Fandom: Axis
Power
Hetalia
Personaggi: Spagna
(Antonio Fernandez Carriedo),
Sud Italia (Romano Lovino Vargas).
Rating: Verde
Avvertimenti: Raccolta
Prompt: 01.
Scherzi.
Sapori.
Genere: Commedia, introspettivo.
NdA: Questo
scritto non ha riferimenti
yaoi. Non c’è nessun
tipo di riferimento storico, se non quello del
dominio spagnolo nel Sud Italia.
Scusate, i titoli non sono il mio
forte. Questa storia nasce come
raccolta che vede piano piano lo sviluppo della relazione tra Spagna e
Sud
Italia. Ogni capitolo è quindi completamente a sé
e può non avere nemmeno un
ordine cronologico preciso, anche se cercherò di essere in
linea il più
possibile con il racconto. Quindi “Sapori”
è il titolo della raccolta e non del
capitolo.
E’ la prima volta che scrivo
su questo fandom (ed è da un po’ che
scrivo molto raramente), quindi se notaste degli errori o simili non
esitate e
dirmelo, mi fanno sempre piacere le critiche J
Enjoy.
Alabarde
e scope.
Camminava per i lughi
corridi del palazzo di Spagna trascinando la scopa dietro di
sé, incurante del
fatto che essa lasciava dei batuffoli di fuliggine e rendeva inutile il
lavoro
di un’intera mattinata. Poco importava a Romano, che di
pulizie prevedeva di
non farne più per un bel po’ e di sicuro non a
casa dello spagnolo. Si guardava
intorno, ammirando attraverso le grandi vetrate le montagne
dell’Andalusia
rischiarate dalla luce del sole, uno spettacolo meraviglioso che
avrebbe tanto
amato suo fratello minore e che a lui, dei due il più
razionale, sembrava non
toccare minimamente: non aveva tempo per fermarsi, doveva andare in
camera di
Spagna e svegliarlo, perché erano due giorni che era tornato
dalla battaglia e
non gli aveva ancora detto niente.
Era tornato
sorridente come sempre, aveva abbracciato tutti e si era messo a
gridare la sua
vittoria ma, alla vista dell’italiano, si era come spento e
gli aveva passato
distrattamente una mano sul capo, sorridendo. Non gli aveva nemmeno
dato
ragione di insultarlo, si era semplicemente allontanato biascicando
qualcosa
molto simile a un “Vado a dormire, estoy cansado1.”, per poi
avviarsi verso la sua camera e
lasciando il piccolo a guardarlo, mentre qualcosa nel suo stomaco aveva
cominciando a muoversi. Era successo qualcosa, come mai quel
cambiamento
d’umore?
Perché non
mi ha
parlato per tre giorni? Cosa ho fatto? Se ha qualche problema me lo
viene a
dire, senza tenere il broncio o che ne sò!, pensava Romano camminando, aveva il
viso corrucciato e le mani strette sulla scopa che ancora trascinava
sul
pavimento. Che poi, al piccolo italiano cosa importava di pulirgli casa
quando
non c’era se poi al suo ritorno nemmeno lo ringraziava?
Per un attimo gli
venne in mente un pensiero malsano che prevedeva la presenza di lui, la
scopa e
tanti, tanti pomodori. Pregustava già l’odore di
verdure fresche per l’aria, le
urla di Spagna risuonare in tutto il palazzo, un sorriso sulla sua
bocca e,
tutto sommato, una tranquillità di fondo al solo pensiero
che quella strana
vicenda si fosse conclusa nel migliore dei modi... ovvero a suo
vantaggio.
Senza rendersene
conto, troppo preso dai suoi pensieri, non si accorse di essere
arrivato
davanti alla porta della camera dello spagnolo, che guardò
riflettendo su ciò
che avrebbe potuto fare appena entrato.
Se dormiva lo si
poteva svegliare buttandolo giù dal letto (o assestandogli
un un bel calcio), e
lui avrebbe urlato, come prevedeva il suo precedente piano. Se, invece,
era
sveglio lo si poteva svegliare con un colpo di scopa in testa, magari
facendolo
sorridere, dimenticandosi di quel qualcosa che lo aveva allontanato dal
piccolo. Se poi, infine, era sveglio e si trovava in compagnia di
qualcuno
avrebbe... o
merda. E di
chi era in compagnia? Di Belgio? Di Francia?
Doveva scoprirlo,
così aprì la porta facendola sbattere e si
avvicinò al letto, saltandoci sopra
e cominciando a dare colpi, pugni e calci, prendendo le lenzuola e
cominciando
a strattonarle, per poi passare ai cuscini, che prese in mano e fece
volare il
più lontano possibile. Urlava imprecazioni e chiare minacce
di morte, alcune
dette in italiano altre in spagnolo, fino a non formare altro che
rumore, urla
e un’immotivata violenza contro degli oggetti inanimati.
Si accorse solo in un
secondo momento che Spagna non era a letto.
Guardò la stanza e
strinse i pugni: dove
cazzo
era andato senza dirgli nulla?
Infuriato scese dal
letto e prese la scopa in mano, ora non più trascinandola ma
tenendola ben
stretta tra le mani come possibile arma di guerra. Non che potesse
molto contro
le alabarde2 dello
spagnolo, certo, ma a Romano questo non interessava, l’unica
cosa che contava
in quel momento era trovarlo e fargli molto, molto male.
Uscì di corsa dalla
stanza per poi prendere a ritroso il percorso fatto in precedenza ed
ispezionare mano a mano un po’ tutte le stanze. Di Antonio
non c’era traccia.
Corse in giardino, la
scopa sempre tra le mani e il cuore a mille, adottò la nuova
politica del ‘dare
una scopata in testa a qualsiasi cosa si muovesse’, animali,
insetti, foglie e
verdure compresi. Sembrava delirare nell’erba alta dei
giardini agitando la
scopa come un matto, allontando tutto da sé e facendo
prendere un bello
spavento ai piccoli animaletti che si trovavano in giardino.
“Idiota di uno
spagnolo, si può sapere dove diam-aaah!”, disse
prima di inciampare su un sasso
e di cadere distendendosi per terra. Spaesato, non si accorse del fatto
che si
era fatto male alla testa e che da qualche minuto dei grossi lacrimoni
scivolavano sulle sue guance bagnando il terrendo sotto la sua testa.
Antonio non era da
nessuna parte, lo aveva abbandonato. Era solo.
Si alzò e si diresse
verso il palazzo, asciugandosi gli occhi con i bordi del grembiule
bianco ma
senza smettere di singhiozzare. Probabilmente si era accorto di quanto
fosse
inutile avere dei domini sul suo territorio e voleva sbarazzarsi di
lui, magari
facendo addirittura scambio con il suo fratellino, che era davvero
molto
malleabile in quel senso e che non lo insultava sempre. Arrivato al
portone si
accinse ad aprirlo, quando sentì qualcosa molto simile a due
mani ricoperte da
una melma viscida profumata coprirgli gli occhi.
“Buh!” gridò, facendo
sobbalzare il bambino, che si girò e gli tirò la
scopa in testa. Lo guardò per
qualche secondo e ricominciò ad urlare, utilizzando la scopa
come arma e
colpendolo da tutte le parti: davanti a lui c’era qualcuno, o
meglio qualcosa,
completamente ricoperto da una salsa rossa e decisamente molto simile
al succo
dei pomodori che curavano lui e Antonio. Doveva essere un ladro, non
c’erano
dubbi.
“Cosa hai fatto? Ti
sei rotolato nel nostro campo di pomodori? Ci ho messo un sacco di
tempo per
piantare tutti i semi come voleva quel maledetto spagnolo, e ora
dovremo
ricominciare! Come ti sei permess-”
“Roma- Romano!” gridò
la persona, fermando la scopa e ridendo, per poi guardarlo negli occhi.
“Sono
io, Antonio, sono io!”
L’italiano lo guardò
per qualche secondo, sentendo tutto il peso che aveva avuto quei giorni
scomparire. Antonio era lì, non era andato via, stava
ridendo per quei colpi in
testa che se gli fossero stati dati da una qualsiasi altra nazione
avrebbe
interpretato come chiari segni di attacco. Rideva e non riusciva a
darsi un
contegno, mentre i pezzi di pomodoro gli colavano da tutte le parti,
formando
una specie di pozza nel punto esatto dov’era.
“Anto-EH? Perché diamine sei
ricoperto di pomodori, Spagna?”, disse il bambino,
allontanandosi e
riprendendosi l’arma con uno strattone.
Lo spagnolo non
smetteva di ridere, ma riuscì comunque a calibrare una
frase. “Oh beh, in
realtà non ho scelto io di rotolarmi tra i pomodori... sono
inciampato dentro
al campo e sono caduto su quelli che non avevo ancora
raccolto.”, disse
indicando dietro di sé delle ceste piene di verdure rosse.
Romano ripensò a come
era caduto per terra prima, per poi sbuffare rumorosamente.
“Pensavo che stessi
dormendo...”, disse guardando per terra. Lo spagnolo
posò una mano sulla sua
testa e sorrise sommessamente.
“Oh sì, estaba
muy cansado3,
ho dormito venti ore di fila. Mi sono risvegliato di notte e ho
completamente
perso il senso del tempo.”, disse, grattandosi il capo e
alzandosi, per poi dirigersi
verso i cesti di pomodori. “Mi aiuti a portarli
dentro?”
Il bambino si morse
il labbro. “...e non mi hai nemmeno salutato come si deve,
idiota.”
“E come dovevo
salutarti? Se ti abbraccio tu ti dimeni, urli e mi dai dei pugni,
pensavo che
non ti piacesse. E comunque ero davvero stanco, te l’ho
detto.”, disse lo
spagnolo in risposta, senza voltarsi e facendo leva sulle gambe per
alzare due
cesti. A Romano pizzicavano gli angoli degli occhi. Era stato lui ad
allontanarlo, era quello che voleva lui, non era una
necessità di Antonio, era
colpa sua. Sua, sua, sua, di nessun altro.
“E la battaglia?”
Spagna si immobilizzò
e poi voltò leggermente il capo. “Ti interessa
davvero sapere com’è andata?”
Romano sbuffò e
gonfiò le guance. “Non te lo chiederei se non mi
importasse, coglione.”
Antonio sorrise e poi
spostò lo sguardo, fissando un punto impreciso delle sue
scarpe. “E’ andata
bene, ma non so per quanto tempo ancora potrò resistere.
Sono troppo stanco per
queste cose.”
“Non sei stanco, sei
vecchio.”, disse d’impulso Romano, facendo
sussultare lo spagnolo che lo guardò
nuovamente negli occhi e fece un ghigno.
“Vecchio...?”
“Mi hai sentito bene,
sei vecchio e stanco e ti fanno male le giunture. Ma sei riuscito a
portare qui
tre cesti pieni di pomodori, quindi non ti peserà portarli
in cucina mentre io
vado a finire di fare le pulizie.”, disse il bambino entrando
dentro al palazzo
e lasciando basito lo spagnolo.
Da solo, in compagnia
solo dei suoi pensieri, Romano si portò d’istinto
una mano agli occhi e si rese
conto di essere imbrattato anche lui di sugo di pomodoro, esattamente
nei punti
in cui Antonio gli aveva messo le mani. Lo insultò
mentalmente per poi
correggersi: grazie a quelle macchie e a quello stupido scherzo non si
era
accorto delle lacrime che gli avevano rigato la guance.
1-3Estoy cansado e estaba
muy
cansado: Sono
stanco e ero
molto stanco. Non
ho mai
studiato spagnolo, mi sono affidata a google traduttore, se la
traduzione fosse
sbagliata fatemelo sapere.
2Queste
armi ad asta
che di solito vedo nelle fanart: http://www.aceros-de-hispania.com/imagen/mar/alabarda-14e.jpg,
mettetele a confronto con una scopa di questo tipohttp://www.forumtime.it/Forum/IMMAGINI/SCOPA.gif e fate un
calcolo delle probabilità di
vittoria.