprio quello! La ragazza si ritrovò a fissarsi le mani, agitata sul da
farsi…la paura voleva dominarla: cosa avrebbe pensato se avesse risposto in
modo affermativo? L’avrebbe derisa? Se così fosse stato, lei ci sarebbe rimasta
fin troppo male, ma dall’altra parte sentiva che non voleva mentire. Non a lui.
Prese
un respiro profondo, rinfrescando le membra, pronta a formulare la giusta
risposta. Lui attendeva pazientemente, di ascoltare la sua voce.
“Si”
soffiò socchiudendo gli occhi “Esiste” aggiunse, Robert la scrutò meravigliato:
non doveva sentirsi così, infondo era una ragazza e loro credevano nell’amore
vero. Eppure fino a quel momento, molte delle sue colleghe e compagne, gli
erano apparse a quanto ciniche. Sorrise soddisfatto “Tu l’hai trovata?” insisté
ormai troppo curioso, Marghe spalancò le sue pupille che, irradiate dai raggi del
sole, sembravano quasi vive. Avrebbe voluto gridargli “Si! È seduta proprio
accanto a me”, ma non poteva, non ne aveva alcun diritto, non ora che sapeva
che lui stava con un’altra. “Non è
detto che due anime gemelle debbano incontrarsi e amarsi” quelle parole
proruppero inaspettate dalla sua bocca. Si guardò le mani nervosa, consapevole
di aver appena commesso una cavolata. Ma come poteva la sua testolina bacata,
dire quelle stupidate? Davanti a lui, per giunta! Quante se ne disse e quante
se ne sarebbe dette ancora se non fosse intervenuto prontamente Robert “Questo
è triste però” disse, Marghe si girò dalla sua parte per guardarlo “Due anime
destinate ad amarsi, dovrebbero incontrarsi e poter stare insieme” ammise
convinto, la ragazza sospirò “Sai…” mormorò triste “Uno dei due potrebbe anche
non riconoscere l’altro come la propria Parte di Sé” disse citando le parole
del libro. Lui le fece segno con la testa verso l’oggetto tra le sue mani, le
lo alzò “Posso?” domandò, Marghe annuì.
Robert
lo sfogliò con accuratezza e quando trovò ciò che cercava si fermò, si schiarì
la voce, portandosi una mano alla bocca e chiudendo gli occhi "<< E come posso sapere chi è l'Altra Parte di
me?>> << Correndo dei rischi. Correndo il rischio del fallimento,
delle delusioni, delle disillusioni, ma non cessando mai di cercare l'Amore.
Chi persevererà nella ricerca trionferà >>”. Robert sorrise,
stupendosi di sé stesso, poi fissò Marghe “Non
importa se l'essere umano finge di perseguire la sapienza, il denaro o il
potere, in realtà qualsiasi cosa risulterà incompleta se non riuscirà a
incontrare l'altra parte di se” aggiunse poi tornando a fissare le pagine,
avendo trovato un altro
passo
interessante. Non aspettò molto e si rivolse alla ragazza che al
suo fianco,
s’era irrigidita “Mi sa che tu hai solo paura di
trovarla” confessò, lei
sobbalzò e sorrise amara. Con un movimento della testa gli fece
capire che si
sbagliava “No, non è così” proferì poi
“Io…non ho paura…è solo che…”
si fermò e
sospirò “Che?” chiese lui “Se mi
sbagliassi?” domandò spaventata più a se
stessa che a lui “Se non fosse lui, l’anima mia?
Come…come potrei reagire? Soprattutto
se mi sono già affezionata all’idea di…noi”
mormorò con la voce incrinata dal pianto. Marghe si coprì il volto con le mani,
nascondendo le lacrime, non voleva apparire sciocca o infantile, ma si sentiva
realmente male, in quel momento. La consapevolezza che poteva sbagliarsi, si
stava radicando nel suo animo.
Robert
si sentì a disagio, non sapeva che fare, cosa bisognava dire quando una ragazza
scoppiava in lacrime??? Si grattò la testa imbarazzato e si maledì per non aver
letto manuali sulle donne “Ma che caspita
vado a pensare” pensò tra sé “Ehm…” sussurrò appena “Scusami, non volevo
farti piangere”, le sue parole servirono a poco, perché le lacrime di Marghe
continuarono a scivolare copiose, sulle sue gote e quando alzò la testa per
asciugarsi gli occhi, Robert avvertì un pizzico al cuore, vedendoli gonfi e
rossi e si sentì impotente “Tu non hai colpe, Rob…” era la prima volta che lo
chiamava così, ma era come se da sempre sentisse vibrare in sé,
quell’abbreviazione così confidenziale “Sono io il problema” e sorrise
guardandolo e rispecchiandosi nel mare dei suoi occhi “Io amo e quando lo
faccio investo tutta me stessa, amicizia o rapporto d’amore che sia, io ci son
dentro fino al collo. E sbaglio” fissò il suo sguardo verso l’orizzonte
“Sbaglio perché mi faccio solo del male, poi quando arriva il momento di pagare
il conto, mi ritrovo puntualmente a fare i conti con il dolore. Non pretendo di
ricevere tanto quanto cerco di dare, ma voglio solo sentirmi amata…” sospirò
fremendo “C’è qualcosa di sbagliato in tutto questo?” chiese lasciandosi
sfuggire un singulto “Capisci quello che voglio dire?” disse osservando Robert.
Lui la fissava, gli occhi leggermente lucidi, il cuore braccato da una morsa rigida
di tristezza. Alzò il braccio e a rallentatore si avvicinò a lei, con la mano
le accarezzò la gota calda e lei chiuse gli occhi, inspirando il suo profumo,
troppo vicino…”Marghe!” esclamò Dalia, Robert scostò la mano come scottato e
Marghe spalancò le palpebre, sbattendole più volte incredula e fissò lui
abbassare gli occhi a terra e per una frazione di secondo, il battito cardiaco
s’arrestò. E provò nostalgia per l’assenza di quel contatto.
“Tutto
bene?” domandò Dalia avvicinandosi e intercettando lo sguardo confuso di Marghe
“Si, si, tutto bene. Te hai risolto con Giacomo?” annuì, ma non le sfuggì il
rossore attorno agli occhi dell’amica. La scrutò leggermente irritata, poi si
girò verso Robert che continuava a mantenere la testa china e capì che lui
centrava qualcosa in tutta quella storia “Andiamo!” disse con decisione, Marghe
annuì e si accostò a lei, mantenendo un atteggiamento di insana malinconia.
Camminavano
da mezz’ora ormai, Robert era lontano da loro, il sole era calato e si
avvicinava l’ora di separarsi definitivamente da lui. “Mi dici cos’è successo?”
proruppe quasi furiosa, Dalia “Abbiamo parlato e…” perché maledizione le veniva
ancora da piangere? Non aveva versato tutte le sue lacrime, ne erano rimaste
ancora? Quanto si detestava!
Nel
frattempo, Robert camminava a testa china, le mani affondavano rigidamente
nelle tasche dei jeans e la sua mente era partita ormai verso un viaggio di non
ritorno. Cosa gli stava realmente accadendo? Ma la risposta lui ce l’aveva ed
era proprio davanti a sé, in carne ed ossa. Alzò la testa e fissò la ragazza che
in quei giorni, gli aveva fatto crollare ogni certezza, riempiendolo di dubbi
“In altre occasioni, aveva
sperimentato l'amore ma, fino a quella sera, esso significava anche paura. Per
quanto esiguo, quel timore rappresentava una sorta di velo, attraverso il quale
le era preclusa una visione totale: poteva scorgere tutto, ma non i colori. In
quel momento, davanti all'Altra Parte di sé, comprese che l'Amore era una
"percezione" intimamente legata i colori, qualcosa paragonabile a
migliaia di arcobaleni sovrapposti” (“Brida” Paulo Coehlo).
“Ragazze”
le chiamò Robert, loro si voltarono all’unisono “Io dovrei andare, a breve
dobbiamo essere in aeroporto e credo che i miei colleghi si stiano preoccupando
per la mia assenza prolungata” disse tutto d’un fiato, senza ascoltarsi per
quanto si considerava ridicolo in quel momento “Va bene”, Dalia si avvicinò e
gli porse la mano “E’ stato un piacere conoscerti!” ammise “Anche per me” e le
strinse il palmo, poi alzò gli occhi verso l’altra ragazza che era rimasta in disparte
e con le braccia conserte si guardava la punta dei piedi.
Marghe
odiava gli addii, ma quello gli sembrava il saluto più difficile in assoluto,
come se le stessero per portar via una parte del suo corpo e presto, troppo
presto, avrebbe cominciato a sanguinare.
Fu
lui ad andare da lei, seguì l’istinto, anzi no, il cuore e lasciò che almeno in
parte, lo guidasse. Quando le fu davanti, trattenne il fiato, chiuse gli occhi,
provando a racimolare un po’ di coraggio “Marghe” mormorò suadente, lei lo
fissò sconvolta “Mi sono divertito in questi giorni” aggiunse scrutandola con
intensità affinché quel viso così dolce, potesse rimanergli impresso nella
memoria per sempre “Grazie per le tue spiegazioni ai fori, mi ha fatto piacere
scoprire qualcosa in più di questa città che mi ha ospitato per ben due volte…”
sorrise imbarazzato, non sapendo cos’altro dire. Si portò la mano tra i
capelli, quel maledetto gesto fece sentire Marghe come in un sogno, le sembrò
quasi di non aver vissuto tutto quello “Non devi ringraziarmi” soffiò,
socchiudendo le labbra “Sono stata bene con te” confessò. Non aveva nulla da
perdere, lui sarebbe partito e non l’avrebbe rivisto mai più. Si guardarono, o
meglio, si rapirono con lo sguardo, tentando di inglobarsi l’uno nell’altro,
pur di non dimenticare neanche un dettaglio.