Una lunga agonia all'orizzonte

Castle sospirò affranto accasciandosi sulla sedia vicino alla scrivania di Beckett. Quest’ultima alzò gli occhi dal rapporto che stava leggendo e lo guardò: «Cosa c’è adesso?» chiese dopo qualche secondo. «Non dirmi che il libro sta andando male».

«No, quello va benissimo. Sembra che Nikki Heat piaccia molto», disse quasi con malinconia, come se non gli importasse molto del proprio romanzo.

«E allora cos’hai? Sembra che ti abbiano centrifugato in lavatrice», tentò di tirargli su il morale Beckett.

«Si tratta di Alexis», disse dopo l’ennesimo sospiro.

«Cos’ha fatto?» chiese la detective interessata a quale potesse essere il motivo di un abbattimento dello scrittore.

«Mi ha chiesto se può andare con qualche amica in campeggio quest’estate», piagnucolò Castle non riuscendo a trattenere la vena drammatica della sua voce.

Beckett lo guardò come se fosse impazzito: aveva pensato a qualcosa di ben più grave di alcune semplici paturnie da genitore abbandonato. «E quanto dovrebbe stare via?»

«Un mese», sbraitò Castle allungandosi disperato sulla scrivania della detective.

«Dai, un mese passa veloce», cercò di consolarlo Beckett, che stava facendo di tutto per trattenersi dal ridergli in faccia.

Castle si alzò leggermente per guardarla negli occhi, come a cercare la conferma della sua serietà: «Come fai a essere così insensibile con un povero padre che soffre?»

«Non sono insensibile, dico solo che quello è un periodo di tempo ragionevole per lasciare che tua figlia faccia nuove esperienze», spiegò la detective con fare professionale.

«Non siamo mai stati lontani per così tanto tempo», piagnucolò ancora lo scrittore, non badando a quanto appena detto da Beckett. «Come farà a resistere senza di me così tanto?»

«È evidente che la domanda dovrebbe essere un’altra: come farà il grande scrittore a sopravvivere un mese senza la propria bambina?» scherzò la detective non riuscendo più a trattenersi e guadagnandosi un’occhiata fulminante da Castle.

«Insensibile», sussurrò l’altro prima di uscire dalla stanza indignato.