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Autore: Oxis    31/03/2010    2 recensioni
Dunkel e Sasha sono amici, anche se il loro rapporto è molto strano. Sono sulla stessa lunghezza d'onda, ma una cosa che hanno in comune è la soggezione che entrambi provano l'uno per altra...
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'ONLY YOU AND ME'
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piccola presentazione...



Questa è la prima di una serie di storie, non lunghissime (6-7- capitoli) che ho fatto tempo fa, immaginando me stessa come protagonista e il ragazzo che amo come altro protagonista.


ogni storia l'ho scritta tutta di un fiato, in preda alle mie solite crisi e quando ho deciso di pubblicarle, ho cambiato solo i nomi, quindi non siate troppo severi =)


raccontano vari episodi, diciamo non legati fra di loro, ma non si può parlare di un racconto solo, le pubblicherò tutte se vi piaceranno e magari cercherò di continuarle...


i nomi non sono quelli originali.


ci terrei davvero che mi commentaste, e i vostri pensieri sul mio modo di scrivere... grazie ;)






Dunkel sbatte' la cartella per terra e si butto' sul letto, cercando di trattenere le lacrime.

Un'altra volta. E lui ci era cascato di nuovo. Lo doveva capire subito, perche' non si era innamorato di qualcun altro? Perche' di quella st****a? Il suo sguardo' vago' sulle foto appese di lui e Lauren, sorridenti.

Le lacrime cominciarono a scendere sulle guance del ragazzo, che non si prese neanche il disturbo di scacciarle.

Ando' alla parete e scaravento' con un urlo d'ira le foto. I pixel caddero e il vetro si infranse. Afferro' la carta e la straccio'. Perche'? Perche' ancora? Non aveva gia' sofferto abbastanza? Non se lo meritava. Non ancora. 

Si abbandono' sul letto, la testa infossata nel cuscino, incapace di muoversi e di reagire al dolore. Nessuno lo capiva, ma aveva bisogno di parlare, di sentire un po' di conforto. 

Ne aveva davvero bisogno. Sollevo' la testa, un ciuffo di capelli corvini ricadde sugli occhi scuri inondati di pianto. 

Con una mano tremante prese il cellulare sul comodino accanto a lui. Le dita sfrecciarono sui tasti. E' l'ultima volta che ci casco, penso' con la forza della disperazione. Le dita si bloccarono su un nome femminile. Sasha. In un lampo ricordo' la loro conversazione su MSN qualche sera prima, com'era stata dolce e comprensiva. 

Io ci saro' sempre per te, aveva scritto. Tossi' e si asciugo' una lacrima. Premette il tasto verde, sperando che non avesse il telefono spento, che ci fosse. Per lui. Non voleva nessun altro, adesso. Lei era l'unica che poteva capirlo.

- Pronto?

Il ragazzo rimase in silenzio per un attimo. Solo un attimo, non poteva pensare oltre.

- Sash... Sono... Sono Dunkel... Potresti... puoi venire qui... se... per favore... - la sua voce si spezzo', mentre gli occhi gli si appannavano di nuovo. 

Uno strano senso di freddo circondo' la ragazza, dall'altra parte della via, a casa sua.

- Dun? Che cosa... Dove sei...?

- Ti prego...

Silenzio.

- Arrivo subito.

La linea cadde. Dunkel cadde sul pavimento in ginocchio, le forze completamente andate, la testa china sul petto, la mano che stringeva ancora il cellulare.

Grazie, penso'.


Sasha si precipito' fuori di casa dopo essersi infilata il primo paio di scarpe che trovo', senza neanche aver preso le chiavi. 

Se ne accorse appena in tempo, per fortuna, poi comincio' a correre vero casa del suo amico, piu' in fretta che poteva, mentre i pensieri le rimbalzavano in testa. 

Era stato davvero lui a chiamarla? Forse era uno scherzo. No, neanche il migliore attore del mondo poteva parlare con quella voce cosi' triste che aveva appena sentito. 

Non era possibile, che cosa gli era successo? E perche' aveva chiamato proprio lei?

Insomma, non erano mai stati amici che si raccontano tutto, perlopiu' si parlavano con gli sguardi, che erano sempre rimasti segreti e ambigui.

Non era il momento di quelle domande, adesso doveva solo aiutarlo. Gli aveva promesso che gli sarebbe stata sempre vicino. E anche se l'aveva fatto alla leggera, per lei quelle parole erano state le piu' vere che avesse mai detto.

Rallento' solo quando fu a tre passi dal cancello, da cui stava uscendo una bambina.

- Scusa, sai dove abita Dunkel? - le chiese con il fiatone.

La bimba ci penso' un attimo, poi fermo' la sua carrozzina giocattolo e la accompagno' davanti alla porta.

- Abita qui - disse.

- Grazie.

Sasha busso' senza neanche pensarci due volte. Le apri' il fratello maggiore di Dunkel, che la saluto' distrattamente ed usci' subito dopo.

La ragazza si fermo', con il cuore in gola. Non voleva chiamarlo. Udi' un rumore nella porta davanti a lei e si avvicino', la socchiuse. Poi la apri'.



essendo storie fatte senza un senso preciso, non posso chiedervi cosa ne pensate della storia in se', ma mi farebbe piacere comunque sentire un parere...

   
 
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