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Autore: Melardhoniel    30/03/2010    5 recensioni
Chi è Gervis? Nel lontano 1965 lo zio Paulie si è rimbambito con un coniglietto; Gervis, appunto. Gli altri tre Beatles, John, George e Ringo, hanno diverse proposte per cucinarselo. Travestiti da setta indiana, cercheranno di mangiare Gervis rispettivamente in salmì, alla fricassea e arrosto. Cosa succederà? (Parodia del film HELP!)
Genere: Commedia, Parodia, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: George Harrison, John Lennon , Nuovo personaggio, Paul McCartney , Ringo Starr
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Parodie Beatlesiane'
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chi è Gervis?

HELP! (me): operazione Gervis

 

Chi è Gervis?

 

***

-Nel nome di Preverti figlia delle montagne, il cui nome è Terribile, il cui nome è Malvagia, il cui nome è Inaccessibile, il cui nome è Madre nera, Madre delle tenebre…-

-Madre delle tenebre…-

-Rivolgiamo i nostri cuori a Kalì, bevitrice di sangue, madre nera- Due uomini portarono un’anatra sul tavolo.

-Kalì…-

-Colei che uccide i demoni si satolli di questa carne. Bevi!- L’uomo alzò il coltello.

-FERMO!- uno dei due uomini parò il braccio.

-Fermo?- John si tolse l’elmo.

-Non mi è mai piaciuta l’anatra…- Sbuffò George.

-Non possiamo cucinare l’anatra se a George non piace…- Osservò saggiamente Ringo. –Dobbiamo trovare un altro animale.-

In quel momento una delle quattro porte di casa, quella bianca per intenderci, scricchiolò e si aprì, facendo entrare Paul; bagnato di pioggia e con un batuffolino nero e bianco in mano.

-Ragazzi, ci siete?- Chiamò.

I tre lo raggiunsero. –Sì, Paulie…-

-Guardate qui… non è un amore? Lo chiamerò Gervis!- Paul mostrò a tutti il coniglietto che teneva in mano.

John, George e Ringo si scambiarono uno sguardo d’intesa…

 

Help, I need somebody,

Help, not just anybody,

Help, you know I need someone, help.

 

When I was younger, so much younger than today,

I never needed anybody's help in any way.

But now these days are gone, I'm not so self assured,

Now I find I've changed my mind and opened up the doors.

 

Help me if you can, I'm feeling down

And I do appreciate you being round.

Help me, get my feet back on the ground,

Won't you please, please help me.

 

And now my life has changed in oh so many ways,

My independence seems to vanish in the haze.

But every now and then I feel so insecure,

I know that I just need you like I've never done before.

 

Help me if you can, I'm feeling down

And I do appreciate you being round.

Help me, get my feet back on the ground,

Won't you please, please help me.

 

When I was younger, so much younger than today,

I never needed anybody's help in any way.

But now these daya are gone, I'm not so self assured,

Now I find I've changed my mind and opened up the doors.

 

Help me if you can, I'm feeling down

And I do appreciate you being round.

Help me, get my feet back on the ground,

Won't you please, please help me, help me, help me, oh.

 

-Allora, ragazzi? State pensando anche voi quello che penso io?- Domandò John, entrando in cucina.

-Sì!! Altro che anatra… mangiamoci Gervis!- George si sfregò le mani.

-Ma come facciamo a rubarglielo? Paul si sta già rimbambendo…guardatelo!-

I tre guardarono Paul che stava cucendo un completo da Beatles per Gervis, mentre il coniglio lo guardava interessato.

-Agiremo stanotte!- Decisero, poi tornarono da Paul; che aveva finito di cucire il completino a Gervis e stava suonando il pianoforte.

John prese un libro dalla biblioteca e si gettò nel suo letto scavato nel pavimento; George si sedette sul suo letto verde e cominciò a leggere il giornale, non prima di aver ordinato al suo giardiniere personale di tosare il prato con due dentiere; e Ringo si mangiò un panino.

La notte arrivò presto.

-Buonanotte, Gervis…- Paul baciò il coniglio sulla testolina, e si infilò nel letto, stringendo l’animaletto come un peluche. Ringo e John, dai loro letti, sghignazzarono.

-Notte, Paulie!-

Paul si girò. –Ah, notte ragazzi. Vieni, Gervis… dì “buona notte” agli zii John e Ringo… su…avanti! Buonanotte zii John e Ringo! Oh, avete sentito? Che coniglio intelligente!! È tutto il suo papà…-

John e Ringo si guardarono sconcertati. –Sì, sì…è proprio scemo…- sussurrò Ringo. John fece spallucce. –Notte Ringo!-

 

Notte inoltrata, nella casa dei Beatles.

Una luce illuminò il letto di George, poi quello di John, di Ringo, e infine quello di Paul: il bassista dormiva saporitamente, e Gervis era appollaiato tranquillamente sulla sua testa.

Poi la luce si fermò su una porticina nel muro, che si aprì; mostrando una pinza di metallo che puntò al letto di Paul. La pinza provò a stringere le orecchie di Gervis, ma il coniglio si diresse lentamente verso il fondo del letto, costringendo colui che guidava la pinza ad uscire allo scoperto.

-Bastardo di un coniglio…- Imprecò George a bassa voce, tentando di riprenderlo.

Ma Gervis saltò giù dai piedi di Paul e si arrampicò sul letto di Ringo.

-Bravo Gervis, bravo…- George avvicinò le pinze alle orecchie dell’animale, e strinse; poi chiuse gli occhi e tirò: solo all’ultimo si accorse di aver strattonato il braccio di Ringo.

Il batterista, infatti, finì lungo disteso per terra.

-Maledetto coniglio!- George ritirò la pinza metallica e chiuse la porticina.

Ringo, intanto, gattonò frastornato verso il letto di John.

-HEY!- John fece un salto alto un metro.

-Sei stato tu a farmi uno scherzo? Con una canna da pesca?-

-Non ti toccherei nemmeno con una di plastica! Che ci fai sul pavimento?-

-Sono stanco…-

John e Ringo fissarono George che tornava a passi pesanti verso il suo letto, maledicendo Gervis.

-Stupido coniglio, ti faccio alla fricassea appena ti prendo!!-

-Alla fricassea? Ma non in salmì?- Domandò John, guardando Ringo.

-Io lo preferisco arrosto.- Obbiettò quest’ultimo, sempre sul pavimento.

John sbuffò, poi prese il telefono e compose il numero di casa, facendo suonare i telefoni di tutti e quattro i Beatles.

Paul si alzò assonnato. –Pronto?-

John per tutta risposta fece scattare la sveglia e la avvicinò alla cornetta del telefono.

Gervis, che in quel preciso momento era sulla spalla di Paul, scappò via indignato; mentre i quattro Beatles si vestivano.

Paul uscì dal palazzo, e chiuse il cancelletto.

Improvvisamente gli si avvicinò un uomo alto, con un turbante viola in testa, e una tunica nera decorata in fondo. –Ehi, Bea-atle!- Lo chiamò con uno strano accento nasale.

Paul si girò e guardò l’uomo, che gli chiese: -Cosa ne pensi di queste, Shufti?- Tirò fuori dei biscotti per cani da un sacchetto di pelle marrone.

-Carne! Carne purissima.- Paul guardò i biscotti, poi il suo sguardo si posò su quella che sembrava una ragazza; vestita completamente di verde e con un velo di tulle color smeraldo brillante. Unica pecca? (a parte i vestiti)? Aveva un naso enorme.

-In ossicini comodi da maneggiare e non contrassegnare.- Continuò l’uomo. –Per il suo coniglio.-

-Non mi piacciono.- Disse Paul.

-No…- Sussurrò la ragazza all’uomo. Paul si girò verso di lei.

-I conigli non mangiano biscotti per cani, mangiano carote!-

La ragazza gli fece l’occhiolino, e Paul si girò stranito dall’altra parte, e si diresse alla macchina.

-Non ha il coniglio!- Dietro di lui la ragazza riprese l’uomo indiano.

Paul la senti, e si girò nuovamente.

-No?-

-No, sfortunatamente…- e scoppiò a ridere.

Paul la guardò come per dire “poveretta”, e andò verso la macchina.

Intanto l’uomo indiano si diresse verso John, che stava uscendo dalla porta rossa.

-Hey, Bea-atle. Ti piace, vero?-

John divenne serio, mentre si metteva il cappello in testa.

-Non fare l’idiota, George. Piuttosto, c’è cascato?-

George sogghignò: -Oh, sì…non ci ha riconosciuti…se non fosse che non aveva il coniglio con sé.-

John fece una smorfia di disappunto.

-E comunque dovevi vedere Ringo…-Continuò George, rosicchiando allegramente un biscotto per cani.

-Perché, cosa faceva?- John pescò un biscotto dal sacchetto di George lo addentò: -Bleah! Ma sono biscotti per cani!!-

George alzò le spalle e cominciò a raccontare. –Faceva continuamente l’occhiolino a Paul, e poi è scoppiato a ridere in falsetto come un demente.-

John guardò Ringo, che si stava cercando di levare il velo di tulle con scarsi risultati.

-Oh-oh, Ringo! Non ti sarai mica innamorato?-

-Ero entrato nella parte!- Si difese il batterista.

John tornò serio: -Ora entrate in casa e cambiatevi. Io distrarrò Paul. Alla bestiaccia penseremo più tardi.-

 

It’s getting better!

Allora?? Cosa ne pensate?? Tutto è nato da un’idea di mia mamma, quando le ho raccontato della storia di Zazar dove Paul era completamente rincitrullito dietro ad un coniglio, Michelangelo. E così mi ha proposto di scrivere questa parodia. Spero che vi piaccia!! =)

Bacioni,

La Gabibba

  
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