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Autore: sawadee    03/04/2010    1 recensioni
Etiam solum nugae, Quinte. Solo bagatelle Quinte. Una liberta ed Orazio.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Una bagatella, nient'altro che una bagatella.- cosė Quinto ha definito il mio affare con Marco quando mi ha lasciato per partire per l'Oriente. E' il suo modo di tirarmi su, un po' brusco, ma pratico, da persona che non ama molto parlare. - Basta un po' di calore e vedrai, passerā tutto.-
 


Una bagatella quanto ho affrontato, gli anni con Marco e il regalo in Sabina, una piccola villa, quasi a pagamento della mia fedeltā, dove Marco mi ha lasciata, da sola, per sempre. L'unica abitazione vicina č proprio quella di Quinto.

E' una persona davvero particolare. Piccolo di statura, panciuto, pelato e un po' sudaticcio, dimostra davvero molti pių anni dei suoi reali. La sua pronuncia lucana gli fa arrotondare fin troppo le vocali, forse č di origine ebraica, so che č potente, fin troppo amico dei potenti, per me, che vivo solo l'amore e la musica, farfalla che si brucia fin troppo alla viva fiamma della vita.
Un porco, da quello che mi aveva detto Marco, tenendomi lontano da lui.




Eppure un giorno, Marco mi aveva appena lasciato, mi sentivo morire e non sapevo cosa fare, si č presentato a casa mia e mi ha portato del formaggio con le olive, con un gesto semplice, mi ha sgridata per non essere ancora andata a trovarlo e mi ha detto di non lasciarmi andare, dicendo:- Pulvis et umbra sumus.- Gli ho detto che lo diceva pure un poeta di casa mia, un certo Pindaro, e lui mi ha risposto che lo sapeva. Strano romano che conosce anche altri greci oltre ad Omero!




Nei giorni successivi, l'ho incontrato facendo una passeggiata e l'ho salutato, infondo, sono una liberta, non una signora, non sono nč nobile nč ricca e non ho una reputazione da difendere.
Quinto mi ha sempre sorriso e abbiamo parlato di musica e poesia. Mi ha chiesto alcune cose, un po' č rimasto stupito che una ex schiava greca ne sapesse pių di lui di musica, un po' mi ha fatto piacere parlare di poesia con qualcuno, per non pensare.




Per anni l'ho incontrato tutti i giorni, la mattina, quando faccio la mia passeggiata, quando lui non torna a Roma da quel suo amico fin troppo potente e fin troppo importante.
Mecenate, un etrusco, discendente di re.
Una volta mi ha detto:- Ti piacerebbe, Fil.- e io ho risposto:- Figurati, sono solo una liberta.-
Lui si č quasi arrabbiato, mi ha parlato con foga del padre, un liberto, proprio come me. Al che ho ribattuto:- Sė, ma io sono una donna.-
- Una donna che amministra una piccola tenuta e riesce sempre e comunque ad arrivare a fine mese. Una donna ben pių colta delle dame romane.- Si č infervorato e l'ho guardato un po' stupita. Figurarsi se si interessa a me, figurarsi, con le ragazze che si raccimolano e che vanno con lui perchč poeta.
Mi ha parlato di Mecenate, di sua moglie che si diverte con tutti e che si fa lasciare e riprendere come vuole lei.
Mi chiedo come una donna possa esasperare cosė un uomo, sapendo di non perderlo. Io non posso permetterlo e, nonostante questo, rimango sempre sola, forse dovrei imparare da lei.




Un giorno mi ha invitato a pranzo, per parlare di musica, doveva comporre una cosa importante, un "carmen saeculare". Mi sono ritrovata con lui a Roma, a far cantare i bambini e spiegargli come si fa, con la mia pronuncia ancora greca e il suo amico Mecenate a pranzo, che mi guardava bonario e sorridente, ringraziandomi di guardargli il suo Quinto.
Al ritorno Quinto mi ha guardato e detto:- Vedi le cose con un tale candore, che, davvero, hai conquistato anche Mecenate.-
So solo che Mecenate ha visto una strana coppia, io molto pių alta di lui, magra magra, quasi uno stecco, bionda con gli occhi verdi, e lui piccolo e panciuto, pelato e rubizzo.
- Perchč non torni a Roma?- mi ha chiesto.
Sinceramente gli ho risposto:- Non so lasciare dove sono perchč non ho altro posto dove andare, dove voglio andare.-
Mi ha sorriso:- Ti vuoi seppellire in campagna?-
- A Roma c'č troppa gente, la vita č cara e non potevo suonare. Io amo solo quello. E' quello, Quinto, il mio calore.-
Non ha risposto, ma l'ho visto sorridere.
Chissā, forse anche lui vive solo per qualcosa come la musica.





Son passati tanti anni, Mecenate č morto, io sono rimasta in campagna, ormai non sono pių giovane.
L'amico poeta č rimasto tra Roma e la Sabina, mi ha iniziato a far leggere le sue poesie.
"Il massimo con il minimo"(Nietzsche).
Amo come scrive.
E, infondo, nulla č come sembra, quando ci confortiamo a vicenda, senza amore, ma, almeno, con calore.


Il mio amico poeta č morto, di notte, all'improvviso. E' venuto anche l'imperatore e lo vedo per la prima volta, questo famoso Augusto che ha pacificato il mondo. Sono solo una liberta e non oso parlare, chino la testa e compio gli onori funebri al mio amico.
Non capisco nulla di politica, non voglio capire l'onore che significa la presenza di Augusto, so solo che mi viene da piangere e penso che non era una nuga Quinto e che oggi non sento pių quel calore.

 
   
 
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