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Autore: beesp    29/03/2010    0 recensioni
Miss Black, lei non sa dei miei viaggi! Siamo tutti un po' sulla stessa barca, remiamo anche contro corrente nella speranza di trovare la nostra casa.
Genere: Poesia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Miss Black, lo sa

Miss Black, lo sa?
[Prompt: “Miss Flack said I still want you back”; 351 parole;]

Oh, miss Black, lei non sa!
Travagli e difficoltà che ho incontrato sul mio cammino,
ho visto ogni tipo d’alba e tramonto,
animali, uccelli, flora e fauna marina d’ogni specie,
colori di pelle, tratti somatici – i più disparati
sorrisi ed espressioni facciali – le più complesse.
Braccia che si agitavano in posizioni e direzioni
a volte opposte, altre inconsapevolmente identiche
fuochi che si modificavano storpiati da corpi agitati
baccanti rinate dalle loro ceneri si muovevano sull’acqua

E il non trovare alcun viso
non saper il nome né il luogo
ritrovarsi, smarrito, inoltrato nelle foreste
iniziato alla vita sospesa

Oh, miss Black, lei non immagina!
Gli odori e i sapori, le lingue e le tonalità
e ancora stature, forme e suoni
s’intrecciavano e ordinavano di fronte le miei iridi incredule.
Blu notte florido e intriso di aromi – speziato
verde di foglie e piante, lucido e intenso
mi ripromettevo che avrei appreso e non dimenticato
ma le nozioni volan via quando quelle sono destinate
ad arrivare soltanto ai nostri sensi
e non nella nostra testa o nel nostro cuore.
E, allora, miss Black seppi cos’era ciò che mi mancava
perché di tutto quel viaggiare e cercare
avevo iniziato a scordare cos’era ciò che realmente volevo
il motivo dell’aver comperato un enorme nave
e aver deciso di percorrere il mare in lungo e in largo.

Desideravo me stesso.

Ciò che è rimasto, invece, mia cara miss Black
è ad abbracciare e stringere con necessità il mio terreno
quello sul quale sono stato gettato con la forza
dell’istinto della natura.
Partorito tra una nuvola di smog
e un paio di automobili parcheggiate in quarta fila.
Miss Black, ho imparato a leggere gli occhi
che sono simili ai miei e che mi riportano
a tutto ciò che ho studiato.
È stato un attimo e sapevo di nuovo.
Casa mia dipinta di nero e di grigio,
che mi accoglie con la malinconia
e una domanda urlata “dove sei stato?”
e la risposta, benché banale e forse stupida
è stata netta e veloce “a pensare a questo posto”.

L’importanza del mio mondo,
miss Black, l’ho compresa quando l’ho perso.

 

 

 

 

 

 

Angolo dell’autrice: Qualcosa dovevo scrivere, no? Anche se insignificante e magari anche brutto, però dovevo riportare qualcosa. Domani è un giorno importante per due persona troppo importanti nella mia vita, e dedico questa breve storia, un po’ poesia, che ho scritto soltanto a loro. Loro due e basta.
La “Miss Black” della storia è una corruzione della “Miss Flack” di “What A Catch, Donnie” (canzone dei Fall Out Boy” a cui è ispirata anche la storia, e di cui una piccola parte è il prompt. Perché, credetemi, fino a ora credevo fosse Miss Black. E niente, auguro buona fortuna a queste due.
E a chiunque debba affrontare un lungo viaggio o stia cercando la propria casa.
Io, almeno con loro, credo di averla trovata.

   
 
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