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Autore: Nanaonthemoon    01/04/2010    0 recensioni
...E' il racconto che ho inviato per partecipare al concorso cercoparole 2010...
Genere: Romantico, Triste, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Candido come la neve Candido come la neve

Qualcuno doveva farlo. Non si poteva andare avanti all’infinito… Entrambi volevamo dirlo ma nessuno dei due ne aveva il coraggio,e quindi decisi di dirlo io per prima.
Era un pomeriggio di Dicembre, ero seduta al solito posto ad aspettarlo per digli quelle cinque lettere che nessuno di noi era riuscito ancora a dire; lo aspettavo e mentre la neve iniziava di nuovo la sua triste e lenta caduta dal cielo all’asfalto lo vidi alla fine della via. Indossava la sciarpa azzurra che gli avevo regalato per il nostro anniversario, un anno d’amore, l’avevo comprata in un negozietto vintage, si intonava perfettamente ai suoi occhi, quegli occhi più celesti del ciel sereno, quelli che mi avevano fatta innamorare. Camminava veloce stringendosi nelle spalle con le mani nelle tasche dei jeans, e ai piedi aveva le sue converse nere, a cui non rinunciava mai.
Arrivò, mi baciò e poi mi strinse forte, io gli sorrisi e poi mi sfuggì una lacrima, lui la catturò con una carezza e mi sorrise; affondai il viso nel suo petto, annusai il suo profumo, così dolce e delicato e iniziai a piangere.
Lui, la persona più importante della mia vita era in pericolo, e io non potevo fare nulla, se non confortarlo nei momenti di crisi e fingere che tutto fosse a posto. Sì, il mio ragazzo rischiava di diventare un angelo, ogni giorno vedevo le pagine del nostro futuro sbiadire lentamente senza che io potessi fermarle.
“Amore” disse, con la sua voce dolce e premurosa, era preoccupato per me non per sé stesso! Lui pensava a me e della sua malattia non voleva nemmeno parlare, passavamo ore a parlare di sciocchezze, come la scuola o la musica, non potevamo parlare del cancro che lo stava divorando giorno dopo giorno, perché avevamo paura entrambi, anche il solo nominarlo mi faceva star male.
Poi i miei pensieri furono interrotti dalla sua voce…“Io ti amo” Sì lo disse, disse quelle cinque lettere meravigliose, disse quelle due parole con una dolcezza infinita, sentivo il calore del suo amore irradiarsi dentro di me, mi batteva il cuore all’impazzata, e ricominciai di nuovo a piangere, e per un momento, un momento soltanto, fui di nuovo felice e mi dimenticai della paura e del cancro, eravamo solo io e lui  sotto la neve a guardarci negli occhi, sorridendo e piangendo contemporaneamente, poi, tra i singhiozzi, dissi: “ Ti amo anch’io.” Quelle parole che fino a dieci minuti fa mi sembravano così difficili da dire passarono direttamente dal mio cuore alle mie labbra, mi baciò, e quelle parole furono sigillate per sempre dentro di noi.

Sono passati ormai sei mesi dalla morte di Gabriel, e io ancora non ho smesso di sorridere per quelle parole dette quell’indimenticabile pomeriggio di dicembre, che custodirò nel mio cuore per l’eternità. Perché lui è ancora qui con me, dentro di me, nel profondo del mio cuore, come il nostro amore, candido come la neve.






  
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