Happy
Birthday
Il sole
splendeva alto nel cielo di Metropolis, e tutto sembrava presagire una
giornata
tranquilla, senza mostri da fermare o assassini di cui occuparsi. Ma
quello era
un giorno fin troppo monotono, quasi ordinario.
Chloe sbuffò, aggiustandosi una ciocca di capelli dietro
l’orecchio destro. Era
il giorno del suo compleanno e non aveva nessuno di davvero importante
con cui
condividerlo. Il suo migliore amico, Clark, era in giro a salvare il
mondo, sua
cugina Lois era fuori città per uno scoop e la ragazza era
sola … Almeno,
apparentemente sola.
Prese il regalo che le aveva portato Clark e lo scartò: era
l’ultimo palmare
uscito sul mercato, il migliore. Sorrise. Il ragazzo conosceva molto
bene i
suoi gusti.
Sua cugina Lois, invece, le aveva preso un vestito all’
“ultima moda”, come lo
aveva definito lei.
Si alzò dal divano, posò la tazza di
caffè sul tavolo e andò a farsi una doccia
veloce, per rinfrescarsi.
Usò il suo bagno schiuma preferito, associato a shampoo e
balsamo e venne avvolta
dai ricordi, anzi dall’unico ricordo che da tempo la
tormentava: Jimmy.
Gli mancava davvero molto, gli mancava la sua dolcezza, il suo farla
sentire
amata in ogni occasione … Gli mancava immensamente e avrebbe
fatto di tutto per
poterlo rivedere un’ultima volta, per ricordargli quanto lo
amava. Non avevano
avuto tempo a sufficienza per dimostrarselo e ormai era troppo tardi.
Sospirò,
poi uscì dal box e si avvolse
nel suo accappatoio bianco, dopodiché
si
pettinò i capelli accuratamente, in modo da togliersi tutti
i nodi.
Venne distratta dallo squillare del suo palmare. Aveva ricevuto un
nuovo
messaggio. Sul display c’era scritto Oliver
Queen. Il testo diceva Sto venendo
a
casa tua.
La ragazza si agitò: non amava le visite a sorpresa. Corse
in bagno e si
asciugò i capelli al meglio, dopodiché
indossò una camicetta rossa e un paio di
jeans freschi.
Qualche minuto dopo, suonarono al campanello. Aprì la porta
e si ritrovò
davanti il miliardario Oliver Queen. Gli sorrise in modo ambiguo.
“Ciao, Chloe” la salutò.
“Ciao. Prego, entra pure”.
Il ragazzo si guardò attorno, benché non ne
avesse realmente bisogno. Conosceva
la casa di Chloe, ci era stato altre volte. Ovviamente, tutto era in
ordine,
tranne per qualche foglio sparso sulla scrivania.
“Ho pensato di venirti a trovare, non ti dispiace,
vero?”
“No, non così tanto” ironizzò
la ragazza “Allora Oliver, cosa ti porta fin qui?
Di che hai bisogno?”.
Oliver ridacchiò “Di niente, in realtà.
Sono venuto per farti gli auguri. È il
tuo compleanno, no?” chiese. Ovviamente, era una domanda
inutile. Oliver sapeva
esattamente che era il giorno del compleanno di Chloe, come poteva non
sapere
la data di nascita della ragazza di cui si era innamorato?
“Oh” rispose Chloe sorpresa “Beh grazie.
Non credevo che te lo fossi ricordato”.
Gli sorrise. “Allora, calma piatta a Metropolis?”.
“Già. Il lavoro grosso lo sta sbrigando
Clark.” Si giustificò il biondo.
“Ti ho
portato questa” disse indicando
una torta.
“Grazie!” esclamò la ragazza
“Chi l’ha preparata?”
“Veramente l’ho fatta io” ammise Oliver
“Almeno, ci ho provato. Ti avverto che
non so come sia venuta”.
“Quindi sono una specie di cavia?”
“Sì, diciamo di sì”. Rise. Il
modo in cui scherzava con Chloe, era la cosa che
più amava di tutto. Era così spontaneo,
così semplice …
“Beh, correrò il rischio. Non capita tutti i
giorni di assaggiare una torta
preparata dal miliardario Oliver Queen! È da prima
pagina!” ironizzò felice.
“Lo prendo come un complimento” disse mentre si
sedette a tavola.
La ragazza tagliò due fette di torta, poi si sedette di
fronte a Oliver. Solo
in quel momento si accorse di quanto fosse imbarazzante e strana quella
situazione. Certo, lei e Oliver passavano molto tempo insieme,
ovviamente,
lavoravano per la maggior parte del tempo … Ma questo tipo
di situazione era
del tutto nuova.
Chloe assaggiò il primo boccone di torta, quando sul suo
viso si disegnò
un’espressione di disapprovazione. “Oliver,
lasciatelo dire, non sei portato a
fare il cuoco” gli disse la ragazza, mentre cercò
di ingoiare quel piccolo
pezzo.
Il ragazzo allora decise di assaggiarne anche lui un pezzo, ma
rimpianse di
averlo fatto. Era acida, e pesante.
“Hai ragione, Chloe” rispose ridendo, poi si
alzò per posare i piattini nel
lavandino.
“Ma comunque Oliver, apprezzo il gesto. È stato
molto carino da parte tua. Però
… Pensa a fare il supereroe e non a fare il
pasticciere”.
I due scoppiarono in una risata fragorosa. Dopo si guardarono negli
occhi.
Oliver osservò attentamente gli occhi svegli e curiosi di
Chloe, mentre la
ragazza si perse ad osservare gli occhi del giovane, che in quel
momento
brillavano di ilarità. Il silenzio regnò sovrano
in quell’istante, e
l’elettricità che si era creata era palpabile.
Oliver si avvicinò lentamente al viso della ragazza, che
abbassò gli occhi.
Valutò l’opzione di allontanarsi,
poiché non era ancora pronta, non dopo tutto
quello che era accaduto.
Il giovane la colse di sorpresa e la baciò. Chloe era
indecisa se ricambiare o
meno, ma poi guardò Oliver. Il modo
in cui la baciava, la spinse automaticamente a contraccambiare quel
bacio
inaspettato.
Si sentivano solo i loro respiri, Oliver riuscì a sentire il
profumo di
vaniglia dello shampoo che aveva usato Chloe quella mattina e sorrise.
Dolcemente si staccò da lei.
Lo guardò negli occhi e abbozzò un sorriso.
“Chloe io …” cercò di dire il
ragazzo.
“Grazie” rispose la ragazza, sorridendogli.
“Beh, se vuoi, posso fare molto di più”
scherzò Oliver, guardandola negli
occhi.
La bionda sbuffò, alzando gli occhi al cielo.
“Stupido!” lo rimproverò
scherzosamente.
“Preparati. Ti porto fuori”.
“Che cosa?!” urlò Chloe.
“Hai capito bene. È il tuo compleanno e non voglio
vederti marcire qui dentro,
per cui prenditi una giacca e usciamo.”.
“E chi te lo dice che io abbia voglia di uscire?”
gli chiese sfidandolo.
Oliver si avvicinò a lei pericolosamente “So
essere molto convincente,
signorina Sullivan”. Era così vicino a lei, che
Chloe riusciva a sentire il
lieve profumo del suo dopobarba. La ragazza, sentiva che il suo cuore
stava
andando ad un ritmo decisamente elevato, così si
allontanò.
“Devo considerarlo un appuntamento?”
“Se vuoi sì”.
La ragazza sospirò, poi corse a prendere una giacca e una
sciarpa, che si
infilò velocemente, poi ritornò da Oliver, che la
aspettava sorridente.
“Possiamo andare?” le chiese divertito.
Lei annuì. Prese le chiavi di casa e insieme lasciarono
l’appartamento,
immergendosi nelle strade di Metropolis.
Ad un certo punto, Oliver afferrò deciso la mano di Chloe.
La ragazza rimase
stupita da quel gesto ma non protestò.
“Andiamo?” chiese Oliver.
“Sì”. Poi il ragazzo si chinò
per baciarle i capelli ed insieme, si
incamminarono per arrivare a destinazione.
Chloe sentì nel profondo del suo cuore rinascere la speranza
e l’amore che
finora aveva provato solo per Jimmy e sorrise. Forse da quel momento in
poi non
sarebbe più stata sola.
Si alzò sulle punte dei piedi, in modo da arrivare
all’altezza del viso di
Oliver e lo baciò.
Fu un bacio dolce, senza la minima traccia di desiderio.
Quando si staccò dal ragazzo, gli sorrise.
“Ehi lasciatelo dire Chloe, ci sai fare!”
ironizzò il miliardario.
Chloe rise, poi lo spintonò “Su smettila.
Andiamo”.
“Ah Chloe, dimenticavo una cosa.”disse Oliver
cercando qualcosa nella tasca
della sua giacca.
Tirò fuori una scatolina blu, che sembrava urlare costosa.
La porse a Chloe, che con mani tremolanti aprì la piccola
scatola, rivelandone
così il contenuto.
Era una collana d’argento, a cui era appesa un cuore.
“E questa che cos’è?”
“Una collana” rispose semplicemente.
“Non dovevi”.
Ollie si fermò e guardò Chloe, sorridendole
“Tu sei la ragazza che ha rapito il
mio cuore, Chloe Sullivan”.
Poi Oliver si avvicinò alla bionda per baciarle la fronte e le sussurrò
“Buon compleanno”.
Fine