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Autore: celine_underworld    31/03/2010    4 recensioni
Un vecchio dalla pelle ringrinzita e con la barba canuta, vestito molto stravagante con una tunica dai mille colori e uno strano cappello con delle piume, passeggiava per le strade di Londra. Anche se dall'aspetto di un uomo di sett'anni, aveva alle spalle molti più inverni e molte più estati di quello che dimostrava. . L'Eternità era un regalo che gli era stato donato dalla Dama del Lago, Freya come ricompensa per quello che aveva fatto nei suoi confronti quando era ancora il valletto personale del principe erditario, Arthur Pendragon. Ma il vecchio e saggio Merlino lo vedeva più come una terribile maledizione: l'uomo non era fatto per vivere per sempre. Era sopravvissuto a sua madre Unith, al suo mentore Gaius, ai suoi amici e a Lui. Durante lo scorrere dei secoli si era affezzionato a molte persone, che aveva visto abbandonare la vita. Per questo motivo, a mano a mano era andato più isolandosi per non soffrire e vedere morire le persone che amava, diventando un'eremita. Cosa lo spingeva ad andare avanti era una profezia, che gli aveva fatto il Grande Drago prima di andare ad Avalon, per non tornare più. La profezia diceva che il 12 Dicembre 2012 ci sarebbe stato l'avvento di una nuova era : un nuovo regno sarebbe sorto e avrebbe unito tutte le terre del Mondo sotto un unico vessilo, garantendo la pace per quattrocento anni. Il suo compito era fare in modo che il Prescelto salisse al trono. Secondo il modesto parere di Merlin, ci doveva essere qualcuno lassù che si divertiva a prenderlo in giro.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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profezia



Un vecchio dalla pelle ringrinzita e con la barba canuta, vestito molto stravagante con una tunica dai mille colori e uno strano cappello con delle piume, passeggiava per le strade di Londra. Dove, un tempo assai remoto, sorgeva il regno di Camelot.
Si potevano ancora scorgere gli ultimi resti delle mura che circondavano la città bassa, come barrierra difensiva per l'attacco dei nemici.
Anche se dall'aspetto di un uomo di sett'anni, aveva alle spalle molti  più inverni  e molte  più estati di quello che dimostrava. . Aveva visto nascere e  distruggere innumerevoli regni con tiranni assai peggiori di Uther. Il Re di Camelot, discendente della dinastia dei Pendragon.  che era conosciuto per aver bandito la magia dal suo regno e condannato molti poveri innocenti senza regolare processo. Aveva visto fino  a dove la crudeltàe la malvagità dell'uomo poteva spingersi.
L'Eternità era un regalo che gli era stato donato dalla Dama del Lago, Freya come ricompensa per quello che aveva fatto nei suoi confronti quando era ancora il valletto personale del principe erditario, Arthur Pendragon. Gli aveva dato  un pò d'Amore.
Ma il vecchio e saggio Merlino lo vedeva più come una terribile maledizione: l'uomo non era fatto per vivere per sempre.
Era sopravvissuto a sua madre Unith, al suo mentore Gaius, ai suoi amici e a Lui. Durante lo scorrere dei secoli si era affezzionato a molte persone, che aveva visto abbandonare la vita.
Per questo motivo, a mano a mano era andato più isolandosi per non soffrire  e vedere morire le persone che amava, diventando un'eremita.
Aveva iniziato molti giovani maghi, ma con lo sviluppo della tecnologia nel vent'unesimo secolo, a molti non interessava più la magia. Anzi quasi nessuno più ci credeva, considerandola solo frutto della fantasia di scrittori tramandati attraverso la narrazione delle leggende. Leggenda era diventata il racconto delle gesta del  grande Re Arthur e del Mago Merlino.
Anche se a detta sua, molte cose non rispecchiavano  la realtà. In nessuno dei diversi miti raccontavano dell'amore profondo che lo legava con doppio filo ad Arthur. In nessuno parlava della sua giovinezza, fatta dalle difficoltà, dai pericoli che aveva dovuto affrontare. Invece,veniva ricordato come un vecchio e saggio mago con la barba lunga e bianca come la neve.
Cosa lo spingeva ad andare avanti era una profezia, che gli aveva fatto il Grande Drago prima di andare ad Avalon, per non tornare più.
La profezia diceva che il 12 Dicembre 2012 ci sarebbe stato l'avvento di una nuova era : un nuovo regno sarebbe sorto e avrebbe unito tutte le terre del Mondo sotto un unico vessilo, garantendo la pace per quattrocento anni.
Il suo compito era fare in modo che il Prescelto salisse al trono.
Secondo il modesto parere di Merlin, ci doveva essere qualcuno lassù che si divertiva a prenderlo in giro. Già una volta aveva dovuto fare una cosa simile, quando aveva aiutato quello stupido, borioso quanto arrogante principe che era diventato il centro del suo Universo a diventare Re. Il Destino si stava accanendo nuovamente con lui.
Ancora non aveva scoperto il nome del Prescelto: aspettava un segnale che glielo averbbe indicato.
Era già Agosto 2012 e ancora non sapeva chi era... Che il grande Drago si fosse divertito a tormentarlo per propoinargli una scusa che lo avrebbe costretto ad andare avanti per tutti quegli anni?... Una domanda che si faceva da qualche anno.
Perdendosi tra mille ragionamenti, si era fatto pomeriggio inoltrato e Merlino, allora, decise di uscire dalla città e dirigersi presso una campagna vicina, dove ai tempi immemori di Camelot, c'era un piccolo boschetto al cui centro si faceva spazio un Lago.
Lago dove aveva dato l'ultimo saluto a Freya su una piccola imbarcazione,  a cui aveva dato fuoco. Lago dove aveva baciato e fatto per la prima volta l'amore con il suo babbeo reale, Arthur.
Il Mago si sedette su un piccolo scoglio, intento ad osservare il sopraggiungere del tramonto, colorando di rosso il cielo. Un colore che donava molto al suo principe. Scosse la testa per allontanare quei tristi ricordi, che lo rendevano nostalgico di un tempo che non c'era più e non sarebbe tornato.
Quando giunse la notte, sopra di lui spuntarono le stelle, come tante lucine che illuminavano il firmamento. In particolare ce n' era una che splendeva più delle altre. Era comparsa la stessa notte che Arthur che se ne era anadto per sempre, per andare ad Avalon , lasciandolo alla deriva, sul precipizio di un baratro.
Con la sua presenza faceva da compagnia al vecchio Mago, che in quella notte gli parve che fosse più luminosa delle altre notti.
Tutto ad un tratto, emise un bagliore più forte, illuminando a giorno tutto l'ambiente circostante il Lago.
Per l'intensità della luce Merlino dovette coprirsi gli occhi con una mano. Poi tutto finì. Il buio della notte tornò.
La stella era, ora, solo un pallido puntino, che disegnò una parabola verso il basso per poi scomparire.
Una lacrima scappò dalle palpebre del Mago. Serrò gli occhi, talmente forti, da incollarli al viso. Decise in quell'istante che per una volta avrebbe lasciato a briglia sciolte la sua immaginazione. Visualizzò il volto etereo e semza imperfezioni del suo Arthur; gli occhi cerulei, che gli ricordavano il mare in tempesta; i capelli dorati molto simili al colore del grano maturo; il
corpo alto e muscoloso, scolpito dal più abile degli artigiani.
Allungò una mano verso quella visione per accarerzzarlo. Merlino sgranò gli occhi e spalancò la bocca per la sorpresa, quando toccò qualcosa di caldo e morbido al tatto. Non poteva essere possibile. L'immagine doveva essere incosistente, lui doveva sfiorare l'aria non un corpo in carne e ossa.
Che fosse del tutto impazzito?... Probabile! Gli anni di solitudine lo avevano debilitato e lasciare vagare la mente sui ricordi lo aveva del tutto privato di quell'ultimo barlume di sanità mentale rimasta.
Ma decise che non gli importava. Avrebbe goduto il più possibile di quell'allucinazione, anche a costo di morire lì. E lo avrebbe fatto col sorriso sulle labbra.
All'improvviso qualcosa gli sfiorò le labbra. Era fresco e buono. Si passò la lingua tra quei boccioli rossi  e gustò un sapore alla mente. Il suo sapore!
Merlino se le toccò con i polpastrelli.
- Guardami, Merlino! - La sua voce lo stava chiamando.
Il cuore del mago batteva forte contro il suo petto esile.
Bum
Bum
Bum.
Il suono dei  battiti gli rimbalzavano nei suoi padiglioni delle orecchie.
- Guardami! - Gli risuonò  più come una supplica che un ordine del suo principe.
Merlino scosse la testa.
- Se li apro, tu non ci sarai più davanti  a me. Non sono pronto a correre il rischio! -
Arthur chinò il suo viso su quello del moro, appoggiando le sue labbra carnose su quelli sottili del mago.
Mordicchiò il suo labbro inferiore e con la lingua chiese l'accesso alla sua apertura. Merlino glielo concesse.
Le lingue cominciarono  a duellare,  a inseguirsi, a rincorrersi. Il bacio dventò passionale, brutale, violento.
Tutti quegli anni  che erano stati tenuti lontani non avevano fatto altro che crescere in loro  un desiderio difficile da placare.
- Sono qui, Merlino, Non scomparirò. Dove altro dovrei anadre senza la mia vita? - supplicandolo nuovamente di guardarlo.
- Ho bisogno di vedere i tuoi occhi. Mi sono mancati. Sono i fari che illuminano il mio cammino. Senza di essi mi è stato difficile ritrovare la strada di casa,la strada per  tornare da te! -
Merlino era tentato,però, non era ancora convinto.
- Merlino, ti prego! -
Arthur  lo stava pregando. Anni orsono aveva giurato che non avrebbe fatto più soffrire il suo principe.
Così li aprì
- A...arthur? -
- Sì, Merlino! -
- Sei qui! Ma... - Arthur non gli diede il tempo di finire, che lo stritolò tra le sue braccia forti.
Il Mago poggiò il suo capo sul suo petto glablo, sentiva il suo cuore pompare vita!  Con le mani si mosse per tutto il corpo del biondo, per verificare che fosse tutto vero. Poi all'improvviso un pensiero gli  balenò in  testa. Si staccò dall'abbraccio
del suo Re e si voltò, dandogli le spalle.
- Ho fatto qualcosa che non dovevo? ... Forse hai conosciuto qualcun altro, hai.... - cominciò a balbattare il principe, non voleva credere che il suo Merlino lo avesse dimenticato. Non poteva biasimarlo:  tutti quei secoli! Tanti ne erano passati dal tempo di Camelot.  Merlino aveva il diritto di rifarsi una vita, pensò triste.
Ma il pensiero di un altro che lo aveva  toccato, accarezzato, amato gli faceva male al cuore,  che era stretto in una morsa.
Prima che potesse andare avanti con quelle elucubrazioni, Merlin gridò:
- No! Come puoi creder che io... io possa averi dimenticato! Non sai come è stata la mia vita in tutti questi anni. Non immagini ... -
- E allora perchè? -
- Arthur tu sei ancora nel fiore degli anni, io invece sono invecchiato. Non guardarmi, ti prego ! -Coprendosi il viso con le mani.
- Idiota! - disse con un sorriso sulle labbra.
Merlino credette di sentire un sospiro di sollievo.
- Dai un'occhiata alle acque del Lago  e  guardati - ordinò il biondo.
Merlino con passi incerti  si mosse verso le sponde e si sporse. Un ragazzo esile, con i capelli corvini  e senza barba lo fissava di rimando.
- Sono tornato giovane! - Tastandosi il viso con le mani. Era tornato ad avere di nuovo vent'anni.
- Diciamo che la barba ti dava quell'aria di uomo navigato. Quando in realtà eri rimasto il solito inacapace e goffo . -
- Sarebbe un complimento, questo?  - Sbuffò infastidito il moro. Ma  gli erano mancati quelle frecciatine tra loro.
- A proposito! Ma tu che ci fai qui! -
- Se vuoi che me ne vada, basta dirlo! -
- No! - un grido isterico. gli sfuggì dalla gola.
La reazione del Mago fece ghignare il biondo.
- Allora ci tieni  a me! -
- Certo! -rispose Merlino senza riflettere. Era caduto nella trappola di Arthur, che scoppiò in una grossa risata.
Un finto bronciò modellò il viso del moro.
Poi Arthur tornò serio.
- Ricordi la profezia che ti fece il Drago? -
- La venuta del Prescelto e l'inizio di una nuova era?... Sì! - disse Merlino. Poi facendo due più due!
- Saresti tu? -
- Mi sa proprio di sì! -
- Cosa? Ma,ma... -
- Hai qualcosa da ridire? - disse offeso.
Merlino si accorse che Arthur aveva abbassato gli occhi. Si avvicinò e gli accarezzò le labbra, che il bacio da casto  si trasormò in passionale. Quando si staccarono per riprendere fiato. Merlino gl sussurrò sulle labbra:
- Un arrogante,pomposo, babbeo dovrebbe portare la pace sul Mondo?... Questa l'avevo già sentita. Sempre la stessa solfa!
Ma non avevano  a disposizione qualcun altro meno asino e più affascinante, regale principe? -
- Mi sa che li avevano finiti! E poi cosa vorresti insinuare. Non cè nessuno più regale e affascinante di me! -
- Siete sempre il solito sbruffone, Sire! - Marcando sull'ultima parola.
- Tu invece sei sempre il solito idiota servo che mio padre ha messo al mio servizio! Quanto rimpiango Cedric! -
- Ah, è così! - Merlino gli tirò una gomitata allo stomaco del principe, che riuscì a pararlo e ad lo afferrò per i polsi,
serrandoli forti.
- Quanto siamo permalosi. Lo sai che senza di te mi sento perso! Qualcuno  deve pur salvare il mio bel posteriore! -
- Quel qualcuno dovrei essere io?  Sapete, potete pensarci da solo, mio signore! -
Arthur lo avvicinò a sé e lo abbracciò forte. - Non chiamarmi Sire o  signore. Per te io sarò sempre e solo Arthur . -
- Lo faccio apposta, so che ti fa arrabbiare. Come a me fa incazzare quando metti in mezzo Cedric. -
- Non è possibile: non hai ancora digerito quella storia dopo tutto questo tempo. -
- No! -
- Quanto ti adoro quando fai il geloso! -
- Geloso di te? Di Cedric? -
- Sì! Ma basta parlare di lui. Ora voglio recuperare il tempo perduto! -
- E come pensi di farlo? -
- Non so tu, ma io una mezza idea c'è l'ho! -
- Sempre il solito sei! Solo  a quello pensi! -
- Sono secoli che sono in  astinenza! Primo o poi sarei impazzito senza stringerti- abbracciandolo più forte. - Leccarti - Assaggiandolo con la lingua. - Baciarti - Disse mentre lo accarezzava con la bocca. - Morderti. - Lasciando segni rossi dove passava con i denti.
- Qua è dove abbiamo fatto l'amore la prima volta! - Affermò il Mago.
- Mhm!... Pensavo di averci portato lady Vivian. -
- Asino - Merlino gli tirò uno scappellotto al suo primcipe.
- Ehi!... Stavo scherzando! - restituendogli il ceffone.
- Lo so!...  Sei il solito babbeo . -
Arthur prese tra le braccia il suo maghetto e lo buttò a terra, dove iniziò a fargli il solletico.
Entrambi ansanti, Merlino si ritrovò a cavalcioni sul suo Arthur. Abbassò il volto su quello dell'altro.
- Ti Amo, Arthur! -
- Ti Amo anch'io, Merlino! -
- Promettimelo? -
- Che cosa? -
- Di non lasciarmi solo! Mai più! -
.- Mai più! Lo giuro! -
Il giuramento fu sugellato quella notte tra i gemiti di piacere che si disperdevano tra le campagne di Londra, alle sponde
di quel Lago dove tutto aveva avuto inizio!










Vorrei ringraziare tutti coloro che hanno recensito le altre mie ff:
Grazieeeeeeeeeeeeeeeee! Siete meravigliosi.
mindyxx
GiuliaB
_Valux_
elyxyz
oceanredwhite
Cucci_4_Lollosa
Little fanny
  
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