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Autore: Ladyally    01/04/2010    4 recensioni
Cinquanta frasi su due ragazze che semplicemente si innamorano.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia è stata scritta per la community 1frase. E' composta da 50 frasi che si basano su altrettanti temi. Buona lettura!

Stelle

Incubo
Mi guardo attorno, annoiata, delusa: mi aspettavo qualcosa in questo giorno di inizio corsi, come se avessi avuto la consapevolezza che la mia vita sarebbe cambiata o semplicemente iniziata; invece tutto è uguale nella piccola aula dell’università.


Linea
Gli studenti sono piegati sui loro blocchi e fedeli trascrivono le parole del professore; nessuno interviene, non c’è dialogo: è solo l’ennesimo monologo di un uomo che, appesantito dal sapere di una vita, non riesce a superare i propri limiti.


Miseria
Il sole ogni tanto fa irruzione, trafigge i vetri ricoperti di polvere e di sporco e si riversa a terra, creando macchie sul pavimento che è stato calpestato da generazioni e generazioni, come tengono a precisare i docenti per enfatizzare il prestigio del posto.


Orrore
Sto per gridare, me lo sento, sto per urlare che sono esausta, schifata da tutti loro che sembrano alberi spogli, dai rami tetri che stridono contro i vetri del mondo, con radici enormi che tentano di succhiare dal terreno una linfa che non gli appartiene.


Cambiare
Nauseata dalla monotonia, quasi mi alzo, ma entri tu: i capelli sono un mare in tempesta, crini di tenebra che portano i sogni nella notte profonda e silente e i lumi sono fiori che implorano di essere ricordati per sempre, offrendo l’eternità.


Strappo
Sei in ritardo e l’aula è ormai piena, così decidi di sederti accanto a me, disturbata dall’attenzione che hai catturato; ti presenti in un sussurro, («Aurora»), porgendomi la mano e strappando con un sorriso la barriera che mi cinge e protegge.


Eclissi
Non sono più in grado di udire le spiegazioni di quell’uomo che cammina per la stanza e la confusione mi ha presa, ha oscurato la capacità di ragionare, di dar vita a pensieri coerenti: tutto è buio, non c’è più luce, tutto ciò che avverto è la tua presenza.


Schiaffo
Il pensiero di te come uno schiaffo mi colpisce in pieno volto e lascia il segno della mano a rammentarmi quel che sono: sola, diversa, mostruosa.


Tentativo
Quella notte provo in ogni modo a dormire: leggo, ma non colgo il significato delle parole; accendo il televisore, ma smarrisco il filo del discorso; conto nel buio della mia stanza, ma continuamente rivedo il tuo viso.


Ritornello
“Aurora … Aurora …”, sussurrano i pensieri martellanti, “Aurora … Aurora …”, i miei sogni traditori, “Aurora … Aurora …”,le mie labbra in preda alla cieca follia del cuore.


Sonno
Pace, cerco la pace in questo movimentato riposare, tuttavia, pur inseguendola in ogni dove non la trovo: è scomparsa, per sempre, e tutto quel che mi ha lasciato è il tormento che mi fa girare e rigirare nel letto e mi scuote nel sonno come se fossi un moribondo.


Ritmo
Trascorrono i giorni e tu sei sempre presente: prendiamo il treno di primo mattino, quando l’aria è ancora frizzante, seguiamo i corsi e pranziamo insieme, per poi tornare a casa e darci appuntamento per il giorno successivo: stesso posto, stessa ora.


Bandiera
Non faccio facilmente amicizia, ancor più difficoltoso mi risulta parlare con gli altri per timore che scoprano quel che c’è dentro di me e si allontanino sdegnati; così spesso mi sento come una banderuola sbattuta a caso dal vento, in perenne lotta per oppormi al volere del mondo e trovare la giusta stabilità.


Sentimento
È venerdì mattina quando mi accorgo che qualcosa è inevitabilmente cambiato: ci incontriamo e come sempre mi parli, mi sorridi, mi sfiori una spalla, mi fai ridere e sorridere e sognare; innamorare.


Segnale
Sei tu, sei lei, la mia donna, quella giusta, la perfetta, e lo capisco, lo sento dentro, me lo dice quella fitta allo stomaco che non mi lascia respirare e grida «LEI, È LEI, LEI!»


Luce
Tu, Aurora, tu.


Treno
Saliamo sul treno e ti siedi di fronte a me in quel vagone colmo di gente e così piccolo e stretto che non ho scelta: se allungo un piede incontro il tuo, se muovo le gambe si scontrano con le tue, se alzo gli occhi annegano nei tuoi.


Muro
Scendiamo, ricominciamo a parlare e mi accorgo che hai abbattuto il muro del silenzio dietro il quale dagli altri mi nascondevo; il terrore d’improvviso mi assale.


Vento
Mentre mi chiedo come sia possibile, poiché ho impiegato anni ad ammucchiare mattone su mattone, mi pare di essere nuda lungo la strada, al tuo fianco, e un vento gelido entra nello squarcio che hai aperto e mi strazia le membra: l’alito della putrida Paura.


Stupidità
“Tempo”, penso, “tempo, mi serve tempo, tempo per pensare e smettere di pensare, tempo per guarire e ricostruire”.


Fine
Mi allontano, per qualche giorno salto le lezioni – Bologna farà a meno di me, ne sono certa – e quando penso di esserci riuscita, di aver sconfitto il demone che porta il tuo nome, tu mi cerchi.


Stranezza
Suoni il campanello di casa mia e mi chiedi di scendere - «ti ho portato gli appunti» è la scusa – e ingenua ti raggiungo; ti vedo oltre la porta a vetri tenere in mano i fogli, passarti la mano tra i capelli, nervosa, e d’un tratto tutto mi è chiaro: ti senti strana quanto me.


Velocità
Sono su una giostra che gira troppo rapidamente, seduta su un calesse che non andrà da nessuna parte; gira, il mondo gira, tutto diventa vorticoso, non ti scorgo più, sei un puntino assieme agli alberi, le case, il cielo, il mondo.


Favola
Poi mi tocchi il braccio e ti siedi accanto a me, occupi quel posto che spetta a te soltanto, rimasto vuoto fino ad ora; i cavalli, allora, diventano vivi come la statua di Pigmalione e, nitrendo, prendono a muoversi, a calpestare la strada grigia con i loro zoccoli, così ti aggrappi a me e ridi, facendomi venire voglia di piangere.


Regno
Superiamo il negozio di fiori, che mi fa sempre pensare a te, e il semaforo rosso, lasciandoci presto la città alle spalle, il traffico, il rumore dell’esistenza frenetica; non capisco più dove siamo, tutto è colorato e profumato: quel mondo sa di primavera, sa di viole al nascere del nuovo giorno.


Garanzia
«Sai», mi dici, «potrei abituarmi a tutto questo».


Essere
“Lo so, io già l’ho fatto, già son tua senza che tu lo sappia”, penso non osando ripeterlo ad alta voce e limitandomi a ridere, sciocca, alla tua affermazione.


Pietra
«Perché non mi rispondi?», mi chiedi, sdraiata sul prato cosparso di margherite accanto a me che sono diventata più dura e fredda di un comunissimo sasso, timorosa di te.


Impressione
«Perché parlando deluderei le tue aspettative, rovinerei l’impressione che hai avuto di me sin dal primo giorno e probabilmente fuggiresti.»


Specchio
Allora è il tuo turno di rimanere in silenzio e ti limiti a fissare il cielo e le nuvole bianche che fanno a gara tra di loro; poi ti sollevi, ti appoggi al gomito, mi guardi, mi osservi, cerchi qualcosa nei miei occhi, fino a quando non lo trovi.


Illuminare
Cercavi la verità sepolta nell’animo,  - ora lo so - e i miei lumi te l’hanno fatta intuire; così inizi a scavare, come se fossi un’archeologa, con le mani, le unghie, le labbra.


Fermata
Ti avvicini, incerta aggrotti le sopracciglia nere, il naso un poco si arriccia; ti inumidisci le labbra, io mordo le mie; ti chini, sussulto; non ti fermi, rabbrividisco; chiudi gli occhi, il cuore corre; posi la bocca sulla mia, muoio.


Delirio
La frizione delle labbra, l’incedere delle lingue, le mie mani che si aggrappano a te, alle spalle, ai riccioli neri che son vortici di passione, le tue che finiscono nelle mie, il tuo corpo sopra il mio, leggero come una piuma, pesante come il cuore: noi, siamo noi che ci siamo perse e ci siamo finalmente ritrovate.


Profumo
Riapro gli occhi e tutto è diverso, a parte te, mio punto fisso, mia adorata creatura: i tuoi lumi, dolci nontiscordardimé, mi parlano e mi rassicurano, il tuo profumo di speranza mi entra nell’anima e mi permette di credere ancora.


Particolare
A cavalcioni su di me, ti porti i capelli dietro le orecchie, assomigliando a un leone con quella tua chioma vaporosa, tenti di palare – me ne accorgo - e schiudi le labbra per poi morderle, alla ricerca delle parole perfette, quelle così particolari da essere in grado di rendere tutto cristallino.


Richiesta
«Allora», infine esordisci, «allora sarà sempre primavere per noi?»


Collo
Ora è il mio turno di stanare quelle giuste; eppure mi accorgo che non ce ne sono – troppo scontate mi sembrano -, così, ora che il mio viso è nuovamente all’altezza del tuo, con le dita lo accarezzo, senza neanche pensarci, e ti imprimo nel mio corpo, baciandoti e lasciando scivolare una mano sul tuo collo, giù, lungo il torace, fino al fianco, l’altra sulla nuca, fissa, avvertendoti così vicina da domandarmi se una volta allontanate mi rimarrà, dentro, ancora qualcosa di mio.


Acqua
«Un tempo ero terra bruciata, troppo scottata dal sole, simile alla ghiaia incapace di trattenere l’acqua; adesso … Aurora, non è necessario che tu mi chieda cosa saremo, perché noi siamo e non voglio che questo abbia mai fine.»


Cristallo
Non sono altro che un cristallo che riflette la tua luce e abbaglia il mondo.


Rugiada
Ti scorre una lacrima sulla guancia scarlatta, assumendo le sembianze di minuscole perle, simili alla rugiada del mattino, e solerte mi spieghi che è il tuo addio a chi eri prima.


Fratello
Cala il sole oltre i campi sterminati che si riversano vicino a casa tua e la luna si innalza dopo aver salutato il fratello che raramente incontra; sorride a noi che la guardiamo e ci domandiamo cosa serbi nel suo ventre pallido.


Bambini
Siamo come bambine che non temono di domandare, che non si vergognano delle propria curiosità, considerandola un bene prezioso e non un male da evitare.


Rana
«Non dovremmo tornare?», ti domando quando la notte è sprofondata su di noi e solo un breve gre gre di ranelle remote ci fa eco.


Ora
«Restiamo,ancora un poco, ti prego Viola … mi sembra quasi che questo momento sia l’unico che abbiamo – poiché tutto tace e possiamo essere noi stesse senza chiederci cosa gli altri vedono.»


Desiderio
«Vedrebbero due persone che si piacciono – me lo concedi? – e che desiderano stare insieme, come tutti; leggerebbero nei miei occhi la voglia di tenerti per mano e di abbracciarti, baciarti, senza sosta.


Proiettile
E se a qualcuno non andrà bene, se oseranno gettar nel fango e calpestare quel che abbiamo, allora userò le mie parole – scritte, sussurrate, gridate – come fossero proiettili, per diradare quei loro pensieri di bruma.»


Premio
Mi fai alzare, mi circondi la vita con le tue braccia bianche, appoggiando i fianchi contro i miei, la schiena leggermente arcuata, e mi baci, di nuovo, ancora, a lungo, rubandomi il respiro, portandoti via me e lasciandomi te.


Accendere
Siamo stelle, stelle che brillano in una volta terrena, che illuminano la terra sulla quale camminano, infrangendo le ombre della notte, dei pensieri oscuri di persone che vivono nella cupa e opaca ignoranza; siamo la luce che non si può frenare, raggi di un sole celato nel petto che si agitano, si adoperano per sfuggire e riversarsi nel mondo.


Amanti
Ci amiamo – stiamo per farlo, è questione di poco, solo la paura ci impedisce di ammetterlo -  e mi chiedi perché, donna dalle mille domande, rischierei tutto per te.


Meraviglia
È così semplice: amo colmare il silenzio della vita con te.

   
 
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