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Autore: Noth    01/04/2010    1 recensioni
Non credevo alle mie orecchie. Non volevo andare lontano da lui. Sarei impazzita, sarei morta piuttosto! Ma il mio volere non contava. DEDICATA A ERICA!
Genere: Romantico, Malinconico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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« Non voglio andarmene! » gridai, strappando ai miei polmoni stanchi per la corsa un ultimo disperato suono.

Denny era dietro di me, e mi rincorreva.

« Non voglio neanche io che tu te ne vada! Ma se non lo fai più avanti te ne pentirai! »

Aveva ragione. No, no anzi no. Non volevo andarmene dall’orfanotrofio. Non volevo lasciare Erica e Denny. Non volevo smettere di vedere il loro viso tutte le mattine, non volevo smettere di dare la buona notte ai bambini la sera. Tutti quei pensieri erano una pugnalata al petto. Mi straziavano come se avessi ingurgitato acido a forza. Non lo sopportavo.

« Se non vuoi che me ne vada, non dire che lo devo fare! » mi voltai con i capelli bagnati di lacrime che mi coprivano il volto. Dovevo guardarlo in faccia. Come poteva dirmi di andarmene? Lui che...

« Sai che la cosa mi uccide. Lo sai Elle, dannazione! Ma... Dio, Elle, ti hanno adottato! Finalmente puoi avere una famiglia. Quando arrivasti qui lo ripetevi in continuazione. Dicevi che volevi una famiglia e che odiavi l’orfanotrofio. Noi... io non posso essere la tua famiglia. Io sono solo io. » si avvicinò a me e quando tentò di afferrarmi la mano mi scansai di colpo.

« Sei un bugiardo, Denny, un bugiardo! » avanzai un passo, cercando di continuare la mia corsa per non fermarmi mai più. Magari sarei morta di freddo, magari qualcuno mi avrebbe investito ma che importava. Magari. Denny, però, mi prese per una spalla e mi cinse con le braccia in un abbraccio forte e caldo. Non sapeva quanto mi stava facendo male. Era come se stessi assaporando il paradiso pur sapendo di essere destinata all’inferno.

« Non sono un bugiardo Elle, non lo sono mai stato. Come puoi pensarlo? Ti amo, ti amo lo sai e il fatto che tu te ne vada mi annienta. È come se stessi vivendo in un incubo. Questo incubo presto diventerà la realtà, perché tu non ci sarai. Ma, per Dio, non ti lascerò sprecare questa occasione per me, anche se il mio cuore appassirà. Non sono così egoista da privarti della felicità. » sussurrò.

Gli sbattei i pugni sul petto, per quanto potessi davvero volergli fare male. Forse sì, avrei voluto, avrei voluto infliggergli quello che stavo provando io, avrei voluto avvolgerlo nella mia sofferenza per fargli capire quello che stava succedendo all’interno del mio cuore. Per qualche strano motivo, però, sentivo che il suo non era preso poi tanto meglio.

« Tu sei la mia felicità, Denny, non ho bisogno di una famiglia! Ho bisogno di te! » gemetti, cercando di mantenere un tono furioso, ma uscì una sorta di lamento debole e poco convincente. Il dolore mi lacerava la testa e sentivo il sangue in bocca e nei polmoni, tutto pulsava attorno a me, solo i suoi occhi blu restavano fissi sul mio volto.

« Non dirmi così, Elle. Altrimenti rischi di rendere troppo allettante l’idea di portarti via da qui. Di andarcene assieme. » rispose, affondando la testa tra i miei capelli scuri.

« Tu mi stai uccidendo. » mormorai.

« Dimentichi che io ti starò vicino sempre. Mi avevi detto che ero inciso nel tuo cuore, lo sarò per sempre. »

CONTINUA J

   
 
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