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Autore: bacinaru    02/04/2010    6 recensioni
Storia partecipante all'"EdWin Contest" indetto da Domi_chan e Melly_chan
Dal II Cap: "Non ci feci nemmeno caso alla pochissima distanza che ci separava, mentre Edward sembrò accorgersene subito. Rosso in volto abbassò lo sguardo, per evitare di guardare il mio petto che, non intenzionalmente, era a una spanna dal suo viso.
-E' molto meglio di quel che sembra, non ti servono nemmeno i punti-
Lo rassicurai con un sorriso, sentendomi per una volta molto più simile ai miei che in tutta la mia vita. Con una mano continuai a premere sulla ferita, con l'altra cercai la sua. L'afferrai, un po' titubante, e la adagiai sul panno, facendo scivolare la mia da sotto di essa.
-Premi per un po', almeno fino a quando non si ferma-
Gli ordinai a bassa voce, allontanandomi reticente, ma non mi ero accorta di aver trattenuto il respiro. Era piacevole restargli vicina, il cuore mi batteva forte forte, le gote mi si imporporavano e, finchè lui non poteva vedermi, a me andava bene."
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Elric, Winry Rockbell
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Coltre di Dicembre

Coltre di Dicembre


I

E' sempre colpa tua!






A Resembool nevicava di rado, ma, quando il cielo si intingeva di bianco e le nuvole si scioglievano per cadere a terra al ritmo di una musica inesistente, era un qualcosa di indescrivibile.
Due volte nella mia vita ho avuto la possibilità di vedere il mio villaggio natale ricoperto da una spessa coltre bianca. La prima la ricordo a malapena, dovevo avere circa quattro o cinque anni, mentre la seconda è ben impressa nella mia mente e non credo che potrò mai dimenticarla, anche volendo.

Era il ventidue dicembre dell'anno millenovecentodiciotto, faceva abbastanza freddo e a Resembool la neve era caduta in grande quantità. I bambini giocavano in continuazione, inventando giochi sempre più strani, almeno fino a quando i genitori non li richiamavano a casa, preoccupati che potessero prendere un qualche malanno.
Quel giorno, io, Al, Edward e tutta la squadra Mustang, compreso quest'ultimo, dovevamo partire per una divertente gita in montagna, ma come al solito Ed non era riuscito ad alzarsi presto e aveva costretto anche me, che dovevo andare in auto assieme a lui per mancanza di posti altrove, a partire con un'ora e mezza di ritardo. Gli altri, tra cui Al, erano partiti all'ora prestabilita per non perdere le prenotazioni in albergo.
Ero alquanto irritata, perchè erano anni che non riuscivo a prendermi una vera e propria vacanza, troppo impegnata a preoccuparmi per quei due fratelli combina guai, a domandarmi se il giorno dopo avrei potuto rivederli o avrei dovuto indossare ancora un odioso vestito nero. Eppure, da quando Alphonse aveva riavuto il corpo, anche se Ed continuava a tenere due arti artificiali, potevo stare più tranquilla.
-Ed, ti vuoi muovere?!-
Avrei retto ancora per poco, tuttavia Edward sembrò intuire l'aria tersa che aggrava l'atmosfera e decise di darsi una mossa. Lo vidi scendere i gradini a due a due, giungendo sul pianerottolo con un gran balzo. Prese il cappotto scarlatto che era solito portare e mi precedette nel dirigersi in giardino, per poi voltarsi dopo due passi e sbraitare:
-Hai visto, ora sei tu ad essere in ritardo!-
Aveva lo sguardo vittorioso, ben sapendo di avere torto. Probabilmente gli aveva dato fastidio essere richiamato così tante volte e, da bambino qual'era, aveva risposto con un capriccio.
Lo guardai sbalordita per qualche secondo, scossi la testa e sospirai rassegnata.
E pensare che aveva diciannove anni, ormai.
Presi le chiavi di casa e, sistematami meglio il lungo cappotto bianco, che mi copriva fin sotto le ginocchia, e la pesante sciarpa rosa, che ogni tanto mi solleticava il collo, chiusi bene l'uscio: la zia era andata chissà dove e non mi avrebbe mai perdonato di aver lasciato la sua dimora incustodita.
Raggiunsi l'auto, entrando velocemente prima di Ed.
Forse lo feci per dispetto, ma continuai a ripetermi che la mia era una ripicca ben giustificata.
Quindi drizzai le spalle e chiusi gli occhi a mo' di superiorità.
-Sei sempre tu quello in ritardo, non vedi Ed?-
Lo ripresi, mal celando un certo divertimento.
Edward entrò nell'auto con fare stizzito e accese il motore, senza dire una parola.
Partimmo nel silenzio più totale.
La cosa non mi dette fastidio, ero abituata ai suoi silenzi e con il tempo avevo imparato a non spezzarli, a rispettare la sottile barriera che talvolta il maggiore degli Elric creava attorno a sé. Non era una questione di asocialità, anche se Ed riserbava qualche difficoltà nel legare con gli altri, ma era più un'abitudine presa col tempo e difficile a disfarsi.
Quindi, in silenzio, aspettai che fosse lui a creare un piccolo spazio nel suo campo personale da dedicarmi.
-Hai preso la mappa?-
Il suo tono era atono come al solito, forse un po' svogliato, ma comunque privo di ogni tipo di rancore o stizza.
-Sì-
Risposi prontamente, prendendo in mano l'oggetto richiesto.
Ero felice, entusiasta, tanto che per un momento tenni la mappa al contrario, cosa che Ed mi fece notare con un ghigno sul volto.
-Guarda che so come tenere una mappa!-
Esclamai, punta nell'orgoglio.
-Sì, sì-
Acconsentì lui con poca convinzione.
Avvertii l'auto rallentare, mentre Ed, guardando un po' la strada un po' il grande foglio che reggevo in mano, si chinò su di me per mostrarmi la nostra destinazione.
-Dobbiamo andare qui, vedi di non sbagliare nell'indicarmi la strada-
Mi avvisò con ironia, ma la cosa la notai appena.
Qualche ciuffo color grano sfuggito dalla sua treccia mi solleticò allegramente la punta del naso, inebriandomi del suo profumo, un misto di albicocca, come la fragranza dello shampoo che gli avevo regalato, e di erba bagnata, un'essenza che lo aveva da sempre caratterizzato.
-Mi stai ascoltando?-
Mi voltai a guardarlo frastornata, era tornato al suo posto e mi osservava di sbieco, con una certa preoccupazione e un pizzico di irritazione per essere stato ignorato.
Sentii le gote infiammarsi e voltai di scatto la testa dal lato opposto, scrutando il paesaggio bianco che sfrecciava veloce sotto i miei occhi.
-Sì, certo-
Accompagnai la risposta con un movimento veloce del capo, forse troppo rapido, perchè, ancora per qualche secondo, avvertii i suoi occhi d'ambra perforarmi la schiena con curiosità.
Tentai di concentrarmi sul paesaggio, ma la strada che stavamo percorrendo era quasi del tutto bianca e, soprattutto, deserta.
Per fortuna notai poco più lontano un piccolo bivio e, trovando una buona distrazione, mi concentrai sulla mappa.
-A quel bivio devi andare a destra e poi percorrere sempre dritto per circa dieci chilometri-
Detti le indicazione con una calma che stupì anche me stessa, ma ciò sembrò distogliere l'attenzione del giovane alchimista dal mio viso, in modo da portarla di nuovo sulla via.
Per un attimo mi era parso imbarazzato.
Non ero mai stata una persona timida, ma a volte la sua presenza mi mandava il cervello in tilt e, la cosa peggiore, era che ne sapevo anche il motivo. Il problema rimaneva uno solo: dirglielo o non dirglielo?
Forse ero così contenta per quella gita anche perchè la vedevo come un'ottima opportunità per svelare un segreto che, ormai, mi portavo dietro da troppo tempo.
Forse, forse era il momento giusto, lì, in auto, da soli...
-Ed... -
-Qui dove devo svoltare?-
La sua voce mi interruppe sul nascere: guardava tranquillo la strada, aspettando una mia risposta, molto probabilmente non mi aveva sentita.
-A destra-
Risposi, cercando in tutti i modi di non far trapelare nessuna emozione.
Lui sembrò non accorgersi di nulla, ma ero quasi sicura, per quanto fosse impossibile, che potesse udire il battito frenetico del mio cuore. Stavo per dirglielo, ci ero andata vicino, ma il coraggio mi era mancato all'improvviso.
Mi maledissi per la mia incertezza, eppure una piccola parte di me, che, per quanto minuscola, sembrava importare più di ogni mia altra volontà, esultò: avevo paura e quella mancanza era stata, in un certo senso, una consolazione.
Appoggiai la testa al finestrino, lasciando scivolare dalle mie labbra un impercettibile sospiro.
La prossima volta sarebbe stata quella giusta, ne ero certa, quasi.

* * *


-Winry... a cosa stai pensando?-
Sussultai.
Non mi ero accorta di essermi abbandonata ai miei pensieri e, quindi, di fissare l'orizzonte da più di un quarto d'ora. Ed, nonostante in campo sociale non fosse proprio un asso, se ne era accorto.
Lo guardai spaesata, prima di inscenare un sorriso incerto, sperando che bastasse.
-Oddio, scusami, mi ero imbambolata-
Risi nervosamente, ma penso che la mia risata sembrasse un tantino isterica, data l'espressione sconcertata di Edward.
Tornò a guardare in avanti e, per nulla convinto, continuò a lanciarmi qualche occhiata perplessa.
Mi sentivo osservata e la cosa non mi piacque affatto.
Lo cercai con la coda dell'occhio, giusto per controllare che avesse smesso di fissarmi, solo per quello, e mi ritrovai a contemplare la sua figura.
Era cresciuto di qualche centimetro, arrivando alla mia altezza, forse un po' più alto, ma questo non glielo avrei mai detto, si sarebbe soltanto montato la testa; i capelli, che qualche mese prima avevamo tagliato, erano di nuovo cresciuti ed erano stati legati, come era solito fare Ed, in una bassa treccia. La luce chiara, tipica dei mattini invernali, li faceva brillare appena, così come gli occhi che, esposti ad essa, parevano fatti di oro liquido, pronti a sciogliersi da un momento all'altro; le labbra, invece, erano sottili e delicate, simili a quelle di un bambino, ma particolari a modo loro. In un momento fugace pensai che Ed avesse davvero delle belle labbra, arrossii subito dopo.
Però non ebbi occasione di realizzare bene la cosa che l'auto frenò all'improvviso.
Ed si voltò a guardarmi di scatto, le mani, una in carne, l'altra in metallo, erano strette a pugno. Era irritato e non faceva nulla per nasconderlo. Lo guardai confusa, domandandomi cosa gli fosse preso, ma ancora una volta non ebbi il tempo materiale per pensare ad altro, poiché lui interruppe i miei pensieri ancor prima che potessero trasformarsi in parole.
-Adesso basta, Winry. Dimmi cos'hai!-
Un alchimista odia non avere le proprie certezze ed Edward non era da meno.
Deglutii, non ero pronta, non ancora.
Il silenzio calò precipitosamente su di noi, non che prima stessimo facendo chissà cosa, ma almeno c'era il motore acceso e il rumore soffice dei pneumatici sulla neve a confermare che tutto era normale.
Ora, invece, la tensione era palpabile e il silenzio predominava su tutto, un silenzio che non ero solita mantenere, perchè come un buco nero sembrava inghiottirmi tutta, pezzo per pezzo, soffocandomi e impedendomi di vivere.
Edward continuò a guardarmi, il corpo rigido in attesa di una risposta, che però non arrivò.
Rimasi zitta, cercando ogni possibile via di fuga, anche la più improbabile.
Non era così che volevo dirgli cosa provavo, non con i suoi occhi incandescenti di irritazione fissi su di me.
Boccheggiai una, due volte, prima di riuscire a parlare senza far tremare la voce.
-Non ho niente, te l'ho... -
-Smettila di mentire! E' tutto il giorno che sei strana, mi dai sui nervi!-
Esclamò, alzando di un'ottava il tono di voce ed enfatizzando il tutto con gesti irritati delle mani. Tornò a sedersi dritto sul proprio sedile, le guance leggermente gonfie e le mani di nuovo strette sul manubrio, ma non accese il motore e non si mosse.
-Sei... -
Il mio cuore ebbe un tuffo.
-… arrabbiata perchè ti ho fatto fare tardi?-
Bofonchiò all'improvviso, distogliendo lo sguardo e faticando a dire ogni singola parola: ammettere di avere torto doveva essere abbastanza difficile per lui e il suo orgoglio smisurato.
Battei le palpebre, disorientata, attendendo che il mio cuore regolasse il battito ad un ritmo decente, e poi risi, non riuscendo a trattenermi.
-Ma quanto sei scemo!-
Era proprio una frana con i sentimenti, ma almeno ora ero più tranquilla, anche se rischiavo di soffocare a causa del troppo ridere.
Avvertivo lo sguardo pungente di Ed su di me, che ero praticamente piegata in due dalle risate, e avrei potuto giurare che fosse arrossito, ma al solo pensiero non riuscivo più a smettere.
-La vuoi finire di ridere?!-
Tentai di darmi un contegno e, asciugandomi con una mano le lacrime agli occhi, rivolsi le mie iridi cobalto sul paesaggio che intravedevo dal parabrezza.
Il sorriso scemò piano dalle mie labbra.
-Ed, dove siamo?-
Domandai incerta, afferrando la mappa caduta a terra e cercando la nostra posizione.
Edward lasciò stare il broncio, che si era ripromesso di mantenere per tutto il viaggio, e, aperto il finestrino dal suo lato, mise la testa fuori e si guardò attorno, inarcando le folti sopracciglia dorate.
-Siamo usciti fuori dal sentiero-
Annunciò corrucciato, rientrando e chiudendo di nuovo il finestrino.
-Cosa?! Vuoi dire che ci siamo persi?!-
Non riuscii a trattenermi, non solo eravamo partiti con un'ora e mezza di ritardo, avevamo anche perso la strada.
Edward mi guardò stizzito.
-Non ci siamo persi!-
Garantì, accendendo di nuovo il motore.
-E invece sì, idiota!-
Lui non rispose, mettendo ancora su il suo solito broncio.
-Se ti ho detto di no è no, basterà tornare indietro-
Borbottò, sicuro di sé e infastidito per quella poca fiducia nei suoi confronti.
Mi risedetti al mio posto con le braccia incrociate, arrabbiata più che mai, immemore anche del motivo per cui ci eravamo fermati.
Ed fece marcia indietro, stringendo di poco le labbra per la concentrazione, non era mai stato molto bravo in quella manovra, e, una volta girata l'auto, riprese a guidare nella giusta direzione.
-Il sentiero dovrebbe... dovrebbe essere qui-
Non era molto convinto.
Sbuffai spazientita, osservando come la strada rimanesse sempre uguale. Tutto intorno c'era solo bianco, non una casa, non un albero, solo bianco. Era come essere in mare aperto, senza una bussola e senza alcuna stella a farci da guida, potevamo solo navigare e navigare, nella vana speranza di ritrovare la via del ritorno.
-Ed, ci siamo persi-
Ripetei con più convinzione, guardandolo torva, ma lui mi ignorò e continuò a guidare, implorando chissà quale dio di avere ragione e di trovare presto il sentiero, più per non dover ammettere di essere in torto che per altro.
-Ed-
Lo richiamai per una seconda volta, mano alla mia fidata chiave inglese, che tenevo sempre al sicuro sotto il sedile del passeggero.
Per fortuna non dovetti usarla, dato che Ed fermò l'auto e spense il motore; incrociò le braccia al petto ed evitò il mio sguardo.
-E va bene, hai ragione... ci siamo persi-
Brontolò in un sussurro che feci fatica a cogliere.
Sorrisi sadicamente.
-Cosa? Non ho sentito, ripeti-
Vidi le sue gote farsi scarlatte per la rabbia, chiuse gli occhi, cercando di mantenere il controllo.
-Ho detto che hai ragione: ci siamo persi!-
Gridò forte e chiaro, fumando dalle orecchie, ormai accese come lampadine.
Annuii, sorridendo soddisfatta, sbagliare qualche volta non poteva fargli che bene.
Rimanemmo in silenzio, pensando al da farsi, ma a me non veniva in mente nulla.
-Allora genio, che facciamo?!-
Esclamai spazientita, volevo solo passare una bella vacanza, cosa c'era di male?
-E io che ne so?!-
Mi rispose a tono, uscendo dall'auto e incamminandosi su quella piazza innevata.
Arricciai le labbra per il nervosismo e lo seguii, lasciando lo sportello aperto. Un vento gelido mi investì all'istante, dovevamo essere in alta montagna, faceva molto più freddo rispetto a Resembool.
Mi strinsi maggiormente nel cappotto e corsi dietro a Ed; gli bloccai la strada, ponendomi dinanzi a lui con le mani sui fianchi e lo sguardo accigliato.
-Come che ne sai?! E' colpa tua se ci siamo persi!-
Dire che ero solo arrabbiata equivaleva a dire che Ed era alto.
-Io?! Ah, certo, adesso sarebbe mia la colpa?! Sei tu che hai sbagliato a darmi le indicazioni!-
Strinse i pugni, lui non era da meno e, se solo non fossi stata una ragazza, mi avrebbe già atterrato con un bel gancio destro.
-Sbagliato un corno! Sei tu che non sai guidare! Sei il solito imbecille! Che c'è?! Sei troppo basso per vedere la strada?!-
Questo era stato meschino, devo ammetterlo, ma in quel momento poco importava.
Edward divenne bordeaux e, come di consueto, iniziò a saltellare sul posto, sbraitando tutto ad un fiato:
-Chi sarebbe l'eschimese più piccolo di tutto l'universo che non può fare un giro in montagna perchè rischia di essere sommerso completamente dalla neve?!-
-Io non ho detto nulla del genere!-
Arrivai a chiudere gli occhi, ormai lucidi per l'ira, e a gridare con tutte le forze che avevo.
-E' colpa tua! Da stamattina non fai altro che fissarmi, stare zitta e comportarti come un'idiota!-
Urlò lui, ancora più forte, zittendomi all'istante. Possibile che fosse tutto così evidente?
Trattenni il respiro, sentii le lacrime premere, per rabbia, frustrazione, umiliazione, non riuscivo a capire.
Ed distolse gli occhi dai miei, forse si era accorto di aver esagerato.
Avvertivo una strana sensazione, una piccola ferita nel petto che, anche se piccola, sanguinava copiosamente. Faceva male, tanto, e a nulla valsero i mille tentativi di fermare l'emorragia, il sangue continuava a colare, bruciandomi il cuore come fosse lava ardente. Le lacrime spinsero più forte, ma ero sempre stata piuttosto determinata e non volevo piangere, non lì, non davanti a lui e non di nuovo.
Tenni la testa alta, per guardarlo senza timore e aspettare che dicesse qualcosa, qualsiasi cosa, però la mia vista cominciava ad appannarsi.
Edward si morse il labbro inferiore: si sentiva in colpa.
Non era poi così stupido come sembrava, penso che, sbirciando il mio viso, si fosse accorto che avevo gli occhi lucidi.
Si grattò la guancia con un dito, come era solito fare quando non sapeva cosa dire.
-Senti Winry... io, ecco...-
Un rumore sordo troncò quella che non sarebbe mai stata una frase di senso compiuto.
Entrambi ci voltammo verso destra, acuendo lo sguardo per individuare qualcosa che si muoveva all'orizzonte. La terra sotto i nostri piedi iniziò a tremare, così forte che fu difficile mantenere l'equilibrio.
-Co-cosa succede?!-
Chiesi spaventata, le lacrime ormai congelate.
Edward, barcollando, fece un passo avanti, cercando di capire.
Vidi il terrore spianarsi pian piano sul suo viso. Tentai di guardare di nuovo l'orizzonte, ma avevo un equilibrio abbastanza precario.
Ed si voltò con uno scatto verso di me.
-Winry, scappa!-
Ricordo poco di quello che successe dopo, accadde tutto troppo velocemente.
Edward mi afferrò per un braccio e iniziò a correre, trascinandomi dietro. Con la terra che continuava a tremare rischiai di inciampare più volte, ma lui non si fermò, a volte tirandomi anche di peso.
E quel rumore assordante continuava ad aumentare, fino a quando non lo ebbi chiaro nelle orecchie, come un vulcano che erutta, come qualcosa che frana.
Quando, in un momento fugace di equilibrio, mi guardai alle spalle, spalancai gli occhi dal terrore: stavamo fuggendo da una valanga.
-Corri Winry, corri!-
Mi incitò lui, ma le mie gambe parvero per un attimo paralizzate, quasi incredule di ciò che stava accadendo, come se non capissero il motivo per il quale dovevano muoversi, e veloce anche.
-Winry!-
La sua voce mi riscosse, aumentai il passo, ma una piccola parte di me continuava a ripetermi che non ce l'avremmo fatta.
La valanga era troppo vicina, sentivo già i pezzi di ghiaccio graffiarmi le caviglie.
-Entra!-
Senza accorgermene fui scaraventata all'interno della nostra automobile, tutto ciò che avvertii fu il frantumarsi dei vetri e un qualcosa di caldo e pesante premere sul mio corpo.
E poi persi i sensi, inebriandomi di un vago profumo di albicocca ed erba bagnata.







Prossimamente:

"Non ci feci nemmeno caso alla pochissima distanza che ci separava, mentre Edward
sembrò accorgersene subito. Rosso in volto abbassò lo sguardo, per evitare di guardare
il mio petto che, non intenzionalmente, era a una spanna dal suo viso."









Angolino di Baci


Shalve! Finalmente posto questa mini long-fic incentrata totalmente
su Ed e Winry e sul loro magnifico rapporto. Era da molto che avevo questa idea in mente e ho tentato
di scriverla con più fandom, ma non ci sono mai riuscita, alla fine sono arrivati questi due ( *^* ) e paf! Eccola qui XD
Non è nulla di particolare, ma ci sono molto affezionata e spero possa piacervi.
Questa storia ha partecipato all' "EdWin contest" indetto da Domi_chan e Melly_chan,
ma purtroppo, per vari problemi non abbiamo ancora potuto ricevere i risultati. Cmq confido nelle giudici^^
Ringrazio in anticipo chi leggerà e chi avrà la pietà di lasciarmi un commentino, su, fate i bravi, rendete felice questa povera scrittrice XD
Ci vediamo al prossimo capitolo ( o almeno spero) XD Bye bye *^*

PS: All'inizio della pagina dovrebbe esserci l'immagine con il titolo, io non riesco a vederla, voi sì?? o.O
  
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