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Autore: TooSixy    30/03/2010    2 recensioni
La guerra invernale tra Shinigami e Hollow si è conclusa: con la vittoria di Aizen. Questi ha preso il controllo sia della Soul Society che di Hueco Mundo, sottomettendone le anime e diventandone il sovrano assoluto, e sotto il suo dominio ha diffuso una nuova, crudele moda: quella dei Kiga no Yuugi, i cosiddetti ‘Giochi Famelici’, un sanguinario reality show in cui ventiquattro concorrenti – dodici Shinigami e dodici Hollow – sono costretti a massacrarsi l’un l’altro per non essere uccisi a loro volta. Uno solo è destinato a sopravvivere, ma il prezzo da pagare potrebbe essere molto alto… [il romance non sarà uno dei temi principali, ma è possibile la presenza di IchigoxRukia, RenjixRukia, OCxSorpresa e qualche crack…]
Genere: Dark, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un pò tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ed ecco un altro progetto che ricamavo da un po’ di tempo, il Kiga no Yuugi. La trama è stata ispirata da “Hunger Games”, uno stupendo romanzo firmato da Suzanne Collins.
Questo breve capitolo d’apertura è stato una sfida personale, per me, una mia ripicca nei confronti di Aizen: mi sono messa in testa di tratteggiarlo il più possibile simile all’originale, senza scivolare nell’OC, e spero di riuscirci almeno in questa fiction.
Buona lettura!






_- Kiga no Yuugi – Giochi Famelici -_
_- Prologo -_



Timore.
Lo percepiva, Aizen, lo percepiva nell’aura di tutti coloro che gli erano attorno, e lo leggeva negli occhi di chiunque osasse incrociare il suo sguardo. Non c’era uno solo, alla Soul Society come a Hueco Mundo, che non nutrisse nei suoi confronti almeno una stilla di paura: persino in quel momento la sentiva, aleggiava nell’aria come un acre profumo. Al di là di qualunque emozione, oltre la rabbia, la disperazione e il desiderio di vendetta, ogni anima era spaventata.
E non a torto.
Un lieve accenno di sorriso incurvò le labbra di Aizen mentre l’uomo camminava verso il suo trono marmoreo, con l’oziosa fierezza di un imperatore perfettamente consapevole di tenere il mondo in pugno. Alle sue spalle, il ricco strascico del suo sokutai frusciava contro il lucido pavimento argenteo, in un sussurro leggero e quasi ipnotico.
L’attuale sala del trono si trovava al piano più elevato del Seireitei, ad un’altezza tale da superare persino il nuovo Sokyoku che ora s’innalzava di fronte al palazzo, elegante e mortale quanto il precedente. Aizen aveva creato un’ampia apertura ovoidale proprio davanti ad esso: niente gli procurava più piacere del vedere la soggezione dipinta sui volti dei suoi servitori, l’ansia che gonfiava la loro reiatsu ogni volta che lui inaugurava dall’alto i Kiga no Yuugi, i Giochi Famelici.
Lentamente, Aizen si accomodò sul trono. La finestra di fronte a lui mostrava un magnifico ritaglio del suo impero, una Soul Society incupita dall’ombra del suo volere. Appena più in basso della finestra si poteva scorgere la punta del Sokyoku, incombente sul Seireitei come l’indice di un dio levato in segno di monito.
Lo Shinigami strinse la presa sui braccioli. Era il padrone della vita e la morte, ora più che mai.
«Ulquiorra» chiamò, con la sua voce profonda e melodiosa. Subito accanto a lui comparve il quarto Espada, pallido e composto, gli occhi verdi impassibili come schegge di giada.
«Aizen-sama» lo salutò, piegandosi in un rigido inchino.
Aizen lo degnò di una sola rapida occhiata prima di tornare a scrutare il suo dominio.
«Tra due giorni inaugurerò la terza edizione dei Kiga no Yuugi» annunciò in tutta calma. «Ti affido l’incarico di controllare i registri e di estrarre i nomi dei prossimi partecipanti. Voglio che la lista sia pronta entro domani.»
«Sarà fatto, Aizen-sama.»
Il mezzo sorriso di Aizen si fece indolente. «Suppongo che in simili circostanze sia un privilegio non disporre di una Fracciòn… dopotutto, chi non esiste non può correre alcun rischio, non credi?»
Starrk e Harribel l’avrebbero odiato, ma non importava: anche loro, come tutti, erano soggetti alla sua volontà, e avrebbero dovuto sottostare alle sue imposizioni, in silenzio e obbedienza. Perfino se queste avessero richiesto il sacrificio di una Fracciòn.
In fin dei conti, i Kiga no Yuugi non erano che un pretesto per marcare la sua influenza, per rammentare alla Soul Society e all’Hueco Mundo chi fosse il vero sovrano.
«La Fracciòn non è che uno strumento» fu la quieta risposta di Ulquiorra, pronunciata dopo un breve silenzio. «Dotata di intelligenza e volontà proprie, ma pur sempre uno strumento per distrarre o indebolire il nemico. Una Fracciòn non è necessaria per adempiere il proprio compito.»
Aizen si rilassò contro lo schienale, socchiudendo gli occhi. «E qual è tale compito, Ulquiorra?»
«Servire e onorare Aizen-sama.»
«Molto bene, puoi ritirarti. Attendo con puntualità la lista dei Kiga no Yuugi, non deludermi.»
Ulquiorra abbozzò un inchino di commiato, mormorando un basso «Sì, Aizen-sama», dopodichè scomparve come dissolvendosi tra le ombre, con la stessa eterea eleganza con cui era apparso.
Nella rinnovata solitudine della sala del trono, l’espressione di Aizen si ammorbidì. Era ora di dare l’ennesima sferzata alla cocciutaggine degli Shinigami e all’orgoglio dell’Arrancar.
Era ora di riaprire i Kiga no Yuugi.
  
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