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Autore: Sly_monica    28/03/2010    0 recensioni
Quando i rapporti cambiano e una persona di cui conoscevi tutto inizia a essere una sconosciuta.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sei mesi di silenzio, dettati dall’orgoglio. Perché devo essere sempre io a fare il primo passo?

Poi... quella telefonata: “mi sposo”.

Anzi, no, non hai avuto il coraggio di dirmelo di persona, me l’hai fatto dire da lei.

Lei che ho visto due volte in vita mia, lei con cui ho fatto amicizia, perché tu ci tenevi.

Lei che mi dice tutta allegra che vi sposate ed io che non le domando neanche come gliel’hai chiesto.

Sei mesi di silenzio, senza vederti, ma sapevo che stavi bene, altrimenti saresti tornato da me, com’è sempre stato. Com’era nei sogni che ho fatto: tu che tornavi ed io arrabbiata. Avrei aperto le braccia come sempre? “no” mi dicevo, ma poi anche in sogno avevi quello sguardo da cucciolo abbandonato, a cui non so girare le spalle.

Invece questo.

Tu sei felice e questa è sempre stata l’unica cosa importante.

Mi fingo sconvolta insieme agli altri, ma non è così. Perché ti conosco e so ricostruire i passaggi contorti che la tua mente ha fatto. Hai sempre avuto bisogno di legare le persone a te, perché non scappassero, come molte in passato. Ma io ho chiuso da sola le manette, con me non hai dovuto sforzarti.

Ti sei sentito abbandonato anche da me in questi sei mesi? Per questo non sei stato tu a chiamare?

Eppure lo sai che ci sarò sempre. Non più come prima, non è più tempo di aspettarti fino alle cinque del mattino perché avevi detto che saresti passato, non è più tempo di stare al telefono ore senza dirsi nulla.

Ci sarò quel giorno così importante per te, ci sarò e sarò bellissima e tu saprai che ci sarò sempre, anche se magari sarà l’ultima volta. Dipende da te, anche questo l’hai sempre saputo.

Lei che mi parla tutta allegra dell’abito, con quella sua voce da bambina e dentro di me inizia a nascere la paura.

Tutti storcono le labbra a questo matrimonio, chi perché è troppo presto, chi perché siete troppo giovani e chi ancora perché troppo precari.

La mia paura? È la consapevolezza che non basta un anello al dito per legare per sempre una persona ad un’altra. L’anello si può sempre togliere e girarsi le spalle.

So che molti alla notizia mi guardano con pena, convinti che la mia non felicità sia dovuta a ciò che hanno sempre spettegolato. Vedo gli sguardi di compassione che mi mandano, convinti che non possa accorgermene. Non hanno mai capito un cazzo, né di te, né di me, né di noi.

Se il mio sguardo è triste, è perché io fra pochi conosco la tua fragilità, sotto la maschera che hai sempre mostrato al mondo. So che non reggeresti ad un’altra batosta. Questa è la mia paura.

Tutti si domandano il perchè della tua decisione. Io so che è perché ci credi. Ma non posso essere così sicura della persona che ti sta accanto. E mentre quella voce da bambina continua a parlarmi di sciocchezze io prego, io che non l’ho mai fatto, prego affinché, per lei non sia tutto un gioco.

Quella che gli altri hanno sempre scambiato per gelosia, è sempre stata in realtà protezione. Non mi sono mai fidata delle altre. Ma sapevo che non sarebbero durate e che tu ne eri consapevole, per cui è andata bene. Quando sei mesi fa ti ho aiutato ad avvicinare questa ragazza, sapevo che era diverso, ma non avrei mai immaginato...

La cosa che fa più male è non sapere cosa ti passa per la testa. Io che sono sempre stata abituata a capirlo guardandoti negli occhi.

Come quella volta che stufa di aspettare me ne sono andata a dormire e poi tu sei comparso nella mia stanza e anche al buio ho potuto vedere la tristezza nei tuoi occhi.

O come l’ultima volta che ci siamo visti, gli altri due addormentati sul divano e io e te sul balcone a bere birra e parlare fino all’alba, come sempre, e finalmente capire il motivo dei tuoi tanti cambiamenti. Perché solo guardandoti negli occhi posso riuscirci. E anche adesso so che se li guardassi, ci troverei il guizzo di gioia, ma in profondità sempre quello strato di malinconia, che mai li abbandona.

Quest’urlo è perché non saprei con chi parlare, dato che con te non posso.

Questo urlo è perché so che quando ti vedrò starò in silenzio.

Ma se vorrai, io ci sarò.

 

 

  
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