Peccati
capitali.
La
luna illumina la notte, inondando la stanza del giovane Phantomhive.
L’anniversario
del vostro sesto anno insieme, se di anniversario di può parlare.
La
sagoma fiera e stanca di un bambino
troppo adulto per definirsi ancora tale.
Il
piatto sublime di un demone ai suoi comandi.
Accidia.
“Sebastian, spogliami”il tono indifferente, che non è un ordine né una preghiera.
È
semplicemente una parola, a cui il signorino non da importanza.
Il
signorino non da importanza a nulla.
Non
certo, comunque, a un umile maggiordomo.
“Bocchan?”domandi,
mentre il tuo volto calmo muta in stupore, attore che recita anche ad opera
finita.
Superbia.
“Mi
hai sentito, Sebastian!”e calca sul nome, il piccolo Lord, come a voler mettere
in evidenza ciò che vi lega”Fa il tuo lavoro di maggiordomo!”ed è strano
vedere come il ragazzo pretende quelle attenzioni, che non richiede più dalla
tenera età di quattordici anni.
E ora
ne ha diciannove.
“Pensavo
ormai voleste fare da solo, My Lord”lo beffeggi.
Ira.
La
mano, piccola e decisa, di Ciel ti colpisce la guancia.
Non è
la prima volta che ti schiaffeggia, ma mai con tanta rabbia e decisione.
“Ricordati
chi da gl’ordini tra noi due, Sebastian”ribadisce.
Invidia.
“Esigo
che tu ti prenda cura di me, subito,
proprio come hai sempre fatto”ed è nostalgia e invidia per quel passato non lontano quella che senti nella voce
del tuo giovane e sempre più appetibile Bocchan.
“Yes,
My Lord”
Lussuria.
Il
modo in cui i vestiti scivolano sulla pelle di Ciel, ha un che di tremendamente
erotico.
Quando
niente t’impedisce la visione di quel corpo sempre troppo puro rispetto all’anima macchiata
il tuo signorino si aggrappa a te, all’unico sostegno di sei anni di
solitudine.
“Sebastian,
prendimi”è l’ordine, lascivo,
pronunciato dalle dolci labbra.
“My
Lord…”e provi a dissuaderlo, ma solo per il gusto di sentire la sua voce roca pretendere ciò che gli spetta.
Il
tuo corpo gli appartiene, come scritto
da contratto.
“Non
era una domanda, Sebastian”ti beffeggia.
La
testa chinata, il sorriso beffardo nascosto.
“Yes,
My Lord”
Gola.
Le
lenzuola sfatte, il pesante piumone dimenticato a terra insieme ai vestiti blu
del signorino, insieme ai vestiti neri e alla maschera del maggiordomo.
Il
corpo nudo del tuo Bocchan spossato e quasi dormiente accanto al tuo, solo
quella benda a coprirgli l’occhio, non ha voluto toglierla, non ha voluto
perché t’avrebbe ordinato di fermarti.
Ma
ora slega, Ciel, toglie quell’inutile intruso nel vostro amplesso.
Cade,
la benda.
“Ne
voglio ancora Sebastian”e no,
nemmeno la minaccia di un altro schiaffo può impedirti di sorridere.
“Non
credete di essere troppo goloso,
Bocchan?”e il Conte ti guarda.
Lo
sguardo deciso, l’iride illuminata.
Avarizia.
“Ne
voglio ancora, voglio tutto e lo
voglio tutto solo per me”prepotente
e pretenzioso, è questo il tuo signorino, la tua anima.
Un
boccone così allettante che vale la pena aspettare anche tutta l’eternità per
gustarlo.
Infondo,
non hai fretta.
“Vi
darò ciò che chiedere, Bocchan”ti sfida con lo sguardo, Ciel.
“Io
non sto chiedendo, Sebastian, io te
lo sto ordinando”e tu ghigni,
reverente.
“Yes,
My Lord”
Sette vizi capitali.
Nemmeno
il peccatore per eccellenza, il primo angelo caduto, avrebbe potuto
rappresentarli bene come il tuo signorino.
Neanche
tu stesso avresti potuto esprimere
meglio le colpe supreme.
Ma,
infondo, hai davanti Ciel Phantomhive, che ha venduto l’anima al Diavolo per vendetta.
E la
sua anima…diventa sempre più…interessante.
Infondo è solo un gioco…no, Bocchan?