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Autore: GLF    07/08/2005    8 recensioni
- Grissom… senti… perché dovrei cambiarmi? -
- Perché stasera vieni con me. -
- Ah sì? E dove? -
- Questa è una sorpresa. -

[ NdAdmin: questo riassunto è stato modificato dall'amministrazione poichè non conteneva alcun accenno alla trama. L'autore è invitato a cambiarlo con uno di sua creazione. ]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gilbert 'Gil' Grissom, Sara Sidle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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16 settembre.
Sono le nove di sera e tutto va bene.

- Sara vieni nel mio ufficio. Subito - disse Grissom lanciandole una frettolosa occhiata dalla porta della stanza degli armadietti.
Lei non fece nemmeno in tempo a voltarsi che lui era già sparito. "Ma che vorrà? Non lo sa che è la mia notte libera? Stai a vedere che si è dimenticato e devo lavorare anche la notte del mio compleanno". Sara si rimise le scarpe che stava cambiando, si alzò dalla panca, chiuse l’armadietto e si avviò verso l’ufficio del capo. Arrivata, si fermò sulla porta aperta.
- Grissom…stasera...-
- Siediti -
Sara scocciata ubbidì e si sedette sulla sedia di fronte alla scrivania.
- Sara, sei libera stasera? -
- Veramente è da un mese che ho chiesto di essere sostituita stanotte... comunque... non importa… che devo fare? -
- Nulla. Anzi, hai un cambio nell’armadietto? -
- In che senso? -
- Hai qualcosa di più leggero? -
- Senti Grissom, stai scherzando o cosa? -
- Rispondi -
- Sì, dovrei avere una specie di vestito che tengo per eventuali occasioni importanti… -
- Perfetto. Mettilo. -
- Grissom ma che ti prende? -
- Niente. Su, vai a cambiarti. -
- Grissom… senti… perché dovrei cambiarmi? -
- Perché stasera vieni con me -
- Ah sì? E dove? -
- Questa è una sorpresa. -
- OK…ma... -
- Niente ma... su, muoviti che siamo già in ritardo -
Grissom si alzò dalla sedia, si avviò verso la porta, prese la giacca, la sua valigetta, e disse - Sara…-
- Sì ho capito! Vado! -  
La fece uscire e chiuse la porta dietro di sé. - Sara ti aspetto giù nel parcheggio. Fai più veloce che puoi -
Lei annuì e chiuse la porta della sala armadietti. "Yuppy! Esco con Grissom! Già…ma dove mi porta? Oddio… va beh… Sara, veloce..."
Sara si cambiò in fretta e furia, al posto dei soliti jeans e maglietta mise un grazioso vestitino estivo arancione e un paio di sandali con un tacco basso. Si passò rapidamente il lucidalabbra, un filo di ombretto e una spennellata di mascara. OK. Pronta. Agguantò la borsa, la giacca e si affrettò per i corridoi, che di lì a poco si sarebbero riempiti di membri del turno di notte. Muovendosi versò l’ascensore vide Cath, Nick , Warrick e Greg avanzare verso di lei. Meglio evitarli. "Evitiamo inutili domande…prenderò le scale".
Sara si voltò dall’altra parte ma non appena iniziò a muoversi sentì un - Ehi, Sara - provenire da dietro le sue spalle. Si voltò. "Dai che sono in ritardo!".
- Ciao Greg…che vuoi? -
- Mi raccomando, non essere troppo dolce eh? No, volevo solo farti gli auguri… e darti questo regalino -
- Ehm... grazie Greg -
- Non lo apri? -
Sara guardò l’orologio. Erano già passati dieci minuti da quando Grissom l’aveva lasciata. - Ma no, dai… lo apro a cas... -
- No, aprilo ora… voglio vedere la tua faccia - "Uff... ma perché tutte a me! Ci mancava solo Greg!" - OK -
Sara lo scartò di fretta e ne uscì fuori un libro di barzellette.
- Oh… grazie Greg! -
- Beh, almeno quando sei triste puoi leggere questo libro... e pensare a me... aspè che te ne faccio vedere qualcuna…-
- Greg... non ti offendere ma sono in ritardo... -
- Ma dai… solo una…-
- Va bene… ma sbrigati.-
- Sì, sì, un secondo…- e intanto i minuti passavano, e Sara si faceva sempre più nervosa, mentre Greg cercava invano la fatidica barzelletta.
- AAARGH! GREG! COS’E'? GUARDA LA'! -
Greg si voltò di scatto, Sara fuggì via di corsa e prese le scale. Greg si voltò e disse - Sara? -
Sara saltava gli scalini a due a due, in preda al panico. E se Grissom non l’aveva aspettata?
Arrivò nel parcheggio col fiatone. Vide la macchina di Grissom e si avvicinò. Lui era lì ad aspettarla appoggiato al cofano.
- Pronta? -  Lei gli sorrise. - Sì, pronta -  E i due salirono in macchina.
Sara allacciò la cintura di sicurezza, mentre Grissom si avvicinò al suo viso. Lei si girò e se lo ritrovò davanti. Lui tirò fuori una benda.
- Sara… dovrei… dovrei bendarti-
- E perché? -
- Perché non voglio che tu capisca dove stiamo andando… posso? -
- Sì, tanto ormai…ho fatto trenta faccio anche trentuno…- E così lui le bendò con delicatezza gli occhi, si mise al volante, ingranò la marcia e partirono.
Dopo una decina di minuti che stavano viaggiando in silenzio, Sara era sempre più confusa e lui sempre più allegro. Aveva avuto proprio una bella idea. E le avrebbe finalmente dichiarato i suoi sentimenti.
Dopo una mezzoretta l’auto si fermò, per la gioia di Sara che stava morendo dalla curiosità. Dove la stava portando Grissom?
Lui scese dall’auto e le aprì la portiera. La prese per mano e la condusse dietro di sé. C’era un gran silenzio, anche se a Sara pareva di sentire il rumore del mare in lontananza. Grissom la fece sedere, probabilmente su una staccionata, ma Sara non poteva capire visto che era ancora bendata. Le sfilò con delicatezza i sandali e li appoggiò a terra.
- Grissom? Che fai? -
- Ora capirai… abbi pazienza - rispose lui con dolcezza.
La fece scendere da quella seduta improvvisata, e si incamminarono. Sara aveva capito dove si trovavano. C’era stata un migliaio di volte. Erano sulla spiaggia. La sabbia fredda si muoveva sotto i suoi piedi, la delicata brezza marina le muoveva i capelli e il rumore delle onde dell’oceano accompagnava i suoi passi. Arrivati sulla riva, lui le tolse la benda e guardandola negli occhi le disse - Vieni, andiamo a sederci laggiù su quelle rocce -
Lei era incantata dai suoi occhi, forse anche per il riflesso della luna, e come un cagnolino lo seguì. Non appena furono seduti nei pressi della scogliera lo spettacolo iniziò. Dapprima Sara pensava fossero dei tuoni, ma quando vide quelle migliaia di scintille colorate illuminarsi nel cielo, capì. Erano degli spettacolari fuochi artificiali. Quegli enormi batuffoloni di scintille balzavano luminosi nell’immenso cielo totalmente buio e rendevano magica quella serata, quella serata così speciale. Il riflesso dei fuochi illuminava i loro volti, prima di verde, poi di rosso, poi di giallo, poi oro, argento, fucsia, blu… e Sara sperava che quel meraviglioso spettacolo non finisse mai. Nel frattempo lui le si era avvicinato, e seduto al suo fianco le aveva fatto scivolare un braccio dietro la spalla. E lei incantata da quella meraviglia aveva appoggiato la sua testa sul suo torace. Non se ne era nemmeno resa conto. Grissom ammirava il visino di Sara meravigliato come quello di una bimba davanti a uno spettacolo di bolle di sapone, e sorrideva. Com’era bella lì rannicchiata tra le sue braccia. E finalmente la vedeva felice. Aveva un solo pensiero per la testa… voleva baciarla… voleva sfiorare quelle labbra rosa che sembravano così… così morbide e delicate.
E i fuochi finirono. Sara sospirò, mentre l’ultimo residuo di luce svaniva come per magia. Si accorse di essere appoggiata a lui… il suo calore… il suo profumo… non poteva resistere. Si voltò e gli sorrise. - Buon compleanno, Sara -
Lei non rispose. Si limitò a sorridere. Una lacrimuccia spuntò dai suoi occhi, e, lentamente, ad una ad una, altre lacrime iniziarono a solcarle il viso. Era così felice da non riuscire a parlare, o anche solo a muoversi. Allora lui la prese tra le sue braccia, la strinse a sé con tutto quell’amore che aveva tentato di soffocare durante tutti quegli anni. Erano lì, su una spiaggia, soli, il rumore del mare, la delicata brezza, il tenue chiarore della luna… e quella magica atmosfera tutt’intorno a loro.
Sara, in mezzo alle lacrime bisbigliò: - E'... è il regalo più dolce che… che mi abbiano mai fatto… Gil… grazie - sospirò, e il calore del suo respiro si diffuse nella soffice trama della camicia di Grissom. Era come se il mondo avesse smesso di girare, come se fossero avvolti in una bolla di sapone che volteggiava nell’universo. Sara si staccò lentamente da lui e lo guardò negli occhi. Lentamente si avvicinò alla sua bocca e lui chiuse la distanza che li divideva. Finalmente un bacio. Il loro primo, romanticissimo bacio. Non uno di quei baci pieni di passione come quello di Hayez... no, un dolcissimo bacio, pieno di amore rinnegato forse troppo a lungo. Lei pose le sue braccia attorno al suo collo e lo trascinò con sé, mentre lentamente si sdraiava sulla sabbia. Lui si puntellò sui gomiti e la osservò... era bellissima lì, sdraiata sotto si lui, coi capelli tutti in disordine attorno alla sua testa ,e quel sorriso, quel meraviglioso sorriso. Si chinò di nuovo e la baciò. Con più passione qusta volta. Era un bacio trascinante, di quelli che ti rendono difficile staccarti, e così Grissom si impose di smetterla. Si alzò, e si sdraiò al suo fianco. Lei appoggiò la sa testa sul suo braccio e insieme guardarono al cielo stellato. - Sara… sei tu la mia stella.-
- Ah sì? - disse Sara con la voce un po’ assonnata
- Sì… e per questo io ti amo -
Io ti amo. Tre semplici parole, sette letterine messe lì a caso, che riescono a illuminarti la vita. Sara si rannicchiò vicino vicino al suo Gil, appoggiò la testa sul suo torace e da lì bisbigliò - Anch’io. Ti amo, Gil -
E i due si addormentarono sotto l’immensa volta celeste, felici, spensierati, pronti per cominciare una nuova vita, una nuova vita insieme.




Dedicata alla mia Marty…prima o poi i sogni si avverano.
By °°GLF°°

PS: ringrazio chiunque voglia lasciare un piccolissimo commento!
  
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