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Autore: angerona    30/03/2010    2 recensioni
I pensieri di Oromis prima della sua ultima battaglia.
Genere: Romantico, Malinconico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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La sua vita stava finendo, lentamente si spegneva come una candela consumata. Aveva vissuto talmente a lungo che la sua anima era ormai preparata al vuoto. Non aveva paura. Perché averne? Accoglieva la morte come un sereno riposo, una fine del suo eterno pensare e della sua sofferenza

. Finalmente non si sarebbe più sentito imprigionato nel suo corpo, che negli ultimi cent’anni l’aveva tradito, incatenato, portato quasi alla pazzia. Avrebbe smesso di soffrire per la morte delle persone che aveva amato, avrebbe finito di desiderare la morte del tiranno e non avrebbe visto il tramonto della sua razza. L’unico suo dispiacere era Glaedr: avrebbe resistito alla perdita di parte della sua identità, avrebbe trovato la forza per ricominciare? Si rispose di sì solo per non sentirsi egoista.

Quanto gli sarebbe piaciuto credere in un regno dopo la morte, così avrebbe rivisto almeno i suoi cari trucidati durante la distruzione di Luthivira: i suoi amici di infanzia, i suoi genitori… e lei,Erivanna, l’amore di una vita intera. Il suo rimpianto più grande era lei, era diventato cieco e nel suo imbelle egoismo l’aveva portata con sè, a conoscere le persone con cui era cresciuto. Poi quando era giunta la notizia che Galbatorix aveva manifestato le sue intenzioni era accorso ad Ilirea, sicuro che lì fosse al sicuro ma un distaccamento di Urgali capitanati da uno dei tredici rinnegati era entrato nella città, aveva ucciso ogni essere vivente nel raggio di chilometri. Tutto quello che era rimasto quando lui era tornato consisteva in case fatiscenti, bruciate e cadaveri. Di Erivanna non c’era traccia. In un istante il suo mondo era andato in frantumi. L’unica cosa per cui aveva vissuto era la vendetta , solo la disperazione lo guidava.

 Grazie al cielo c’era Glaedr: il drago gli aveva ridato una parte di vita, anche se da quel momento l’espressione di dolore, tristezza e malinconia non se ne era più andata dal suo volto.

 Era diventato Osthato Chethowä: il Saggio Dolente.

Erivanna, il suo pensiero non gli aveva dato tregua, non l’aveva mai abbandonato. Era così giovane, ingenua, innamorata…e di lui, cosa impensabile. Innamorata di un uomo che aveva cinquecento anni più di lei…Eppure si era fidata, non aveva mai dubitato di lui, delle sue scelte, del suo giudizio. Le sue ultime parole erano state “Mi fido di te, Oromis”. Non avrebbe mai dovuto fidarsi, mai: era colpa sua se era morta! Se fosse rimasta a Doru Areaba o se fosse venuta con lui ad Ilirea si sarebbe salvata o…

Era solo colpa sua e di questo non si dava pace.

Glaedr era preoccupato: sapeva da tempo che presto il suo Cavaliere sarebbe morto ma faceva fatica ad accettarlo. Aveva perso tutta la sua razza e ora anche parte della sua identità sarebbe scemata via, spazzata dal destino.

Meno male che c’era il futuro: un nuovo Cavaliere e un altro drago...

  
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