Fandom: Axis Powers Hetalia
Personaggi/Pairings: Feliciano Vargas (Nord Italia), Lovino Vargas (Sud Italia). Vaghi, vaghissimi hint (?) di Itacest, ma lo si può tranquillamente vedere come amore fraterno.
Rating: verde.
Conteggio parole: 100 + 200 + 100 + 80 alias devo farmi una vita XD
Riassunto: Feliciano pensa e si ricorda perchè preferisce non farlo.
Note: - non betata.
- qualcuno potrebbe obbiettare che Feliciano è fin troppo serio, quasi OOC, ma io sono sinceramente convinta che la sua più che stupidità sia una scelta di porsi nei confronti della vita in modo superficiale
Favole della buonanotte
Feliciano chiude gli occhi.
Il cuscino profuma di menta e lavanda, le lenzuola sono morbide contro la pelle nuda delle gambe e la stanza scompare nel buio nella notte.
Feliciano chiude gli occhi e li stringe, li stringe forte fino a sentire i muscoli delle guancie che si ribellano e si tendono. Fa male.
Al suo fianco Lovino dorme e il suo respiro si infrange ritmico nel silenzio della stanza come l'avanzare e il ritirarsi delle onde sul bagnasciuga. È rassicurante, a suo modo, perchè è un qualcosa di reale, di certo, a cui aggrapparsi per non sprofondare nel buio.
Feliciano chiude gli occhi - di nuovo, per l'ennesima volta dopo aver fissato il buio che lo circonda - e li stringe anche se fa male ed è stupido. Oh sì, lui è veramente un idiota, glielo ripetono talmente spesso - ovviamente con parole più gentili e spesso troppo a bassa voce per essere uditi distintamente - che talvolta si chiede se non abbiano ragione: in fondo, adesso, sta facendo una cosa veramente molto sciocca. Non c'è alcun mostro sotto il suo letto e neppure dentro l'armadio e questo lo sa anche lui, ma preferirebbe che ce ne fossero: per sconfiggere quel tipo di nemici basta una torcia e una mano da stringere, farlo con i propri pensieri non è altrettanto semplice.
È Italia. È solo Italia. Il solito maldestro. Che cosa stai facend-...ah, sei tu Italia. È Veneziano. Il codardo di sempre. Inutile. È soltanto Feliciano.
Non capisce, forse è veramente stupido, e il perché di questa sua fama gli è incomprensibile: certo, non ama combattere e spesso le ragioni che spingono le Nazioni - e gli uomini - alla guerra gli paiono astruse, ma il motivo per cui ciò lo renda un idiota gli è ancora più oscuro.
Feliciano apre gli occhi e il buio della stanza gli fa paura. Si avvicina a Lovino: vorrebbe chiamarlo, svegliarlo e, dopo una dozzina di sue imprecazioni, osservare quegli occhi così simili e così amati perchè, certamente, se gli rivelasse i suoi pensieri Lovino lo abbraccerebbe stretto, anche se non prima di averlo sgridato per aver dato retta alle frasi di "un banda di pervertiti mangiaqualcosa"
Vorrebbe, ma non lo fa. Sarebbe una cosa sciocca e infantile, no? Si avvicina e basta, accoccolandosi contro il suo petto, senza neppure abbracciarlo. Eppure non si vergognava a stravaccarsi addosso a Ludwig, no?
Feliciano chiude gli occhi per l'ultima volta, il sonno e un Lovino con lo sguardo limpido di chi non ha affatto dormito, ma ha solo aspettato che uno sciocco fratello si decidesse ad avvicinarsi lo accolgono tra le loro braccia. I muscoli del viso sono ancora doloranti e l'oscurità della stanza - dei suoi pensieri - lo opprime, ma Feliciano spera - sa, crede, prega - di essere ancora in grado di sorridere domani. E tutti i giorni che seguiranno.